COMMENTO ALLA TEOGONIA DI ESIODO

LA STIRPE DEI TITANI

Claudio Simeoni

In che cosa consiste un sentiero di Stregoneria.

PROLOGO:


lavoro iniziato 27.12.1999


L’Essere Umano guarda sé stesso!

Percepisce la propria esistenza come parte del fluire del tempo e delle trasformazioni!

L’Essere Umano guarda le proprie mani con gli occhi imposti dalla ragione!

L’Essere Umano guarda il presente mentre avvolge e delimita la sua ragione. In quel presente, l’Essere Umano, afferra i fenomeni e tenta di descrivere quanto ha fondato il proprio divenuto in un passato tanto remoto da escludere la propria immaginazione.

Il poeta riveste di immagini e caratteristiche umane quanto non ha di umano, ma esprime caratteristiche presenti nell’Essere Umano e alle quali l’Essere Umano anela immaginandole alla massima potenza. Quelle caratteristiche gli Esseri Umani le individuano nelle forze che produssero, o con la loro presenza consentirono, la formazione del presente. Dal mondo della percezione al mondo quotidiano, dal mondo quotidiano al mondo della percezione; l’Essere Umano oscilla come un pendolo guardando le proprie mani attraverso le quali trasforma l’esistente. Raccoglie fenomeni e li descrive; raccoglie descrizioni e cerca il fenomeno all’origine delle stesse.

L’uscita dalla coercizione non comporta necessariamente la Libertà, ma una coercizione comprendente spazi maggiori. L’uscita da quella coercizione non comporta la Libertà, ma una coercizione comprendente spazi maggiori! Non esiste l’uscita dalla coercizione? Esiste lo sforzo per avere spazi maggiori. Questo sforzo, fatto dall’Essere e dalla Coscienza di cui è parte, si chiama: LIBERTA’.

Gli sforzi di ogni Essere Umano portano a Libertà, di cui sono espressione, o portano alla sua distruzione! La scelta nella direzione è solo sua! L’immaginazione, con cui la coercizione riveste il suo intuire, porta in vicoli ciechi in cui l’energia di Libertà, che agisce per esprimersi nel soggetto, si esaurisce nel tentativo di dar forma, descrivendolo, un immaginario inesistente.

Per questo motivo, anche l’oscillazione del grande pendolo del giudizio umano che va dal fenomeno alla forma e dalla forma al fenomeno è attività di Libertà che chiede all’Essere Umano di esprimerla nelle sue azioni allargando i confini della coercizione educazionale.



APPUNTI STORIOGRAFICI.


Come ormai molti studi stanno dimostrando, la Teogonia Esiodea non è invenzione poetica di Esiodo, ma ispirazione adattata alla cultura Greca di tradizioni mitologiche mediorientali. Esiodo prende quanto viene presentato alla ragione e con questo descrive il percepito. E’ il percepito che prende forma e rappresentazione nelle singole culture e riafferma la percezione attraverso la descrizione. La descrizione è limitazione della percezione. La percezione viene limitata e definita entro muri stretti per essere ammessa nella descrizione. La descrizione dovrebbe servire per costruire il gradino della scala della conoscenza e della consapevolezza che, salita da altre persone, alimenta la loro percezione aprendone nuovi orizzonti. Invece la descrizione si fissa e imprigiona l’attenzione degli Esseri Umani.

Esiodo prende quanto lo circonda e lo sistema attraverso una descrizione culturale che dà forma alla sua percezione o attraverso la descrizione costruisce la mediazione per trasferire il percepito nel mondo della ragione. E’ ormai assodato che la sistemazione Esiodea è influenzata da antichi racconti sacri diffusi nel medio oriente. Sia per quanto riguarda gli Ittiti che, gli Hurriti, i Sumeri fin dal terzo millennio avanti cristo.

Di questa teogonia ne abbiamo già parlato quando si è fatta una breve analisi dei vari paganesimi quali prologo del Crogiolo dello Stregone nei Quattro Canti del Mondo. A noi interessa far comprendere come la Teogonia Esiodea è parte integrante del grande respiro religioso che da Babilonia attraversa l’Egitto, il Mediterraneo Cretese coinvolgendo tutte le civiltà antiche che trasformano il loro sentire in specificità culturali. Le civiltà antiche erano tutte legate l’una all’altra. Anche se di una civiltà ci sono giunti frammenti, mentre di altre tutto è andato perduto, questo non significa che quella sia la civiltà centrale nella cultura antica. Significa solo che la sequenza dei mutamenti ci mette nelle condizioni di ricostruire almeno parte dei percorsi culturali attraverso i quali il sentire, quale percezione di fenomeni fuori dal quotidiano, negli infiniti mondi della percezione, è stato trasformato in forma per diventare parte di quella cultura e di quel pensiero.

L’idea secondo cui all’inizio dell’universo ci fosse soltanto uno spazio vuoto è considerata un’idea moderna. Un’idea formatasi attraverso una dura lotta per l’uscita dall’orrore in cui il cattolicesimo ha costretto il pensiero umano.


A PROPOSITO DELLE DIFFICOLTA’ D’ANALISI DELLA TEOGONIA


Nella lettura delle immagini della Teogonia si riscontrano vari problemi. Il primo e più importante è l’atemporalità dell’azione degli DEI. Gli DEI agiscono fuori da un tempo definito. Anche se la loro azione di generare fa apparire una conseguenzialità temporale, in realtà anche quest’azione è fuori dal tempo. Quando GAIA genera CRONOS? E’ un continuo generare di CRONOS attraverso l’attività di GAIA. GAIA genera continuamente CRONOS e continuamente GAIA dona a CRONOS la falce con la quale imporre sé stesso. Quando nasce AFRODITE? In ogni istante AFRODITE sorge dalle acque attraverso ogni Essere che la manifesta, che la nutre e dalla quale trae nutrimento. Quando PROMETEO ruba il fuoco della conoscenza agli DEI per donarlo agli Esseri Umani? Ieri, oggi? In ogni momento un Prometeo ruba il fuoco della Conoscenza per appropriarsene e far degli Esseri Umani compartecipi alle proprie scoperte.

Noi possiamo fissare le divinità per un numero limitato di azioni relative al nostro interesse e ai nostri intenti, ma quelle azioni spesso sono la ragione d’essere della divinità nei confronti dell’Essere Umano. L’Essere Terra posso viverla in relazione alla mia vita. Non sono in grado di vivere l’Essere Terra in relazione a sé stessa e per tutte le determinazioni che esprime. Il fatto stesso che concepisca l’Essere Terra in relazione alla mia vita fa di me un DIO che riconosce un DIO e che è partecipe ad una relazione divina, DIO essa stessa: l’Essere Terra come madre, oggettività in cui l’Essere Natura si sviluppa. Questo essere madre, da parte dell’Essere Terra, è manifestazione continua di un modo di essere dell’Essere Terra in relazione all’Essere Natura. ERA manifesta continuamente sé stessa in questa relazione e da questa relazione si nutre.

Da qui viene formulata un’interpretazione della dizione “eterno presente”. L’“eterno presente” altro non è che l’attività continua degli DEI nella trasformazione dell’inconscio, di cui GAIA è sostanza, in coscienze spinte da NECESSITA’ prima e INTENTO poi che si manifesta attraverso la necessità d’espansione nelle stesse.

Per dirla alla Bergson un’attività “creatrice” di Coscienza e Consapevolezza continua dove la vita altro non è che azione continua di creazione e arricchimento della Coscienza sia come quantità che come qualità.

Questo è il motivo per cui l’analisi della Teogonia non può rispettare una sequenza temporale, ma esprime immagini fuori dal tempo, sempre presenti e sempre operative. Immagini che il poeta legge come vicende epiche e che l’Apprendista Stregone visualizza come i processi di adattamento della vita, dell’intera oggettività all’interno della quale la Coscienza si forma, si sviluppa e si trasforma. Il costruirsi e il perire delle opportunità attraverso le quali la l’Energia Vitale, GAIA, ricostruisce la propria consapevolezza costruendo le migliori condizioni possibili affinché la costruzione della consapevolezza continui ancora. Questa costruzione delle migliori condizioni affinché continui il proseguo dello sviluppo della costruzione della consapevolezza è ottenuto attraverso l’uso della volontà delle Coscienza di sé. Le sfide che costoro impongono alla vita. Le necessità di adattamento che mettono in atto. La costruzione delle migliori condizioni affinché gli DEI possano nascere avviene attraverso l’uso della volontà degli DEI esistenti e delle trasformazioni che mettono in atto.

C’è sempre un brodo primordiale dal quale emergere. Un brodo primordiale che bolle di forze e di tensioni quali espressione di tutti gli DEI TITANI che lo formano. In quel brodo prendono forma i percorsi di formazione di Coscienze di Sé, qualunque sia la loro natura, che iniziano un percorso verso il loro assoluto; il loro TERMINIUS! Fu un brodo primordiale quando GAIA e URANO STELLATO posero le basi affinché le Stelle prendessero Coscienza di Sé e intraprendessero il proprio cammino nell’infinito dei mutamenti; è un brodo primordiale la grande ERA nella quale gli Esseri della Natura sgomitano per costruire il loro cammino nell’infinito dei mutamenti; il loro TERMINIUS! Un brodo primordiale di TITANI dal quale le Coscienze di Sé emergono per diventare TITANI esse stesse!

Anche se ho iniziato a lavorare sulla Teogonia pensandola come un percorso lineare che andava dal nero EREBO al trionfo di ZEUS in realtà non è così. Il nero EREBO e l’ampio TARTARO persistono mentre TIFONE affronta ZEUS per spodestarlo in contemporanea a PROMETEO che inganna ZEUS sulla qualità dell’olocausto nel sacrificio, esattamente quando ARTEMIDE sorge dalle acque e REA offre a CRONOS una pietra mentre EROS si manifesta.

Tutto avviene in contemporanea. Gli DEI sono tutti presenti: ognuno avrà doni e lignaggio. ZEUS a tutti apre le porte dell’Olimpo affinché nessuno sia escluso. L’Olimpo ci circonda e così gli DEI. La loro opera si manifesta in un presente infinito nel quale manifestiamo la nostra azione. Esiste un tempo in cui TIFONE abbatterà ZEUS, ma non è ora. Non in questo presente. Questo presente manifesta gli DEI in cui TIFONE viene imbrigliato sotto il vulcano. Questo presente manifesta AFRODITE che sorge dalle acque. Questo presente manifesta i figli di CRONOS. Questo presente manifesta questi percorsi di formazione della Coscienza di Sé e della Consapevolezza di questi DEI.

Anche se mi sforzerò di dare una sequenza all’interpretazione della Teogonia, in realtà questo non sarà possibile perché nelle visioni il tempo, quale misura delle trasformazioni, come noi lo concepiamo non esiste (anche se esistono le trasformazioni ma relative a parametri diversi).

appunto del 03.04.2000



LA LETTURA ALLEGORICA DI ESIODO


So perfettamente che ESIODO viene letto dalla filosofia in modo allegorico. Ad esempio viene elencata la prima trinità composta da GAIA, URANO e EROS. Dove GAIA viene interpretata come la materia, URANO il cielo ed EROS l’attività della materia che riproduce sé stessa. Oppure vengono letti in maniera allegorica i figli di NOTTE.

Dice Schopenhauer: “I greci primitivi [...] non riuscivano ad esprimere i loro pensieri se non sotto forma di immagini e di metafore.”

Sicuramente un bel passo avanti rispetto a Martino di Braga che intorno al 573 farneticava: “Allora il diavolo o i suoi ministri, i demoni, che furono cacciati dal cielo, vedendo che gli uomini ignari, abbandonato il loro creatore, andavano errando dietro le creature, cominciarono a manifestarsi a costoro in forme diverse e a parlare con loro e ad esigere che questi offrissero loro sacrifici sugli alti monti e nel folto delle selve, e adorassero loro al posto di dio, dandosi nomi di uomini scellerati, che trascorsero la vita in ogni sorta di crimini e di scelleratezze. E così uno affermò di essere GIOVE, mago e incestuoso in si gravi adulteri da prendersi in moglie sua sorella, che fu chiamata GIUNONE e arrivare a corrompere le sue figlie MINERVA e VENERE e anche a violare turpemente i nipoti e tutta la parentela. Un altro demone si chiamò MARTE che fu istigatore di liti e di discordie. Un altro poi volle chiamarsi MERCURIO, che fu l’astuto artefice di ogni ruberia e di frode; a costui, quale dio del guadagno, gli uomini pieni di cupidigia, nel passare dai crocicchi, offrono in sacrificio mucchi di pietre gettandovi sassi. Un altro demone prese il nome di SATURNO, che avvezzo ad ogni crudeltà, divorava perfino i suoi figli appena nati. Un altro ancora inventò di essere VENERE, che fu una meretrice. Essa ha fatto la prostituta non solo con molti amanti, ma anche con suo padre GIOVE e col suo fratello MARTE.”

Dice Schopenhauer: Così, per esempio, siamo di fronte ad un’allegoria morale quando Esiodo elenca i figli della NOTTE, e subito dopo i figli di ERIS (DISCORDIA) che sono FATICA DANNO (in realtà si tratta di OBLIO), FAME, DOLORE, LOTTA, OMICIDIO, LITE, MENZOGNA, INGIUSTIZIA, SVENTURA e GIURAMENTO; mentre è un’allegoria fisica la sua rappresentazione personificata della NOTTE e del GIORNO, del SONNO e della MORTE.”

E’ un giudizio monoteista. E’ il giudizio di chi non ritiene che quelle immagini siano tali da risultare DEI, né che gli estensori di quelle immagini sviluppino delle idee diverse da quelle che vengono rappresentate dal monoteismo. Per Schopenhauer l’Essere Umano è creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e dunque quanto gli antichi descrivevano erano cose sì culturalmente diverse da quelle descritte dalla società monoteista, ma erano sempre gli stessi uomini. Avevano lo stesso percepire, lo stesso vedere e lo stesso sentire.

