Cod. ISBN 9788891185785
Teoria della Filosofia Aperta - Volume due
Per comprendere la filosofia di Mazzini è necessario iniziare dalla sua infanzia. Da quel condizionamento educazionale dal quale non si libererà mai per tutta la vita.
Il condizionamento delle idee di Giuseppe Mazzini viene fatto dal cattolicesimo e precisamente dalle idee della scuola teologica del giansenismo.
Il giansenismo è una scuola teologica fondata da Cornelius Jansen detto Giansenio (1585-1638) che parte dal presupposto che l'uomo nasca malvagio e corrotto, intriso di peccato e in odio al Dio cristiano.
Giansenio fu condannato per eresia dalla chiesa cattolica. La chiesa cattolica, per combattere il giansenismo usò tale Margherita Maria Alacoque la quale affermò che gli era apparso Gesù.
Il giansenismo si diffuse e a Genova aveva una forte attività di proselitismo. Fra i suoi seguaci era presente Maria Drago madre di Giuseppe Mazzini. La donna era una cattolica fanatica, violenta e austera che sottopose Giuseppe Mazzini a pratiche che ne compromisero la capacità di pensare il mondo in cui viveva. Oltre alla madre, Giuseppe Mazzini ebbe dei feroci tutori come l'abate Luca Agostino de Scalzi e l'abate Gregorio de Gregori.
In questo clima di violento fanatismo cattolico che criminalizzava continuamente la psiche di Giuseppe Mazzini in quanto peccatore, si formano le idee religiose e sociali di Mazzini che vedono al centro del suo pensiero un Dio padrone dal quale non solo non riuscirà a liberarsi per tutta la vita, ma passerà tutta la vita ad imporre lo schiavismo del Dio padrone ad ogni popolo e in ogni azione.
Il suo fanatismo cattolico lo porterà in rotta di collisione con la chiesa cattolica. esattamente come Giansenio entrò in collisione con la chiesa cattolica (in particolare con i Gesuiti) che lo bollarono come eretico.
Pertanto, alcune posizioni di Giuseppe Mazzini che appaiono "anticlericali" vanno lette come posizioni cattoliche nei vari scontri per il predominio della "verità" nella dottrina cattolica e cristiana.
Il Dio padrone della bibbia e il Gesù padrone sono i modelli con i quali Mazzini intende controllare e impossessarsi dei popoli.
Con questo intento Mazzini entrerà nella Carboneria; con questo intento fonderà la Giovane Italia; è in quest'ottica che manderà al macello i Fratelli Bandiera e il loro gruppo; è in quest'ottica che molti tentativi insurrezionali di Giuseppe Mazzini falliranno miseramente.
Scrive Giuseppe Mazzini in "Dei doveri dell'uomo":
II - DIO
L'origine dei vostri DOVERI sta in Dio. La definizione dei vostri DOVERI sta nella sua Legge. La scoperta progressiva, e l'applicazione della sua Legge appartengono all'Umanità. Dio esiste. Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo, ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste, perché noi esistiamo. Dio vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell'Umanità, nell'Universo che ci circonda. La nostra coscienza lo invoca nei momenti più solenni di dolore e di gioia. L'Umanità ha potuto trasformarne, guastarne, non mai sopprimerne il santo nome. L'universo lo manifesta coll'ordine, coll'armonia, colla intelligenza dei suoi moti e delle sue leggi. Non vi sono atei fra voi: se ve ne fossero, sarebbero degni non di maledizione, ma di compianto. Colui che può negar Dio davanti a una notte stellata, davanti alla sepoltura de' suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole. Il primo ateo fu senz'alcun dubbio un uomo che avea celato un delitto agli altri uomini e cercava, negando Dio, liberarsi dall'unico testimonio a cui non poteva celarlo, e soffocare il rimorso che lo tormentava: forse un tiranno che aveva rapito colla libertà metà dell'anima a' suoi fratelli e tentava sostituire l'adorazione della Forza brutale alla fede nel Dovere e nel Diritto immortale.
