Il sognare
Crogiolo del Male

(testo originale 1999)

di Claudio Simeoni

 

Crogiolo del Male - capitolo ventiseiesimo

In tutte le tradizioni passate, cristianesimo compreso, si tenta di piegare il sognare alla ragione attribuendogli dei significati che appartengono al modo con cui la ragione descrive il mondo o immagina il mondo. Piegare il Sognare alla Ragione. Il Sognare in psicologia viene inteso come un momento di espressione delle tensioni che si sviluppano nel quotidiano. L'interpretazione dei sogni asserisce che il significato del sogno va cercato nel rimosso razionale.

Prima dell'arrivo del cristianesimo il sognare era considerato un sistema attraverso il quale gli Dèi del mondo comunicavano con l'individuo inviandogli dei messaggi o dei segnali. Nel sogno gli Dèi comunicavano con gli Esseri Umani.

Il Sogno altro non è che un momento di percezione alterata. E' un momento in cui si manifestano, sotto forma di immagini, assestamenti fisiologici del corpo e dello stato mentale; è un momento in cui la percezione non è più imbrigliata entro le rigide regole della ragione e può far affluire alla coscienza interpretazioni diverse della realtà vissuta. E' il momento in cui i freni inibitori imposti dalla ragione sottomessa all'individuo si allentano e può prendere forma l'oggetto o la situazione desiderata dalla libido.

Questo è il sogno nei limiti imposti dalla ragione. Nulla più di questo può essere il sogno. Diventa diverso quando al sogno, come espressione fisiologica dell'individuo, si somma la sua volontà e le sue determinazioni. Quando l'individuo decide di fare del sogno un momento di espressione di sé stesso. Le cose allora cambiano. Pur rimanendo il sogno quanto è detto, nello stesso tempo diventa elemento attraverso il quale il corpo luminoso in crescita esprime sé stesso senza interferire nel quotidiano che resta il dominio della descrizione della ragione. Il sogno è il momento in cui il sentire, per quanto sviluppato del corpo luminoso, esprime la propria visione del mondo, le proprie sensazioni, le tappe del proprio sviluppo.

Quando scrissi il Libro dell'Anticristo ero convinto che il sognare fosse espressione del corpo luminoso che nel sognare si sviluppava e nel sognare cresceva. Non è vero, fu un abbaglio. La formazione del corpo di sogno si ha nella vita quotidiana, nelle varie decisioni che si prendono, nelle scelte che si fanno e nei mezzi che si adottano per affrontarla. Nel sognare si ha la presa di coscienza della ragione dell'esistenza di un qualche cosa che lei non conosce e il sognare stesso costituisce mediazione fra le attività attraverso cui il corpo luminoso cresce e la descrizione della ragione.

Non tutto il sognare viene ricordato in quanto la ragione non è in grado di sopportare ricordi troppo diversi da quanto lei è in grado di descrivere. La ragione non è in grado di concepire l'oggetto in sé e tanto meno di vedere il mondo attraverso gli occhi di un oggetto in sé che non sia lei tessa. Il non ricordo della ragione è un momento di difesa della ragione stessa nei confronti di rappresentazioni del corpo luminoso troppo diverse da quanto lei è in grado di descrivere.

Un conto è forzare i limiti della ragione ed espandere la coscienza e la conoscenza oltre i limiti razionali educazionalmente imposti, e un conto saltare su piani diversi della percezione della realtà vissuta invadendo la coscienza di informazioni e di descrizioni che nulla hanno a che vedere con la ragione.

Si racconta una favola nella quale un re litigò con una strega e questa per vendicarsi gettò del veleno dentro il pozzo dove prendevano l'acqua per bere gli abitanti di quel paese. Tutti, meno il re, bevvero l'acqua e tutti gli abitanti del paese impazzirono. Gli abitanti, accorgendosi che il re si comportava in maniera strana, cominciarono ad affermare che il re era diventato matto. Non obbedivano più agli ordini in quanto erano ordini di un folle. Accortosi di quanto era successo, il re andò al pozzo e bevve l'acqua impazzendo a sua volta. Così l'intero paese acclamò il re che finalmente aveva ritrovato il senno!

Saltare di piano descrittivo della ragione implica questo. Ogni piano con cui la percezione descrive il mondo, rispetto ad un altro, è follia.

