Cod. ISBN 9788831691802
Titolo: La filosofia e il pensiero filosofico nelle biografie dei suoi protagonisti - volume 2
Autore: Claudio Simeoni
Data di uscita:2020
Pagine: 314
Copertina: morbida
Editore: Youcanprint
ISBN: 9788831691802
Il secondo volume de "La filosofia e il pensiero filosofico nelle biografie dei suoi protagonisti" comprende un periodo storico che va da Tommaso d'Aquino (1225 - 1274) a Michail Bakunin (1814 - 1876). E' il periodo della storia in cui la filosofia del male si impone sugli uomini e legittima il diritto di possedere uomini e società in nome di Dio. E' il periodo in cui Tommaso d'Aquino legittima le torture e i roghi degli eretici e ogni dissidente viene perseguitato in nome della verità di Dio. Questo è il periodo in cui la ribellione dall'assolutismo sociale viene concepita in nome di Dio. E' il periodo in cui i filosofi tentano di spodestare i teologi portando la filosofia a concepire la Democrazia finendo per tagliare la testa a Dio (nelle vesti del re di Francia) in nome di un'uguaglianza che per la prima volta nella storia libera gli uomini dall'assolutismo di Dio. Questa storia del pensiero filosofico vuole essere un omaggio agli uomini violentati dai filosofi in nome di Dio. Agli uomini privati della libertà nel loro quotidiano da filosofi che esaltavano in Dio il diritto di violentarli.
Il secondo volume de "La filosofia e il pensiero filosofico nelle biografie dei suoi protagonisti" tratta della paura con cui i filosofi hanno legittimato o affrontato il potere di Dio sulle società e come gli uomini abbiano iniziato a ribellarsi all'assolutismo. Il terzo volume de "La filosofia e il pensiero filosofico nelle biografie dei suoi protagonisti" tratterà il periodo da Marx a Sartre.
Questo è il secondo volume della Storia della Filosofia e delle idee filosofiche. Mentre il primo volume trattava la formazione delle idee nella vita dei filosofi da Platone fino a Maometto fissando i termini della nascita della violenza sociale elevata a pensiero filosofico, il secondo volume va dal trionfo della vioenza come metodo di relazione sociale ai primi metodi elaborati dala filosofia per iniziare ad uscire dall'assolutismo della violenza e pensare un mondo diverso. Dall'assolutismo cristiano alle necessità umane di uscita dall'assolutismo. Il secondo volume tratta delle idee e dei filosofi da Tommaso d'Aquino a Bakunin.
Il secondo volume copre circa 600 anni di storia del pensiero filosofico.
In questo periodo storico gli uomini cominciano a chiedersi: che cos'è la violenza?
Siamo nel periodo storico in cui si realizza l'ordine di Gesù: separare il grano dal loglio e gettare loglio nei forni. Solo che quel loglio ha le grida di dolore degli uomini. Uomini che tentano di sopravvivere in vari modi spesso massacrando altri uomini e cercando, in questo modo, i favori di Dio.
Siamo nell'epoca delle ultime crociate e nell'epoca dell'espansine coloniale. L'epoca in cui l'Europa scopre l'America e l'espansionismo coloniale del missionarismo cristiano certifica la superiorità della razza bianca.
Che cos'è la violenza? Quella di Dio che ordina all'uomo di sottomettersi o quella dell'uomo che rifiuta la sottomissione e davanti al mondo dice "Io esisto"? La chiesa cattolica dice che gli uomini sono malvagi perché tentano di sottrarsi dalla sottomissione a Dio e un esercito di filosofi esalta la creazione di Dio e il diritto di Dio di uccidere gli uomini.
Questo diritto di Dio di uccidere gli uomini è il senso della filosofia di Tommaso d'Aquino ribadita da Bernardo Gui che fa del suo diritto di macellare gli uomini la rappresentazione di Dio in terra.
In questo periodo inizia ad apparire la "filosofia dell'azione". Che cos'è la filosofia dell'azione? E' quel tipo di filosofia che inverte i termini con cui presentarsi nel mondo. Una cellula si moltiplica per scissione. Io parlo della scissione cellulare dopo che la cellula si è scissa. Non ho un pensiero aprioristico che ha determinato la scissione della cellula. Ho un'azione, un fatto. La cellula ha agito e dal suo agire è scaturita una modificazione della realtà in cui la cellula vive. Da questo fatto io traggo delle conclusioni, un insieme di parole, che diventano filosofia. Ma a monte della filosofia ho il fatto, ho la condizione del vissuto. Non antepongo la filosofia al fatto, ma la filosofia segue il fatto. La filosofia segue le condizioni del vissuto degli uomini e, in questo caso, solo il vissuto e le necessità degli uomini creano la filosofia come strumento necessario per alimentare il proprio vissuto.
