Cosa significa esporre il
crocifisso in un luogo pubblico?
Quali sono i valori morali
del crocifisso?
Come si sono presentati
nella storia quei valori?
Riflessioni sul significato
di esporre il crocifisso
nelle scuole, nei tribunali,
negli ospedali e nei posti di polizia.
Riflessioni nate dalle
farneticazioni della
Santanchè contro Schwaima.
Di Claudio Simeoni
Vai all'indice: La chiesa cattolica e le sue strategie di distruzione della societa'
Leggi anche La sentenza della Corte Costituzionale sull'esposizione del crocifisso.
Quando il
bue dà del cornuto all’asino!
Che la Santanchè abbia delle forti carenze culturali e un’assoluta
immoralità tanto da esprimere odio sociale, era risaputo da molto tempo.
Andiamo
con ordine: ha accusato, in una trasmissione televisiva che Maometto era un
pedofilo perché aveva nove mogli di cui una di 9 anni.
Alla Santanchè non gli passa minimamente per il cervello che ciò
ha detto appartiene all’incitamento all’odio religioso. Qual è il riferimento
sociale della Santanchè? Il cristianesimo, il
monoteismo, l’orrore e il terrore imposto agli Esseri Umani dal crocifisso. In
quella trasmissione difendeva il diritto dei cattolici di imporre il crocifisso
agli alunni. All’interno di questo riferimento, il suo odio si esprime nella
categoria della quantità: Maometto ha nove mogli di cui l’ultima di 9 anni! La Santanchè non avrebbe (forse) detto nulla se Maometto
avesse avuto una moglie di 20 anni! Non è in grado di opporre nulla di
ideologico o ideale all’ideologia religiosa musulmana. Deve aggredire la
persona di Maometto per squalificare la sua dottrina: come se la dottrina di
Maometto imponesse le mogli a 9 anni. La Santanchè
aggredisce Maometto usando una categoria di quantità, non una categoria morale:
“Maometto
ha nove “vacche” di cui una di nove anni!”
La Santanchè accusa Maometto di “avere troppa roba”. Non mette
in discussione l’ideologia religiosa, ma contesta a Maometto “l’eccessiva
proprietà”.
Le
categorie di “quantità di possesso”, in cui le persone sono ridotte ad oggetti
di possesso, sono categorie monoteiste. Proprie del cristianesimo, degli ebrei
e dell’islam. Sono categorie estranee alla società civile e alla Costituzione
della Repubblica. Sono categorie estranee alla civiltà occidentale. Una civiltà
occidentale che si è costruita contro l’orrore del possesso delle persone
imposta dal cristianesimo. “possedere” una donna, ridotta al rango di “moglie
che si possiede”, non è diverso che possedere una persona ridotta a “persona
che si possiede”. L’orrore, visto dagli occhi della società civile, non sta nel
numero, ma nelle persone ridotte ad oggetto di possesso. Una volta che le persone
(in questo caso le donne) sono ridotte a rango di oggetti posseduti, che siano
uno o che siano dieci, è irrilevante dal punto di vista morale, giuridico e
sociale.
Se la Santanchè, anziché farneticare di odio sociale e civile, si
leggesse la sua bibbia, in Esodo è scritto:
“Non
desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la donna del tuo prossimo,
né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue o il suo asino, né cosa
alcuna che sia del tuo prossimo”. Esodo 20, 17
La donna
non è il prossimo. Non è una persona, ma solo un oggetto di possesso. Nell’ideologia
del possesso, che Maometto possieda “nove mogli” anziché “nove schiave”, fra l’ideologia
cristiana e quella musulmana, non cambia assolutamente nulla!
La Santanchè fa parte di quell’ideologia politica e sociale
che ha sempre negato il ruolo della donna come persona. Ha sempre combattuto il
diritto della donna di essere una persona nella società civile. Fu necessaria
la Resistenza e Togliatti affinché fosse riconosciuto il diritto di voto alle
donne. Fu necessaria questa Costituzione per abrogare lo Jus
Corigendi (il diritto del marito italiano di
picchiare la moglie). Il diritto di picchiare la moglie riconosciuto al marito
dal cristianesimo. Fu necessaria questa Costituzione per sancire il diritto di
famiglia che il cristianesimo negava. Fu necessaria questa Costituzione e
cinquanta anni di rivendicazioni sociali come attuazione dei principi, contro
il cristianesimo e il crocifisso, perché fosse riconosciuta l’uguaglianza
civile uomo e donna. Fu necessaria questa costituzione e lotte civili di
rivendicazione perché fosse riconosciuto che il delitto di violenza sessuale
era un delitto contro la persona e non contro la morale, come il crocifisso
imponeva. Fu necessaria questa Costituzione per legittimare il diritto al
divorzio e all’aborto. Fu necessaria questa Costituzione per riconoscere che le
Istituzioni erano asservite ai cittadini e non, come nel cristianesimo, i
cittadini schiavi delle Istituzioni e del dio padrone.
