CIO’ CHE PORTA A....DIVENIRE ETERNI
NELLA RELIGIONE DELL’ANTICA ROMA
PREMESSA - AVVERTIMENTO-CONCLUSIONI
di
Claudio Simeoni
Vai all'indice della Religione dell'Antica Roma: il contratto giuridico fra uomini e Dèi.
L’effetto
è il risultato. Quando si guarda un effetto si scorge l’oggetto.
L’oggetto non è creato, è divenuto. L’oggetto è l’effetto
dell’azione di più cause. L’oggetto incidendo
nell’oggettività, diventa a sua volta causa e concausa di altri effetti.
Come si è venuto formandosi quell’oggetto? Quale relazione ha
quell’oggetto con l’oggettività in cui si è espresso?
L’oggetto
è il risultato del rito. Il rito è un processo attraverso il quale
l’oggetto è divenuto. Il rito ha prodotto l’oggetto; il suo fine.
Ogni atto
singolo del rito è un oggetto. Ogni atto del rito è effetto. E’ divenuto.
Ogni divenuto incide all’interno del rito per ottenere un effetto:
l’oggetto.
Il rito si
può definire come relazione fra oggetti il cui scopo è quello di produrre un
effetto. Diventa un rito magico quando l’unità di più cose o di più
effetti producono delle variazioni sull’Energia Vitale.
La vita
stessa è una trasformazione continua dell’Energia Vitale
dell’individuo. Ogni azione che l’individuo compie ottiene un
effetto sul proprio campo vitale.
Da questo
punto di vista ogni religione altro non è che un percorso magico il cui scopo è
quello di incidere sul campo vitale degli Esseri Umani.
Da questo
punto di vista gli Esseri Umani devono scegliere la propria religione in
funzione degli effetti che intendono ottenere sul proprio campo vitale.
Da questo
punto di vista le premesse che un individuo compie nel scegliere una religione
sono fondamentali per la scelta della ritualità e dell’incisività che
ottiene sul proprio campo vitale.
A questo
punto è necessario chiederci cosa ci dà la religione romana oltre alle grandi
pitture delineate nel Sentiero d’Oro? qual è il processo attraverso il
quale quei quadri vengono delineandosi?
CIO’
CHE PORTA A... vuole essere il tentativo di comprendere alcuni aspetti della
religione romana in funzione della trasformazione e del divenire. Vuole essere
il tentativo di chiarire la magia nella religione Romana al di là della
staticità in cui è stata relegata.
E’
chiaro che CIO’ CHE PORTA A... è e sarà incompleto sia per la pochezza
delle fonti sia per l’impossibilità dell’Essere Umano di
abbracciare tutte le condizioni dell’esistente attraverso le quali questo
si versa sugli individui inducendoli a percorrere questo o quel sentiero,
questa o quella scelta.
Una volta
stabilita la dinamicità per la quale l’oggetto in formazione attraverso
l’azione magica è divenuto attraverso un processo di trasformazione che
ha agito sui campi dell’Energia Vitale chiunque può, seguendo un sentiero
virtuoso di alterazione della percezione, sviluppare quel percorso individuando
nuovi elementi concorrenti a CIO’ CHE PORTA A.
APPUNTO
Nella
percezione dell’Essere Umano all’interno della sequenza dei
mutamenti ogni attimo presente è l’assoluto. Ogni attimo presente è
totalizzante per l’Essere, sia che questi ne sia cosciente sia che ne sia
inconsapevole. Ogni relazione in corso nell’attimo presente è una
relazione assoluta, totalizzante, anche quando quella relazione rappresenta,
per lo spettatore, un momento transitorio della percezione del soggetto.
CIO’ CHE PORTA A... vale dunque per lo spettatore, per chi è in grado di
sollevare sé stesso oltre la relazione, per spostarsi avanti e indietro nella
sequenza dei mutamenti, non per chi percorre la sequenza del mutamento. Chi
percorre il mutamento fonderà sé stesso, di volta in volta, con ogni elemento
del suo divenire. La fusione è l’unica condizione attraverso la quale si
può fondare il divenire.