Il fanatismo integralista cattolico in Mazzini appare non solo nelle azioni, ma anche nell'elaborazione teorica della sua visione del mondo e della vita.
Giuseppe Mazzini, come Gesù, non dice "L'origine dei miei doveri sta in dio", ma dice "L'origine dei vostri doveri sta in dio". Si è solo dimenticato di elencare quali sono i doveri di Dio e dove sta l'origine dei doveri di Dio. Ma lui e Dio sono forti.
In questa impostazione ideologico-sociale sta tutta la volontà di annientamento di Giuseppe Mazzini che, identificandosi con il Dio padrone della sua infanzia, avanza fra i cadaveri delle sue insurrezioni finalizzate a far massacrare i suoi stessi simpatizzanti mancando di strategia, progetti, intenti e fini che appartengano all'uomo e non alle farneticazioni del suo Dio padrone.
Il fatto che Mazzini affermi che il suo Dio padrone esista, dimostra soltanto che lui è convinto che esista e che ogni azione e ogni idea che manifesterà non può prescindere dalla sua credenza nell'esistenza del suo dio.
L'idea dell'esistenza del Dio padrone e della sua attività quale motore e attore del "progresso umano" sta alla base dell'incapacità di Mazzini di costruire una visione dell'uomo e del suo abitare il mondo che prescinda da istituzioni quali padrone dell'uomo. In Giuseppe Mazzini è tutto un gioco fra padroni in cui il nemico è identificato da un lato con chi vorrebbe costruire una società più vicina ai bisogni degli uomini e dall'altro lato, tali nemici vengono combattuti coinvolgendoli in diatribe fra padroni che si contendono il possesso degli uomini.
Quel "non ci sono atei fra voi..." di Giuseppe Mazzini suona come ripetizione di Paolo di Tarso nella prima lettera ai Corinti "non ci sono fra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili..." (1cor. 26)
Giuseppe Mazzini non è in grado di affrontare le argomentazioni degli atei. Il suo fanatismo religioso gli fa dire che Dio esiste a prescindere ed egli, per agire e proclamare, lo può fare solo se si identifica nell'assolutezza del suo Dio padrone.
Dove gli uomini civili, davanti ad una notte stellata, vedono le intelligenze dell'universo in trasformazione e in esso identificano i loro stessi sforzi per modificare il presente. Le emozioni di Giuseppe Mazzini vedono nel mondo solo il suo Dio padrone con cui si identifica. E' Giuseppe Mazzini il dio padrone e come tale non discute le argomentazioni degli atei perché lui è. Giuseppe Mazzini non è in grado né può di discutere sé stesso e la sua formazione nella prima infanzia.
Gli uomini civili che hanno a cuore la società in cui vivono alla morte dei loro cari ricordano i momenti felici, non un padrone. Non strappano ai loro cari la loro volontà e l'intelligenza con cui hanno vissuto e affrontato il loro quotidiano. Solo il criminale sputa sui propri cari privandoli della loro intelligenza e della loro volontà per attribuirla al loro Dio padrone. Giuseppe Mazzini compie un atto di assoluta vigliaccheria morale nel pieno disprezzo di cittadini che vuole trasformare in oggetti di proprietà del suo Dio padrone.
Il primo ateo nel mondo cristiano è stato colui che ha trovato intollerabili i crimini di un soggetto che si presenta come il padrone degli uomini. Un criminale i cui crimini costituiscono un modello da imitare per ogni cristiano. Un criminale che ruba la cittadinanza sociale alle persone per trasformarle in pecore del gregge, in sudditi obbedienti. Come tenta di fare Mazzini che può mettere in discussione questo o quel padrone, questo o quel re, questo o quel papa, ma non mette in discussione la gerarchia con cui si fissa il possesso degli uomini: gli uomini in Mazzini sono ridotti ad oggetto d'uso.
Scrive Giuseppe Mazzini in "Dei doveri dell'uomo":
Continua dalla precedente citazione...