Questo è l’errore fondamentale.

La descrizione del mondo è sì fatta culturalmente, ma la cultura nella quale gli Esseri Umani nascono, crescono e alla quale vengono addestrati condiziona la loro descrizione della percezione del mondo. Il mondo che li circonda non viene mai descritto in sé e per sé, ma la descrizione è relativa alla sottomissione culturale ricevuta e al suo fagocitare. Cioè alla quantità di condizionamento culturale che l’individuo fa proprio trasferendola nella propria struttura fisica, psichica ed emozionale e attraverso questa manipolazione la ripropone nel mondo che lo circonda.

Il significato di una parola, di un termine, è attribuito per quanto oggi quel termine significa. Anche nella ricerca etimologica dei termini questa non si discosta dall’assonanza col significato che quel termine assume nella situazione culturale attuale. Il termine DIANA deriva da una radice antica di luce e sta a significare la luce che assume la Coscienza di Sé: il DIO! La ricerca storica dell’evoluzione del significato ci riporta a questo, ma la cultura in cui viviamo è assolutamente separata dalla cultura degli Esseri Umani che svilupparono quel significato. C’è un anello di congiunzione ed è l’origine del significato di DIANA, ma non c’è la cultura nella quale quel significato è venuto germinando. Manchiamo dell’oggettività culturale in cui quel significato si è formato. Manchiamo, pertanto, del significato intimo che assumeva per gli Esseri Umani che quel nome hanno coniato.

Da qui il diritto di Schopenhauer di affermare che quanto viene espresso da Esiodo altro non sono che allegorie. E’ un diritto che gli si riconosce in quanto monoteista. In quanto incapace di uscire dal mondo della ragione e afferrare significati diversi da quelli che la struttura educazionale gli impone. Scartati i significati di demoni che combattono il dio padrone dei cristiani, rimane l’allegoria! Questo non inficia il potere del dio padrone che può continuare a guardare dall’alto in basso gli DEI descritti in Esiodo. Tanto, sono solo delle allegorie; non sono reali.

La questione è diversa dal punto di vista PAGANO.

Si tratta di rivendicare il punto di vista Pagano attraverso il quale guardare il mondo. Il punto di vista della Stregoneria che, forzando i limiti imposti dalla ragione specifica di ogni cultura, chiede una propria autonomia per spaziare in ogni mondo della percezione senza per questo essere rinchiusa in un manicomio soltanto perché grida che il re è nudo.

A differenza di Martino di Braga o di Schopenhauer il Paganesimo non rivendica il diritto alla credenza. Il Paganesimo non indica un qualcosa a cui credere, ma un percorso di dilatazione soggettiva dell’individuo, un percorso di libertà dalla costrizione della ragione per giungere nei mondi della percezione. Dai mondi della percezione il Pagano riporta quanto incontra. Solo che non riporta quanto incontra al fine di distruggere la ragione e le relazioni sociali che la ragione ha costruito per quanto aberranti queste siano, ma riporta nella ragione quanto e nella forma che la ragione può ritenere comprensibile ed accettabile.

Dal momento che è comprensibile ed accettabile può essere interpretato anche da gente come Martino di Braga o da Schopenhauer.

Chi subisce l’interpretazione deve chiedersi: cosa questo comporta? Per i contadini, cui si rivolgeva Martino di Braga, la schiavitù; ne sapevano qualche cosa in val Rendena. Per l’interpretazione di Schopenhauer, sia un cammino per l’uscita dall’orrore cristiano, sia un tentativo del cristianesimo di rendere innocui gli DEI della Grecia antica.

Il Paganesimo deve rivendicare la propria indipendenza dal monoteismo nella relazione col mondo che ci circonda. Per indipendenza della relazione intendo dire che gli Esseri Umani Pagani sono diversi dagli Esseri Umani monoteisti.

Non solo per come si collocano davanti al mondo, ma per la diversa trasformazione subita nel collocarsi in maniera diversa davanti al mondo (c'è una parte dell'Essere Umano che si trasforma e si modifica a seconda delle scelte soggettive che compie nell'oggettività in cui vive. Si tratta di trasformazione fisica; trasformazione sinapsica e neuronale!).

La relazione fra soggettività ed oggettività modifica sia l’uno che l’altro e l’uno e l’altro, dopo la relazione, non sono più gli stessi del prima della relazione.

Gli Esseri Umani, e con essi ogni soggetto di diritto, deve essere uguale davanti alla legge. Nel Sistema Sociale deve essere soggetto agli stessi diritti e agli stessi doveri. Diritti e doveri che non devono aver privilegi per nessun soggetto. Detto questo, che risulta essere uno dei concetti acquisiti, almeno come enunciato, dalla rivoluzione francese ancora oggi viene ignorato e disatteso nella pratica quotidiana. Il concetto di uguaglianza giuridica e sociale viene sostituito col concetto di uguaglianza davanti al dio padrone il quale mantiene per sé i privilegi estendendoli ad una gerarchia che pretende di rappresentarlo. In base a quella gerarchia gli uomini sono uguali in quanto creati uguali dal dio padrone. Peccato che gli uomini siano il divenuto di condizioni diverse all’interno delle quali hanno dovuto adattarsi. Pertanto i singoli Esseri Umani sono intimamente diversi gli uni dagli altri e questa diversità è riconoscibile soltanto se è riconosciuta l'uguaglianza giuridica e sociale degli Esseri Umani (e con essa quella di ogni Essere Giuridico sia per quanto riguarda il “Barbone” che il dio padrone, almeno fintanto che ci saranno delle gerarchie religiose a giustificarne le imprese criminali!).

Cosa significa tutto questo.

Significa che le mie sfide nella vita quotidiana mi hanno trasformato. Mi hanno reso coraggioso negli infiniti mondi della percezione o almeno in quei mondi nei quali sono riuscito a giungere. A differenza di chi si è messo (o è stato costretto senza avere forza e opportunità di sottrarsi) in ginocchio davanti al dio padrone è pavido e timoroso davanti allo sconosciuto. Costui, anziché rimboccarsi le maniche davanti allo sconosciuto supplicherà l’intervento del dio padrone. Quando io mi rimbocco le maniche pretenderà di impossessarsi del prodotto del mio lavoro e quando io manifesterò elementi dello sconosciuto che ho incontrato tenterà di accendere i roghi per poter nascondere la sconfitta della sua vita.

Cosa significa questo?

In percezione alterata io vedo l’Energia Vitale Stagnata di color blu-nero. Dove incontro quel tipo di colore ricevo delle sensazioni di orrore, di distruzione, di rattrappimento, di implosione. Il nero della Notte della disperazione. Dove non esiste la luce del “Che Fare!” e l’individuo si sente sperso, smarrito e inghiottito nel nulla del divenire. Lo riconosco: è una visione soggettiva! Il risultato del mio divenuto! Quando incontro questo tipo di nero, fra gli Esseri della mia specie, scorgo: DISCORDIA, intesa come sopraffazione; FATICA, intesa come PENE DOLENTI, difficoltà ad affrontare la quotidianità; OBLIO, quanto dolore deve affrontare nel presente chi dimentica il passato; FAME intesa come impossibilità a soddisfare i propri bisogni; DOLORI intesi come costrizioni sia fisiche che psichiche; LOTTE e BATTAGLIE per la sopraffazione di chi non si può difendere; DELITTI e OMICIDI come prevaricazione sociale; DISCORSI e AMBIGUI DISCORSI, intesi come l’apparenza recitata per ingannare le aspettative di chi non è in grado di discriminare; ANARCHIA, intesa come impossibilità degli individui di organizzare la propria vita; SCIAGURA intesa come distruzione della vita degli individui. Ed è il lato nero dei figli di NOTTE che NOTTE stessa ignorava fino all’avvento del monoteismo.

Questo io lo colgo, in misura diversa, quale espressione di quanto suscita in me orrore quando in percezione alterata colgo l’onda blu-nera. Tutti questi DEI sono fenomeni che si manifestano nella vita degli Esseri Umani. La fonte, la NINFA dalla quale traggono origine è quell’onda blu-nera che entrando nel cuore degli Esseri Umani manifesta quell’aspetto di quegli DEI quali fenomeni sociali. Fenomeni attraverso i quali si costruiscono le relazioni sociali. La fonte d’origine è quell’onda blu-nera che viene combattuta dalle armate di ARLECCHINO nei mondi della percezione. D’altro canto, se le lotte per la giustizia sociale riescono nel loro intento, questo aspetto, di questi DEI sarà privato del loro cibo: delle manifestazioni che lo alimenta!

Per distruggere il lato nero e perverso della sottomissione espresso da PENA DOLENTE, OBLIO, FAME, DOLORI, LOTTE, BATTAGLIE, DELITTI, OMICIDI, ANARCHIA, SCIAGURA, DISCORDIA e INGANNI è necessario prosciugare la fonte del blu-nero calato nel cuore degli Esseri Umani. Nello stesso tempo se la manifestazione di questi fenomeni recede nell’ambito sociale anche l’onda blu-nera calata nel cuore degli Esseri Umani recede.

Solo che l’onda blu-nera non è priva di volontà e determinazione. Ella possiede nous. Possiede determinazione, pensiero, intenzione, scopo e progetto esattamente come i fenomeni che produce che, proprio perché hanno nous, sono DEI.

Quel blu-nero è la notte della Conoscenza e della Consapevolezza. Non è NOTTE, la luce in cui agisce il cacciatore d’agguato. Non è NOTTE in cui SELENE risplende per donare Consapevolezza. Non è NOTTE che genera GIORNO che genera NOTTE. E non è neppure NOTTE che con i suoi figli tende agguati ai cacciatori di conoscenza e consapevolezza al fine di rendere più funzionali e produttive le loro sfide.

E’ un’altra NOTTE: è notte nera in cui la disperazione agisce da padrona; è notte nera dalla quale i cristiani prelevano la croce da imporre agli Esseri Umani.

Questo aspetto degli DEI, figli di NOTTE, ha una rappresentazione nel reale quotidiano, agiscono sul sentire e sull’intuire dell’Essere Umano rinchiudendolo all’interno di un’ossessione che governa le loro azioni. Si possono combattere, sia come fenomeni che si manifestano negli Esseri Umani, sia come consapevolezza che tenta di espandersi negli Esseri Umani alimentandosi dalle loro azioni.

Per un cristiano, come Schopenhauer, è solo descrizione allegorica; per chi altera la percezione sono soggetti consapevoli di sé che manifestano intelligenza e determinazione.

Se si combatteranno questi DEI come se siano soltanto dei fenomeni essi possono essere sconfitti in una rappresentazione, ma continueranno a presentarsi sotto altre spoglie o in altre situazioni. Può essere svelato un aspetto del lato nero di INGANNO ed eliminato, ma il lato nero di INGANNO si ripresenterà sussurrando nell’orecchio di altri Esseri Umani che esercitandolo come DIO riusciranno ad avere dei vantaggi. Finché non si elimina il vantaggio di vivere ingannando, INGANNO avrà sempre casa fra gli Esseri Umani.

E’ come per l’aspetto nero di PENA DOLENTE! La sua manifestazione peggiore in questi ultimi duemila anni è il cristianesimo! Qualche aspetto di PENA DOLENTE espressa dal cristianesimo è stato limitato, ma PENA DOLENTE è sempre riproposta dal cristianesimo che nell’allevare e alimentare l’aspetto nero di PENA DOLENTE, attraverso l’esposizione della croce, ne ha fatto il fine della sua esistenza.

Così gli Esseri Umani devono costringere i loro figli a soggiacere all’aspetto nero di PENA DOLENTE perché il loro dio padrone li ama mentre li distrugge!

Posso concordare con una nota dell’autore (Schopenhauer) a proposito della sua confutazione del Panteismo dove dice: “Se intendete spiegare il mondo non servono né panteismo né mitologia ebraica: cominciate ad osservarlo.” E’ da concordare perfettamente salvo disquisire su come la nostra autodisciplina, il nostro Intento e la nostra emotività ha costruito i nostri occhi attraverso i quali guardiamo il mondo. Gli occhi di un cristiano non sono uguali agli occhi di un Pagano (né tutti gli occhi dei Pagani sono uguali fra di loro: ma questo essi lo sanno!). Nel mondo della Natura il cristiano troverà la creazione che il suo dio gli ha donato perché lui l’assoggetti: “Prolificate, moltiplicatevi e riempite il mondo, assoggettatelo e dominate sopra i pesci del mare e su tutti gli uccelli del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sopra la terra!” Genesi 1-28; nel mondo della Natura il Pagano troverà un universo di DEI sia forma, tensioni e fenomeni nei quali si immergerà riconoscendoli uguali a lui. Quando altererà la Natura il cristiano lo farà da padrone; quando altererà la Natura il Pagano lo farà per necessità!

Gli occhi che guardano sono diversi; i fenomeni che si manifestano sono recepiti in maniera diversa; le tensioni della vita vissute con un diverso spirito e un diverso Intento.

Gli Esseri Umani devono essere socialmente uguali, ma il loro divenuto li rende diversi.

Un Pagano si attrezza per affrontare lo sconosciuto divino; il cristiano si mette in ginocchio e supplica.

Un Pagano può fallire; un cristiano è un fallito!

Per questo motivo un cristiano non è in grado di cogliere quanto coglie un Pagano. Quanto afferma un cristiano è pura follia illusoria che contribuisce a disarmarlo davanti alla vita inducendolo a pregare.

AD OGNI PAGANO I SUOI DEI!

MARGHERA 22.05.2000



TEOGONIA


All’inizio fu CAOS!