Così il sogno può entrare in relazione con la descrizione della ragione solo quando è in grado di usare gli elementi descrittivi della ragione per esprimere le tensioni di percezioni diverse del mondo. Le immagini del sogno sono immagini fatte con gli elementi descrittivi e i ricordi della ragione. Il sogno si esprime sempre con gli elementi della ragione quando ci sono degli adattamenti fisiologici, quando si scarica la libido più o meno repressa, quando le tensioni accumulate nel quotidiano tendono a sciogliersi. Si esprime ancora con elementi della ragione quando il corpo luminoso in formazione mostra aspetti diversi della quotidianità alla ragione. Aspetti che a lei sfuggivano. Si esprime ancora con elementi della ragione quando a stati d'animo suscitati nel quotidiano, il corpo luminoso trasmette stati d'animo diversi in quanto legati ad aspetti che la ragione non contemplava. Si esprime ancora con elementi della ragione quando la crescita espressiva del corpo luminoso tenta di interagire con la ragione. Si esprime ancora con elementi della ragione, anche se spostati di intensità, consistenza e piano, quando il corpo luminoso riesce ad agire indipendentemente al corpo fisico ma sempre sul piano del quotidiano: spostarsi di luogo.

Tutto questo è sognare legato alla ragione. Dopo di che abbiamo le forzature dove gli elementi della percezione del corpo luminoso giungono sì alla ragione ma questa li veste di immagini proprie e di significato proprio. In altre parole, quanto trasmette il corpo luminoso viene reinterpretato dalla ragione si che il suo significato è talmente fuori dal senso della ragione che questa non sa che farsene e lo stesso individuo si trova in difficoltà ad usarlo nel quotidiano. Questo avviene quando il corpo luminoso assume una propria indipendenza interpretativa dei fenomeni che incontra e diventa sufficientemente forte da par passare alla coscienza elementi che la ragione non è in grado di controllare.

Di questo parleremo più diffusamente nel Crogiolo dello Stregone nei Quattro Canti del Mondo.

Per ora basta sapere che praticare il sognare ci rende consapevoli di aspetti diversi dell'oggettività, ci insegna a sospendere il giudizio, ci permette di praticare la follia controllata, ci permette di imparare a praticare l'agguato, ci permette di occultare il nostro fare e ci permette di far evadere la nostra percezione dalla cella della galera della parte antica del cervello in cui la ragione l'ha relegata.

Per il momento, a parte le droghe allucinogene e le droghe in generale che finiscono sempre per storpiare il sognare in quanto alterando la percezione rendono l'individuo dipendente da questa e sconfitto, non esiste nessun mezzo per intervenire sul sognare salvo la tortura fisica. E anche questa non sempre ha gli effetti desiderati dal torturatore.

Bloccare il sognare si è reso necessario per il controllo che i monoteisti hanno esercitato sugli Esseri Umani. Il sogno, nell'antichità, era un modo per avere messaggi del dio, dei suoi profeti o dei vari Dèi. Se i sogni erano un patrimonio comune degli Esseri Umani ogni Essere Umano poteva entrare in contatto con la divinità, col dio, o con gli Dèi ed annunciare dei messaggi che avrebbero potuto mettere in crisi la gestione di ogni Comando Sociale.

Nel Crogiolo del Male osserviamo due direttrici fondamentali che vanno a distruggere il sognare. La repressione sessuale e la repressione fisica nel quotidiano.

Reprimere la sessualità nei bambini è arte per distruggere il sognare (oltre che la vita dei singoli individui). Il Sognare sarà tutto impegnato a compensare la distruzione della soddisfazione della libido che non avrà spazio per altre cose. Inoltre, la repressione della sessualità è accompagnata dai fantasmi che i cristiani impongono alla ragione, dalla paura del demonio ai sensi di colpa. La violenza con cui i cristiani impongono tali variazioni della libido non ha precedenti nella storia dell'infanzia. I bambini sono costretti a subire la veicolazione della loro libido in condizione di terrore, paura e sensi di colpa e per ovviare al presentarsi di quest'angoscia si vedono costretti, a mano a mano che diventano adulti, a costruire condizioni sociali distruttive in cui veicolare le pulsioni della loro libido.

Inoltre la fatica del lavoro come distruzione del divenire dell'individuo. Poche espressioni, nella storia dell'umanità, sono più vili, sporche e squallide della regola benedettina "Ora et labora". "Prega e lavora". La distruzione della vita degli individui è sistematica. Basti pensare che la quantità di lavoro necessario per avere quanto le serviva per vivere ad una donna nel 1600-1700 in Europa era di sedici ore di lavoro al giorno, contro le meno di due ore di un'aborigena dell'Australia. L'orrore cattolico ha dovuto distruggere e macellare gli aborigeni australiani perché non facevano abbastanza fatica per vivere e potevano permettersi di praticare la magia della vita e del sognare.