Dopo lui, vennero qua e là, di secolo in secolo, uomini che per aberrazione di filosofia insinuarono l'ateismo; ma pochissimi e vergognosi: - vennero, in momenti non lontani da noi, moltitudini che per una irritazione contro un'idea di Dio falsa, stolta, architettata a proprio benefizio da una casta o da un potere tirannico, negarono Dio medesimo; ma fu un istante, e in quell'istante adorarono, tanto avevano bisogno di Dio, la dea Ragione, la dea Natura. Oggi, vi sono uomini che aborrono da ogni religione perché vedono la corruzione nelle credenze attuali e non indovinano la purità di quelle dell'avvenire; ma nessuno tra loro osa dirsi ateo: vi sono preti che prostituiscono il nome di Dio ai calcoli della venalità, o al terrore dei potenti; vi sono tiranni che lo imposturano invocandolo a protettore delle loro tirannidi; ma perché la luce del sole ci viene spesso offuscata e guasta da sozzi vapori, negheremo il sole o la potenza vivificatrice del suo raggio sull'universo? Perché dalla libertà i malvagi possono talvolta far sorgere l'anarchia, malediremo alla libertà. La fede in Dio brilla d'una luce immortale attraverso tutte le imposture e le corruttele che gli uomini addensano Intorno a quel nome. Le imposture e le corrutele passano, come passano le tirannidi: Dio resta, come resta Il Popolo, immagine di Dio sulla terra. Come il Popolo attraverso schiavitù, patimenti e miserie, conquista a grado a grado coscienza, forza, emancipazione, il nome santo di Dio sorge dalle rovine dei culti corrotti a splendere circondato d'un culto più puro, più fervido e più ragionevole. Io dunque non vi parlo di Dio per dimostrarvene l'esistenza, o per dirvi che dovete adorarlo: voi lo adorate anche non nominandolo, ogni qualvolta voi sentite la vostra vita e la vita degli esseri che vi stanno intorno; ma per dirvi come dovete adorarlo per ammonirvi intorno a un errore che domina le menti di molti tra gli uomini delle classi che vi dirigono, o per esempio loro, di molti tra voi: errore grave e rovinoso quanto è l'ateismo. Quest'errore è la separazione, più o meno dichiarata, di Dio dall'opera sua, dalla Terra sulla quale voi dovete compire un periodo della vostra vita.
Giuseppe Mazzini "Dei doveri dell'uomo - Fede e Avvenire" Edizioni Mursia 2003 Da pag. 32 a pag. 34
Giuseppe Mazzini mette al centro della sua azione la tirannia del suo Dio padrone e usa la tirannia del suo Dio padrone per combattere altre tirannie che sono, a loro volta, tirannie derivate dall'assolutismo del suo stesso Dio padrone. L'azione di Mazzini fra anticlericalismo e fanatismo religioso crea un fraintendimento propagandistico che fa di Giuseppe Mazzini uno dei più feroci criminali in nome della tirannia del proprio Dio padrone.
Per Giuseppe Mazzini gli schiavi sono l'immagine del suo Dio padrone sulla terra. Allo stesso modo in cui i sudditi sono l'immagine del re: e l'immagine degli uomini chiamati schiavi, sudditi o popolo? Il "popolo" non è formato da masse indistinte, come si compiace pensarli Giuseppe Mazzini, sono singoli individui, singole personalità con le loro emozioni, con i loro progetti, con i loro scopi che l'educazione cristiana aggredisce ed appiattisce per rendere quegli individui ugualmente sottomessi alle categorie di odio del cristianesimo.
Dice Mazzini:
La fede in Dio brilla d'una luce immortale attraverso tutte le imposture e le corruttele che gli uomini addensano intorno a quel nome.
La cosa doveva essere preoccupante.
Sta parlando del macellaio di Sodoma e Gomorra. Sta parlando dell'assassino di professione. Sta parlando del modello ideologico da cui sono nate le stragi e il genocidio negli ultimi duemila anni di storia dell'umanità.