CAOS inteso come ente indescrivibile da parte della ragione. Uno spazio in movimento. Un movimento che per la ragione diventa incomprensibile dal momento che, per la ragione, solo gli enti si muovono all’interno dello spazio e lo spazio non è ente, ma contenente!

CAOS, per la ragione umana, non è Essere in Sé, ma è soggetto in sé che contiene Esseri in Sé che si muovono. Lo spazio, afferma la filosofia illuminista, non esiste se non nella misura in cui gli enti lo occupano. Lo spazio non esiste in sé, non appare alla visione se non quando il veggente lo occupa.

Eppure è da questa idea che prende forma la Teogonia Esiodea in quanto gli dèi altro non sono che trasformazioni della materia all’interno di questo vuoto. Dall’idea primordiale dello spazio vuoto ha lo sviluppo delle idee dello spazio in cui gli dèi agiscono riempiendo quello spazio di cui gli dèi sono oggetti propri di quello spazio in quanto, in quello spazio, si dilatano.

La modernità o l’attualità di quel pensiero appare oggi dopo che nel 1789 si è concluso il primo processo di trasformazione della Stregoneria per l’uscita dall’orrore cristiano. Fino a soli un centinaio d’anni or sono quest’idea era assurda ed illogica in quanto la logicità di ogni pensiero era dato dall’esistenza di un dio apriori quale creatore, ordinatore e determinatore di ogni esistente. Oggi si può affrontare un’idea antica di cinquemila anni come un’idea attuale in quanto si è usciti dall’orrore delle concezioni imposte dal cristianesimo e che rappresentano, all’interno dell’intera storia umana, un grande buco nero oscuro riempito dall’angoscia dello schiavismo intellettuale al quale i cristiani hanno costretto per duemila anni gli Esseri Umani.

Lo spazio in quanto ente in sé non è concepibile dal punto di vista della ragione in quanto questa pone al centro del suo pensiero sé stessa e quanto proietta sull’oggettività. Lo spazio non ha Coscienza di Sé, ma è oggettività nella quale si sviluppano le Coscienze di Sé. Lo spazio diventa oggettività che permette lo sviluppo di ogni soggettività. Se lo spazio, come è e come la nostra ragione lo descrive, non esistesse, non esisterebbero le condizioni nelle quali si sono articolati gli elementi che ci hanno portato ad essere ciò che siamo.

Davanti allo spazio silenzioso e inconcepibile della ragione il veggente è silenzioso; la ragione sconvolta e l’intuire magico sgomento. Un libro scolastico cita un poema Babilonese: “quando di sopra non era nominato il cielo, la terraferma di sotto non aveva nome, nulla era se non l’abisso.”

L’Erebo! Il nero assoluto che tinge lo spazio senza luce e nel quale gli occhi del veggente si perdono. Lo spazio della ragione è il nero assoluto; lo spazio degli infiniti mondi della percezione è un nero assoluto. La ragione ritaglia la propria descrizione all’interno dell’universale esistente. In quell’universale esistente esiste soltanto il nero Erebo e di nero Erebo è quanto alla ragione appare!

Il generare è il concetto Esiodeo della trasformazione, il germinare, che diventa Coscienza di Sé. Gli dèi vengono generati! Gli dèi determinano la loro esistenza! Quando gli dèi non determinano la loro esistenza vengono divorati: cessano le loro trasformazioni e il loro divenire nell’eternità dei mutamenti. Si tratta di dèi immortali. Di forze che partecipano non solo alla costruzione di Sé stessi nell’infinito dei mutamenti, ma si tratta di forze che partecipano all’intreccio universale della vita. Quando queste forze, per la loro capacità di trarre la loro volontà da sé stesse, o per l’intervento di una qualche forma di forza oggettiva che spezza le catene, la prigione o il vaso che le ingabbia, prorompono alimentando della loro forza quanto è simile a loro e che può favorire il loro divenire nell’eternità favorendolo.

Il generare deve essere inteso in termini esoterici. Da una Coscienza di Sé che determina sé stessa prendono forma e movimento nuove Coscienze di Sé che determinano loro stesse. Il generare non necessariamente è il prodotto della volontà nell’atto del generante, ma è soprattutto attività collaterale dell’esercizio della volontà del generante finalizzata al raggiungimento di obiettivi diversi dal generare. Il generante esercita la sua volontà nella determinazione della propria esistenza. Il suo fine è esistere. E’ la sua esistenza che determina il generare. Il generare è dato dalla presenza di un’oggettività che permette la generazione e che accoglie il generato; da una sostanza che da inconscia si trasforma in Coscienza di Sé; da forze, situazioni o Consapevolezze che spinte dalla propria necessità costruiscono le condizioni affinché Coscienze di Sé vengano in atto. In altre parole è Necessità, propria dell’oggetto che si trasforma da inconscio a cosciente e della situazione oggettiva costruita da enti che determinando sé stessi permettono alla Necessità del soggetto di cogliere la propria occasione attraverso la quale divenire nell’eternità dei mutamenti. Necessità è presente nell’oggetto che si trasforma al di là che questo sia Cosciente di Sé o meno. La generazione del soggetto altro non è che appropriazione del soggetto di Necessità che porta alla sua trasformazione attraverso la sua volontà. L’atto di appropriazione di Necessità soggettiva ad opera di Volontà, mentre determina il passaggio dall’inconsapevole al consapevole, dall’altro permette alla volontà del soggetto di indicare l’Intento delle sue trasformazioni.

Generare significa nascere! Significa passare dall’inconsapevolezza della struttura cui si è parte alla consapevolezza della stessa attraverso la determinazione della direzione delle trasformazioni soggettive relative all’oggettività nella quale e dalla quale si è generati.

Uno dei problemi che oggi, dopo duemila anni di orrore cristiano, dobbiamo risolvere per comprendere le trasformazioni dell’universo e delle specie della Natura nel suo insieme è la questione del generare. Partendo dalle considerazioni culturali si è costruita, nel linguaggio comune e nei concetti apriori del pensiero, una struttura logica secondo la quale qualcuno o qualche cosa genera. Dove per generare è considerata la volontarietà dell’atto relativo alla generazione. L’atto del generare non è dato dall’esistenza di una oggettività che ha in sé i caratteri attraverso i quali qualche cosa diventa cosciente e consapevole di sé, ma è atto di volontà e determinazione del generante nello specifico generare.

Nel Paganesimo la questione è diversa. Il generato si genera da sé, mentre il generante costruisce le condizioni nelle quali il generato appropriandosi di Necessità attraverso Volontà determina, nell’oggettività in cui si esprime, la propria esistenza. L’accento va spostato dal generante al generato. Dove la centralità non è data dal generante, ma dal generato. Il generato è quella concentrazione di Energia Vitale che incontra delle condizioni attraverso le quali passa dalle condizioni inconsapevoli a quelle di consapevolezza di sé. Il generante si limita ad espandere sé stesso nell’oggettività, a costruire le condizioni per sviluppare il proprio sapere e la propria conoscenza rispondendo agli impulsi di Necessità di cui si è appropriato attraverso la propria volontà. Vivere è l’imperativo del generante, non generare! Il generare è parte del fare e della necessità di espansione del generante, ma non è l’intento primario del generante. Il generante può generare perché si è espanso nell’oggettività scegliendo le condizioni migliori per continuare ad esistere e quelle condizioni, nel caso degli Esseri della Natura, implicano il generare come bisogni sviluppatisi dagli adattamenti soggettivi alle variabili oggettive delle singole specie.

Il generato nasce da sé stesso!

Le forze che portano il generato al riconoscimento della separazione del proprio essere dall’oggettività circostante è interna al nuovo nato, qualunque sia la specie cui appartiene. Sia esso un Essere della Natura o una concentrazione galattica Cosciente di Sé.

Il cristianesimo non riconosce la centralità della nascita in quanto demanda la responsabilità della nascita al dio padrone come estensione del concetto culturale e sociale dei genitori. I genitori come padroni dei figli in quanto loro generatori; gli Esseri Umani schiavi del dio padrone in quanto prodotto della sua creazione. E’ nel cristianesimo il concetto centrale del “padre che genera il figlio!” mentre crea ex nihilo quanto esiste e rivendica il possesso dell’esistente in quanto da lui creato. Nel far questo il cristianesimo priva l’esistente delle forze della sua germinazione. Priva l’esistente della determinazione soggettiva nell’espandersi nell’oggettività in cui la germinazione avviene.

Riconoscere la centralità del generato rispetto all’oggettività in cui viene generato, al di là che questo sia il nero Erebo o la pancia della madre degli Esseri della Natura o, sempre in questi, l’uovo deposto, è importante per riconoscere nelle Coscienze di Sé esistenti il loro essere dèi individuandone la manifestazione divina nella volontà di espansione nel loro circostante.

Dove diventa importante questa disquisizione? Innanzi tutto per comprendere la teogonia. Gli Esseri si generano al di là della volontà del generante nel farlo. Gli Esseri, una volta generati, non hanno doveri nei confronti del generante, ma, colta l’occasione della loro esistenza devono obbedire a Necessità che li spinge ad espandersi nell’esistenza. La generazione degli Esseri non avviene necessariamente seguendo le regole che gli Esseri Umani immaginavano proiettandole nel fare di atri Esseri. La generazione avviene al di là della consapevolezza e dell’intento dell’Essere che genera. La generazione di una Coscienza di Sé è l’intento proprio dell’Energia Vitale che si trasforma da inconscia in coscienza qualora incontra le condizioni opportune. Infine, dal punto di vista sociale sposta l’attenzione della centralità sociale dal generante al generato come patrimonio del Sistema stesso e fondazione del proprio futuro. Inoltre, le azioni di ogni Essere sono azioni divine perché, al di là dell’Intento con cui l’Essere le riveste, sono generatrici di tensioni che a loro volta generano Coscienze di Sé che tentano di diventare eterne nell’infinito dei mutamenti.

Questo sistema di trasformazione è proprio della teogonia esiodea. Ed è un sistema proprio del percepire e del sentire degli Esseri Umani.



GAIA (o GEA)


L’uovo giallo in campo nero!


“Da Caos nacquero Erebo e nera Notte.

Da notte provennero Etere e Giorno

che lei concepì a Erebo unita in amore.”


Davanti a questo CAOS la ragione si smarrisce, davanti a questo CAOS la percezione scompare.

Caos è il nero Erebo; la ragione e la percezione degli Esseri percepiscono Caos come erebo nero. In Esso nulla esiste che possa essere distinto dalla ragione o dalla percezione.

Solo GAIA è nel nero Erebo!

Solo GAIA è sospesa nel nulla che sconvolge la ragione e la percezione. GAIA è l’oggettività e la soggettività dell’Erebo.

GAIA, nella teogonia Esiodea, deve essere intesa in due modi. E’ l’ESSERE che procedere nel nonESSERE generando Giorno ed Etere travolgendo quanto era nell’Erebo. Ed è l’Essere Terra che procede nell’infinito costruendo i propri adattamenti. Dunque, GAIA dissolve la sua Coscienza di Sé travolgendo il profondo Erebo e ponendo le condizioni dalle quali si generano l’Energia Vitale (ETERE) e la Luce (GIORNO).

Perché unita in amore? Perché Necessità travolge GAIA che esplode in un vortice riempiendo l’Erebo muto e silente. Il grande atto d’amore dell’Universo per sé stesso! Il grande atto d’amore della Coscienza di Sé per sé stessa che attraverso quell’atto rigenera la propria esistenza e la propria Coscienza di Sé.

“Gaia dall’ampio petto!” GAIA sostanza dell’esistente! GAIA materia attraverso la quale si forma ogni Coscienza di Sé nell’esistente! GAIA, sostanza, ma non Coscienza! “Gaia sede sicura per sempre di tutti gli immortali che tengono la vetta nevosa d’Olimpo, e Tartaro nebbioso nei recessi della Terra dalle ampie strade. GAIA generatrice di quanto noi consideriamo esista che esplodendo nell’inconoscibile CAOS genera lo sconosciuto. Dall’inconoscibile Erebo alla sconosciuta Notte; dall’inconcepibile vuoto del nulla al riposo e al silenzio della ragione!

Così GAIA riempì l’Erebo generando l’immenso Etere che riempiendo di rumore Notte apparve alla ragione come Giorno! Notte silente, in cui le forze della vita si muovono rincorrendo vortici di Etere. Accendendo col rumore della propria esistenza la luce della Coscienza!

Giorno nell’Erebo!

Erebo di GAIA!

Così tace l’immensa GAIA, per generare, nell’Erebo, ha rinunciato ad esistere per poter rinascere spinta da EROS: l’onnipresente!

Ora guardiamo GAIA, apparenza ed immagine di GAIA che fu, generatrice ed immagine di GAIA che sarà!


EROS - INTENTO


GAIA è la sede, la materia, l’essenza, l’arché senza il quale la vita non è possibile, la Coscienza non è possibile, gli dèi non sono possibili, i mortali dell’Essere Natura non sono possibili né è possibile il loro trasformarsi in dèi eterni.

GAIA è essenza di ogni esistente: la sua NECESSITA’!

EROS è la direzione di sviluppo di ogni esistente: il suo INTENTO!

NECESSITA’ e INTENTO sono il PADRE di ogni Coscienza di Sé. Senza NECESSITA’ e INTENTO le Coscienze di Sé non hanno sostanza, né direzione d’esistenza, né ragione su cui fondarsi.

EROS è la forza presente in ogni manifestazione. Sia essa pura NECESSITA’, sia appropriata dalla Coscienza di Sé attraverso la VOLONTA’! La capacità della Coscienza di Sé di farsi dio dilatando sé stessa nell’infinito dei mutamenti.

