Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno Orfico a Giustizia
 
Inno orfico n. 62

Claudio Simeoni

Indice agli Inni orfici

  Inno Orfico a Giustizia

  Canto l'occhio di Giustizia che tutto vede, dalle belle forme,
che siede presso il sacro trono di Zeus sovrano
osservando dal cielo la vita dei mortali dalle molte stirpi,
piombando giusta vindice sugli ingiusti,
con equità conducendo alla verità cose dissimili;
infatti tutto ciò che, difficile da giudicare, è condotto con cattive intenzioni
dai mortali che con disegni ingiusti vogliono il di più,
sola avanzando risvegli la giustizia contro gli ingiusti;
nemica degli ingiusti, propizia ti unisci ai giusti.
Ma, dea, vieni giusta alle buone intenzioni,
sempre finché giunga il giorno della vita segnato dal destino.

da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Cosa cantavano con l'Inno a Giustizia gli estensori degli Inni Orfici? Cantavano le lodi a Temi o cantavano le lodi a Dike?

Gli Dèi vivono e partecipano alle tensioni e alle contraddizioni vissute dagli Esseri della Natura. Vivono, lottano e si trasformano con loro. Le lotte e le trasformazioni degli Dèi sono le lotte e le trasformazioni degli Esseri della Natura, di noi stessi nel nostro continuo andare, trasformazione dopo trasformazione.

Giustizia nello stridere fra ciò che l'uomo desidera e ciò che è giustizia per come è vissuta dall'uomo. Giustizia è ripristino degli equilibri in un tempo di trasformazioni diverso da quello che l'uomo vive e abita.

Il "presto, qui e ora" è il tempo di Nemesi, non il tempo di Giustizia. Nemesi, figlia di Nera Notte, alimenta le tensioni del qui e ora, Giustizia ripristina gli equilibri modificando l'oggettività che permette la nascita di nuovi e diversi equilibri, di nuove e diverse armonie.

Chi canta l'Inno eleva le sue emozioni enfatizzando il bisogno di Giustizia, ma la giustizia a cui anela non è l'azione di Giustizia; è più vicino al desiderio dell'intervento di un "Dio della vendetta" che ripari i torti soggettivamente subiti.

Prega per la giustizia chi si ritiene creato ad immagine e somiglianza di un Dio padrone e, per estensione, chi si ritiene demandato a fare giustizia in base ad un altro Dio padrone che può essere un codice di leggi civile, penale o le disposizioni di chi si ritiene socialmente più forte. Fare la volontà del più forte, non è manifestare Giustizia; è manifestare servilismo.

Tutti noi vogliamo che le leggi siano applicate in maniera uguale per tutti i soggetti di diritto!

Alcune volte questo nostro desiderio manifesta un aspetto di Giustizia, specialmente quando il nostro furore deve tagliare il filo spinato dei campi di sterminio che il cristianesimo ha innalzato per distruggere la nostra specie. Un campo di sterminio fatto di dogmi, morale, imposizioni, gerarchie di possesso.

Filo spinato, in cui rinchiudere gli Esseri Umani, steso da uomini che ritengono loro interesse costringere altri uomini entro quel recinto per poterli macellare a piacimento. Troppi uomini, che fanno questo, definiscono la costruzione di campi di concentramento, fisici o morali, atti di giustizia.

Giustizia non è né padrona né serva dei nostri desideri: è un Dio che può mettersi al nostro servizio se noi lo sappiamo evocarlo dentro di noi esprimendolo nelle nostre azioni. Dike, tanto meno Temi, non risponde ai nostri desideri. Dike risponde all'intento di giustizia che permea la specie cui apparteniamo. Come tutti gli Dèi, Dike è ente fisico, un corpo materiale sorretto dal proprio intento, che agisce nel mondo del tempo.

Il mondo del tempo, in cui DIKE è ente fisico, si manifesta nel mondo materiale del quotidiano attraverso il mettere in moto "sequenze di mutamenti"; "sequenze di trasformazioni".

Voi volete che le leggi siano tali da proteggere la vostra vita e che siano applicate in maniera uguale ad ogni soggetto di diritto? Conquistatevi questo diritto. Difendetelo in ogni istante della vostra esistenza. Più agite in questa direzione e più Giustizia alimenterà di potere ed energia le vostre scelte.