Il Crogiolo del Male non è in grado di agire nella percezione alterata dell'uomo, ma deve agire nel quotidiano per costruire dei fantasmi affinché la percezione alterata non sia in grado di esprimersi.

L'attacco del Crogiolo del Male è concentrato sulla repressione della sessualità e sulla gestione soggettiva della quotidianità. Le grandi lotte sociali che hanno portato alla liberazione sessuale e quelle che hanno ridotto il tempo per il lavoro necessario per vivere, altro non sono state che lotte per sviluppare la possibilità di espressione e crescita del corpo luminoso dentro l'Essere Umano. La riconquista del proprio Potere di Essere in contrapposizione al Potere di Avere di un Comando Sociale che mediante la violenza bloccava il Potere di Essere degli individui.

Il Crogiolo del Male concentra la sua azione coercitiva nei confronti dei bambini perché questi sono ideologicamente e culturalmente indifesi davanti alle sue proposte. I bambini sanno il valore negativo di quanto viene loro proposto ma non sono in grado di collocare la proposta nella situazione in cui vivono, proiettarne gli effetti nella sequenza dei mutamenti a cui sono chiamati e non hanno diritti sociali con cui opporsi a quanto viene loro presentato. Inoltre, non hanno gli strumenti per discriminare. I bambini sono il soggetto preferito da chi mescola il Crogiolo del Male per distruggere il divenire degli individui.

Parlando del letto, del dormire, delle tensioni del corpo, Armanda Guiducci nel suo libro "La mela e il serpente" ci racconta:

"Estratta col forcipe del linguaggio dal suo terribile isolamento, questa scena acquista un senso se la immetto nell'intero sistema della mia conoscenza. Allora, come un gettone in un juke-box, promulga un suono. Due ali di cartone, la cui seduzione fu tale da riuscire incancellabile, mi convincono che il laccio di un'educazione cattolica fu gettato alla mia gola ancora prima che avessi una minima padronanza di me stessa.

Ecco da dove mi venivano sicurezza orgoglio della verginità.

Ragazzina, giacevo supina nel letto buio, le gambe ermeticamente chiuse, le gambe allineate lungo i fianchi. Dio mi vedeva composta, ed io godevo di questa compostezza di cui Dio stesso godeva. Entrambi ci rallegravamo di tanta virtù."

E ancora:

"Mentre giacevo nel letto, composta come in una bara, avevo voglia di toccarmi. Il mio corpo, in realtà, mi incuriosiva. Ma raramente cedetti a questa tentazione. Esisteva inoltre la faccia dell'Angelo Custode. Quando avvenne, fu sempre con un senso di colpa. Mai osai masturbarmi."

Il cattolicesimo ha trasformato la sessualità in un delitto con feroci sensi di colpa. Ha costruito comportamenti fobici come risposte soggettive alla sua repressione sessuale. Al suo tentativo di distruggere il divenire degli individui. Così il sesso, come arte magica attraverso la quale fondere i campi vitali, accelerare i flussi di energia vitale, consentire agli individui di compiere balzi nell'eternità dei mutamenti diventa orrore, ossessione, violenza, sofferenza.

Dice sempre Guiducci a proposito delle reazioni alle repressioni sessuali:

"La più feroce di queste fu una certa ragazza Raimonda, camusa decenne, torva e aggressiva. C'era in lei una tale volontà di stupro che non poteva essere mai lasciata sola in una stanza. I genitori stavano in perenne agguato dietro le porte. A sette anni, l'avevano scoperta mentre si masturbava con una matita. Da allora, man mano che glielo fu negato, la sua clandestina caccia fallica si esasperò. La cupidigia per i più incredibili oggetti appuntiti divenne insaziabile e grottesca. Dalla casa furono fatte sparire matite, penne stilografiche e quant'altro potesse eccitare la sua fantasia e il suo istinto...."

Distruggere lo sviluppo normale della sessualità pur di giungere al controllo della persona alimentando la ragione di fantasmi (come quello dell'Angelo Custode) al fine di colpevolizzare l'individuo nei suoi gesti e nei suoi piaceri.