EROS è forza della dilatazione soggettiva! EROS è manifestazione di ogni soggettività mentre si manifesta! EROS è dilatazione, espansione, penetrazione di quanto fu GAIA in e di ogni esistente nel tentativo di riportare a GAIA! EROS è memoria della ricostruzione della Coscienza di Sé GAIA quando GAIA, rinunciando alle determinazioni della propria Coscienza di Sé, si distrugge per rigerminare sé stessa.

GAIA ha distrutto la propria Coscienza di Sé: chi riconduce al riformarsi di quella Coscienza di Sé? EROS, manifestazione di ogni esistente! EROS, direzione di ogni trasformazione! EROS, atto attraverso il quale la Coscienza di Sé si appropria e compenetra NECESSITA’ che la manifestò attraverso VOLONTA’. VOLONTA’: atto d’amore con cui la Coscienza di Sé si appropria di NECESSITA’, manifestazione di GAIA di ogni singola Coscienza di Sé! VOLONTA’ atto d’amore con cui la Coscienza di Sé si espande in quanto fu GAIA; manifestazione di EROS nella rinascita di GAIA!

“EROS, il più bello fra gli immortali!”

EROS si manifesta nella specie umana attraverso le relazioni sessuali. Senza le relazioni sessuali non c’è dilatazione della specie umana: solo la sua morte!

Le limitazioni, le costrizioni, i limiti alle relazioni sessuali uccidono lentamente gli Esseri Umani sia come individui che come specie. La limitazione di EROS nelle specie e nelle Coscienze di Sé uccide il loro divenire magico nell’eternità dei mutamenti. Si mettono in ginocchio gli Esseri Umani quando si uccide EROS dentro il loro cuore; si mantiene il controllo e la sottomissione degli Esseri Umani quando si sono messe le feroci briglie ad EROS che spinge per esprimersi ma deve strisciare sottoposto a regole e condizioni.

Come negli Esseri Umani così NECESSITA’ si esprime attraverso EROS in ogni Essere, in ogni Coscienza di Sé, in ogni cammino di sviluppo dell’esistente.

EROS, il più bello fra gli immortali è la spinta verso la trasformazione eterna che in ogni Essere e in ogni Coscienza di Sé impone il bisogno della relazione finalizzata alla trasformazione nell’infinito dilatando la Coscienza di Sé nell’oggettività in cui si è formata.

EROS è essenza di ogni esistente, la sua rappresentazione, il fine delle sue azioni!

Non esiste offesa alla vita che non sia un’offesa ad EROS!

EROS è l’anima di GAIA, ma sua ricostruzione!

La prima ricostruzione di GAIA che appare agli occhi del veggente umano è il CIELO STELLATO!

La prima Coscienza di Sé che il veggente Umano incontra oppure, se preferite, l’ultima, prima dell’immenso silenzio, è il CIELO STELLATO!

Il cielo stellato appare al veggente come Coscienza di Sé unica, con una forma e un nome, con apparizioni e caratteristiche proprie dell’Intento che egli percepisce: il suo essere EROS.

“Eros, il più bello fra gli immortali,

che rompe le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini

doma nel petto il cuore e il saggio consiglio!”

Eros rompe le membra. Eros rompe la forma della rappresentazione della Coscienza di Sé. Eros proietta ogni Coscienza di Sé oltre la forma nella quale si costruisce. La proietta oltre i mutamenti domando la veemenza del sentire che spinge il cuore a fare della forma in cui si esiste l’unica forma in cui concepire l’esistenza.

Eros rompe le membra della ragione, la sua fissità per spingere l’Essere a spostare lo sguardo nello sconosciuto che lo circonda. Il saggio consiglio che spezza la gabbia di ogni presente che vorrebbe racchiudere in sé il divenuto di ogni Coscienza di Sé. Ogni gabbia che vuole bloccare lo sviluppo del Potere di Essere di ogni Coscienza di Sé nell’universo! Il saggio consiglio di Eros che negli Esseri diventa tensione e Necessità espressa nei fini delle loro azioni per la costruzione del loro futuro.

Eros, il seme dell’universo dalla cui forza GAIA rigenera sé stessa!

Il cielo stellato appare al veggente come un corpo che davanti a lui esprime la sua Coscienza di Sé umana per presentargli i suoi bisogni in relazione all’esistenza dell’Essere Umano!

Il cielo stellato appare, attraverso la sua VOLONTA’ e l’esercizio delle sue DETERMINAZIONI in relazione alla percezione del veggente umano, all’esercizio della sua VOLONTA’ e del suo EROS:


URANO


Urano emerge dalla dissoluzione di GAIA.

La Coscienza di Sé GAIA cessa e nel silenzioso

Erebo appare Notte.


Dalla Notte emerge Giorno quale manifestazione di URANO!

URANO è il giorno emergente dall’Erebo quale manifestazione della dissoluzione della Coscienza di Sé GAIA. GAIA esiste come sostanza. Le Coscienze sono URANO, la sostanza è Etere.

URANO stellato!

Le stelle diventano Coscienti di Sé e formano gli ammassi stellari che si trasformano, si adattano e divengono!

URANO stellato è la prima manifestazione della germinazione della nuova Coscienza di Sé GAIA.

URANO stellato nella Teogonia sta ad indicare le costellazioni che prendono Coscienza di Sé. Per estensione, ogni pianeta che prende Coscienza di Sé. Qualunque corpo celeste che prende Coscienza di Sé stesso e, attraverso Volontà, sviluppa sé stesso soddisfacendo il bisogno di EROS.

Così URANO sta ad indicare la volta delle stelle che praticano la loro consapevolezza ed il loro sviluppo; così GAIA sta ad indicare la Coscienza di Sé dell’Essere terra che pratica la propria consapevolezza. GAIA non è la terra né URANO è la singola stella!

GAIA è NECESSITA’ e URANO il cielo stellato: chi guarda sono gli occhi degli Esseri Umani che, sviluppato il dio che cresce dentro di loro, volgono lo sguardo al tempo che fu e colgono le trasformazioni che li portarono ad essere ciò che sono!

L’Essere Terra si trasforma; ciò che muta è ciò che viene generato!

Ciò che viene generato costruisce le condizioni per nuovi mutamenti: per nuove generazioni!

L’Essere Terra è parte di URANO: è parte del cielo stellato!

GAIA e URANO sono uno nelle trasformazioni dell’Essere Terra!

Come URANO è composto dagli infiniti mondi delle Galassie; così l’Essere Terra non sviluppa solo la sua Coscienza come Essere in Sé, ma sviluppa la sua Coscienza di Sé anche come risultato dello sviluppo della Coscienza di Sé di molte sue parti e di generazioni sviluppatesi nei suoi mutamenti.

GAIA è sostanza dell’Essere Terra; URANO è l’insieme universale di Coscienze di sé planetarie, stellari e galattiche che, seguendo la propria sequenza di mutamenti, tendono a costruire la loro Coscienza di Sé proiettandola nell’infinito dei mutamenti.

GAIA può essere usata per indicare l’Essere Terra perché quando abbassiamo lo sguardo l’Essere Terra sta all’Essere Natura come URANO stellato sta alla GAIA che fu!

La germinazione delle Coscienze di Sé nel Cielo Stellato è uguale alla germinazione delle Coscienze di Sé nell’Essere Natura.

GAIA è sostanza di queste e quelle!

GAIA è sostanza di quanto da incosciente diventa cosciente. E’ la sostanza sulla quale si innesta la consapevolezza dei soggetti.

URANO è il grande crogiolo delle Coscienze di Sé planetarie, il cielo stellato, che acquistando Coscienza di Sé alimentano i propri cammini di eternità.

GAIA costruisce altri Crogioli attraverso i quali l’Energia Vitale da inconscia diventa Cosciente di Sé. I due grandi Crogioli della vita sopra i singoli pianeti, le singole stelle, le grandi galassie.

I MONTI GRANDI “grato soggiorno alle dee ninfe” sede della nascita e formazione della Coscienza di Sé degli Esseri di sola Energia Vitale. Questo Crogiolo è figlio di GAIA. Nasce da Necessità di trasformare quanto è inconscio in cosciente. Quel Crogiolo funziona! Amalgama le Coscienze di Sé nate dalla terra e dallo sgorgare delle acque con le Coscienze di Sé di sola Energia Vitale. Fonde gli Intenti, l’EROS dell’espansione soggettiva, del piacere soggettivo. E’ un grato soggiorno in cui la conoscenza si sviluppa e una grande quantità di inconscio diventa cosciente iniziando un cammino nell’eternità dei mutamenti.

Da sé GAIA genera PONTO. PONTO, “il mare infecondo, di gonfiore furente, PONTO, senza amore gradito!” PONTO è il grande Crogiolo dell’Essere Natura. PONTO è il mare senza vita, senza Coscienze che si espandono al suo interno, ma gonfio e furioso nel suo andare e venire. Gonfio e furioso mentre rivendica davanti all’infinito del padre, la Necessità che lo generò ed EROS che ne determina necessità d’espansione, il diritto a generare vita che attraverso le sue trasformazioni generi Coscienza trasformando l’inconscio in conscio: Cosciente egli stesso esprimendo volontà nell’esercizio delle sue determinazioni.

Tre grandi Crogioli figli di GAIA.

Tre grandi Crogioli che forgeranno le Coscienze di Sé. Le Coscienze di Sé prenderanno in mano la responsabilità e la determinazione della loro esistenza rispondendo al travolgente EROS e ricostituiranno la Coscienza di Sé Universale.

GAIA sostanza delle trasformazioni.

GAIA madre dei Crogioli della vita.

GAIA sostanza della Coscienza di Sé i ciò che era e sostanza della Coscienza di Sé che sarà!

Attraverso GAIA sgorgano alla vita i suoi figli.

Attraverso GAIA i suoi figli alimentano Necessità e Intento nelle loro trasformazioni.

Esiodo ci parla di due linee di trasformazione divina.

GAIA che si unisce a PONTO e GAIA che si unisce ad URANO!

GAIA è sostanza, PONTO ed URANO i Crogioli. Essi sono il vaso della vita, il vaso della Pandora universale. In essi GAIA prende forma, tensione e determinazione. GAIA è il ferro della costruzione e i Crogioli sono le forge che ne modellano la forma proiettandola nell’infinito dei mutamenti.

Anche i Monti Grandi sono Crogioli nei quali nasce e si sviluppa la Coscienza di Sé di Esseri di sola Energia Vitale, ma quella linea di formazione della Coscienza di Sé è estranea agli Esseri Umani anche se le vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza si intrecciano. Inoltre, GAIA non si unisce con i MONTI GRANDI, ma quanto avviene nei MONTI GRANDI avviene in GAIA perché i MONTI GRANDI sono parte di ogni GAIA in quanto Essere Planetario, Essere STELLA; in altre parole, sono le individualità specifiche che si presentano all’Essere Umano come URANO, il cielo stellato!

Ogni URANO nell’universo si accoppia con GAIA e da ogni incontro fra ogni singolo URANO GAIA genera le forze della trasformazione e della vita. Su quanti URANO, PONTO si scaglia forte e duro sulle rocce di rive senza vita. Quanti PONTO sono grandi mari di ammoniaca o mercurio? Chi di noi può descriverlo? Quanti di noi, oggi, ora, lo possono immaginare? Su quanti Monti Grandi, in infiniti URANO, nei recessi dell’universo, nei loro recessi sono dimora delle Ninfe?

Noi volgiamo lo sguardo in basso. Nella trasformazione che portò ad essere ciò che noi siamo!

Ed URANO giacendo in amore con GAIA, facendo vibrare il nostro mondo, con EROS che spingeva presero forma i TITANI!

OCEANO, COIO, CRIO, GIAPETO, IPERIONE e CRONO.

Con essi furono le TITANIDI!

TEIA, REA, TEMI, MNEMOSINE, FOIBE e TETI.

URANO bloccava lo sviluppo della vita! Egli divorando i suoi figli li rendeva impossibilitati a far germogliare da sé stessi le Coscienze di Sé. URANO, giacendo con GAIA, costruiva le condizioni per lo sviluppo di altre forme di Coscienze di Sé, ma ne soffocava le possibilità impedendo loro di germinare nel seno di GAIA.

Prima di loro altre forme di Coscienza di Sé presero a pulsare i CICLOPI nel cielo: TUONO, FOLGORE e BALENO (BRONTE, STEROPE e ARGE). Insieme a loro nacquero i CENTIMANI o ECATONCHIRI: BRIAREO, COTTO e GIGE! Come i CICLOPI sono il respiro del cielo, così gli ECATONCHIRI sono il respiro del “nebbioso Tartaro!”.

Respira la vita nel cuore di GAIA. GAIA freme affinché la vita, spinta dal grande EROS, prenda il suo corso. Tutto è fermo! Tutto è immobile, mentre le trasformazioni anelano al movimento. EROS spinge le Coscienze in GAIA a sommare la propria Volontà a Necessità che le ha generate. Volontà non c’è nelle Coscienze di Sé nate da GAIA e URANO stellato! URANO ne soffoca le trasformazioni, ne annichilisce l’espressione: incute il terrore della sottomissione e dell’impotenza davanti all’immenso. Il loro respiro è silente nell’immenso. Così da GAIA emerge la falce della vita: VOLONTA’! GAIA la offre ai suoi figli affinché determinino loro stessi nell’infinito dei mutamenti riportando GAIA a ciò che fu in risposta al saggio consiglio di EROS.

“Presto, creata la specie del livido adamante,

fabbricò una gran falce e si rivolse ai suoi figli

e disse loro aggiungendo coraggio al loro coraggio...”

“Voi siete la vita, portatori di Coscienza e di Consapevolezza: prendetevi nelle vostre mani il vostro divenire, il vostro destino!”

Esiodo necessita di sottolineare l’ingiustizia di URANO. URANO, il malvagio, vuole impedire che i suoi figli adamantini affrontino l’eternità. GAIA sottolinea la malvagità di URANO. Così CRONO mentre afferma la falce della VOLONTA’ trasformandola in determinazione per la costruzione del suo futuro.