Non è più il filosofo che pensa Dio e dice agli uomini che cosa gli uomini devono fare per compiacere Dio, ma è la vita degli uomini che dice agli uomini che cosa devono fare per modificare il loro presente. La filosofia dell'azione inizia a presentarsi alle necessità degli uomini proprio in contrapposizione alla filosofia della violenza che impone Dio, con la sua morale, agli uomini.
Un filosofo dell'azione può anche non parlare di filosofia. Può agire e con la sua azione modifica il presente in cui vive. L'azione è filosofia e una volta che questa azione viene definita e descritta in astratto, diventa patrimonio indistinguibile del pensiero filosofico. E' un po' come il suo contrario nella filosofia della non azione propria del cristianesimo e dell'ebraismo. Nel cristianesimo e nell'ebraismo Dio è l'unico soggetto che agisce ed agisce al punto tale da ammazzare tutta l'umanità mediante il diluvio universale. Sarebbe una sorta di filosofia dell'azione se il fatto non fosse immaginato e trasformato in azione per legittimare il principio filosofico secondo cui gli uomini che non si sottomettono o non obbediscono vanno ammazzati. Nella filosofia della violenza, il fatto non è il diluvio universale che, oggettivamente, è solo immaginato e frutto di fantasia, il fatto è la sottomissione dell'uomo che viene legittimato mediante l'imitazione dell'azione di Dio che ha distrutto l'umanità che non si sottometteva. Tuttavia, indicare l'ideologia del diluvio universale significa individuare la filosofia dalla quale trae origine il genocidio come mezzo, sia pur estremo ed antieconomico, per ottenere la sottomissione dell'uomo e la sua obbedienza.
La necessità di liberarsi dall'assolutismo appare alla coscienza dell'uomo come una necessità biologica. Un bisogno emotivo che spinge l'uomo all'azione nel suo quotidiano e solo in un secondo tempo spinge l'uomo ad elaborare le ragioni della sua necessità.
Nel periodo filosofico preso in esame in questo secondo volume che va dalla nascita di Tommaso d'Aquino alla nascita di Michail Bakunin si assiste alla nascita di questo nuovo modo di fare filosofia. Per contro, altri filosofi tentano di ribadire il diritto di Dio e di chi lo rappresenta di sottomettere gli uomini per renderli sottomessi ed ubbidienti.
Nel secondo volume tratto i filosofi:
Pietro Pomponazzi, 1462 - 1525
Tommaso Campanella, 1568 - 1639
René Descartes detto Cartesio 1596 - 1650
Giambattista Vico, 1668 - 1744
François-Marie Arouet detto Voltaire, 1694 - 1778
Maximilien de Robespierre, 1758 - 1794
Gian Domenico Romagnosi, 1761 - 1835
Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling, 1775 - 1854
Arthur Schopenhauer, 1788 - 1860
Ludwig Andreas Feuerbach, 1804 - 1872
Charles Robert Darwin, 1809 - 1882
Soren Aabye Kierkegaard, 1813 - 1855
Si tratta di un periodo storico filosofico molto ricco di sfacettature. Mentre per i filosofi del periodo filosofico precedente molti documenti sono andati perduti, per questi filosofi si è conservato quasi tutto. Spesso sono nate anche delle fondazioni che ne hanno mantenuto e diffuso il ricordo per molti anni anche dopo la loro morte.
Questo periodo filosofico è caratterizzato dal missionarismo religioso cristiano. I missionari cristiani al servizio di Stati cristiani portano l'ideologia filosofica della superiorità della razza bianca in giro per il mondo agendo capillarmente affinché i vari popoli indigeni si sottomettano al Dio dei bianchi. Manipolano la cultura dei popoli indigeni, distruggono tutto ciò che riguarda le loro tradizioni, i loro Dèi e i principi ideologici della loro cultura e la sostituiscono con un'ideologia più assonante a quella cristiana. Da un lato ammazzano miliondi di persone per distruggere il loro desiderio di libertà e dall'altro lato stuprano gli uomini affinché riconoscano come loro cultura le storie che i missionari impongono loro. Poi, in questa devastazione, quando arriveranno gli antropologi questi scopriranno un'ideologia "primitiva" molto simile alla loro e trasformeranno lo stupro ideologico imposto dai missionari cristiani in "idee naturali dell'uomo".
Tutte le culture Latino-Americane saranno distrutte. Le immagini distrutte. Gli oggetti in oro saranno fusi per alimentare il tesoro della monarchia assoluta spagnola, portoghese o di altri Stati colonialisti. E così sarà per l'Africa.