Questo distrugge il sognare in quanto il sogno è impegnato a gestire la sopravvivenza del quotidiano.

I sogni, come messaggi per liberarsi dalle fobie sessuali che i cattolici hanno imposto nei riguardi dei bambini, hanno fatto la fortuna della psicanalisi in questo secolo.

Gli esempi che potremmo trarre sono moltissimi, a migliaia, ma ne tratterò uno solo che permette di costruire una relazione diretta fra libido repressa e articolazione dei messaggi del sognare interpretati da uno dei massimi psicoanalisti di questo secolo Wilheim Reich nel suo Genitalità:

"Ho sognato una torre con mattoni grezzi, che aveva una piccola sporgenza nel muro, dimodoché ci si poteva tenere attaccati anche con i piedi. Vi salii dall'esterno tutt'attorno; quando mi mancava solo un pezzetto, si staccò il mattone a cui mi aggrappavo con la mano sinistra ed ebbi una grande paura: che cosa tremenda trovarsi tanto in alto, se perdo la presa sono morta. Allora preferisco tornare indietro per il resto del cammino, e per me è come se Lei potesse vedermi, voglio dimostrarLe che ho coraggio, ma sono contenta che all'improviso mio marito sia là, che avanza davanti a me. Se mio marito non vola giù, (voglio) salire in fretta e Lei vedrà come sono coraggiosa. Mio marito salta giù, ma io non ho il coraggio di farlo"

Questo è il racconto del sogno, vediamo adesso l'interpretazione Reichiana:

"Esaminiamo ora gli elementi del nostro argomento. La piccola sporgenza sul muro è la clitoride. La paziente gira salendo "Tutt'attorno", cioè vicino alla clitoride "verso l'alto"; essa cerca la masturbazione vaginale. Nonostante le affermazioni opposte, certi comportamenti della paziente avevano dimostrato che l'angoscia della masturbazione non era ancora superata del tutto. Cioè, riusciva già a parlare con calma della masturbazione che aveva praticato dalla pubertà sino a quando si era ammalata e che aveva nascosto per tanto tempo; ma la spaventava il pensiero di poterlo fare ancora. Questo era segno non dell'eliminazione, ma della rimozione del desiderio attuale di masturbazione. Poiché a questo proposito da tempo non avveniva nulla, sebbene ci fossero molte prove che la paziente lottava contro attuali desideri di masturbazione, un giorno le dissi che non potevo prestar fede alla sua affermazione di essere convinta che la masturbazione non era pericolosa e di non temere più nulla, perc hé sicuramente, se avesse avuto un desiderio conscio di questo genere non si sarebbe negata la masturbazione. Lei insisteva di non avere più né questi desideri né l'angoscia, e nella seduta successiva raccontò il sogno. Il mattone si stacca quando lei si trova in alto, cioè prima dell'avvento dell'orgasmo ("quando mi manca solo un pezzetto"); ha paura di cadere e di ammazzarsi. La paziente era entrata in analisi per l'angoscia di morire di tubercolosi e durante la pubertà gli era venuta l'idea che con la masturbazione, in particolare con l'orgasmo, avrebbe potuto ammalarsi di petto. Voleva dimostrarmi che aveva il coraggio di masturbarsi, ma è contenta che arrivi suo marito insieme a cui salire, cioè avere rapporti. A quest'epoca di solito l'eccitazione durante l'atto "s'interrompeva" sempre, quando suo marito arrivava all'orgasmo ("se mio marito non vola giù" ecc.). Ma non arrivava al soddisfacimento nemmeno quando il marito durava a lungo. Aveva paura proprio dell'orgasmo, che rappresentava come "cadere in basso". Una volta, quando durante la masturbazione provò una sensazione simile all'orgasmo , credette di "dover morire". Un'altra paziente, che con l'analisi aveva perso quasi completamente la sua frigidità e solo di rado era impotente all'orgasmo, mi raccontò in seguito che in questo caso le sembrava di continuare a scendere e non osava "saltare giù"."

Il condizionamento sessuale come arma per distruggere il sognare ed indirizzarlo in una forma di pura sopravvivenza. Quanti incubi sono apparsi nei sogni dei ragazzi sottoposti alla coercizione sessuale cristiana. Quanta auto colpevolizzazione sotto forma di demoni tentatori sono apparsi nei loro sogni. E tutto questo per la semina dell'orrore operata dai cattolici nel tentativo di distruggere il sognare degli individui.