Quanto è malvagio URANO che impedisce ai suoi figli di costruire e determinare loro stessi. I figli sono figli fintanto che la determinazione soggettiva non li porta a diventare padroni della loro esistenza. I figli sono figli fintanto che non riconoscono il Potere di Essere che dentro di loro emerge per divenire nell’eternità dei mutamenti. I figli sono figli fintanto che non affrontano i loro genitori nel combattimento della vita distaccando da loro il loro divenire. Non è malvagio URANO, non è malvagio CRONO. Ognuno di loro costruisce loro stessi nell’armonia col mondo circostante.

E CRONO afferra VOLONTA’!

“Madre, sarò io, lo prometto, che compirò questa

opera, ché d’un padre esecrabile cura non ho,

sia pur mio, che per primo compì opere infami”

Quali opere infami compì URANO? Non permise ai suoi figli di esistere indipendentemente a sé stesso. Costrinse i suoi figli a modificarsi nel grembo di GAIA senza assaporare il respiro di LIBERTA’. Questo è il grande delitto di URANO dal quale i suoi figli vogliono ribellarsi. URANO imponeva sé stesso: il cielo stellato! Il cielo stellato come unica via alla trasformazione dell’inconsapevole in consapevole. GAIA è l’infinito in ogni specifico mondo del cielo stellato. E soffriva ogni GAIA nel vedere i suoi figli, la sua coperta, lo sviluppo della propria Coscienza di Sé e della propria Consapevolezza soffocata dal cielo stellato che imponeva il proprio esistere e le proprie trasformazioni.

Il mutamento riafferma sé stesso! Il diritto al proprio Potere di Essere nei confronti di URANO l’immenso stellato. Brandita VOLONTA’ costruita d GAIA riafferma LIBERTA’ nel costruire sé stesso. Così la lama forgiata da GAIA è VOLONTA’, ma le mani che la brandiscono sono generate da EROS: l’INTENTO che si manifesta attraverso LIBERTA’.

“E gli diede in mano la falce dai denti aguzzi

e ordì tutto l’inganno.

Venne, portando la notte, il grande Urano, e attorno a Gaia

desideroso d’amore incombette e si stese

dovunque; ma dall’agguato il figlio si sporse con la mano

sinistra e con la destra prese la falce terribile,

grande, dai denti aguzzi, e i genitali del padre

con forza tagliò, e poi via li gettò,

dietro; ma non fuggirono in vano dalla sua mano:

infatti, quante gocce sprizzarono cruente,

tutte le accolse Gaia e nel volgere degli anni

generò le Erinni potenti e i grandi Giganti

di armi spendenti, che lunghi dardi tengono in mano,

e le ninfe che chiamano Melie sulla terra infinita.”

CRONO scaccia la staticità di URANO.

Il suo atto di VOLONTA’ determina le condizioni della propria esistenza. Non solo pianeti del cielo stellato diventano Coscienti di Sé e consapevoli di Sé stessi, ma CRONO aggiunge all’esistenza il Potere delle trasformazioni.

Il Potere delle trasformazioni determinate attraverso VOLONTA’ forgiata da ogni GAIA dell’immenso cielo stellato e brandita da ogni cuore attraversato dall’immenso EROS che spinge ogni Essere a farsi dio dilatando sé stesso; compiacendosi del piacere che la dilatazione soggettiva comporta; abbracciando in un amplesso infinito LIBERTA’ che attraversa ogni vivente.

CRONO porta questo in ogni GAIA del cielo stellato.

URANO ha perso i genitali. URANO ha perso la forza attraverso la quale soffocare lo sviluppo soggettivo di ogni Essere, di ogni Coscienza di Sé diversa da ciò che brilla nel Cielo Stellato.

LA FALCE DI GAIA


La falce è l’unica cosa che GAIA costruisce. La FALCE non viene generata, ma viene costruita.

La FALCE viene offerta ai figli di GAIA.

Un figlio afferra la FALCE, per tutti i suoi figli! Uno per tutti affinché tutti la possano afferrare!

Perché fabbrica e non genera?

La FALCE che cos’è? E’ un oggetto inconscio o è Cosciente di Sé e pertanto la sua Coscienza interviene nell’azione di chi lo usa?

Che cos’è la FALCE?

La FALCE è la VOLONTA’ che GAIA fabbrica per alimentare i suoi figli!

VOLONTA’ è Cosciente di Sé stessa o è solo un oggetto d’uso nelle mani e nell’intento di chi alimenta la propria azione?

VOLONTA’ è un DIO, una consapevolezza di Sé stessa che si esprime in ogni Essere nel momento stesso in cui esprime sé stesso. Gaia è la sostanza inconsapevole dell’esistente mentre costruisce la sua consapevolezza là dove incontra le condizioni per farlo. NECESSITA’ si può considerare come la ricerca delle condizioni nelle quali trasformare l’inconscio in conscio; l’inconsapevole in consapevolezza. VOLONTA’ è un DIO che si esprime all’interno di ogni consapevole che facendo propria la NECESSITA’ che lo ha formato lo spinge a cercare. VOLONTA’ è un DIO che appartiene all’inconoscibile. Cosa significa? Significa che gli Esseri della Natura non hanno strumenti per riconoscerlo, descriverlo e circoscriverlo.

INCONOSCIBILE significa: non poter conoscere per ciò che è! Questo non significa che noi non siamo in grado di identificarne le manifestazioni. Questo non significa che il veggente non sia in grado di distinguere l’inconscio dal consapevole per il bagliore che emana, significa che non siamo in grado di definire quanto è manifestazione di quel DIO dentro una Coscienza e quanto è manifestazione di quella coscienza che appropriandosi di quel DIO manifesta sé stesso in quanto DIO davanti all’intero esistente.

Siamo in grado di fare affermazioni nei confronti di VOLONTA’, ma non siamo in grado di afferrare VOLONTA’ in sé stessa.

Esistono due motivi per cui non siamo in grado di afferrare VOLONTA’ in sé stessa. Il primo è che siamo figli di CRONOS. In quanto figli di CRONOS noi usiamo VOLONTA’ per appropriarci di NECESSITA’ ed espandere noi stessi in quanto DEI. Pertanto, quanto noi sappiamo di VOLONTA’, non è quanto GAIA ha fabbricato per i figli di CRONOS, ma è l’uso che noi facciamo di quanto GAIA ha fabbricato. In altre parole, quanto noi sappiamo esprimere di quanto per noi GAIA ha fabbricato. Dal momento che il noi comprende milioni di miliardi di Esseri e che ognuno esprime soggettivamente un aspetto di VOLONTA’, nessun Essere che agisce attraverso VOLONTA’ può comprendere VOLONTA’.

In questo caso possiamo parlare di VOLONTA’ come un DIO nella misura in cui noi lo esprimiamo. Quando invochiamo VOLONTA’ non invochiamo VOLONTA’ fabbricata da GAIA, ma l’aspetto di VOLONTA’ che le nostre determinazioni, in quanto esseri di una specie dell’Essere Natura, esprimono. Invochiamo un DIO che abbiamo dentro!

Solo che quel DIO è noi stessi!

Infatti, invocando o evocando VOLONTA’ altro non facciamo che chiamare alla ragione la necessità di compattarci ed organizzarci per affrontare le contraddizioni che nel quotidiano si presentano: esprimiamo noi stessi, in quanto DEI, nel mondo in cui viviamo.

Questo è quanto ha fabbricato GAIA!

In questo senso VOLONTA’ è come INTENTO, appartengono entrambi all’inconoscibile.

Negli Esseri Umani INTENTO si esprime in vari modi, quello più immediato di Esseri della Natura attraverso EROS. Il piacere che obbedendo alla NECESSITA’ di TENSIONE-CARICA-SCARICA-RILASSAMENTO, da un lato costruisce l’Essere Umano e dall’altro alimenta le trasformazioni dell’Essere Natura generazione dopo generazione. EROS non mette in moto le Energie solo nell’atto sessuale, anche se questo è centrale nella specie cui apparteniamo, ma anche nello sviluppo emozionale, intellettivo, il piacere della conoscenza e della consapevolezza, l’espressione fisica ecc. Tutte sono espressioni di EROS che spingono verso l’INTENTO universale della vita: il suo scopo. Lo scopo della vita è la vita stessa! E’ l’espressione della vita senza legamenti. EROS è chiamato colui che scioglie i legamenti, colui che rimuove gli ostacoli che vengono posti allo sviluppo della vita e delle sue manifestazioni.

Nonostante questo INTENTO è inconoscibile in sé stesso e tuttavia noi possiamo elencare un buon numero di manifestazioni. Ciò che noi elenchiamo resta un riflesso di INTENTO come di VOLONTA’. Un riflesso che comunque ci serve per costruire noi stessi nell’oggettività e nelle trasformazioni.


I GENITALI DI URANO


La perdita dei genitali di URANO rappresenta la perdita dell’unicità di un percorso universale attraverso il quale costruire la Coscienza di Sé trasformando l’Energia Vitale inconsapevole in Coscienza di Sé che continuando il dei propri mutamenti ricostruisce la Coscienza di Sé GAIA. Altri soggetti, altre esperienze, altre emozioni si aggiungeranno alle esperienze, ai soggetti e alle emozioni che germineranno e diverranno da URANO.

L’arte magica di CRONO è il sibilo del mutamento. Il mutamento che aggiunge trasformazione a trasformazione. Il mutamento che aggiunge Potere di Essere a Potere di Essere. Il mutamento che trasforma il divenire dell’Essere in una marcia trionfale di sviluppo nel non essere; nell’inconsapevole GAIA.

CRONO mette in moto il mutamento che costruisce la Coscienza di Sé con un atto di assoluta violenza, un atto di magia che scuote l’intero universo. Quando la falce affonda in URANO stellato è lo stesso CRONO che attraverso la sua volontà e le sue determinazioni affondano in esso.

Così CRONO, padre di ogni Natura e di ogni Essere che si costruisce con un processo di accumulo progressivo, raggiunge lo scopo della costruzione di sé stesso imponendo la propria volontà ad URANO STELLATO. Davanti alla determinazione e all’agguato di CRONO, URANO deve accettare l’esistenza e la nascita di nuove vie attraverso la quale GAIA trasforma la propria inconsapevolezza in consapevolezza. “E sia!” dice URANO: “Nascano pure i figli di CRONO, ma nascano secondo le mie regole!”

Le regole di URANO STELLATO sono quanto egli genera nel subire l’imposizione di CRONO!

CRONO ha scelto di imporre sé stesso ad URANO STELLATO, ed egli accetta dettando le regole nelle quali CRONO può costruire la vita! Le regole sono gli Dèi che permeano ogni vivente e attraverso i quali ogni vivente, figlio di CRONO, determina sé stesso alimentandoli e alimentandosi da essi.

“infatti, quante gocce sprizzarono cruente,

tutte le accolse GAIA e nel volgere degli anni

generò le ERINNI potenti e i grandi GIGANTI

di armi splendenti, che lunghi dardi tengono in mano,

e le NINFE che chiamano MELIE sulla terra infinita.”

Le ERINNI, la furia della determinazione soggettiva!

La vita, dovunque nasca, deve essere in grado di rimuovere ogni ostacolo: “Hai tagliato i genitali a me, ebbene, che la furia della determinazione nell’esistenza sia un fare divino della vita figlia di CRONO!”

I GIGANTI, la qualità che emerge dalla quantità!

La vita, dovunque nasca, si sviluppa per salti qualitativi. “Hai tagliato i genitali a me, ebbene, che la vita, della quale CRONO scandisce i mutamenti, sviluppi la propria Coscienza di Sé per salti qualitativi. Che la qualità si apra la conquista del futuro nella quantità con le armi splendenti della vita e con i dardi della propria determinazione!”

Le Ninfe MELIE, l’equilibrio armonico della vita!

La vita, dovunque nasca, si sviluppa come un insieme di soggetti che sviluppando sé stessi armonizzandosi attraverso il proprio egoismo costruiscono gli equilibri sui quali si sviluppa la vita stessa. L’armonia dei singoli è armonia degli insiemi nei quali si costruisce la conflittualità che costruisce la vita. Il canto delle MELIE è il canto del singolo Essere che costruisce sé stesso nell’eternità.

Questo è il Potere di Essere di URANO STELLATO che cede davanti alla VOLONTA’ forgiata da GAIA e utilizzata da CRONO per alimentare le proprie determinazioni.

URANO STELLATO cede davanti all’uso della volontà di CRONO nell’esercizio delle sue determinazioni, ma, in quanto padre di CRONO, determina le condizioni attraverso le quali CRONO può condurre le Coscienze di Sé che esprime a diventare eterne nell’infinito dei mutamenti: a diventare DEI immortali.

GAIA incuba dentro di sé le gocce di sangue di URANO STELLATO generando le forze che da questi determineranno la costruzione delle Coscienze di Sé. I figli delle gocce del sangue di URANO STELLATO sono anche figli di GAIA e determinatori del Potere di Essere di CRONO.

ERINNI, GIGANTI e MELIE sono condizioni oggettive che diventano soggettive quando crescono dentro gli Esseri figli del tempo. C’è un dio che non è figlio di GAIA perché non ha sostanza, ma è determinazione di URANO STELLATO. C’è un dio al di là di ogni dio e che fonda la costruzione dell’Essere mentre vuole costruire sé stesso in quanto dio e divenire nell’eterno dei mutamenti. C’è un dio davanti al quale ogni dio si inchina, senza il quale nessun dio può essere un dio determinando sé stesso nell’infinito dei mutamenti. C’è un dio che nato dai testicoli di URANO STELLATO determina il farsi dio di ogni Essere che attraverso CRONO fonda sé stesso nell’infinito.