Per comprendere il periodo filosofico di cui stiamo parlando è necessario fornire alcuni dati che ci permettono di conoscere la filosofia della violenza. Per essere breve e sintetico mi servirò dei dati pubblicati dal "Il libro nero del cristianesimo" di Jacopo Fo, Sergio Tomat e Laura Maluccelli pubblicato da Edizioni Nuovi Mondi nel 2000.
Cuba, all'arrivo di Cristoforo Colombo nel 1492, contava 8.000.000 di abitanti, quattro anni dopo la popolazione era dimezzata. Oltre 4.000.000 di morti. (p. 241).
In Messico, Cortez era appoggiato dal papa cattolico. La popolazione in Messico passò da 25.000.000 del 1520 a meno di 1.500.000 del 1595. (p. 243)
Nel 1500 la popolazione del continente Americano era di 80.000.000 di persone, alla metà del 1600 era ridotta a 10.000.000 di persone. Altri 80.000.000 di nativi Americani perirono fra il 1600 e il 1900. (p. 243)
Fra il 1500 e il 1900 nel Nord-America furono sterminati direttamente e indirettamente 150.000.000 di persone ad opera dei cristiani. (p. 264)
Erano talmente compiaciuti i cristiani per i massacri che facevano impunemente che si sentivano la "mano di Dio" contro i Pagani. Si immedesimavano nelle storie della bibbia obbedendo all'ordine di Dio di ammazzare uomini, donne e bambini. Riporto solo le parole di John Mason uno dei capi puritani che sterminavano i nativi Nord-Americani: "Per la verità, l'Onnipotente incusse tale terrore nelle loro anime, che fuggirono davanti a noi buttandosi fra le fiamme, dove molti perirono... Dio aleggiava sopra di loro e sbefeggiava i suoi nemici, i nemici del suo popolo, facendone dei tizzoni ardenti... Così il signore castigò i Pagani, allineandone le salme: uomini, donne e bambini." (p. 261)
L'occupazione coloniale dell'Africa inizia nel 1344 con l'ocupazione delle isole Canarie per ordine del papa cattolico Clemente VI da parte dell'ammiraglio francese di origine spagnola Luis de la Cerda. I Guanci, abitanti delle isole, furono tutti sterminati (p. 279) E' il Vaticano che in nome di Dio e di Gesù danno il via al genocidio dei popoli dell'Africa. Dal 1400 i Portoghesi iniziano ad occupare l'Africa con un esercito di missionari che agisce come arma contro le popolazioni Africane. La città di Kilwa in Tanzania cercò di impedire l'insediamento dei missionari cattolici perché consapevoli della funzione militare degli insediamenti cattolici. Così i missionari francescani fecero intrvenire l'esercito Portoghese che distrusse la città. (p. 276)
Il Vaticano tentò la conquista dell'Etiopia nel 1540, ma poi il Vaticano trovò più conveniente affiancare lo schiavismo. Nel 1650 la Compagnia di Gesù possedeva un'enorme quantità di schiavi e gestiva una propria flotta per il loro trasporto. (p. 277)
Dice Il libro nero del cristianesimo:
"Nel 1650 i missionari della "Zambesia" sono demoralizzati dalla prolungata resistenza degli africana. I domenicani dispongono di enormi proprietà terriere e di manodopera di schiavi neri. I gesuiti intensificano la propria partecipazione alla tratta degli schiavi in Angola e diventano latifondisti come in Mozzambico. La Compagnia di Gesù ha una flotta di navi private per il commercio degli schiavi."
Fo, Tomat, Maluccelli, Il libro nero del cristianesimo, Edizione Nuovi Mondi, 2000, p. 281
Ho voluto portare solo pochi esempi senza parlare delle atrocità in Europa, Asia e Australia, per far capire che questa è la filosofia. La filosofia produce questo nella società degli uomini. Il pensare della filosofia non è un atto indolore.
La storia della filosofia è un atto di violenza con cui un'idea filosofica trasforma l'uomo in un oggetto di possesso e stimola, a sua volta, il desiderio dell'uomo di uscire dalla sottomissione.
La "superiorità della razza" è un principio filosofico; l'uguaglianza di tutti gli uomni senza distinzione di razza, sesso, predilezioni sessuali, idee politiche o sociali, è un altro principio filosofico che ha iniziato a scontrasi col primo fin da quanto Platone invocava la superiorità degli aristocratici, della dittatura nazista, contro la democrazia e l'uguaglianza degli uomini sotto la medesima legge.
Con questo secondo volume affrontiamo le idee sociali di violenza dei filosofi e i primi vaggiti ideali che gli uomini sottomessi oppongono all'oppressore desiderando l'uguaglianza sociale.
Claudio Simeoni 2019
NOTA:
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Marghera, 23 settembre 2020
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Ultima formattazione 13 gennaio 2023
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