Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù
Cod. ISBN 9788893322034
Vedi anche i valori morali e valori sociali
Quando decisi di analizzare la resurrezione di Gesù nei vangeli cristiani, nel trattare il vangelo di Marco, mi sono fermato, istintivamente, alle donne che fuggivano. Allora, questo scritto credo sia stato fatto prima del 2000, anche se la data esatta non l'ho trovata e le date che metto negli scritti simili sono relative a quando ho postato il file in web, non sapevo che tutto quanto segue la fuga delle donne nel vangelo di Marco è stato inserito da copisti medioevali.
E' un dato di scarso valore per gli intenti dell'analisi, ma sta a dimostrare che spesso mi rivolgo a Gesù come se fosse un individuo che agisce, mentre so perfettamente che non è mai esistito e conoscendo i fraintendimenti da cui nasce il concetto di resurrezione, di reincarnazione o rinascita, la mia prima reazione è quella di farmi una risata se il vangelo, comunque, non fosse il mandante ideologico di crimini spesso giustificati da un Gesù che promette la resurrezione della carne.
Scrive Matteo
Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro. Ed ecco che ci fu un gran terremoto: un Angelo del Signore, infatti, era disceso dal cielo, e avvicinatosi, ribaltò la pietra e vi si sedette sopra. Il suo aspetto era come la folgore e la sua veste candida come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui, sbigottirono le guardie e rimasero come morte. Ma l'Angelo prese a dire alle donne: "Non temete, voi; so, infatti, che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! E' risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era stato deposto. E presto, andare a dire ai suoi discepoli : "E' risorto dai morti e vi precede in Galilea: ivi lo vedrete". Ecco ve l'ho detto". E quelle, uscite in fretta dal sepolcro, con timore e grande gioia, corsero a dar notizia ai discepoli di Gesù. Ed ecco che Gesù si fece loro incontro e disse: "Salute!". Esse gli si avvicinarono, ne abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete, andate e annunziate ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno".
Vangelo di Matteo 28, 1-10
Scrive Marco
Terminato il sabato, Maria di Magdala e Maria, madre di Giacomo e Salomè comprarono dei profumi per andare ad imbalsamare Gesù. E, di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro, quando il sole era già sorto. E dicevano fra di loro: "Chi ribalterà la pietra all'ingresso del sepolcro?". Ma, guardando, videro che la pietra già stava ribaltata da un lato; era molto grande! Entrate nel sepolcro, scorsero un giovane seduto, a destra, vestito di bianco e si spaventarono. Ma egli disse loro: "Non abbiate paura. Voi cercate Gesù di Nazareth, il crocifisso: è risuscitato, non è più qui. Ecco il luogo dove lo avevano deposto. Andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto". Esse uscirono dal sepolcro, fuggendo, perché erano fuori di sé per lo spavento. E non dissero niente a nessuno, tanto erano spaventate.
Vangelo di Marco 16, 1-8
Scrive Luca
Il primo giorno della settimana esse si recarono di buon mattino al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. Ma videro che la pietra era stata ribaltata davanti al sepolcro. Entrate dentro non trovarono il corpo del Signore Gesù. Or, mentre non sapevano che cosa pensare di questo, due uomini si presentarono a loro, in vesti risplendenti. Esse, prese dallo spavento, chinarono a terra la faccia, ma i due uomini dissero loro: "Perché cercate fra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi in qual modo vi parlò, mentre era ancora in Galilea, quando diceva che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani dei peccatori, essere crocifisso e risorgere il terzo giorno". Si ricordarono allora delle sue parole, e al loro ritorno dal sepolcro raccontarono tutto quello agli Undici e a tutti gli altri. Le donne che riferirono agli apostoli questi fatti erano: Maria di Magdala, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, ed anche le altre che erano con loro. Ma ad essi questi discorsi parvero delle allucinazioni e non prestarono fede alle donne. Tuttavia Pietro, alzatosi, corse al sepolcro, e chinatosi per guardare, vide solo i pannolini lì per terra; sicché se ne ritornò indietro, meravigliato di quanto era avvenuto.