“E come ebbe tagliato i genitali con l’adamante

li gettò dalla terra nel mare molto agitato,

e furono portati al largo, per molto tempo; attorno bianca

la spuma dall’immortale membro sorti, e da essa una figlia

nacque, e dapprima a Citerea divina

giunse, e di lì poi giunse a Cipro molto lambita dai flutti;

li approdò, la dea veneranda e bella, e attorno l’erba

sotto gli agili piedi nasceva; lei AFRODITE,...”

E’ AFRODITE quanto emerge dai genitali di URANO STELLATO e AFRODITE determina le relazioni fra gli Esseri della Natura che costruiscono il loro cammino nell’eternità dei mutamenti.

URANO STELLATO cede davanti all’esercizio della VOLONTA’ di CRONO, ma nel cedere determina le condizioni per lo sviluppo dei figli di CRONO. Si sviluppino i figli di CRONO, coloro che possono sommare Potere di Essere a Potere di Essere, coloro che possono espandere sé stessi nella loro oggettività alimentando l’oggettività stessa. Nel farlo rispettino le condizioni che la relazione fra sé stessi ed il mondo vivente nel quale germinano e dal quale si alimentano alimentandolo a loro volta.

Il sussurro armonico delle Ninfe MELIE è l’equilibrio delle relazioni fra gli Esseri viventi figli di CRONO. Quando quel sussurro diventa una nota stonata ecco l’Essere della Natura ricostruire i propri adattamenti. Specie dopo specie, vivente dopo vivente. Le Ninfe MELIE sono gli equilibri. Le Ninfe MELIE sono gli esercizi del libero arbitrio degli Esseri della Natura, nell’Essere Natura e dentro loro stessi. L’adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate. I loro suoni sono i canti di adattamento della vita; le armonie delle specie; il loro canto nell’infinito. Un canto magico al quale ogni specie partecipa per la costruzione dell’armonia infinita.

L’armonia deve essere spezzata da altre note, da altri percorsi, altrimenti muore su sé stessa. URANO STELLATO determina il modo attraverso il quale l’armonia può essere cambiata all’interno dell’Essere Natura, delle specie dell’Essere Natura, all’interno del singolo Essere e di ogni figlio di CRONO. “i grandi GIGANTI di armi splendenti!” questo è il modo. Una specie diviene, un Essere diviene, accumula Potere personale, accumula quantità dalla quale germina la qualità. Egli stesso diventa un Gigante splendente che sovverte l’ordine armonico delle Ninfe MELIE costringendo quanto lo circonda ad adattarsi all’immenso che è cresciuto dentro di lui. Attorno a lui quanto si adatta diviene, accumula Potere Personale, accumula quantità dalla quale germina la qualità. Essi stessi diventano Giganti splendenti che sovvertono l’ordine armonico delle Ninfe MELIE costringendo il proprio circostante ad adattarsi all’immenso che sta crescendo. Ad ogni Gigante splendente che presenta sé stesso le Ninfe MELIE ricompongono una nuova melodia. Il loro canto cambia di tono, le voci si moltiplicano, il sommesso si fa potente, il potente viene raggiunto e superato nei toni, nei timbri, nella qualità e nella posizione che assume nell’armonia della vita.

Qualche volta i figli della Notte soffocano delle voci. Qualcuna viene resa rauca, qualcun’altra stona nell’insieme dell’armonia, altre tendono a sparire. Anche in questo URANO STELLATO ha posto il suo sangue affinché le ERINNI fossero parte della vita. Così, nell’armonia della vita, quando il respiro è soffocato e la costruzione del futuro resa precaria e grave dalle sofferenze dell’individuo o delle specie ecco emergere le ERINNI nell’ultimo sforzo di sgombrare la via del futuro dagli ostacoli. La furia ha il volto delle ERINNI, la determinazione della vita, la disperazione di non poter più essere partecipi dell’immensa melodia della vita delle Ninfe MELIE.

Queste furono le condizioni che URANO STELLATO pose al figlio CRONO e alla sua stirpe di Coscienze di Sé.

Con esse impose ai figli di CRONO il metodo con cui potevano costruire loro stessi, sviluppare la loro Coscienza di Sé sommare Potere Personale a Potere Personale: dovevano imparare le strategie del farsi Venere nei confronti di quanto li circonda e in quanto stanno divenendo. Soltanto con quelle strategie, rinnovando i canti delle Ninfe MELIE avrebbero potuto costruire loro stessi.

Il Potere di Essere si può rubare senza impoverire il derubato; la Conoscenza deve essere appropriata senza impoverire il derubato; il sapere può essere acquisito senza che qualcuno debba soffrirne la perdita.

Bere dall’otre della vita nutrendo la vita proprio perché si beve da quell’otre. Se non si beve da quell’otre, l’otre si disseca. Tanti più Esseri si abbeverano all’otre della vita e tanti più Esseri quell’otre sarà in grado di dissetare.

Questo è l’ordine di AFRODITE e per questo suo esistere: “da quando, appena nata, andò verso la stirpe degli dèi immortali.” I figli di CRONO diventano dèi immortali soltanto sviluppando l’AFRODITE che hanno dentro sé stessi e attraverso la quale costruiscono le relazioni con gli Esseri che li circondano. Sviluppando l’armonia delle Ninfe MELIE con ogni circostante in funzione di EROS che li spinge per dilatarsi e trasformarsi nell’Infinito!


I FIGLI DI NOTTE


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E’ la seconda volta che troviamo NOTTE nella Teogonia. Non è un caso, ma una costruzione per analogia. Sono quelle operazioni descrittive che vengono fatte dal veggente. La prima NOTTE che genera ETERE e GIORNO unendosi ad EREBO mentre GAIA passa dalla Coscienza di Sé in sé e per sé a sostanza inconsapevole che si espande riempiendo il vuoto. NOTTE che troviamo ora è NOTTE della ragione! E’ l’oscuro che circonda la ragione, che la sconvolge e dal quale emergono fenomeni incomprensibili che fanno emergere in lei dèi paurosi. Le paure che la ragione mette a guardia dei suoi confini affinché l’Essere Umano nel nostro caso non prevarichi la descrizione e non colga dall’albero della vita eterna per vivere in eterno fuori dal controllo della ragione.

La seconda NOTTE deve essere letta dal punto di vista del veggente umano.

La prima NOTTE si unisce in amore e genera l’universo come noi lo conosciamo. Dunque, genera la vita. La seconda NOTTE genera da sé stessa i fantasmi che la ragione mette a guardia dei suoi confini, del suo descritto: le sbarre della gabbia entro la quale rinchiudere il divenire umano!

Dall’oscuro della ragione emerge uno sconosciuto. Davanti a quello sconosciuto la ragione è sconvolta. Quale dio gli appare? Ecco MOROS il tenebroso, sconvolgente e malefico destino. Un mostro impressionante: “Io non sapevo! Io non credevo!” afferma la ragione davanti ad eventi che distruggono il divenire dell’Essere Umano cui si erge a padrona! La giornata era limpida, si poteva affrontare il mare con un legno leggero. Perché la tempesta ha travolto quel legno portando l’Essere Umano cui la ragione dava consiglio a diventare pasto per pesci voraci? Il mare era calmo, la giornata era limpida! E’ MOROS generato da NOTTE che travolse l’imbarcazione. E’ il destino malvagio degli dèi che portò l’Essere Umano a cui la ragione dava consigli che portò l’Essere Umano a diventare pasto per i pesci!

MOROS è il fantasma dietro al quale la ragione nasconde la propria impotenza. I consigli frutto della propria ragione per nascondere l’incapacità di guardare il tempo mentre viene incontro. La ragione si erge padrona dell’Essere Umano, ma incapace di padroneggiare lo sconosciuto che la circonda nasconde la propria inadeguatezza dietro fantasmi. MOROS di questi è il signore!

KER nera (Chere) associata a MORTE! Altro non è che l’insieme della sequenza delle scelte soggettive che portano alla distruzione della Coscienza di Sé. Il destino, afferma la ragione, che porta alla tua distruzione! No! La sequenza di scelte che io ho fatto e che mi hanno portato alla distruzione. Dopo la prima scelta distruttiva, diventa semplice, quasi ovvio fare la seconda scelta distruttiva. La distruzione non è visibile alla ragione. La distruzione non appare alla ragione come fine delle scelte. La ragione non ha progetto per il quale le scelte vengono fatte: la ragione vive l’attimo presente e solo per quanto definito dalla sua descrizione. L’attimo presente, la scelta immediatamente conveniente, la scelta che non mette in discussine la ragione e la descrizione che l’individuo sta vivendo. Il suo adeguarsi a quanto ha incontrato come se quanto ha incontrato fosse l’unica cosa esistente anziché l’unica descrizione che la sua ragione riesce a fare. Il destino distruttivo: KER! quanto l’Essere Umano costruisce giorno dopo giorno e che la ragione imputa ad un ineluttabile nei confronti del quale lei afferma di essere disarmata. Non è vero! E’ un fantasma che la ragione ha innalzato a protezione delle sue scelte. “Le scelte non le ho determinate io, ma il tuo destino!”

KER nera è associata a MORTE! Qui si tratta della MORTE! Fine dei mutamenti, non la morte del corpo fisico che l’Essere Umano trasforma in nascita del corpo luminoso in quanto figlio di CRONO. MORTE come cessazione dei mutamenti. MORTE come fine delle possibilità di quella Coscienza di Sé di diventare parte dell’universo: parte della costruenda futura Coscienza di Sé GAIA. Le scelte distruttive che la ragione imputa a KER hanno il fine di annebbiare il sentire e l’intuire dell’Essere Umano che non ha saputo trasformare la sua ragione in uno strumento da mettere al suo servizio imputando la causa del suo fallimento alla fatalità distruttiva imposta da KER.

Figlie di NOTTE sono le KERE: “e le KERE generò, spietate nel dare le pene:...”. Perché spietate? Perché ogni scelta che un Essere della Natura compie incide sul proprio essere e sulle proprie trasformazioni. Lo dilata nell’esistente, lo rende abile, sapiente e consapevole o lo rende inabile, pavido, ignorante e inconsapevole. Ogni scelta che un Essere compie, ogni azione, trasforma il suo essere e l’azione successiva sarà figlia delle trasformazioni soggettive che le azioni precedenti hanno costruito l’Essere. Queste sono le pene inflitte dalle KERE: la trasformazione soggettiva dell’individuo quale prodotto della sua azione. Ed ecco la ragione affermare: “Se non sei più in grado di compiere azioni coraggiose, se non hai conoscenza e consapevolezza sufficiente, se non sei in grado di affrontare quanto ti circonda non è a causa della mia azione per impedirti di uscire dai confini che ti ho imposto. Dentro quei confini tu ti senti sicuro: attento alle KERE che potrebbero coglierti fuori da quei confini!” Così, mentre l’Essere Umano è terrorizzato dai fantasmi che la ragione ha posto a guardia dei suoi confini, la ragione restringe sempre di più la sua isola descrittiva fino a distruggere nell’Essere Umano la consapevolezza dello sconosciuto in cui vive.”

Le KERE sono avvicinate alle MOIRE sempre generate da NOTTE. Da NOTTE è generato quanto la ragione ritiene oscuro e costruisce i fantasmi per impedire all’Essere Umano di costruire il dio che cresce dentro di lui e accedere all’Olimpo.

Le MOIRE assegnano un fato e un destino. Le figlie di NOTTE e le figlie di ZEUS. Di chi sono figlie MOIRE? Nella Teogonia sono figlie di NOTTE e sono figli di ZEUS e TEMI.

Perché le figlie di NOTTE sono i fantasmi che atterriscono l’Essere Umano costringendolo a ripiegarsi su sé stesso. Lo costringono a rinunciare ad usare la propria VOLONTA’ costringendolo in ginocchio impaurito e cupo. Le MOIRE figlie di ZEUS sono proprie dell’Essere Umano coraggioso che non arretra davanti allo sconosciuto, ma lo affronta. E’ l’Essere Umano che non teme GIUSTIZIA, ma la alimenta col proprio coraggio.

Le figli della NOTTE:

“Cloto, Lachesi e Atropo, che ai mortali

appena son nati danno da avere il bene e il male,

che di uomini e dèi i delitti perseguono;

né mai le dee cessano dalla terribile ira

prima d’aver inflitto terribile pena, a chiunque abbia fallito.”

La traduzione parla di peccato anziché di fallimento, ma il termine peccato è tipicamente cristiano e non coincide con chi sta affrontando la vita come sfida: preferisco il termine fallire!

Figlie di NOTTE sono pure BIASIMO E SVENTURA. Quando le scelte dell’individuo non lo conducono là dove EROS lo spingeva i fantasmi della ragione gli imputano il fallimento. Hai voluto seguire il tuo intuire, hai voluto seguire il tuo istinto e hai fallito: sottomettiti alla ragione. Il biasimo della ragione è un feroce fantasma che aumenta costrizione sull’Essere Umano impedendogli di riprovare ancora, magari fallendo, ma accumulando esperienza per affrontare l’infinito. Ed è lo stesso per SVENTURA. La ragione lo costruisce come fantasma che nasce dalla sequenza delle sue scelte. E’ pronta la ragione ad imputare ai propri fantasmi i suoi fallimenti ed è pronta ad imputare all’Essere Umano i fallimenti quando pavido accetta di seguire il proprio intuire e la propria percezione chiamando a raccolta i suoi fantasmi affinché non provi ancora ad uscire dai suoi angusti confini.

Da NOTTE furono generati i campi di battaglia dai quali l’Essere Umano alimenta le sfide della vita.

Da NOTTE nacquero SONNO e i SOGNI!

