Il mito che manifesta gli Dèi

Capitolo diciottesimo - Il catechismo della Religione Pagana

I principi filosofici fondamentali
della Teoria della Filosofia Aperta

di Claudio Simeoni

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Il Mito e gli Dèi

 

[123] Che cosa sono i Miti per la Religione Pagana?

Il Mito è la mediazione operata dalla ragione fra necessità emotiva ed espressione razionale. La necessità emotiva si fa racconto in cui i soggetti che agiscono nel racconto sono simboli e rappresentazione del soggetto, che quella storia racconta, dell'espressione di quella necessità di cui sente il bisogno.

[124] Qual è il fondamento del Mito?

Il fondamento del mito è Necessità, la forza che origina lo spazio e i mutamenti. La forza che si esprime nelle emozioni e nelle azioni e che ogni soggetto, mediante la sua volontà la trasferisce dalle emozioni all'azione in base al proprio divenuto e ai propri bisogni.

[125] Quando il Mito da semplice racconto assume una forma sacra?

Quando l'individuo che interpreta il mito individua i tre Dèi che concorrono a formare quella specifica storia. La Necessità del Dio che ha scritto quella storia; la propria Necessità che porta il soggetto ad individuare in quella storia la propria Necessità d'azione; la storia come soggetto divino che chiama, chi la scritta e chi la legge, ad allineare le proprie emozioni nella Necessità dei propri Intenti.

[126] Il Mito è come il simbolo?

Sì!

Il Mito è come un simbolo che anziché essere scolpito, dipinto o rappresentato, è trasmesso mediante le parole. Come di ogni simbolo se ne perde il ricordo quando muore la cultura che lo ha prodotto e come ogni simbolo torna a nuova vita quando le sue rappresentazioni emotive riescono a toccare Esseri Umani di culture diverse.

[127] Esistono dei miti "falsi"?

Il Mito è un tentativo di descrivere e di trasmettere una realtà percepita. La percezione soggettiva non è mai falsa. Può essere inadeguata, incompleta, allucinatoria o fuorviante, ma non è mai falsa perché non esiste una verità oggettiva o assoluta del Mito.

[128] Quando il Mito può essere fuorviante?

Non è il Mito o il racconto fuorviante, ma chi lo interpreta. Il Mito è come la realtà in cui viviamo: va penetrato significato dopo significato. Fermarsi all'apparenza significa accettare l'inganno del Mito. Il Mito è composto da tre Dèi: chi lo scrive, chi lo legge e interpreta, il Mito in sé. Ciò che noi usiamo di noi stessi per interpretare il mito; la qualità delle emozioni che prendiamo in considerazione di chi ha scritto il mito; la qualità degli intendimenti che attribuiamo al Mito; sono fattori che determinano la qualità dell'interpretazione che noi diamo ed usiamo del Mito.

[129] Esistono Miti distruttivi?

Esistono necessità distruttive che si trasferiscono in racconti che attivano assonanze emotive distruttive in individui che vivono quelle necessità. Tali miti distruttivi si attivano solo quando i soggetti hanno bisogno di tali interpretazioni: quando gli individui sono educati a vivere mediante la distruzione, la sottomissione, l'appropriazione.

[130] Qual è l'atteggiamento dell'Essere Umano nei confronti del Mito?

Lo usa, come un'arma. Lo rende vivo con la propria interpretazione. Lo usa per veicolare la propria necessità nelle proprie emozioni. Così facendo l'Essere Umano scrive nuovi Miti; nuove versioni di Miti; nuove interpretazioni del Mito; affinché le future generazioni possano usare al meglio i Miti degli antichi e i muovi miti costruiti in questo presente.

[131] Che cosa alimenta il Mito?

La contraddizione. La contrapposizione delle interpretazione dei Miti. La sovrapposizione di Miti a Miti mediante nuove e diverse necessità degli uomini che vengono riversate sui Miti e dai miti alla vita quotidiana nella società. Il mito è parole che descrivono le necessità emotive e delle parole che descrivono le necessità emotive, si nutre il Mito.

Marghera, 07 settembre 2010

Nota: Nella Religione Pagana per Mito si intende il racconto delle relazioni fra uomini e Dèi prima dell'arrivo della filosofia platonica. Quando viene divulgata la filosofia platonica il mito sussiste nelle pratiche esistenziali degli uomini, ma la necessità di descriverlo da parte degli uomini e di strumentalizzarlo da parte dei filosofi dell'Accademia e della Stoa ne distrugge il significato esistenziale in funzione di forme allegoriche e favolistiche estranee al Mito.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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