Riporto
le farneticazioni della Santanchè da un articolo del
Corriere della Sera:
La
frase durante una trasmissione di Canale 5
Santanchè: «Maometto era poligamo
e pedofilo. Una moglie aveva 9 anni»
La leader di Movimento
per l'Italia:
«Il profeta dell'islam
aveva nove mogli, l'ultima era una bambina. È la storia»
ROMA - Secondo Daniela Santanchè, leader del Movimento per l'Italia, «Maometto era
poligamo e pedofilo, perché aveva nove mogli e l'ultima di 9 anni». Le frasi di
Santanchè sono state pronunciate nel corso del
programma Domenica Cinque su Canale 5 durante un intervento sulla
decisione della Corte europea di Strasburgo di vietare l’affissione del
crocifisso nelle scuole. L'esponente politica, che fu candidata della Destra
alla carica di primo ministro alle elezioni dello scorso anno, ha suscitato una
dura reazione sia da parte dei suoi interlocutori che dei musulmani presenti
nel pubblico. «È la storia», ha ribattuto Santanchè.
LA LITE - «Noi vogliamo parlare
di cose serie, non delle sue schifezze», ha replicato Ali Abu Schwaima, presidente del Centro islamico di Milano e
Lombardia, a Daniela Santanchè. I due si sono
accusati reciprocamente di non lasciarsi parlare. «Ecco l'ignoranza sua e di
tutti quelli come lei, che non hanno altri argomenti per controbattere quel che
dico», ha detto sempre Schwaima, mentre la Santanchè ha continuato a ripetere «per noi era pedofilo»,
mentre Vittorio Sgarbi, silenzioso, rideva di gusto e Barbara D'Urso, la
conduttrice, scuoteva la testa (ricordando però che anche lei ha un crocifisso
in camerino). Anche nello studio si sono scaldati gli animi, con una persona
tra il pubblico intervenuto animatamente, ma senza microfono le sue parole non
si sono sentite. Alla fine il presidente del Centro islamico ha ribadito che
«Cristo per noi è uno dei cinque profeti maggiori e lo rispettiamo come il
crocifisso, che, pur ritenendolo un falso storico, non chiediamo di toglierlo
dalle scuole». Da parte sua la Santanchè ha ribadito
che «noi non ascolteremo mai Maometto che era un poligamo e pedofilo» e ha
invitato l'Europa a «occuparsi del fatto che in Arabia Saudita danno le bambine
agli sceicchi».
08
novembre 2009
Tratto
da:
La Santanchè sputa sulle tradizioni occidentali, legittimando,
di fatto:
“Come in tutte le chiese
dei Santi, le donne nelle riunioni tacciano, perché non è stata affidata a loro
la missione di parlare, ma stiano sottomesse, come dice anche la legge. Se
vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro mariti a casa,
perché è indecoroso che una donna parli in un'assemblea.” 1 Corinti
14, 34-38
Le donne
come oggetti di possesso, elevato a dogma religioso, appartiene solo all’ebraismo,
al cristianesimo e all’islam. Per questo la Santanchè
dà del “cornuto all’asino”.
Il
problema della Santanchè è un’altro: il crocifisso
rappresenta la legittimazione di Gesù nella sua attività di stupro di minori.
Ed è
questo che la Santanchè, con le sue accuse di
pedofilia a Maometto, vuole nascondere e legittimare.
Gesù
viene arrestato con un bambino nudo (Marco 14, 51). L’episodio per 2000 anni,
fino ai processi moderni, ha legittimato lo stupro di minori ad opera dei preti
cattolici. Una legittimazione che Gesù pretende che non venga svelata con
quella farneticazione che dice:
“Ma se qualcuno scandalizzasse uno di questi
piccoli che credono in me [dicendogli che io, come Gesù, sono solo un
violentatore di bambini], sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo
una macina da asino e venisse sommerso nel fondo del mare.” Matteo 18, 6
I paesi
musulmani hanno subito il colonialismo che ha impedito loro un’evoluzione
sociale verso una separazione fra società laica e religione. Cosa che, ad
esempio, è avvenuta in Turchia. Nei paesi musulmani ci fu solo dei tentativi di
illuminismo negli anni ’50, come lotte di liberazione dal colonialismo. Usciti
dal colonialismo, furono introdotte forme occidentali di socialismo (vedi il Baat). Subito il colonialismo cristiano ed ebreo agirono
militarmente per distruggere ogni movimento sociale verso l’occidente aiutando
l’integralismo religioso islamico a distruggere ogni apertura verso l’occidente
(vedi l’occupazione dell’Iraq, uno dei paesi laici arabi). Lo stesso velo
islamico deriva dal velo imposto a Costantinopoli alle donne dai cristiani su
ordine di Paolo di Tarso:
Se una donna, dunque, non
vuol portare il velo, si faccia anche tagliare i capelli! Ma se è vergognoso
per una donna essere rasa, si copra col velo.