Da NOTTE nacquero le condizioni divine del vivere per sfida che ogni Essere Umano conducono là nell’infinito quando pugnando con gli DEI li vince costruendo sé stesso.

Nel SONNO si genera il SOGNARE!

Il SOGNARE riposo dell’Essere Umano; la sua rigenerazione!

Il SOGNARE il sussurro degli DEI all’Essere Umano; il consiglio che supera i confini della ragione!

Il SOGNARE un campo di battaglia dove le regole appartengono all’animo di chi lo attraversa!

Da NOTTE genera il grande campo divino della quotidiana contesa nella quale costruire la vita. Quanti DEI neri l’Essere Umano deve domare affinché non si appropriano del suo cuore e delle sue azioni. Eppure solo domando questi DEI neri l’Essere Umano si costruisce nell’infinito. Quando uno di questi DEI neri si appropriano del suo cuore e del suo braccio egli è sconfitto. La sconfitta è la sua rinuncia all’Infinito.

Il primo fra questi è NEMESI!

Maledetto l’Essere Umano che non ricorda!

Maledetto l’Essere Umano che non dimentica gli sforzi che altri Esseri compirono per permettergli di essere ciò che è! Maledetto quell’Essere Umano che non ricorda quante sofferenze furono necessarie affinché egli fosse ciò che è consentendogli l’assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza. Chi non ricorda è destinato a cominciare dall’inizio. E’ destinato a non sentire il respiro del mondo che lo circonda. Chi non ricorda lastrica di ben tristi pietre la strada del proprio cammino.

NEMESI toglie il ricordo, ma alimenta il ricordare all’Essere Umano che la fa prigioniera del suo Intento legandola a sé con la volontà proiettata nell’infinito. Quando NEMESI si appropria degli Esseri della Natura li distrugge impedendo loro il cammino nella vita. NEMESI significa vendetta, la sciagura degli Esseri Umani. Quando un Essere Umano dimentica l’Intento per cui agisce cercando una vendetta che soddisfi il suo ego, la sua importanza personale, distrugge il proprio divenire nell’infinito.

Ancora tre figlie terribili di NOTTE: INGANNO, AMORE e VECCHIAIA ROVINOSA!

Soggiacere a questi DEI, alimentare questi DEI significa distruggere sé stessi. L’Essere Umano che si fa INGANNO per affrontare la sua quotidianità altro non fa che alimentare l’impotenza del costruttore. Chi si fa INGANNO si appropria degli Esseri Umani e pone l basi per la distruzione della vita!

E chi risolve la propria vita in AMORE? Chi fa dell’AMORE il fine della sua vita? Chi piega il suo Intento per far di AMORE scopo e fine della propria esistenza fa di uno strumento, bello ad usarsi e piacevole a viversi, il fine della propria esistenza distruggendo in esso sé stesso.

INGANNO sussurra nelle orecchie dell’Essere Umano la facilità attraverso la quale vivere appropriandosi di Esseri Umani e AMORE sussurra nelle orecchie dell’Essere Umano il piacere illudendolo come il piacere sia scopo e fine della sua esistenza.

L’Essere Umano che sconfigge questi DEI li riconosce costringendoli a svelare il proprio volto. L’Essere Umano fa sgorgare gli DEI dal proprio cuore mettendoli al suo servizio e impedendo loro di imporsi sull’Essere Umano. Ed è in questo modo che l’Essere Umano evita VECCHIAIA ROVINOSA!

Che ne è dei suoi INGANNI quando non ha la forza per alimentarli?

Che ne è di AMORE quando vecchio e stanco sente le membra senza forza?

E’ VECCHIAIA ROVINOSA che lo coglie mentre stanco racconta con nostalgia i bei tempi antichi quando portava INGANNO (lui furbo e astuto) imponendolo a chi non si poteva difendere e quando coglieva AMORE (lui forte e virile). I bei tempi antichi che per lui oggi sono VECCHIAIA ROVINOSA padrona del suo cuore e del suo sentire. Può solo ricordare per scacciare la disperazione nel presente.

NOTTE genera CONTESA!

CONTESA si appropria dell’Essere Umano. Lo costringe a compattare sé stesso per affrontare la sconosciuta NOTTE della vita giungendo, quando sorretto da un cuore coraggioso, ad affrontare le ESPERIDI, anch’esse figlie di NOTTE, e cogliere i pomi aurei della Conoscenza, della Consapevolezza e del divenire nell’infinito.

La sconosciuta NOTTE genera da sé stessa condizioni necessarie alla trasformazione degli Esseri della Futura Natura. Genera le condizioni e le forze che misureranno gli Esseri costringendoli alla trasformazione nel combatterle. CONTESA necessita della compattazione degli Esseri mentre germoglia nei loro cuori ed essi si misurano nella loro quotidianità per costruire sé stessi.

“Compattatevi nella contesa perché io, CONTESA, ho nel grembo doni rovinosi per chi non si compatta e non fa di CONTESA relazione attraverso la quale costruire la propria vita.

Doni rovinosi, DEI violenti che si appropriano della vostra vita distruggendo il vostro divenire.

Sottraetevi a CONTESA senza contendere e calerete i miei figli nel vostro cuore!”

Per PROMETEO! CONTESA, CONTESA, t’avessero ascoltata gli antichi padri quanto minore sarebbe stato il sangue versato e le lacrime ed il dolore mentre guardavano impotenti quella croce maledetta avanzare verso di loro.

Così i figli di CONTESA calarono nel loro cuore e la croce impose loro di calare i figli di contesa anche nel cuore dei loro figli: gettano acqua sulla testa, ma è ferro rovente che brucia e distrugge l’ardore della loro anima!

I figli di Contesa si impadronirono degli Esseri Umani:

“CONTESA generò PENA DOLENTE, OBLIO e FAME, e DOLORI, che fanno piangere, LOTTE e BATTAGLIE e DELITTI e OMICIDI, DISCORDIA e INGANNI e DISCORSI e AMBIGUI DISCORSI, ANARCHIA e SCIAGURA che vanno congiunte fra loro e GIURAMENTO, che agli uomini della terra grande sciagura reca quando qualcuno di loro, volendo, spergiura.”

Agli Esseri Umani non rimase altro che supplicare. Così i figli di CONTESA si impossessarono ancor di più dei loro cuori. Impotenti non generarono CONTESA dentro di loro. Impotenti non scacciarono i suoi figli, facendosi CONTESA contro di loro, dalle società degli uomini.

Così gli Esseri Umani non giunsero nelle terre delle ESPERIDI e non sfidarono il grande serpente della vita. Supplicavano acqua per placare il dolore che i figli di CONTESA imponevano loro.

Gli Esseri Umani supplici non giunsero mai nel luogo in cui le ESPERIDI custodivano i pomi aurei della Conoscenza e della Consapevolezza, né colsero mai dall’albero della vita eterna.

NOTTE, senza giacere con nessuno determinò le tensioni divine attraverso le quali gli Esseri della Natura diventano DEI. NOTTE senza giacere con nessuno generò i grandi campi della sfida del divenire umano. Così fu SOGNO così fu la sfida nell’Essere NATURA. NOTTE, senza giacere con nessuno generò il fine della vita degli Esseri della Natura: cogliere i pomi aurei della Conoscenza e della Consapevolezza.

NOTTE, DEA madre di DEI. NOTTE, l’oscuro della ragione. NOTTE che circonda RAGIONE. NOTTE, futuro che genera il presente.

La sfida a NOTTE è la sfida per la costruzione della vita. Non sfidare NOTTE e i fantasmi che da essa trae la RAGIONE per costringere l’Essere Umano all’obbedienza significa alimentarli, santificarli, imporli per distruggere il tempo che si fa incontro all’Essere della Natura.

I FIGLI DI PONTO


PONTO è il mare infecondo, figlio di GAIA, generato senza amore.

PONTO è come URANO, un Crogiolo della Vita.

Un mare infecondo! Gli Esseri Umani oggi come oggi, abituati a vedere la vita che scorre nel mare, abituati a pensare alla vita che esce dal mare come possono pensare ad un mare infecondo?

Avete mai visto un mare di ammoniaca? Un mare di mercurio? E com’era il mare prima che la vita in esso sbocciasse? E com’era il mare quando la vita sbocciò? Qual era la sua infecondità quando quel mare urtava scogli senza volontà e determinazioni se non quella della madre cui era legato’ E la madre, com’era a madre prima che avesse Coscienza di Sé di esistere e Necessità di determinazione soggettiva?

Oggi noi pensiamo agli DEI in essere, ma quale fu il momento sin cui si fecero DEI? Quale fu il momento in cui presero nelle proprie mani la responsabilità della loro esistenza? La spietatezza soggettiva con la quale affrontare le contraddizioni dell’esistenza? Quella stessa spietatezza che ha un solo nome, anche se non nella Teogonia: PIETAS!

Mentre i flutti senza Coscienza si infrangono su rocce inconsapevoli la Consapevolezza di quanto esiste per Necessità prende forma, si arma della grande falce dentata di CRONOS e affronta l’infinito dei mutamenti che si trova davanti.

Ponto è un Crogiolo della vita e GAIA in esso mette i semi delle trasformazioni.

GAIA mette i semi là dove il Crogiolo è pronto a portare a germinazione. Sia quando si tratti di URANO STELLATO sia quando si tratta dei MONTI GRANDI sui quali PONTO abbatte le onde furiose.

Da PONTO, per l’azione di GAIA nacque NEREO.

NEREO è una delle forze fondanti gli Esseri della Natura: se qualche cosa nasce, sia sé stessa! Chiaro e limpido NEREO è la personificazione della veracità e della determinazione con la quale l’Essere della Natura affronta le contraddizioni nelle quali esistere. Se egli non riesce ad alimentare NEREO dentro il suo cuore mentre affronta il mondo che lo circonda allora alimenta i figli di NOTTE: INGANNO. NEREO è l’essere DIO della rappresentazione soggettiva sull’altare della vita davanti a tutti gli Esseri della Natura. NEREO è vecchio, non perché sia vecchio quanto non inganna, ma perché quanto non inganna è destinato a diventare antico. Non trasmette paura della trasformazione e, di conseguenza, è pronto a trasformarsi e a divenire nell’eternità dei mutamenti. A diventare DIO!

Il farsi verace è proprio di qualunque forma si può incontrare. Rappresentare sé stessi per quello che si è, altro non è che pretendere dall’oggettività il riconoscimento di quanto si è, per ciò che si è, per come si intende trasformarsi. NEREO figlio di PONTO e generatore delle NEREADI; un potere divino così lontano dagli Esseri Umani al quale si può assistere, ma non descrivere. “Da Nereo poi nacquero figlie, invidia alle dee, nel mare infecondo, e da Doride dalle belle chiome, la figlia di Oceano, il fiume compiutamente perfetto” Sono figlie che alimentano il divenire del mondo, specialmente di quel mondo sul quale gli Esseri Umani vivono, ma spesso non ne sono consapevoli.

Da PONTO nacque TAUMANTE: il meraviglioso ( N.B. la radice greca d’origine significa miracoloso, meraviglioso oppure può essere orrore che porta a meraviglia: mostro)

Dove si qualifica la meraviglia di TAUMANTE? La meraviglia viene bene descritta dagli DEI che da TAUMANTE prendono forma e Coscienza di Sé: le ARPIE e IRIDE.

“Taumante sposò la figlia d’Oceano dalle profonde correnti Elettra, e questa generò Iride veloce e le Arpie dalle belle chiome, Aello e Ocipete, le quali sanno seguire il soffio dei venti e gli uccelli in volo con le ali veloci; alte infatti si librano.”

ELETTRA, la raggiante e splendente figlia di Oceano si accoppia col figlio di PONTO, il mare infecondo, e da quell’unione emerge la meraviglia.

Quale emozione per il veggente!

Oltre le porte del divenuto sbircia l’origine e formazione del presente. Il fiato muore nella gola di chi assiste a quanto di meraviglioso si forma. Se gli Esseri Umani possono vantare diecimila padri e diecimila madri che concorsero a formarli la grande IRIDE e le furiose ARPIE agitarono il Crogiolo della vita affinché questa germogliando mettesse radici robuste. Quando gli Esseri della Natura si fanno DEI è IRIDE a guidarne le azioni. E’ IRIDE che armonizza gli DEI che crescono con gli DEI in cui crescono. E’ IRIDE che congiunge gli Esseri della Natura ad ERA. E’ IRIDE che come un arcobaleno congiunge il divino che ci circonda con il divino che tenta di formarsi e crescere. E’ IRIDE il messaggero dell’esistente comprendente in essa tutti i colori della vita all’interno dell’Essere Natura. Così come nessun colore può essere fuori posto, anche nessun Essere della Natura può offuscarne altri senza che questi costruiscano le loro strategie di sopravvivenza. Chi unisce la Coscienza di Sé presente nella materia e le Coscienze di Sé di sola Energia Vitale che si muovono libere e senza vincoli? IRIDE, la figlia del meraviglioso e della splendente.

Che dire delle ARPIE? AELLO e OCIPETE?

Figlie del meraviglioso! Dove sta la loro meraviglia? Dove sta il loro essere DEI che a gran voce proclamano un posto nell’Olimpo?

Avete mai visto un CROGIOLO della vita?

Il mescolarsi furioso e tempestoso degli elementi?

Avete mai visto la tempesta precipitarsi sul mondo e sconvolgere ogni esistente permettendo il rimescolarsi della vita? Avete mai visto il rimescolarsi degli elementi all’origine del tempo di ERA quando la vita germinava su TERRA coscienza di URANO STELLATO?

Erano AELLO e OCIPETE che sconvolgendo il presente gettavano le basi per la costruzione di un futuro. Sconvolgevano quel futuro divenuto presente per porre le basi e formare un futuro. AELLO e OCIPETE dette anche i “cani di ZEUS” attraverso la cui azione trasformano ZEUS costruendo le condizioni nelle quali ERA genera la vita sul pianeta.