Vangelo di Luca 24, 1-12
Scrive Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria maddalena andò al sepolcro, di mattina presto, mentre era ancora buio, e vide che dal sepolcro era stata tolta la pietra. Allora di corsa si reca da Simon Pietro e da quell'altro discepolo prediletto di Gesù e dice loro: "Hanno portato via dal sepolcro il Signore e non sappiamo dove l'abbiano messo". Uscì dunque Pietro con l'altro discepolo e andarono al sepolcro. Correvano tutt'e due insieme, ma quell'altro discepolo corse più svelto di Pietro e arrivò primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Arrivò anche Simon Pietro, che lo seguiva, entrò nella tomba e vide le bende per terra e il sudario, che era sul capo di Gesù, non per terra con le bende, ma ripiegato, in un angolo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto prima al sepolcro, vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, secondo la quale egli doveva resuscitare dai morti. Poi i discepoli ritornarono a casa.
Vangelo di Giovanni 20, 1-10
Sulla resurrezione la chiesa cristiana si è giocata tutta la credibilità. La promessa della resurrezione ha attraversato per quasi due millenni la storia umana e ha inferto sofferenze inaudite agli Esseri Umani con la giustificazione che questi sarebbero risorti il giorno del Giudizio universale. Il Giudizio universale, quando Gesù finalmente sarebbe venuto in potenza seduto alla destra di dio suo padre. Quando si sarebbe avverato quanto ha millantato. Proprio in seguito al continuo millantare di Gesù le chiese cristiane e la chiesa cattolica in particolare si sono arrogate il diritto di seminare miseria e sottomissione a propria gloria.
I corpi cristiani risorgono. La religione cristiana è una religione che attua il controllo dei corpi (e della struttura emotiva e sessuale) in funzione della promessa di una seconda possibilità dopo il fallimento esistenziale del cristiano.
Dal momento che razionalmente non si può stabilire se la resurrezione di Gesù è avvenuta oppure no, si devono confrontare le varie descrizioni, l'oggettività in cui le descrizioni vengono fatte e i loro fini per riuscire a comprendere quanta parte di possibile verità della promessa c'è in questo o se è solo truffa per privare le persone del loro presente. Ricordo che quando lo scopo di una cosa è quello di sottomettere non c'è verità in quanto la verità è la ricerca del divenire della persona e tale ricerca è possibile soltanto in presenza di libertà e la sottomissione è la sua negazione a priori.
Nel quotidiano della ragione non è possibile stabilirlo, ma nell'ambito della magia è facile negare come Gesù non sia mai risorto e come tutta la concezione della resurrezione è opera di chi ha davanti a sé il vuoto. Dal punto di vista dell'alterazione della percezione è facile dare agli evangelisti dei bugiardi, ma rimane il dubbio, per chi non pratica magia alterando sé stesso nell'esistente, che qualche cosa di vero ci sia. I cristiani sono andati predicando mettendo a ferro e fuoco per centinaia e centinaia di anni le popolazioni della terra imponendo loro di credere nella resurrezione sottomettendosi al loro dio. Hanno condizionato educazionalmente i bambini, per spacciare sottomissione e credenza e, anche se ci si può liberare dall'impostura mediante la pratica della ricerca nell'esistente, è facile, quando si perde energia e si diventa deboli perché sconfitti dalle contraddizioni della vita, tendere a ripiegarsi su sé stessi e dire che in fondo qualche cosa di vero ci sia.
Gli Dèi antichi risorgevano. Ad ogni primavera Adone, Proserpina, Osiride, Tammuz, Attis, Inanna, e altri Dèi risorgono. Alcuni vano nell'Ade e ne riemergono come Ercole, Ulisse, Orfeo, Perseo, ecc. Nelle antiche religioni del Mito, gli Dèi non muoiono, ma vivono in un presente in cui continuamente agiscono e continuamente si rinnovano e il loro agire e il loro rinnovamento è presente in ogni attimo dell'esistenza.
A differenza degli Dèi delle antiche religioni che risorgono ogni volta che si trasformano, Gesù, specialmente in Giovani, non è azione, ma è logos, parola, verbo. E il logos non trasforma l'esistente. Il logos lo descrive. La parola descrive in maniera parziale un mondo che si trasforma in continuazione: che risorge in continuazione dal suo continuo mutare.
