Cod. ISBN 9788891185785
Teoria della Filosofia Aperta - Volume due
Nell'idea di Romagnosi la possibilità del passaggio fra un'ultra Costituzione, nata da sommovimenti popolari che rivendicano diritti, alle pseudo Costituzioni, come negazione formale dei diritti acquisiti dai cittadini da parte di "principi", c'è tutto il fraintendimento razionalistico ottocentesco sulle strutture e sovrastrutture della società.
C'è una sola struttura nella società, ed è l'uomo. L'individuo, uomo e donna, che abitano il mondo. Un uomo e una donna che non sono creati da un dio padrone, ma percepiscono razionalmente la società in base all'educazione ricevuta nell'infanzia. Non esiste una ragione oggettiva, ma un'interpretazione razionale della realtà oggettiva costruita da ogni singolo individuo per sé stesso come riposta adattativa all'educazione imposta.
Tutti gli altri sono mezzi. L'economia è un mezzo dell'uomo. La politica è un mezzo dell'uomo. L'organizzazione sociale è un mezzo dell'uomo. Le leggi, sono un mezzo dell'uomo. La Costituzione è un mezzo dell'uomo.
I mezzi sono ciò di cui l'uomo si serve per vivere come soggetto di branco e costruire le relazioni fra sé e gli altri mediando fra le sue necessità pulsionali, le necessità pulsionali di ogni individuo del branco e le possibilità di costruire un futuro nella veicolazione pulsionale dei suoi bisogni e delle sue necessità.
Ogni possibilità di futuro dell'uomo nasce dai bisogni dell'uomo nel presente in funzione di un futuro possibile.
Il fraintendimento ottocentesco ha fatto molti danni perché ha sostituito un'idea apriori dell'uomo razionale all'analisi dell'uomo e delle sue necessità sociali.
La logica apparente con cui Romagnosi mette in guardia chi vorrebbe fare delle ultra-costituzioni dal pericolo che poi ci sarà una reazione, omette l'analisi del perché ci debba essere tale reazione. Non dice che cosa porta alla reazione. Romagnosi è prigioniero di una ragionevolezza che vuole che le cose si modifichino con gradualità in modo che le persone abbiano il tempo di adattarsi alla nuova situazione. Per questo che invita alla moderazione.
Ciò che sfugge a Romagnosi è che la "moderazione" è arte dell'inganno. Mentre la libertà nasce come spinta necessaria pulsionale dell'uomo, la moderazione della spinta e della trasformazione consente alla reazione di annullare ogni spinta di libertà per ripristinare le condizioni di schiavitù dalla quale l'urgenza dell'uomo lo ha spinto fuori proclamando delle ultra-costituzioni.
Non è mai esistita una Costituzione che nasca dalla moderazione se non il corpo di leggi di Hammurapi di cui il Romagnosi non ha mai conosciuto l'esistenza. La stessa Magna Carta, considerata da molti un prototipo di Costituzione, è nata dal conflitto fra il re d'Inghilterra e i nobili che si sono assicurati dei diritti nei suoi confronti.
L'errore di Romagnosi è quello di considerare l'uomo creato da dio e non maturo, o più o meno maturo, a seconda della sua consapevolezza sociale razionale. Sfugge al Romangnosi, come a tutti in quell'epoca, che l'uomo è un coacervo di pulsioni emotive, di bisogni, di desideri in un mondo che tenta di gestire ed appropriarsi dei suoi bisogni, desideri e pulsioni.
Tutta la struttura sociale si gioca sulla proprietà dell'uomo.
L'uomo come oggetto di proprietà del dio o dei suoi rappresentanti in contrapposizione all'uomo che aspira alla libertà nella veicolazione del suo sistema pulsionale.
Scrive Romagnosi:
PASSAGGIO DALLE ULTRA-COSTITUZIONI ALLE PSEUDO-COSTITUZIONI.
Abbiamo veduto che cosa sia una pseudo-costituzione ed un'ultra- costituzione. La prima pecca per difetto, la seconda per eccesso. Fra questi estremi sta la buona costituzione, l'effetto della quale si è la vera moderazione politica e civile. Ora dico che dall'anti-costituzione si passa naturalmente alla pseudo-costituzione tutte le volte che immatura sia l'arte della libertà. Questo passaggio vien fatto naturalmente dagli autori stessi delle ultra-costituzioni, o per lo meno dal popolo stancato dagli effetti delle medesime. Imperocchè considerando intimamente le cose si trova che ogni ultra-costituzione inchiude sempre un principio di anarchia, come ogni pseudo-costituzione un principio di dispotismo. Solo la spontanea o la forzata moderazione delle persone investite di potere può rattenerli dallo sviluppare il vizio nascosto. Ma siccome questa moderazione è precaria o forzata, così cessando gli accidentali motivi che la dettavano, il principio occulto si spiega tantosto ed agisce con tanto più di rapidità e di eccesso quanto maggiore fu il ritegno sofferto.