Giustizia mette in moto sequenze di mutamenti e trasformazioni; gli Dèi sussurrano nelle orecchie degli Esseri Umani quanto conviene a loro, non quanto conviene al singolo Essere Umano. Se gli uomini vogliono Giustizia, quel tipo di giustizia, devono non solo alimentarla dentro il loro cuore o esprimerla attraverso le loro azioni, ma devono saperla proteggere per come la verità del momento la sta manifestando.

Quando qualcuno inizierà a circoscrivere gli Esseri Umani con del filo spinato e gli Esseri Umani non sapranno interpretare quell'azione e le conseguenze a cui tende facendo emergere la loro indignazione attraverso le loro emozioni, i loro sentimenti e la loro intuizione per fermarlo, allora Giustizia morirà dentro di loro e si imporrà Distruzione!

Che cos'è Distruzione contrapposta a Giustizia?

La vita degli Esseri, delle Specie della Natura, di ogni singolo Essere Umano, uomo o donna che sia, è un processo continuo di costruzione di sé stesso che si manifesta per esperienza, accumulo e sedimentazione di quanto si vive, impegnando la propria struttura emotiva, nelle condizioni e nelle contraddizioni della propria esistenza.

La vita è vissuta come una via, un percorso di trasformazione.

Le vie che portano alla libertà e alla costruzione della vita degli Esseri Umani non sono poche. Tutte le vie partono dalla situazione della vita sociale che gli Esseri Umani hanno incontrato al momento della nascita. In quella situazione gli Esseri Umani crescono, si adattano, manifestano i loro desideri, e accumulano quantità di azioni, conoscenza e passione, dalle quali germina la qualità della libertà nell'attimo successivo della loro esistenza.

Distruzione è un'azione che per la sua violenza, per il suo modo di presentarsi, annulla gli sforzi di trasformazione che gli Esseri Umani hanno fatto lungo la via della loro esistenza.

Gli Aztechi avevano un cammino di trasformazione che i cristiani hanno annientato portando Distruzione.

La distruzione non lascia il niente, ma peggio, la distruzione si appropria dell'attività dei costruttori per perseverare nella distruzione. Si raccolgono i cocci di quanto si è distrutto e li si assemblano in modo da legittimare il diritto dei distruttori di distruggere quel presente: loro erano malvagi!

Giustizia non protegge da Distruzione. Giustizia mette in moto il sentire e l'intuire degli Esseri Umani perché costruiscano nuovi equilibri, nuove armonie, affinché la volontà di Distruzione, di quella Distruzione, venga annientata.

Non c'è una divinità Giustizia per il singolo Essere Umano che ha rinunciato a determinare sé stesso. O Giustizia è manifesta dal singolo Essere Umano o Giustizia, per gli Esseri Umani, non è. Ed è superfluo dire che Giustizia viene annientata nel singolo Essere Umano ogni volta che il singolo Essere Umano si ritiene più "furbo" della Giustizia che dovrebbe praticare.

Non c'è un padrone o una provvidenza che salva l'Essere Umano dalla sequenza distruttiva che ha messo in moto per sé stesso, attraverso le proprie scelte.

C'è una Dike che esprime la rabbia degli Dèi. Quando si cala sugli Esseri Umani, costoro la chiamano "sfortuna" o "destino avverso" ma non salva l'Essere Umano che subisce l'ingiustizia. L'Essere Umano deve attrezzarsi per manifestare sé stesso, solo in quel processo di attrezzarsi può chiamare gli Dèi affinché lo soccorrano.

Pertanto, questo Inno cantiamolo!

Cantiamolo, ma non illudiamoci che le ingiustizie e le malvagità che subiamo siano riparate da qualche cosa di diverso da noi!

Impariamo a serrare i pugni e stringere i denti: in quel modo chiameremo gli Dèi e li legheremo col nostro Intento. Li costringeremo a sorreggerci con catene forgiate dal fuoco emotivo della nostra vita.

Marghera, 28 aprile 2024

 

 

 

Indice agli Inni orfici

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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