L'uomo, invece, non deve
coprirsi la testa, perché è immagine e gloria di Dio; mentre la donna è gloria
dell'uomo. Infatti, l'uomo non ebbe origine dalla donna, ma fu la donna ad
esser tratta dall'uomo; né fu creato l'uomo per la donna, bensì la donna per
l'uomo. Quindi la donna deve portare sul capo il segno della podestà per
riguardo agli angeli.” 1 Corinti 11, 6-10
Fino a
ieri le donne portavano il velo per imposizione religiosa cattolica: altrimenti
facevano peccato!
Fin dall’origine
del cristianesimo lo stupro dei bambini fu assunto dai preti cattolici come
norma e regola. Come se i bambini dovessero loro qualche cosa. La chiesa cattolica
coprì, più che poté lo stupro di minori che era diventato sistema. I sacerdoti
che stupravano bambini altro non facevano che imitare cristo.
Dice il
Catechismo della Chiesa Cattolica 1548 - 1549:
“1548 - Nel servizio ecclesiale del ministero
ordinato è cristo stesso che è presente nella sua chiesa in quanto capo del suo
corpo, pastore del suo gregge, sommo sacerdote del sacrificio redentore,
maestro di verità. E’ ciò che la chiesa esprime dicendo che il sacerdote, in
virtù del sacramento dell’ordine, agisce “in persona christi
capitis” – in persona di cristo capo:
“E’ il medesimo sacerdote, cristo Gesù, di cui
realmente il ministro fa le veci. Costui se, in forza della consacrazione
sacerdotale che ha ricevuto, è in verità assimilato al sommo sacerdote, gode
della podestà di agire con la potenza dello stesso cristo che rappresenta (“virtute ac persona ipsius christi”). Cristo è la fonte di ogni sacerdozio: infatti il
sacerdote della legge (antica) era figura di lui, mentre il sacerdote della
nuova legge agisce in persona di lui” Dalla Summa Theologiae
di Tommaso d’Aquino citata nel Catechismo della Chiesa Cattolica
1549 – Attraverso il ministero ordinato,
specialmente dei vescovi e dei sacerdoti, la presenza di cristo quale capo
della chiesa è resa visibili all’interno della comunità dei credenti. Secondo la bella espressione di sant’Ignazio
di Antiochia, il vescovo è “typos
tou Patros”, è come l’immagine
vivente di dio padre” Catechismo della Chiesa Cattolica 1^ Edizione Leonardo Dicembre
1994 ed. Mondadori su concessione della Libreria Editrice Vaticana
Per la
dottrina cattolica, a stuprare i bambini non era il singolo prete cattolico, ma
Gesù che agiva attraverso il singolo prete cattolico. Il crocifisso garantiva
al prete cattolico il diritto di stuprare i bambini a maggior gloria di Gesù
stesso che, addirittura, i bambini nudi lo andavano a cercare. Questo fu il
motivo della feroce resistenza della chiesa cattolica contro le società civili:
dagli USA al Canada; dall’Australia all’Irlanda; dalla Francia alla Spagna e
all’Inghilterra. Le società civili hanno dovuto riconoscere il feroce stupro di
minori perpetuato nei secoli da Gesù e riaffermato con l’imposizione del
crocifisso. Solo in Italia le Istituzioni, come hanno impedito che venissero
processati i nazisti per le stragi (vedi gli armadi della vergogna) così ha
impedito che i preti cattolici fossero inquisiti. Poi, quando i delitti cadono in
prescrizione, allora qualcuno ne parla (vedi l’Istituto Provolo
di Verona e le attività criminali di Carraro).
Mettere
il crocifisso nelle aule scolastiche significa riaffermare il diritto a
stuprare i ragazzi (sia dal punto di vista psicologico , trasformandoli in
pecore obbedienti e senza strumenti per agire coerentemente nella società, sia
fisicamente come oggetti di possesso di uso sessuale).