IL DIVENIRE
NELLA FILOSOFIA PAGANA.
Nella
filosofia pagana classica il concetto di divenire non era un concetto
manifesto, era un concetto insito nel fare. Tutto il progresso del paganesimo
avviene attraverso il fare, l’identificazione del soggetto in divenire
con delle “divinità” che rappresentano il suo sviluppo nella misura
stessa in cui egli, all’interno della situazione in cui si muove, vi si
identifica diventando le divinità stesse. Lo sviluppo di sé stessi, del proprio
Potere di Essere, passa attraverso il fare e le scelte. Il fare e le scelte
determinano la qualità e la direzione dello sviluppo del proprio Potere di
Essere.
Non esiste
una codificazione del comportamento, esiste una divinizzazione del fare e del
comportamento in quanto la vita di ogni individuo è magia e ogni azione,
all’interno della magia dell’individuo, è prodotto della magia.
Ogni azione è frutto di movimento di Energia Vitale e ogni movimento produce
effetti e concentrazione di Energia Vitale. Così se i maghi, ad imitazione del
pazzo di Nazareth, hanno pensato che recitando formule potevano fermare il
vento, rinsecchire il fico, guarire il lebbroso o gettare le montagne nel mare,
il paganesimo sviluppava la magia come fare nel quotidiano di ogni individuo.
La vita era la magia dell’individuo in quanto magico era il risultato
della vita dell’individuo. Questa magia doveva essere distrutta. Soltanto
la distruzione della magia dell’individuo permetteva l’imposizione
della sottomissione: la costrizione dell’individuo alla sottomissione
attraverso la rinuncia alla magia come movimento del proprio divenire.
Il paganesimo
italico prima e romano poi, concretizza gli elementi attraverso i quali
sviluppare la magia culturalmente funzionali all’Essere Italico prima e
all’Essere Romano poi.
La magia non
è l’atto attraverso il quale l’individuo modifica questo o
quell’aspetto della propia vita, la magia è la vita stessa
dell’individuo che, per il paganesimo, va dalla sua nascita in quanto
Essere della Natura alla sua trasformazione in Essere Luminoso. Non è un atto
magico, ma è un fare magico.
In questa
contrapposizione si ha lo scontro fra Paganesimo romano e cristianesimo, dove
ad una vita di magia si contrappone l’azione di un individuo magico al
quale si impone sottomissione e rinuncia alla magia stessa. Nel cristianesimo
gli individui rinunciano alla magia per sottomettersi alla magia, più o meno
millantata di un individuo. Il cristianesimo impone la sottomissione come
alternativa alla magia. Dove l’imposizione avviene attraverso la
coercizione militare a protezione della coercizione culturale.
Non è solo la
distruzione del tempio, ma è anche la distruzione della cultura che la
“divinità” portava. Era la distruzione della relazione fra il
soggetto e la cultura che i cristiani stavano facendo per consentire lo
svuotamento della conoscenza degli individui preparandolo alla sottomissione al
loro dio.
Se il
“Sentiero D’Oro” presenta una visione statica delle
“divinità” dalle quali, e nelle quali, gli Esseri Umani riversano
la propria energia attraverso il loro fare, in realtà quella capacità di
versare e attingere è un prodotto del proprio divenuto. E’ passata
attraverso un fare che ha portato gli Esseri Umani ad essere e a porsi come
sono e come si pongono. Se nel cristianesimo gli Esseri Umani sono in
ginocchio, non è perché sono nati in ginocchio, ma perché sono stati posti in
ginocchio attraverso un lungo percorso coercitivo. Così è quando un individuo
guarda il mondo negli occhi urlando il proprio diritto allo sviluppo del
proprio Potere di Essere ed estendendo le proprie ali della libertà. Non è nato
in questo modo, ma è un divenuto; si è trasformato all’interno di
numerose scelte fatte o imposte.