E' da rilevare come dai lavori di psicoanalisi degli analisti della prima metà del secolo al lavoro di oggi i contenuti siano molto cambiati. Ma il cambio dei contenuti è una questione sociale. Infatti, la repressione sessuale di inizio secolo è stata in buona parte sconfitta dalla liberazione sessuale di sessantottesca memoria e consolidata nel tempo proprio per l'intervento di un Comando Sociale che intendeva cavalcare quella liberalizzazione dei costumi al fine di allargare la base di consenso nel paese.

Pertanto, i contenuti e la quantità di persone che subiscono la repressione sessuale si è modificata. Patologie psichiatriche vecchie tendono a sparire o a limitarsi a settori di persone precisi mentre nuove patologie, o altre patologie, come la depressione prodotta dall'educazione cattolica, si presentano come problema sociale.

In questo momento culturale si impone la grande guerra del cattolicesimo contro il sognare.

Non a caso il movimento della New Age viene sostenuto da tutta una serie di cultori che interpretano il sogno all'interno di un proprio modus operandi il cui risultato finale è comunque determinare dei credi assolutistici e dogmatici diversi da quelli cattolici. Questo modo di fare costringe la chiesa cattolica a dare battaglia per dimostrare che in fondo il sogno è solo sogno, espressione del desiderio inconscio dimenticando come la sua dottrina nasca proprio dai sogni che i suoi pseudoprofeti hanno fatto.

Veniamo ora al secondo elemento attraverso il quale il cattolicesimo ha teso a distruggere il sognare degli Esseri Umani: la fatica del lavoro.

Ingabbiare gli individui, incatenarli e costringerli a svolgere lavori bestiali in modo che non possano riposare se non travolti da preoccupazioni esistenziali, viene distrutta ogni loro possibilità di praticare il sognare. Il sonno e il sogno che partecipa riescono a mala pena a rilassare l'individuo che tuttavia è costretto a brevi sonni e sogni smozzicati per soddisfare la pura sopravvivenza.

La schiavitù del colonialismo ha prodotto anche questo.

La fatica del lavoro imposta attraverso la violenza della sussistenza soggettiva è l'arma con la quale il cattolicesimo distrugge il divenire umano e la sua percezione del sognare.

I cattolici, con i loro conti in banca, vanno dalle persone in miseria e sorridono dicendo: "Però è buono quel pezzo di pane…" Stanno deridendo le persone in miseria mettendo l'attenzione sul bisogno immediato affinché continuino a stare in miseria.

Tratteremo solo pochi brani che non solo ci consentono di comprendere come il cattolicesimo, attraverso il Crogiolo del Male, abbia distrutto la costruzione del divenire umano stuprando sistematicamente il divenire dei bambini e, per conseguenza il Sistema Sociale di cui erano espressione ma, attraverso l'orrore della fatica del lavoro necessario ed imposto abbiano distrutto le basi sulle quali costruire il sognare.

Non esiste pratica del sognare là dove l'orrore della sopravvivenza permea l'esistenza degli Esseri Umani. Devi occuparti dell'orrore in cui stai vivendo e il sognare deve aiutarti a sopravvivere all'orrore.

Leggiamo da "L'abbandono dei bambini nell'Europa Occidentale" di John Boswell:

"Le classi più povere continuavano ad abbandonare i figli in gran numero, a servizio presso le famiglie più ricche. Tra i servi registrati nel catasto fiorentino del 1427, il censimento più accurato dell'Europa premoderna, più della metà avevano meno di dodici anni. In un'economia che era sempre più basata sul denaro, i genitori poveri "vendevano" i servigi dei figli ai più ricchi, con una "sistemazione" che, se non costituiva schiavitù in senso tecnico, certo non se ne discostava troppo e aveva del resto dei precedenti nella tarda antichità. Come in passato, le famiglie abbandonavano i figli a causa della povertà, dell'illegittimità, della deformità o della salute malferma dei bambini, e per la costante insistenza della Chiesa sul fatto che le deformità erano conseguenza dell'intemperanza dei genitori".

E ancora, poco più avanti e databile attorno al 1492 dopo il racconto del travaglio degli Ebrei cacciato dalla Spagna:

"Simili orrori non erano certo "tipici", ma la transizione dal tardo Medioevo all'Europa premoderna fu incredibilmente travagliata e violenta, e molti strati della società - soprattutto quelli che si trovavano a livello più basso - soffrivano in modo davvero pietoso.