L’eliminazione
del crocifisso dalle aule scolastiche, non rappresenta uno scontro fra
cristiani e musulmani, come vigliaccamente alcuni partiti vogliono far credere.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha come suo faro la Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo, non l’ideologia di una religione specifica. Il
crocifisso rappresenta una dichiarazione di guerra e un oltraggio alla
Costituzione della Repubblica e alla Costituzione Europea. Un oltraggio ai
cittadini d’Europa. Il crocifisso rappresenta un tentativo per trasformare i
cittadini d’Europa in sudditi di un regime nazista e clericale. E’ in questa
veste che fabio Tosi, sindaco di Verona, preferisce i valori del crocifisso ai
valori della Costituzione della Repubblica.
Che dal
punto di vista delle tradizioni Costituzionali occidentali i paesi di religione
musulmana debbano fare molti “passi” dal punto di vista sociale, non c’è
dubbio. Ma lo devono fare dal punto di vista delle Costituzioni Occidentali. Dal
punto di vista del Tribunale per i Diritti dell’uomo che ha sentenziato che
imporre il crocifisso è una “violazione dei diritti dell’uomo”.
L’Europa
ha chiesto precise condizioni alla Turchia per entrare nell’unione. Condizioni
che possono essere chieste perché l’Europa ha come riferimento la Costituzione
Europea, se avesse avuto il crocefisso non avrebbe potuto avanzare nessuna
condizione.
Condizioni
proprie dell’onore dell’Europa non dal punto di vista del cristianesimo che,
come l’islam, sostiene nel suo libro sacro:
“Chi sacrifica ad altri Dèi fuorché al dio padrone
degli ebrei e dei cristiani, sia punito con la morte.” Esodo 22, 19
Cosa del
resto ribadita dalla chiesa cattolica nel catechismo della chiesa cattolica là
dove dice:
“105 – Dio è l’autore della sacra scrittura, “Le
cose divinamente rivelate, che nei libri della Sacra scrittura sono contenute e
presentate, furono consegnate sotto l’ispirazione dello spirito santo. La santa
madre chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i
libri sia dell’Antico che del Nuovo testamento, con tutte le loro parti, perché
scritti otto l’ispirazione dello spirito santo, hanno dio come autore e come
tali sono consegnati alla chiesa” Dal Concilio Ecumenico Vaticano II, Dei Verbum 21”
E ricordo
che quest’ordine veniva messo in pratica dai cattolici fino all’altro giorno
(vedi i macelli dei non cristiani fino al reato di bestemmia e la sua
applicazione per imporre il dio padrone dei cristiani) e lo farebbero anche
oggi se non fossero fermati dalle Costituzioni Occidentali, quella Europea in
particolare che nella Carta dei diritti Fondamentali dei Cittadini Europei
recita, all’art. 10:
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza
e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo,
così come la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo
individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto,
l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti.”
E la
Costituzione della Repubblica Italiana che all’articolo 19 recita:
“Tutti hanno il diritto di professare liberamente
la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne
propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si
tratti di riti contrari al buon costume.”
E questo
mentre il cattolicesimo, per bocca di Gesù e imposto esponendo il crocifisso, recita:
“Non crediate che io sia venuto a portare la pace
sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perché sono venuto
a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre la nuora dalla suocera e
i nemici dell’uomo saranno i suoi familiari.” Matteo 10, 34
E il cattolicesimo,
sempre per bocca di Gesù mediante l’esposizione del crocifisso, ordina:
“Intanto conducete qui i miei nemici, quelli che
non volevano che io regnassi sopra di loro e scannateli in mia presenza.” Luca 19,
27
Mentre la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, scritta per uscire dall’orrore
rappresentato dal crocifisso che ha insanguinato la storia con i massacri e gli
stermini, recita:
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero,
coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione
o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico
che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento,
nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di
espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione
e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni
mezzo e senza riguardo a frontiere.
Il
crocifisso rappresenta la negazione dell’uomo. Dei suoi diritti. Del suo essere
un cittadino che impone alle Istituzioni i doveri di proteggere i suoi diritti.
Mentre il crocifisso impone all’individuo di essere schiavo e sottomesso al dio
padrone e alle istituzioni, trasformandolo in bestia e in un oggetto di
possesso, la Costituzione della Repubblica garantisce nell’articolo 2:
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si
svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.”
