CONGRESSO MONDIALE DELLE RELIGIONI ETNICHE

(WCER, World Congress of Ethnic Religions)

 

ROMUVA - LITUANIA

 

 

L’articolo è scritto da Gintaras Beresnevicius, intellettuale famoso in Lituania, laureato in materie umanistiche. E’ anche un fecondo studioso delle religioni, autore di “Dausos” e la “Riforma delle religioni Baltiche”, oltre a innumerevoli articoli. La sua posizione su Romuva è molto importante, perché la sua opinione è tenuta in conto persino dalle autorità cattoliche.

L’Europa e la voce dei Druidi

Gintaras Beresnevicius

(Uno Studio)

Sincronizzazione acausale. Da un lato dell’Europa, i Celtici Irlandesi, irritabili ed invidiosi, malinconici e “teste calde”, molto simili ai Lituani, votano contro i propri interessi, mangiandosi le unghie e digrignando i denti. Dall’altra parte dello stesso continente, il decisivo 19 ottobre, sulla collina sotto cui è sepolto Gediminas, viene consacrato il Krivis pagano lituano. Dopo seicento anni, i pagani di Lituania danno inizio ad un nuovo calendario e questa nuova era pagana comincia cronologicamente con il voto espresso da quei discendenti dei Druidi. Questa volta entrambe le voci sono ascoltate ed è la volta in cui possiamo già cominciare il nostro conto alla rovescia per l’entrata in Europa.

L’Europa e il Paganesimo. I Celti rappresentati dagli Irlandesi. I popoli Baltici rappresentati dai Lituani. Anche se sia i Celti che i popoli Baltici hanno nel corso della storia coperto metà Europa, nessuno di loro ha mai creato grandi regni o imperi entrati nella storia, ma anzi si sono ritirati e sono diminuiti di numero – i Celti si sono ritirati in Irlanda, Galles e Britannia; i popoli del Baltico in quei minuscoli appezzamenti di terra noti come Lituania e Lettonia. Ma nonostante siano pochi, ora si trovano entrambi al centro dell’attenzione, mentre decidono del futuro del continente.

Nel panorama europeo la consacrazione del Krivis non è un gioco. Ha ricevuto il Krivule, un bastone ricurvo con una biscia attorcigliata, consacrato come tra i Celti il druido più anziano. Tutto è buono e l’Europa fiorisce. Queste radici, questi nuclei, queste strutture profonde comunicano e, anche se in maniera riluttante, imboccano la strada per un’Europa comune. Ispirate dal respiro dei Druidi e dei Kriviai, toccate dal cristianesimo, queste nazioni di maghi e stregoni, che lanciano i loro incantesimi e votano, nazioni anche di cattolici fieri, che credono ancora e credono sul serio, e che ancora sono povere, ora stanno marciando con il passo delle tigri che devono ancora diventare.

La Lituania in Europa e con un Krivis? Naturalmente, altrimenti ci faranno a pezzi. Ci sono puma e iene, ma ci sono anche processi interni che mettono l’Europa al centro dell’attenzione. Ci sono Atene, Gerusalemme e Roma. Ci sono acciaio, carbone e il petrolio del Mare del Nord. Ci sono Italiani e Norvegesi, Lituani e Ispanici; nazioni che si sono unite sulle basi dell’eredità greca e romana, eredità di democrazie e Justitia, eredità che si basano a buon diritto sulla saggezza dell’antico Egitto e sugli insegnamenti dei Babilonesi, la conoscenza e la religione di Alessandria e Gerusalemme. E perciò un profondo substrato comune – potenziale per la libertà – unifica tutte queste tribù, queste nazioni, che sono spezzettate, mescolate, ma non ancora amalgamate fra loro. Il barbaro astuto, fatto per l’alchimia, la medicina e l’astronomia; virtuoso nella sua libertà. Quello che molti imperi hanno tentato di assoggettare, ma senza successo. I Franchi crearono uno degli imperi più liberali, assieme all’espansione analoga della Lituania verso est. E Roma, che lasciò ai barbari la propria amministrazione e justitia, fu da loro “bevuta” e assorbita come un uovo d’oca, così rinfrancante per un guerriero Longobardo sfinito la mattina dopo l’assalto a Ravenna, o magari a Brindisi. Una tale libertà poteva essere frenata solo dalla potente justitia (uso il termine latino justitia per dire giustizia perché in lingua lituana la parola corrispondente, teise, è legata troppo strettamente ad un altro tipo di giustizia, tesingumas, una parola che implica la punizione, associazione che abbiamo assimilato nei nostri cuori e nelle nostre menti durante gli anni della sottomissione all’impero). Benché justitia abbia dato un ordine all’agitazione dei barbari, questa non è stata sempre e in ogni luogo imbrigliata dalla cavezza del politically correct. Il barbaro comprende il sistema di organizzazione e i suoi componenti interni. Conosce il significato dell’armonia, turbare la quale significa disfare l’organizzazione ed è perciò proibito. Capisce che la più grande libertà si raggiunge attraverso l’armonia con il circostante.