Il cristianesimo non è mutazione, trasformazione e divenire. Il cristianesimo è sottomissione e la sottomissione viene ottenuta dal cristianesimo mediante la sospensione di un agire che viene rimandato in un tempo futuro dove il suo apparire assume la forma di provvidenza.
Questo apparire della provvidenza è la resurrezione. L'evento atteso. Come la fine del mondo, l'apocalisse, il messia che ritorna con grande potenza sulle nubi. Una provvidenza che non si realizza, ma resta sospesa ad alimentare l'angoscia di un divenire che non si realizza.
Lui, Gesù, quella volta è risorto. L'angelo ha rimosso la pietra, le donne lo hanno visto. Nessuna delle donne è sua madre perché Gesù ha ripudiato sua madre e i suoi fratelli. Alle donne dice di dirlo, ma in Marco le donne scappano e non dicono nulla (e come lo sa Marco se loro non hanno detto nulla?).
Matteo, Luca e Giovanni realizzano l'attesa.
Gesù è risorto ora il dominio del mondo è nostro. Ora che non c'è più Gesù perché ci attende in cielo, siamo noi i padroni della parola divina e siamo noi che mettiamo in ginocchio gli Esseri Umani per conto e in nome di Gesù: noi siamo Gesù!
Come per tutte le altre esposizioni ci sono quattro differenti versioni che solo apparentemente sembrano non contraddirsi, in realtà ogni versione introduce un nuovo elemento finalizzato a costringere gli astanti a credere nella versione della resurrezione di Gesù.
Marco e Matteo scrivono vangeli abbastanza simili e sono più antichi degli altri. La differenza fra Marco e Matteo è che mentre Matteo fantastica sulle immagini di relazioni idilliache dopo la resurrezione, Marco è più reale nella descrizione. Non si trova il corpo, un individuo ha detto qualche cosa alle donne e loro sono fuggite senza dire nulla a nessuno. A chi fosse rivolto il vangelo di Matteo io, personalmente non lo so, ma ho l'impressione che il suo referente fosse la chiesa interna. Fosse cioè non un vangelo finalizzato alla predicazione, ma fosse un vangelo finalizzato al gruppo cui facevano parte gli zeloti sempre in attesa del messia che li guidi contro la religione greca e i detentori della tradizione: i farisei. Questo giustifica una serie di fantasie da mondo nuovo inserite da Matteo nel suo vangelo. Quello di Marco è scritto sotto dettatura di Pietro quando già Pietro si era staccato dalla comunità in Palestina e stava viaggiando per il mondo. Gesù è risorto, le donne lo hanno visto, ma tutto finisce lì.
E' comune a tutti e quattro i vangeli la presenza delle donne che vanno al sepolcro, ma mentre in Marco queste trovano un giovane vestito di bianco dentro la tomba che annuncia la resurrezione, in Matteo si ha la descrizione fantastica della discesa dell'angelo, del ribaltamento della pietra, delle guardie come morte e dell'annunciazione della resurrezione.
Nel dettare il vangelo a Marco, Pietro, si dimentica di questo fatto portentoso. E si dimentica anche del fatto che Gesù appare alle donne subito dopo. Cos'è, smemoratezza o pudore?
In Marco il giovane dice alle donne di avvertire Pietro che Gesù li precede in Galilea; in Matteo l'angelo dice di avvertire gli apostoli che Gesù li precede e Gesù stesso dice di avvertire i suoi fratelli che lui li precede in Galilea; in Luca le donne corrono ad avvertire gli undici (proprio così, in quanto Paolo doveva essere il dodicesimo e Luca scrive sotto l'influenza di Paolo) e non c'è nessun incontro in Galilea; in Giovanni c'è l'arrivo quasi contemporaneo delle donne con Pietro e un altro apostolo prediletto, nessuna presenza ma timore che il corpo sia stato rubato e dissertazioni sulla comprensione della resurrezione.
Scartando la versione di Matteo tesa essenzialmente a costruire sottomissione mediante la meraviglia, le altre versioni affermano che il corpo di Gesù è scomparso. Luca parlava di andare in paradiso, ma ora o Gesù è in paradiso o è risorto dai morti e la resurrezione dai morti avviene soltanto mediante il corpo fisico.