Mentre il
crocifisso, imponendo la monarchia assoluta ai cittadini, riafferma i “valori
di sottomissione e morte” del cristianesimo che nella società si riassumono in
questo modo:
“Schiavi,
obbedite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non solo quando vi
vedono, come per piacere agli uomini, ma con sincerità di cuore, per timore del
signore. tutto quello che fate, fatelo di cuore, come per il signore e non per
gli uomini, sapendo che riceverete in ricompensa l’eredità dalle mani stesse di
dio. E’ a cristo signore che voi servite. Chiunque, invece, commette
ingiustizia, commetterà secondo l’ingiustizia commessa: non vi sarà
accettazione di persone.” Paolo di Tarso, lettera ai
Colossesi 3, 22-25
“Servi
siate sottomessi con ogni rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli che
sono buoni o ragionevoli, ma anche a quelli di carattere intrattabile. poiché
piace a dio che si sopportino afflizioni per riguardo verso di lui, quando si
soffre ingiustamente. infatti che gloria vi è nel sopportare di essere battuti,
quando si ha mancato? Ma se voi, pur avendo agito rettamente, sopportate
sofferenze, questo è gradito davanti a dio. Anzi è appunto a questo che voi
siete stati chiamati, perché Cristo pure ha sofferto per voi [e chi glielo ha
chiesto? pago i servizi che richiedo, non quelli imposti con la violenza! Nota
del redattore], lasciandovi un esempio affinché ne seguiate le orme.” I Pietro 2, 18-21
“Doveri verso l’autorità – Ognuno sia soggetto
alle autorità superiori; poiché non c’è un’autorità che non venga da dio, e
quelle che esistono sono costituite da dio. Perciò chi si oppone all’autorità
resiste all’ordine stabilito da dio; e coloro che resistono attirano la
condanna sopra sé stessi. I magistrati non son di timore per le buone azioni,
ma per le cattive. Vuoi tu non aver paura dell’autorità? Diportati
bene e riceverai la sua approvazione. Essa è infatti ministra di dio per il tuo
bene. Se invece agisci male, temi; non per nulla essa porta la spada: è infatti
ministra di dio, esecutrice di giustizia contro chi fa il male. E’ necessario,
quindi, che siate soggetti, non solo per paura della punizione, ma anche per
motivo di coscienza. Per questo dovete anche pagare le imposte: perché sono
pubblici funzionari di dio, addetti interamente a tale ufficio. Rendete a tutti
quanto è dovuto: a chi l’imposta, l’imposta; a chi la gabella, la gabella; a
chi la riverenza, la riverenza; a chi l’onore, l’onore.” Paolo di Tarso,
lettera ai Romani 13, 1-7
Contro
questo orrore, la Costituzione della Repubblica recita nell’articolo 3:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1],
di razza, di lingua [cfr. art. 6],
di religione [cfr. artt. 8, 19],
di opinioni politiche [cfr. art. 22],
di condizioni personali e sociali
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli
di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.”
Un
articolo della Costituzione nato proprio contro il crocifisso cristiano e l’orrore
della schiavitù che il crocifisso rappresenta.
Non per
nulla Tosi, il sindaco di Verona, condannato per razzismo (vedi l’odio di Gesù
contro i farisei, da cui il razzismo trae origine e dottrina), trova molto più
confacente lo schiavismo propugnato da Gesù e la difesa degli stupratori di
bambini voluta da Ratzinger (vedi reiterazione del Crimes
Sollicitationis con cui Giovanni XXIII ricattava chi
denunciava lo stupro di minori. Per la reiterazione del quale Ratzinger viene
processato per partecipazione morale nello stupro di minori in USA), che non la
fotografia del Presidente della Repubblica che, come ufficio di garanzia,
testimonia la moralità dell’articolo 3 della Costituzione contro lo schiavismo
manifestato dal crocifisso. Così, Fabio Tosi, decide di esporre il crocifisso e
la fotografia di Ratzinger nel suo ufficio e di togliere la fotografia del
Presidente della Repubblica. Fabio Tosi si ritiene un mandato del dio padrone,
uguale a lui, e non colui che il dio padrone vuole ridurre in schiavitù! Relazione
e condizione assolutamente inconcepibile per la Costituzione della Repubblica
Italiana e per quel Tribunale per i Diritti dell’Uomo che ha ordinato di
togliere il crocifisso.
La scelta
è fra crocifisso e Costituzione della Repubblica.
La scelta
è fra orrore della sottomissione al dio padrone o fra Costituzione Europea.
La scelta
è fra civiltà occidentale o oscurantismo integralista che si può manifestare
nell’ideologia cristiana, musulmana, nazista o fascista.
Difendere
la civiltà occidentale dall’integralismo è la prima missione dell’Unione
Europea. Per questo motivo i crocifissi vanno tolti dai luoghi pubblici.
Marghera, 09 novembre 2009
TORNA AI TESTI DI STREGONERIA PER IL FUTURO!
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
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