Gli schiavi bambini erano particolarmente frequenti nell'Europa meridionale, i cui centri, relativamente ricchi, assorbivano gran parte della merce umana venduta nei mercati dei Balcani e del Nord Africa. Un terzo degli schiavi venduti in Sicilia, a Napoli e a Venezia aveva meno di tredici anni (nota: Durham in Some Tribal Origins rileva che Ragusani, Dalmati e Serbi vendevano i figli alle famiglie più ricche ancora nel XX° secolo. I bambini venivano ufficialmente "adottati" ma talvolta essi andavano a finire a Istanbul, e spesso venivano violentati dai "padri" e dai "fratelli" adottivi). Quello dei bambini in condizioni servili provenienti da terre pagane era uno spettacolo consueto nelle case dei ricchi, che tra l'altro forniva agli europei, che si trovavano in una situazione simile, l'opportuna copertura per vendere o sistemare i figli in modo analogo. Tal volta i bambini erano costretti a prostituirsi, com'era accaduto ai loro predecessori in tempi più antichi. I figli degli schiavi venivano spesso abbandonati, e quindi potevano essere raccolti e venduti, anche se un destino migliore o peggiore poteva attenderli nel caso che fossero stati accolti negli ospizi per trovatelli. Quelli allevati nelle case assai raramente erano considerati di condizione libera."

Ora se non bastasse saltiamo qualche secolo e vediamo cosa accade nel mondo del lavoro minorile nel diciannovesimo secolo e dintorni. Dal libro "Storia dei poveri in occidente" di Vincenzo Paglia (uno che si è dato tanto da fare per costruire i poveri):

"Nella seconda metà del diciasettesimo secolo, iniziando dall'Inghilterra ci si avviava, in modo graduale ma irreversibile, da questo tipo di proto-industria fondata sull'economia familiare, al sistema delle fabbriche, caratterizzato dalla concentrazione della manodopera e dalla meccanizzazione del lavoro. Sorgeva così una nuova classe operaia. Un processo, a dire il vero, piuttosto lento se si considera che ancora nel 1850 il numero totale di operai nelle fabbriche ammontava a non più del 5% in Inghilterra, a circa il 4% in Belgio, al 3% in Francia e a meno del 2% in Svizzera e in Prussia, e che lo stesso sistema del lavoro a domicilio ha resistito per molto tempo.

Gli imprenditori ricorrevano con grande frequenza allo sfruttamento delle donne e dei bambini. Alla fine del settecento, nell'industria del cotone della città di Gran, la manodopera era costituita per il 70% da donne e bambini di età tra i sei e i sedici anni. si parla di assalto agli orfanotrofi e ospizi di mendicità da parte degli imprenditori per raccogliere "la materia prima meno costosa sul mercato". Ad Anversa, dopo la riorganizzazione dell'assistenza (1799), non meno di 18 imprenditori tessili si rivolsero a quest'ufficio per richiedere manodopera; immediatamente 400 poveri dovettero mettersi a disposizione dei produttori. Tali provvedimenti, peraltro, man mano che il processo di industrializzazione richiedeva operai qualificati, divennero inutili."

E per comprendere la necessità della miseria da parte della chiesa cattolica leggiamo sempre dallo stesso libro:

"Tipica fu, all'inizio dell'ottocento, l'opposizione delle gerarchie ecclesiastiche al così detto "soccorso legale". Si trattava di creare attraverso un intervento organico dello stato - finanziato con la riscossione di un'apposita tassa - degli istituti di previdenza e assistenza capaci di rimediare alle più evidenti piaghe del pauperismo operaio. I vescovi affermavano che la trasformazione dell'elemosina in un diritto esigibile implicava l'impossibilità per il ricco generoso di acquistarsi il paradiso, e al contempo privava il povero, che avrebbe dovuto accettare con rassegnazione la sua condizione, di guadagnarsi attraverso questa via la salvezza. Era del resto convinzione comune che la diseguaglianza sociale fosse voluta da Dio: si arrivò a parlare di "ineguaglianza ineluttabile". E' esemplare una predica tenuta nel 1827 dall'abate Robinot: "La società presuppone necessariamente la disuguaglianza delle condizioni e delle fortune... Se supponete tutti gli uomini uguali... non ci saranno più legami tra di loro; non ci sarà più ne ordine, né subordinazione, né autorità, né dipendenza.... Questa legge della disuguaglianza delle fortune, che ferisce l'orgoglio e irrita la cupidigia di certuni, è dunque nell'interesse della società, così come è nei disegni di Dio; perché è Dio che fa il povero e il ricco; Dio che abbassa ed eleva; Dio che senza nulla abbandonare al caso assegna a ciascuno il ruolo che ritiene opportuno occupi, la posizione che deve conservare, la funzione che deve svolgere nel corpo di cui è membro". Secondo questa visione, che portava la chiesa ad opporsi ad ogni tentativo di rovesciamento della struttura sociale, diventava logico che i poveri dovessero rassegnarsi alla loro condizione; la rassegnazione anzi divenne la virtù principe dei poveri rafforzando nella comune convinzione dei cattolici la confusione fra riforma sociale, sovvertimento totale della società e della religione stessa."