I cristiani costruiscono il loro credo basandosi sulla resurrezione dei morti e si trovano circondati da popoli che sanno perfettamente come la resurrezione sia un'invenzione in quanto conoscono benissimo il divenire degli esseri dopo la morte del corpo fisico. Non sono solo gli Egiziani, ma anche tutti gli altri popoli concepiscono in forma diversa la vita oltre la morte del corpo fisico, soltanto Gesù, sconfitto nella via che porta alla conoscenza e alla consapevolezza nella tradizione ebraica, non riesce a scorgere nessun futuro oltre la morte del corpo. Gesù, per la qualità della vita che ha vissuto, non ha più divenire, il momento che vive è il momento assoluto del proprio esistere, per questo motivo deve sperare di risorgere col corpo per poter avere una seconda occasione dopo aver fallito la prima.
Cosa resta ai suoi apostoli? Inventare in vario modo una resurrezione mai avvenuta, affermare la persistenza di Gesù nel presente diventando essi stessi il Gesù che parla in nome del dio padrone.
A Marco e Matteo interessa mettere in luce la continuità dell'insegnamento di Gesù con quello degli apostoli; a Luca interessa mettere le premesse per l'introduzione di Paolo nel gruppo dei dodici al posto di Giuda; a Giovanni interessa rendere comprensibile agli apostoli la lezione secondo cui Gesù sarebbe risorto dopo tre giorni.
Ciò che in Matteo è un angelo venuto con terremoto e sguardo terribile vestito splendidamente, in Marco diventa un giovane vestito di bianco. In Luca e in Giovanni la tomba è aperta e le donne riferiscono agli apostoli.
Sono quattro versioni troppo contrastanti, specialmente sulle scelte delle donne e sulla quantità di donne presenti. Mentre in Marco e Matteo sono soltanto due, al massimo tre; in Giovanni c'è una moltitudine in quanto Giovanni vuole far credere come ci fosse una moltitudine di gente al seguito di Gesù. Come potrebbe Pietro dimenticarsi di questo?
E' diverso il ruolo degli apostoli e la reazione di Pietro e dell'apostolo prediletto. Dell'apostolo prediletto non accennano né Matteo, né Marco, né Luca. In Luca Pietro corre al sepolcro dopo il racconto delle donne mentre in Giovanni sembra che Pietro stesse seguendo le donne.
La sensazione che in questi racconti ci siano stati, da un lato il tentativo di Matteo di dare magnificenza al proprio fondatore senza sospettare che qualcun altro stava in quel momento scrivendo lo stesso vangelo, o lo aveva già scritto, che Luca nello scrivere il vangelo avesse in mente di dare continuità agli apostoli nei quali inseriva la figura di Paolo e che Giovanni voleva inserire sé stesso come apostolo prediletto, dopo la scomparsa di Pietro, accreditandosi come tale presso le varie comunità cristiane che gli stavano sfuggendo di mano.
Va inoltre rilevato come a Marco e Matteo interessa la continuità fisica e organizzativa con Gesù e suo padre (l'angelo, l'annuncio della resurrezione, l'annuncio che si troveranno in Galilea) a Luca e Giovanni interessa mettere l'accento sulla promessa della resurrezione. Per loro è più importante questo in quanto l'avvenimento è più lontano nel tempo. Agli apostoli interessava assicurare gli astanti che Gesù era ancora vivo e operava, a Giovanni e Luca interessava assicurare gli astanti che ad operare era la promessa divina fatta nei loro confronti. Gesù si stava allontanando dalla percezione dei sensi per rintanarsi nella descrizione che di lui ne davano i vangeli. Ma quale vangelo? Quello che al momento conveniva. Così era il comportamento della chiesa cristiana che avrebbe usato, di volta in volta, questa o quella versione a seconda della sua convenienza. Alla chiesa cristiana non interessa stabilire la verità, la chiesa cristiana non ha ricerca di libertà, dunque non gli interessa la verità, ma lo strumento attraverso il quale può gestire al meglio il proprio bestiame seminando miseria.
Questo è il cristianesimo!