Il potere e l'esercizio del potere sociale inteso come un dovere. E' una condizione nata nell'ottocento, derivato dall'ideologia formale cristiana per cui lo stesso papa cristiano esercita il proprio ministero per dovere nei confronti di dio. L'idea di esercizio del Potere come dovere è un'idea che Romagnosi tenterà di applicare alla sua monarchia Costituzionale con tutti i limiti di un idealismo sganciato dalla realtà esistenziale.
Se il capo, afferma Romagnosi, non rispetta doveri nell'esercizio delle sue funzioni, la Costituzione si trasforma in una pseudo-costituzione.
Romagnosi non dice perché il principe dovrebbe rispettare dei doveri nell'esercizio delle sue funzioni. Afferma che è necessario fornire alle Costituzioni strumenti affinché le Costituzioni siano rispettate, ma non parla dell'uomo se non del vizioso che faticosamente cerca di moderarsi. E' come dire che il dio padrone dei cristiani, dopo aver macellato l'umanità col diluvio universale, cerca di moderarsi con stragi minori lasciando l'umanità all'interno di un sistema di terrore che aleggia costante su ogni sua azione.
L'idea "dell'uomo retto" o dell'"uomo virtuoso" che nasce in ambito greco come sotterfugio retorico per aggredire la Democrazia ateniese, diventa un modello idealizzato il cui scopo, in realtà, è quello di aggredire il modello democratico con una aristocrazia o una monarchia assolutista alla quale vengono attribuiti aggettivi di "virtù".
Restringendo il discorso alle ultra-costituzioni, l'anarchia latente si sviluppa, si manifesta e disgusta il popolo. Il volgo suoI confondere gli effetti dell'anarchia con l'anarchia medesima. L'anarchia altro non è che assenza o mancanza di governo. Ora manca il governo non sola- mente quando mancano i direttori del potere amministrativo, ma eziandio quando manca la loro azione a provvedere alla cosa pubblica. Ora quest'azione manca sia che il potere governativo venga lacerato, sia che venga soffocato, sia che venga assoggettato ad un'altra delegazione nazionale. Il carattere del potere governativo si è l'indipendenza da altri mandatarii nazionali, e la integrità delle attribuzioni necessarie per dirigere la cosa pubblica. Se il principato individuale o collettivo è un mandato, esso non è un famulato. Esso non è una esecuzione servile, ma una commissione di poteri. Allorchè dunque esso venga snaturato, esso non è più desso. Allora si verifica veramente il principio dell'anarchia, perchè l'unità e l'indipendenza amministrativa necessaria al buon governo non esiste più. Allora gli ambiziosi si disputano la corona. Allora essi si procurano fautori; allora si suscitano le fazioni; allora il potere fluttua in un mare tempestoso; allora il popolo è vittima della procella. Allora i saggi conoscendo che la causa dei mali pubblici risiede nella lacerazione o nell'affievolimento del potere amministrativo pensano a consolidarlo e ad afforzarlo, Ma mancando essi della cognizione del giusto mezzo, toccano senza saperlo l'altro estremo, e credendo di fabbricare una vera costituzione, fabbricano una pseudo-costìtuzione la quale asconde il dispotismo principesco. Esso se da principio viene travisato sotto le forme costituzionali, non lascia di sussistere e di agire gagliardamente per distruggere i freni che lo inceppano, cd operare colla ingenita sua dissolutezza.
In ambito creazionista, ogni forma di democrazia è considerata una forma di anarchia. L'unico ordine è quello del padrone assoluto che, una monarchia costituzionale, deve regolare in modo che il padrone assoluto sia virtuoso. Solo con la moderazione del potere assoluto, moderato da una costituzione armata di strumenti con cui difendere i principi, è possibile, secondo Romagnosi, impedire l'avvento dell'ultra Costituzione e il successivo passaggio alla pseudo Costituzione.
Il termine "ambizioso", usato da Romagnosi, non è nelle Istituzioni, ma nell'individuo. Il concetto di "popolo gregge" non è nella realtà oggettiva degli individui che formano il "popolo", ma nell'educazione cristiana che privando le persone della consapevolezza dei propri diritti nel mondo, di fatto, vengono costretti alla speranza e all'idealizzazione di modelli irreali nei quali proiettare le loro aspettative.
Nelle istituzioni Costituzionali, spesso le organizzazioni in stile mafioso, dominano le Istituzioni stesse. L'organizzazione mafiosa è il modello di organizzazione proprio della chiesa cattolica che viene assunto a modello dagli individui che occupano le Istituzioni trasformando i poteri che dovrebbero favorire la loro attività istituzionale in strumenti di controllo sociale con cui misurarsi con altre istituzioni che sono dominate da altri e trasformate a loro volta in strumenti di controllo sociale.