Non è
possibile stabilire i percorsi in divenire nella religiosità romana, ma
seguendo il filo che mi permette di ricostruire il passato in funzione della
fondazione del futuro, tenterò di mettere ordine nella massa delle divinità
minori romane nel tentativo di individuare i percorsi attraverso i quali
fondare il divenire degli Esseri Umani. Cercherò in altre parole di descrivere
i percorsi che portano a... essendo già a.... Quei percorsi che permettono di
stabilire che quella determinata divinità non è l’Essere davanti a cui
gli Esseri Umani si inginocchiano chiedendo protezione o benevolenza, ma è ciò
cui tendono attraverso il loro fare. Inoltre tenterò di individuare quegli
elementi attraverso i quali quella “divinità” è tale per un
percorso di scoperta e determinazione progressiva cui gli Esseri Umani sono
giunti cavalcando le contraddizioni dell’esistente e non come rivelazione
imposta da una qualche forma di dio padrone.
Come già si è
detto e accennato nel libro “il Sentiero d’Oro”, ogni popolo
ha dei sentieri simili. Prima dell’avvento delle religioni rivelate che
imponevano agli Esseri Umani di piegare i propri sogni ai voleri e ai bisogni
del dio imposto, ogni popolo ha intrapreso e seguito un percorso di
identificazione col circostante e si è evoluto e sviluppato in relazione alla
relazione che egli ha imposto, o subito, dal circostante. La sua capacità di
compenetrazione e diversificazione di quel circostante gli ha permesso di
sviluppare gradi diversi di divenire.
CONCLUSIONE -
AVVERTIMENTO
Il gioco
della morte del corpo fisico è il gioco del mutamento. Se la morte del corpo
fisico rappresenta il momento della disperazione per i cristiani, per i pagani
rappresenta il momento della continuazione del loro divenire. I cristiani sono
costretti a confidare nella provvidenza. Devono confidare nella provvidenza di
un padrone di cui conoscono un nome ma non hanno mai avuto il coraggio di
affrontarne la sostanza. I pagani riconoscono l’esistenza delle forze
della distruzione della vita umana. Queste forze non vengono drammatizzate. Per
il paganesimo fanno parte della logica del divenire umano. Per i pagani queste
forze vanno affrontate ma non demonizzate. Vanno sconfitte ma non per questo
devono diventare ossessive.
Io non so se
i pagani avessero ragione o torto, so che questo era il loro fare e che per non
aver mai voluto, dovuto o potuto descrivere il male e l’orrore questo è
giunto a fagocitare il divenire umano. I pagani non si arresero
all’orrore: non seppero riconoscerlo mentre si formava. La magia della
loro vita li portò a ritenersi protetti a sufficienza. La sequenza dei
mutamenti non li interessava in quanto la sequenza dei mutamenti non parve mai
in pericolo. La forza del circostante era avvolgente e rassicurante. Così
rassicurante che furono abbagliati nel loro divenire. Non seppero riconoscere
le nuove Strigi, i nuovi Virbios, i nuovi Orco, i nuovi Incubi che si
avvicinavano ammantati di protezione e pietismo. La loro protezione e il loro
pietismo aveva lo scopo di distruggere la relazione fra l’Essere Umano e
il circostante. I nuovi mostri stravolsero le descrizioni e perseguitarono
chiunque tentava la ricostruzione delle relazioni fra sé e il circostante.
Gli Esseri
Umani spesso sottovalutano il valore delle cose che possiedono: essi stessi.
Sottovalutano la ricchezza della propria percezione, della propria persona, dei
propri bisogni, dei propri sogni e dei propri desideri. Gli Esseri Umani
sottovalutano sé stessi mentre gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra
si guardano bene dal tendere una mano all’Essere Umano in difficoltà. Lo
bastonano costruendo delle condizioni di vita miserevoli affinché continuare a
tenerlo in ginocchio.
Marghera,
1996
Claudio
Simeoni
Meccanico
Apprendista
Stregone
Guardiano
dell'Anticristo
P.le
Parmesan, 8
30175
Marghera – Venezia
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