L'odio di Giuseppe Mazzini per le persone che non si mettono in ginocchio davanti al suo Dio padrone è infinito.
Egli stesso come padrone, alla stessa stregua di Gesù, maledice le persone che non lo riconoscono come padrone.
Attraverso l'dea del Dio padrone rappresentata da Giuseppe Mazzini, saranno organizzate molte insurrezioni muovendo guerra a vari Stati, muoverà guerra contro il vaticano tendendo ad un'Italia Repubblicana sotto il volere del Dio padrone.
Proviamo a capire la pochezza morale e ideologica di Giuseppa Mazzini.
Scrive Giuseppe Mazzini:
Allora, presentimento di altre verità contenute in germe nel Cristianesimo, s'udirono sulla bocca degli Apostoli parole sublimi, intellegibili all'antichità, male intese o tradite anche dai successori: siccome in un corpo sono molte membra, e ciascun membro eseguisce una diversa funzione, così, benché molti, noi, siamo un corpo solo, e membra gli uni degli altri. E vi sara "..un solo ovile e un solo pastore". Ed oggi, dopo diciotto secoli di studi ed esperienze e fatiche, si tratta di dare sviluppo a quei germi: si tratta d'applicare quella verità non solamente a ciascun individuo, ma a tutto quell'insieme di facoltà e forze umane presenti e future che si chiama l'UMANITA. Si tratta di promulgare non solamente che l'Umanità e un corpo solo e deve essere governato da una sola legge, ma che il primo articolo di questa Legge è Progresso, progresso qui sulla terra dove dobbiamo verificare quanto più possiamo il disegno di Dio ed educarci a migliori destini. Si tratta d Insegnare agli uomini che se l'Umanità è un corpo solo, noi tutti, siccome membra di quel corpo, dobbiamo lavorare al suo sviluppo e a farne più armonica, più attiva e più potente la vita. Si tratta di convincersi che noi non possiamo salire a Dio se non per l'anime dei nostri fratelli, e che dobbiamo migliorarle e purificarle anche dov'esse nol chiedano. SI tratta, dalché l'Umanità intera può sola compiere quella parte del disegno di Dio ch'ei volle si compiesse quaggiù di sostituire all'esercizio della carità verso gl'individui un lavoro di associazione tendente a migliorar l'insieme, e di ordinare a siffatto scopo la famiglia e la patria. Altri doveri più vasti si riveleranno a noi nel futuro, secondo che acquisteremo una Idea meno Imperfetta e più chiara della nostra Legge di vita. Così Dio Padre, per mezzo d'una lenta, ma continua educazione religiosa, guida al meglio l'umanità e in quel meglio il nostro individuo migliora anch'esso. Migliora in quel meglio, né, senza un miglioramento comune, potete sperare che migliorino le condizioni morali o materiali del vostro individuo. Voi, generalmente parlando non potete, quando anche il voleste, separare la vostra vita da quella dell'Umanità. Vivete in essa, d'essa, per essa. L'anima vostra, salve le eccezioni dei pochissimi straordinariamente potenti non può svincolarsi dall'influenza degli elementi fra i quali si esercita, come il corpo, comunque costituito robustamente, non può sottrarsi all'azione di un'aria corrotta che lo circondi.
Giuseppe Mazzini "Dei doveri dell'uomo - Fede e Avvenire" Edizioni Mursia 2003 Da pag. 36 a pag. 37
"Dobbiamo purificarle e migliorare le anime dei nostri fratelli anche se loro non lo chiedono..." questa frase di Giuseppe Mazzini suona con le stesse intenzioni con cui furono fatte funzionare le camere a gas dei campi di sterminio nazisti. Suona come quell'odio religioso che la nostra Costituzione condanna. Suonano dello stesso odio per le persone che la Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo ha condannato. Suona dello stesso odio con cui Gesù ordina di scannare chi non si mette in ginocchio davanti a lui.