La consacrazione del Krivis può essere derisa, se uno desidera farlo; è facile, moderno, postmoderno e democratico. E poi questa sincronia acausale… è di estrema importanza. Se in questa nuova Europa non vogliamo essere sommersi, calpestati e mescolati in una massa indistinta, dobbiamo far riferimento a principi in comune con le piccole nazioni; quelle piccole nazioni che sono ancora vive, quelle che hanno qualcosa in più del semplice nome e l’Irlanda è una di queste.

Fra i Lituani ci sono circa duemila pagani. Non terremo conto dei simpatizzanti, o degli indifferenti, che sono probabilmente in numero maggiore. Ma questa coincidenza cronologica è un riferimento, come lo sono tutte le coincidenze, al fatto che il nostro futuro è nelle mani dei molti, anzi innumerevoli, gruppi che, per quanto piccoli siano, abbiano una forte spina dorsale. Questi sono gruppi legati da molto più dell’interesse economico e corruttivo. Non posso esserne sicuro; forse simili gruppi corruttivi nazionali sono una realtà inevitabile. Questi gruppi assicurano un certo standard di vita per sé e per i loro figli, nell’educazione, nel lavoro, nei legami internazionali e forse (??) i loro interessi, come gli interessi delle coalizioni feudali di signori della guerra, saranno utili alle loro radici qui in Lituania. Questi gruppi non sarebbero così pericolosi, se non fosse perché si immischiano con i clan internazionali, molto più pericolosi, della moderna nobiltà, la cosiddetta elite. Impigliati nel capitalismo globale e nonostante interessi equivoci non solo perirebbero per quanto riguarda la Lituania, ma trascinerebbero il paese in un pantano sempre più profondo.

Nel frattempo, anche i pagani Lituani con il loro krivis appena consacrato – Jonas Trinkunas – sono un gruppo.  Un buon gruppo, forte, che ha anch’esso legami internazionali, ma questi legami sono decisamente favorevoli. La loro comunità religiosa ha  relazioni molto buone con Islanda, Lettonia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Scozia ecc. I gruppi esistenti in ciascuno di questi paesi sono simili al nostro gruppo pagano per prospettive e attività. Tra gli obiettivi di questi gruppi c’è il rendere sicura un’identità etnica all’interno del crogiolo europeo, e lo fanno pacificamente, mobilitando vari settori della società, lavorando a fianco di Greenpeace e altri movimenti ecologici.  Questi movimenti si orientano verso un’alleanza che non è contemplata in documenti e trattati ufficiali, ma che è stata fondata sulle basi poste dall’influenza Ateniese, Romana e di Gerusalemme. Tutti questi movimenti procedono lentamente verso il comune futuro della nazioni e tribù che vi si cono stabilite dopo le grandi migrazioni; dando corpo al sostrato che più tardi avrebbe ripreso e incorporato le varie Atene, Roma e Gerusalemme. Questo sostrato riuscì ad assimilare queste influenze perché era stabile, disciplinato e virtuoso. Se fosse stato altrimenti, non avrebbe preso né dato niente, ma avrebbe trasformato l’Europa in una steppa Sciita. Questa è la nostra Europa barbara, latinizzata e bisantinizzata, ha conservato ancora il suo aspetto, sulle stesse basi su cui si regge oggi. Questa è un’Europa multiculturale e multietnica. Non è mai stata niente altro. Ed ora, in questo periodo di convergenza tettonica, ci si implora di ricordarci di questo sostrato, perché è su di esso che l’Europa dovrà stabilire l’intero suo perimetro. Roma non era questo sostrato; Roma gli ha semplicemente dato forma.

Ci sono forze più travolgenti di quelle che si manifestano attraverso le strutture economiche. Queste forze si possono manifestare in vari modi, ma ora è giunto il tempo di riconoscerle e di aggrapparsi ad esse, cosicché l’Europa sia veramente nostra e non pesi su di noi come un sacco di cemento. La consacrazione del Krivis diventa quindi un simbolo; il segno del tempo che è arrivato, il tempo di scalciare e difenderci in tutti i campi con ogni mezzo possibile. Anche con questi mezzi, o forse proprio con questi mezzi; l’Europa diviene inevitabile e questa è un’opportunità (l’ultima nella storia) di rinforzarsi e creare una spina dorsale e un’identità culturale e religiosa, che potranno un giorno accrescersi con il muscolo di una nazione libera e stabile. Sembra un momento molto emozionante, ma è anche un avvenimento al quale non ci si può sottrarre. E’ venuto il momento, perché le nostre posizioni di difesa non reggono più.

Tradotto dal Lituano all’Inglese da Martin Shetty

Tradotto dall’Inglese all’Italiano da Manuela Simeoni

 

Presentato dalla Federazione Pagana – Italy

12 novembre  2002

WORLD CONGRESS OF ETHNIC RELIGIONS

http://www.wcer.org/

 

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