Quanto vi abbiamo descritto appartiene ad un arco di tempo di numerosi secoli. Con tutto quanto lo precede ha teso a distruggere la formazione del corpo luminoso dell'individuo attraverso un'assoluta sottomissione come elemento fondamentale del proprio esistere nella società.

Abbiamo detto che la formazione del corpo luminoso nell'individuo non avviene nel Sognare ma viene prodotta dalle tensioni quotidiane e dalla relazione che l'individuo costruisce con esse. Ma al soggetto non è lasciata nessuna scelta. Egli deve essere sottomesso e non può rivendicare nessun diritto oggettivo. Non esistono diritti oggettivi. Non esistendo diritti oggettivi è alla mercé di ogni soggettività che ha lo scopo di distruggere il suo divenire.

La chiesa cattolica, come maggior fautrice del Crogiolo del Male, ha il compito di distruggere ogni soffio sociale che tende a limitare la drammaticità dell'esistenza nel quotidiano. Deve impedire che gli Esseri Umani abbiano una qualche forma di diritto oggettivo da rivendicare anche nei suoi confronti. Per un Wojtyla oggi, come per il suo successore od ogni suo predecessore, gli Esseri Umani sono solo bestiame. Non devono cavalcare l'infinito dei mutamenti e, dunque, non devono partecipare allo sviluppo del loro corpo luminoso attraverso la partecipazione nell'esistenza e del loro sognare. In questo modo si realizza la volontà del dio dei cristiani: l'uomo non coglierà dall'albero della vita per vivere in eterno.

La schiavitù del lavoro, di cui la chiesa cattolica la promotrice e la garante esaltando la sottomissione e alimentando la rassegnazione, altro non è che un atto di magia nera il cui scopo è la distruzione del divenire degli individui mettendoli in ginocchio davanti al criminale Gesù di Nazareth in cui essa si identifica e del macellaio di Sodoma e Gomorra di cui essa ne imita le gesta.

E' di questi giorni una notizia di fonte giornalistica che sta ad indicare come la necessità nei cattolici di distruggere il divenire umano è attuale e in costante esecuzione. Il loro obiettivo è impedire la costruzione del corpo luminoso stuprando il divenire dei bambini.

Tratto da La Repubblica del 12.07.1998:

"Il vescovo Charles Grahmann, responsabile della diocesi, ha emesso un comunicato di scuse alle vittime, e scritto una lettera che verrà letta oggi alla messa domenicale in tutte le parrocchie. Gli abusi sessuali commessi da Kos sono proseguiti nell'arco di undici anni, e il prete è stato esonerato dai suoi doveri pastorali solo nel 1992, anni dopo che altri sacerdoti suoi collaboratori avevano denunciato il suo comportamento alle autorità ecclesiastiche.

Il problema delle molestie sessuali da parte di sacerdoti è particolarmente scottante negli Stati Uniti, dove oltre 200 preti, riferisce il Washington post, hanno scontato pene detentive per simili vicende a partire dagli anni ottanta. A difes delle vittime si sono costituite associazioni come Linkup, guidata dall'ex prete Tom Economus."

La distruzione del sognare avviene attraverso due direttrici fondamentali: la repressione sessuale e la schiavitù del lavoro.

Negli ultimi secoli assistiamo ad un ridimensionamento dell'uno e dell'altro. Anche se la schiavitù salariale è ancora in atto come in atto sono tutti i tentativi di manipolazione sessuale degli individui, esistono un sempre maggior numero di individui che si affranca da questa sottomissione. L'affrancamento li mette nelle condizioni più opportune per affrontare la costruzione del proprio corpo luminoso.

Da qui il sognare diventa elemento importante della propria esistenza.