L'organo investigativo condiziona l'organo giudiziario imponendo all'organo giudiziario, anche mettendo in atto dei reati costituzionalmente rilevanti, decisioni illegali e criminali. L'organo politico condiziona l'organo giudiziario e questo, a sua volta agisce come braccio armato del sistema religioso che tenta di imporre le proprie norme da monarchia assoluta alle norme della democrazia proprie della Costituzione.
Le istituzioni Costituzionali possono essere pensate in relazione alla libertà che le persone possono concepire in quella cultura, ma se non si pensa a modificare la relazione fra l'uomo e le sue responsabilità nei confronti dell'infanzia, ogni discorso è vuoto perché manca della possibilità di essere trasformato in "valore sociale".
In questo Romagnosi sbaglia.
Non esiste un passaggio naturale da una ultra-costituzione alla pseudo Costituzione. Esistono uomini che desiderano in maniera impellente e che riescono ad imporre un'ultra Costituzione ed esisitono uomini, educati all'assolutismo dalla chiesa cattolica, che provvedono ad assicurarsi un profitto illegale trasformando una ultra Costituzione, che garantisce la libertà dell'uomo, in una pseudo Costituzione che garantisce il diritto allo schiavismo del padrone di turno.
Scrive Rogmagnosi:
Ecco la storia naturale e perpetua del passaggio dalle ultra-costituzioni alle pseudo-costituzioni e da queste al dispotismo. Fu già detto da taluno che dall'eccesso della libertà alla servitù, dall'anarchia al dispotismo non vi è che un passo, e che il passaggio è inevitabile. Questo passaggio è una verità confermata da tutta la storia. Questo passaggio però non si fa di salto nè colla coscienza e colla volontà di farlo, perocchè se il popolo odia l'anarchia, non ama la servitù. E però togliendo i difetti delle ultra-costituzioni vuole riposare sulla moderata libertà. Per la qual cosa nella mal pensata riforma degli ordini della repubblica, egli non adotta mai le forme del governo assoluto, ma ritiene le forme del temperato, credendo che alle forme sia annessa la libertà. Il fatto sta però che la legge riformatrice è una pseudo-costituzione fatta all'insaputa ossia per un errore accreditato dai mali delle ultra-costituzioni. Così se le pseudo-costituzioni principesche vengono fabbricate colla coscienza della loro illusione; le pseudo-costituzioni popolari vengono sanzionate colla falsa opinione della loro efficacia a guarentire dall'arbitrio.
Il dispotismo è l'oggetto da cui emerge l'ultra costituzione. Il dispotismo è ciò a cui tendono le persone educate ad identificarsi col dio padrone dalla chiesa cattolica e dai cristiani in generale che stuprano le libertà dei cittadini sancite dalle ultra- Costituzioni e ne trasformano in principi da diritti dei cittadini a diritti dei despoti di agire violentemente e indisturbati nei confronti dei cittadini.
Il passaggio dalle ultra-costituzioni alle pseudo-Costituzioni è operata da individui educati dai cristiani fin dalla primissima infanzia. Individui che vengono privati degli strumenti con cui vivere ed agire all'interno delle regole Costituzionali, ma costretti ad identificarsi col dio padrone cristiano che è posto al di fuori e al di sopra di ogni legge e ogni norma.
I despoti-psichici, quando hanno mezzi, economici, politici o militari, agiscono per ripristinare il loro dominio assoluto contro la Costituzione che sancisce i diritti dei cittadini. Di questo ne era ben cosciente la Risoluzione Francese che procedette a tagliare la testa ai nobili che avevano mezzi e possibilità (compresi relazioni col terrorismo internazionale) per violentare la Costituzione Francese e ripristinare il regime assolutista monarchico. Come del resto fecero subito dopo Napoleone.
I diritti dell'ultra Costituzione, se così vogliamo chiamare una Costituzione che assicura i diritti dei cittadini, non solo deve essere fornita di strumenti adeguati per difendere i principi da essa sanciti, ma deve essere fornita di un corpo di educazione dell'infanzia che porti i futuri cittadini fuori dall'assolutismo cristiano e dalla sua identificazione col dio padrone.
Senza una diversa educazione dell'infanzia il terrorismo monarchico assoluto cristiano tenderà a ripristinarsi qualunque sia la Costituzione sancita e per quanti mezzi giuridici si forniscano a quella Costituzione per preservarne i diritti.
Nota: Le citazioni di Giandomenico Romagnosi sono tratte da "Della Costituzione di una monarchia nazionale rappresentativa" (La scienza delle costituzioni) edito dalla Reale Accademia d'Italia tomo II 1937. Il brano commentato è l'appendice chiamata "Teoria Speciale", da pag. 859 a pagina 974.
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Marghera, 10 febbraio 2013 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.