Giuseppe Mazzini cita a sostegno della novità portata dal cristianesimo Paolo di Tarso nella Lettera ai Romani XII, 5-6
"Infatti come in un sol corpo abbiamo molte membra, non tutte le membra hanno la medesima funzione così noi che siamo molti siamo un sol corpo in cristo e individualmente membra gli uni degli altri."
Paolo di Tarso Lettera ai Romani 12, 4-5
E questo essere "molte membra" Giuseppa Mazzini lo lega alla citazione di Giovanni X,16 che ci rivela cosa sono le membra che intende Giuseppe Mazzini:
"E ho altre pecore che non sono di questo ovile. Anche quelle bisogna che io conduca, e ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, vi sarà un solo pastore."
Giovanni 10, 16
Trasformare le persone in pecore sotto la guida dell'unico pastore: il re, Mazzini, il dittatore, Mussolini, il papa cattolico, Hitler, ecc.
Ben diversi sono gli esempi del corpo e le membra che in tutta l'antichità venivano fatti. Dalle storie di Esopo alle esortazioni di Menenio Agrippa che ricompose la frattura fra patrizi e plebei a Roma.
Esopo parla di un corpo che funziona solo se le parti del corpo vivono per sé stesse: se lo stomaco non vive per sé stesso, nemmeno i piedi vivono per loro stessi.
Giuseppe Mazzini e Paolo di Tarso fanno delle pecore, gli schiavi ubbidienti al padrone che chiamano "pastore", il motivo per cui le pecore devono vivere ed agire. Mentre in Esopo il centro del discorso era il benessere del corpo e per questo le sue favore hanno lo scopo di indicare che ogni parte deve vivere per sé stessa e in sé stessa e non deve sottomettersi ad intenti diversi che non sia la propria felicità, Paolo di Tarso indica alle membra il dovere di agire in funzione del padrone. Quel corpo che agisce in cristo. Questo odio per gli uomini di Gesù e di Paolo di Tarso era una vera novità nella storia dell'uomo.
Per Giuseppe Mazzini l'Unità d'Italia non era in funzione dei cittadini, ma di padroni in cui i sottomessi, i non-cittadini, erano considerati pecore del gregge da portare al macello della vita.
L'idea di Giuseppe Mazzini che imponeva l'assolutismo veniva supportata da alcune idee della filosofia positivista secondo cui una società è un corpo unico che viveva una sorta di evoluzione in quanto, secondo Mazzini, il progresso testimoniava l'intervento del suo Dio padrone nella storia dell'umanità.
Il popolo, il gregge di pecore servili ed obbedienti, erano, per Mazzini, guidati dal disegno provvidenziale del Dio padrone che "educava" l'umanità.
In questa visione provvidenziale, il disegno del Dio padrone si rivela ai suoi schiavi in un'apoteosi del trionfo del Dio padrone attraverso il padrone Mazzini.
L'ideologia del padrone e della schiavitù era l'ideologia di Giuseppe Mazzini in cui vigeva quella sorta di antipapismo che altro non era che l'ennesima lotta fra scuole cattoliche che si accusavano reciprocamente di eresia e che si condannavano in quanto si ritenevano i detentori della vera interpretazione delle parole del loro padrone.
Giuseppe Mazzini è colui che porrà la schiavitù cattolica a fondamento dell'unità d'Italia.
Giuseppe Mazzini non portava nessun segno di libertà se non un'idea di unità dell'Italia che scaturiva dal suo delirio megalomane in cui voleva distruggere il divenire degli uomini per la gloria del suo Dio padrone.
Per questo ho riprodotto parte dei suoi deliri sul Dio padrone che nelle scuole non vengono né spiegati né commentati per permettere agli studenti di capire attraverso cosa si è formato il divenuto storico di questo presente.
NOTA: le citazioni di Giuseppe Mazzini sono tratte da "Dei doveri dell'uomo - Fede e Avvenire" Edizioni Mursia 2003
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Marghera, 06 ottobre 2013 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.