Le feste per la resurrezione di Attis nel culto di Cibele erano celebrate a Roma dal 204 a.c. fino al 389 d. c. quando Teodosio proibì i riti pagani. Con le attività terroriste di Teodosio le feste per la resurrezione di Attis furono sostituite dalla pasqua cristiana.
Le feste per la resurrezione di Attis avvenivano in questo modo:
Il 22 Marzo i sacerdoti di Cibele portano in processione per la città un pino, avvolto in strisce di lana e coronato di viole. Il pino simboleggiava Attis morto e i fiori erano quelli sbocciati dal suo sangue.
Il 23 marzo è un giorno di tristezza e di lutti per la morte di Attis. E' la tristezza per la morte in generale.
Il 24 marzo si celebrano i funerali di Attis con danze sfrenate (molti si ferivano e si eviravano per manifestare il loro dolore, ma anche questa pratica la lasciamo ai tempi antichi; anche se in Iran questo tipo di pratiche sono state fatte proprie dai monoteisti).
Il 25 marzo dopo la veglia era un giorno di felicità. I lutti e le cerimonie funebri erano sospese in tutta la città e i partecipanti alla festa si vestivano come volevano nei modi più strani per manifestare la propria gioia: Attis era risorto! Attis era rinato a nuova vita!
Il 26 marzo, dopo la frenesia del giorno precedente, era un giorno dedicato al riposo.
Come potete notare i cristiani hanno brutalmente copiato le feste di Cibele trasformandole nella loro Pasqua.
Tutta la religione cristiana altro non è che un puzzle di tradizioni diverse prese dalle Antiche Religioni con la finalità di distruggere l'Essere Umano e sottometterlo al loro dio assassino.
Attis RISORGE! Attis è risorto!
La NATURA risorge con Attis!
Ed è la Natura, di cui gli Esseri Umani sono parte, che viene celebrata dalla Religione Pagana. Per i Pagani Politeisti la morte è solo un passaggio per una nuova vita; per i cristiani è la disperazione che deve essere vinta dal loro dio nella speranza di ritornare nella carne.
La pasqua della resurrezione cristiana è copiata dalle celebrazioni in onore di Cibele per la resurrezione di Attis. Al di là degli artifici con cui Dionigi il Piccolo (525) ha calcolato di celebrare la Pasqua partendo dall'equinozio di primavera in relazione con le fasi lunari, sta di fatto che i riti della pasqua cristiana sono stati copiati dai riti in onore di Cibele per la morte e la resurrezione di Attis.
Scrive l'Enciclopedia Treccani in internet:
La Pasqua. ha un'ottava, una volta considerata tutta festiva, che continua in tono di gioia la celebrazione del mistero; mentre è preceduta da una settimana (detta settimana santa) in cui vengono commentati i fatti riguardanti la passione e morte in croce di Cristo, la sua sepoltura e la risurrezione da morte; il giovedì, venerdì e sabato costituiscono il triduo sacro. Alla sera del sabato santo, durante la grande veglia o vigilia notturna, gradatamente si passa dal lutto alla gioia della risurrezione, rievocata – dopo il battesimo dei catecumeni e numerose letture, canti e preghiere – con la messa solenne verso l'alba della domenica, la P. propriamente detta, che intende celebrare con la massima solennità la risurrezione di Cristo, culmine della sua opera di redenzione.
La resurrezione dei cristiani è stata indubbiamente scritta a Roma ed è una volgare imitazione dei riti di Cibele. I cristiani vogliono legare la loro tradizione con la pasqua ebraica che celebra una fantasiosa, e mai avvenuta, uscita dall'Egitto.
La questione atroce di ebrei e cristiani è che, celebrando un momento inesistente della storia ebraica come l'uscita dell'Egitto, celebrano il diritto del loro dio padrone, e per estensione di loro stessi, di macellare tutti i bambini, i primogeniti, per la gloria del loro dio padrone. Il genocidio compiuto dal dio degli ebrei nei confronti dei primogeniti egiziani, diventa un principio religioso di ebrei e cristiani.
Data di pubblicazione sull'web: 03 agosto 2004 (quando avrò la data di scrittura del testo, forse, la metterò)
Modificato per la pubblicazione il 09 novembre 2015
NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968
I valori etico-morali del cristianesimo.
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Aggressione di cristiani alle statue pagane 2015 |
Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.