I cattolici si pongono il problema di come affrontare i sognatori. Ricordiamo come tutta la psicoanalisi abbia fallito davanti alle fobie sessuali che i preti imponevano attribuendo la loro attività di violenza alla fede. Atto di fede che produce la fobia sessuale e che non può essere rimossa in quanto per rimuovere la fobia sessuale devono essere rimosse tutte quelle azioni che impongono la fede.

I cristiani devono distruggere il concetto di sognare dimostrando che il sogno non ha nulla né di magico, né di utile all'uomo. Peccato che essi siano estrani al sognare in quanto la loro fede distrugge sistematicamente la possibilità della costruzione del Corpo Luminoso e pertanto per loro il sogno è sempre o incubo o comunque legato alla loro ragione.

Estrani al Sognare non sono in grado di comprendere come i sognatori possano sviluppare il loro sognare senza che essi, che si pensano creati ad immagine e somiglianza di un dio creatore dell'universo, possano fare altrettanto. Ma la vita è un processo attraverso il quale si costruisce sé stessi. Ogni volta che facciamo una scelta, annulliamo milioni di possibilità di scelte diverse. E la scelta ci trasforma psicologicamente, fisicamente, emotivamente e in tutta la sfera del nostro vissuto generando ciò che noi, genericamente, chiamiamo idee. Questa costruzione di sé stessi, può deviare da ipotetici obbiettivi, ma non ha ritorno. Se non si sono costruite le relazioni fra l'Essere Umano e il mondo circostante non può esistere la formazione del Corpo Luminoso e, per conseguenza, il sognare altro non è che espressione di sopravvivenza della ragione.

I cattolici possono confidare soltanto su chi è uguale a loro stessi, cioè su chi ha distrutto la possibilità di costruire sé stessi rinunciando ad usare la propria vita come un'opportunità di eternità. Il sognare di costui sarà solo uguale al loro. Un sogno che rivela la malattia psichiatrica da delirio di onnipotenza al di là di come tali deliri si presenteranno nella loro quotidianità.

Gli Esseri Umani che hanno sviluppato, attraverso le loro scelte, il loro corpo luminoso, continueranno a sentire il sognare come un qualche cosa di importante, da curare e seguire, per quanto possibile, senza abbandonarsi ad esso.

Dell'organizzazione, da parte della chiesa cattolica di aggressione mediante teorie di svilimento, del sonno e del sognare ne dà notizia il giornale La Repubblica.

Scrive il giornale La Repubblica del 28.06.1998 a proposito del convegno di Rimini di Comunione e Liberazione, uno dei bracci operativi della CEI,:

"Molti gli intellettuali chiamati a dire la loro sul "sogno": dal nobel Renato Dulbecco al sociologo Francesco Alberoni, dal teologo Angelo Scola allo storico Leonid Luks, alla saggista Irina Alberti, al giurista Francesco Gentile."

Liberarsi dalla struttura coercitiva nel quotidiano permette all'individuo di costruire la propria arte del Sognare.

Non esiste la possibilità di costruire sé stessi quando si vive in condizioni esistenziali di sottomissione psicologica o di miseria sociale. E' necessario costruire delle condizioni di vita ottimali per l'intera struttura sociale per favorire la costruzione di sé stessi e il nostro sviluppo nell'infinito dei mutamenti.

Quando nostro nonno uscì dal brodo primordiale e l'atmosfera non era adatta allo sviluppo delle forme di vita come noi oggi le conosciamo, nostro nonno, con tutti i nonni degli Esseri della Natura, modificarono l'atmosfera. Fu un'impresa immane. Perché dunque offendere quell'impresa e non modificare le condizioni di vita migliorandole?

Siano i sognatori a farlo. Siano i sognatori i Guardiani del futuro!

NOTA: il testo è stato ampiamente rivisto sia nella forma che nelle precisazioni

 

Marghera 30 agosto 1999

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

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Il Crogiolo del Male

L'incapacità degli uomini di affrontare la loro vita viene costruita meticolosamente dal cristianesimo mediante la violenza sull'infanzia. Costruire la distruzione dell'uomo è un'invenzione ebrea e cristiana. Succede che negli USA molte persone, partite per le guerre che gli USA fanno nel mondo, ritornino psicologicamente ed emotivamente devastate. Educate ad essere sottomesse ad un dio padrone e convinte di essere in grado di uccidere chiunque, il loro delirio di onnipotenza si scontra con la realtà mandandoli fuori di testa.