Figlia di GAIA e PONTO è EURIBE: la forza. La forza che s’impone nell’Essere Natura. La forza con cui le Coscienze di Sé dell’Essere Natura costruiscono il loro divenire nell’infinito dei mutamenti. EURIBE è magnifica, splendida espressione di DIO in tutti gli Esseri della Natura che si trasformano in DEI determinando sé stessi nella Natura stessa.

FORCI e CETO, figli di GAIA e PONTO si uniscono in amore generando quanto gli Esseri Umani non sono in grado di concepire. Con essi il mare non è più infecondo. Con essi il mare genera percorsi di Conoscenza e di Consapevolezza davanti ai quali gli Esseri Umani sono sgomenti.

Le FORCIDI, GRAIE, canute fin dalla nascita (con i capelli bianchi). Erano in possesso dell’occhio della veggenza e della trasformazione. La trasformazione in funzione del tempo che viene incontro.

Figlie di FORCI e CETO erano le GORGONI. Quali mostri all’occhio dell’Essere Umano. Quale grande cuore aprivano all’infinito divino di cui erano parte. STENO e EURIALE non divennero mai vecchie né sparirono dal mondo. MEDUSA era mortale. Con lei si unì in amore “l’azzurrocrinito nel molle prato e tra i fiori di primavera” POSEIDONE! Ciò che l’occhio umano dipinge mostruoso; è grandioso davanti all’immenso il cuore del DIO.

Perseo taglierà la testa a MEDUSA. Come un parto cesareo da lei balzò fuori CRISAORE e PEGASO. CRISAORE nacque con la spada d’oro della vita: quante vite da quella spada presero forma! Quanti mostri appaiono agli occhi dell’uomo che non è in grado di vedere il DIO che nasce e si muove per crescere.

Chi non vede gli DEI e il loro intento: vede solo la forma che alimenta il suo tormento!

PEGASO, la fonte dalla quale si abbevera la vita! Il cavallo alato che sfida la forma per elevare la mente dell’Essere Umano oltre il suo orizzonte. Un cavallo alato è come un pesce che respira e cammina. Soltanto nei mondi raggiungibili dalla percezione che supera i confini della forma è possibile incontrare i PEGASO, le fonti della vita! La vita è tuono e folgore della Consapevolezza nell’inconsapevole. Così PEGASO:

“volando via e lasciata la terra madre di greggi giunse fra gli immortali e dimora nella casa di ZEUS, il tuono e la folgore portando a ZEUS prudente.”

Da CRISAORE prese vita GERIONE. Chi fu GERIONE? Fu colui che insegnò agli Esseri Umani ad addomesticare gli Esseri della Natura per servirsene. E’ il potere che sottomette. Il potere che sottomette generato dalla vita fiammeggiante della Coscienza di Sé. Una vita che degenera sottomettendo altre vite e che ERACLE distrugge nella sua via alla Conoscenza. Per distruggere il potere che sottomette ERACLE ottiene un aiuto: quello dell’Essere SOLE. ERACLE ruba le mandrie, uccide la sottomissione nella sua via alla Conoscenza, ma non cancella la sottomissione che è prova immane da superare per ogni Coscienza di Sé che intende espandersi nell’infinito. La vita genera il suo opposto, le sfide d’esistenza della vita, affinché la vita si affermi.

Infine CETO generò ECHIDNA l’incommensurabile!

ECHIDNA è la congiunzione fra gli Esseri della Natura. ECHIDNA è la congiunzione fra gli Esseri della Natura e gli DEI. Quanti percorsi esistono fra gli Esseri nel loro cammino dell’eternità? ECHIDNA è quanto di più misterioso Esiodo abbia incontrato: mezza fanciulla e mezzo immenso serpente. Il cuore violento ricolmo della determinazione dell’esistenza che si ciba dell’energia della madre terra vivendo in una grotta. TIFONE, colui che rimescola le carte in tavola a giochi iniziati. Colui che cambia il corso dell’Essere Natura. Colui che spazza via, o tenta di spazzare via, l’esistente. (TIFONE vedi TIFEO 820-870) ECHIDNA la divina del divino! Colei che unisce la violenza del fuoco che arde per ricavarsi una trasformazione nell’infinito con il dolore degli ostacoli che ne impediscono lo sviluppo.

“...un mostro invincibile, in nulla simile

agli uomini mortali o agli dèi immortali,

nel cavo d’una grotta, la divina ECHIDNA dal cuore violento,

metà fanciulla dagli occhi splendenti e dalle belle guance

ma metà prodigioso serpente terribile e grande,

astuto, crudele, della divina terra sotto i recessi;

là essa ha la spelonca, in basso, sotto la cava roccia,

lontano dagli dèi immortali e dagli uomini mortali,

perché là a lei diedero gli dèi di abitare l’illustre dimora,

e sta nel paese degli Arimi, sotto terra, la lacrimevole ECHIDNA,

immortale fanciulla e ognor giovane, sempre.”

Generò il cane ORTO e il cane CERBERO. Il primo fu distrutto da ERCOLE mentre difendeva GERIONE a cui prese le mandrie sottraendosi alla sottomissione. ORTO colui che difende il padrone e la propria sottomissione contro chi cerca la libertà del fare per la costruzione del proprio Potere di Essere. Il secondo, CERBERO, è a guardia dell’ADE e deve essere superato da ogni Essere della Natura che trasforma la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. CERBERO il cane dalla voce di bronzo e dalle cento teste. Ognuna a guardia di un divenire pronto a sbranare chi tenta di fondare il proprio futuro.

ECHIDNA generò IDRA che fu nutrita da ERA.

Perché ERA nutrì IDRA?

Perché IDRA è parte delle Coscienze di Sé che dall’Essere Terra intesa come Madre generatrice degli Esseri della Natura IDRA è la figlia prediletta. Quante Coscienze di Sé prendono vita nelle acque della Terra oggettività dei viventi dell’Essere Natura. Quali Coscienze di Sé formano IDRA?

“Per terza IDRA generò, che sa lacrimevoli cose,

lernea, che la dea dalle bianche braccia ERA nutrì,

di odio insaziata, contro ERACLE forte;”

Perché ERA odia ERACLE? Perché ERACLE è il simbolo dell’Essere Umano che costruisce sé stesso non senza saccheggiare l’Essere Natura dal quale è nato. Questa specie distrugge l’Essere Natura per trasformare l’Essere Terra e a soffrirne è l’Essere Terra intesa come oggettività dell’Essere Natura: ERA! ERACLE uccide IDRA in ESIODO usando il bronzo spietato per volere di ATENA predatrice.

E’ la tecnica, la scienza degli Esseri Umani che distruggono le Coscienze di Sé di IDRA minacciando la distruzione della stessa ERA. Di quell’ERA di cui IDRA è parte. Il bronzo è la tecnica, la tecnologia che usa ERACLE attraverso l’uso della divina ATENA che lo porta a trasformare l’oggettività in cui vive saccheggiandone i viventi.

“Costei partorì Chimera che spira invincibile fuoco,

terribile e grande, veloce e forte;

tre teste aveva: l’una di leone dagli occhi ardenti,

l’altra di capra, di serpe la terza, di drago possente;

davanti leone, drago di dietro, nel mezzo era capra,

spirando tremendo ardore di fiamme brucianti;

costei l’uccisero Pegaso e il prode Bellerofonte.”

CHIMERA: un crogiolo delle forze della vita. Generata da ECHIDNA e TIFONE; uccisa da BELLEROFONTE!

Degli DEI generale un centro di forze: perché un Essere Umano dovrebbe ucciderlo? Per liberare le forze dal suo interno e permettersi di esprimersi nella sua specie. Per liberare il divino dal centro e permettergli lo sviluppo in ogni Essere della propria specie. Più che uccidere è un impadronirsi e un ridistribuire. Come Prometeo si impadronisce del fuoco e lo distribuisce, così Bellerofonte libera le forze di CHIMERA e ne permette lo sviluppo fra gli Esseri Umani.

CHIMERA deriva dalla parola greca che significa capra. CHIMERA racchiude in sé le qualità che fanno di una Coscienza di Sé un DIO. Racchiude le qualità di ZEUS stesso!

L’Essere Capra è rappresentazione di LIBERTA’. E’ lo spirito indomito e ribelle fra gli Esseri che l’Essere Umano intende sottomettere e allevare per i propri bisogni. L’Essere Capra è la rapidità dell’azione. Nelle visioni della Stregoneria l’Essere Capra è il fulmine di ZEUS o GAIA stessa, sostanza su cui si formano le Coscienze di Sé. Nella tradizione Orfica il capretto era la rappresentazione dell’“iniziato”, colui che dava l’assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza. Il frammento n.32 delle Laminette Orfiche citato dal dizionario dei simboli della BUR, si dice: “Quando la tua anima avrà lasciato la luce del sole, vai a destra facendo attenzione a tutti i particolari. Sii felice di provare ciò che provi! Tu hai provato ciò che non avevi mai provato prima! Sei diventato DIO! Capretto, sei caduto nel latte! Addio, sii felice! Prendi la via di destra verso le sante praterie e i boschi di PERSEFONE!”. Lo spirito di LIBERTA’ è in tutto il versetto orfico e rende perfettamente l’azione di liberazione da parte di BELLEROFONTE dello spirito di LIBERTA’ affinché si manifestasse nel farsi DIO negli Esseri Umani.

L’Essere Leone rende bene il farsi DIO di ogni Essere della Natura. La possanza dello spirito che cresce e si manifesta nel mondo in cui vive. La costruzione del proprio Potere di Essere. La determinazione dei soggetti nel far questo. E’ una rappresentazione dell’Energia Vitale che divampa e splende come quella dell’Essere Sole.

Infine il drago. L’Essere Serpente che è anche un Essere Drago. Perché quest’abbinamento? Perché l’Essere Serpente striscia, palpando e amando la terra, ma l’Essere Drago ama ed avvolge l’intera terra, entra in ogni Essere e gli sussurra l’INTENTO. Il Drago è ovunque; ovunque LIBERTA’ respiri e ogni Essere costruisce il proprio Potere di Essere.

Allora è comprensibile l’uso del termine “CHIMERA” per indicare l’illusione: per chi non sviluppa il Potere di Essere Chimera è illusione quale parto della sua ragione. Chi non alita LIBERTA’ ne manifesta l’utopia della sua esistenza; chi non sviluppa il proprio Potere di Essere è terrorizzato dalle manifestazioni di sé stesso nel circostante; chi non scorge il drago nelle manifestazioni del circostante costruirà dei fantasmi attraverso i quali descrivere il proprio fallimento.

E’ una chimera per chi non vive CHIMERA.

Le manifestazioni di CHIMERA sono terribili, come il fuoco della conoscenza e della consapevolezza che sprigiona con fuoco invincibile, terribile e grande, veloce e forte.

Così CHIMERA sciolta da PEGASO e BELLEROFONTE dai suoi legami si espande negli Esseri e nelle Coscienze di Sé che attraverso CHIMERA iniziano il loro cammino nell’infinito sorretti dall’invincibile fuoco di CHIMERA.

ECHIDNA e ORTO (il figlio avuto con GERIONE) generarono la SFINGE e il leone NEMEO. ORTO è colui che fa della sottomissione la ragione e fine della propria esistenza. E’ colui che sottomesso al padrone corre in aiuto dello stesso incurante della propria distruzione. ECHIDNA è la relazione fra gli Esseri della Natura e fra gli Esseri della Natura e gli DEI. Oltre al generare il farsi DIO genera anche la distruzione del farsi DIO. La sottomissione con ORTO e la richiesta di sottomissione con SFINGE e il LEONE NEMEO.

SFINGE distrugge gli Esseri della Natura con le costrizioni della loro conoscenza e sfruttando la loro incapacità a sviluppare la loro consapevolezza; il Leone Nemeo è il modo attraverso il quale vengono affrontate le contraddizioni fondamentali all’interno dell’Essere Natura. SFINGE può essere distrutta con la Conoscenza e la Consapevolezza; il Leone Nemeo con la ricerca di Libertà all’interno dell’Essere Natura. SFINGE viene distrutta sviluppando il sapere; il LEONE NEMEO esercitando le proprie determinazioni in quanto Esseri Umani.

In ogni Essere e in ogni Coscienza di Sé c’è SFINGE che opera ponendo quesiti ai quali non si è in grado di rispondere. Ed è necessario costruire la conoscenza, il sapere e la consapevolezza per cercare quelle risposte che consentono alle Coscienze di Sé di continuare a svilupparsi. Per evitare la distruzione. Così in ogni Essere all’interno della Natura c’è il LEONE NEMEO pronto a distruggere quanto lo circonda per costruirsi, ma che può essere distrutto da altri che si stanno costruendo. Il LEONE NEMEO si distrugge esercitando le proprie volontà e le proprie determinazioni all’interno dell’Essere Natura. I figli di ECHIDNA vivono in ogni Coscienza di Sé degli Esseri della Natura. I figli di ECHIDNA alimentano o distruggono gli Esseri che non agiscono per costruirsi.

“CETO, come ultimo figlio, a FORCI unita in amore,

generò un terribile serpe, che nei recessi della terra oscura,

presso i grandi confini ha la custodia degli aurei pomi.”

CETO e FORCI sono le vite generate nel mare infecondo PONTO. Diventa fecondo quando unitosi a GAIA genera le condizioni della vita. Dalle condizioni della vita CETO e FORCI (cetaceo e mostro marino) generano anche l’oscuro della Conoscenza; l’oscuro della consapevolezza. L’oscuro che terrorizza i cacciatori di Conoscenza e Consapevolezza, i costruttori del DIO che cresce dentro di loro.

L’oscuro dell’inconoscibile che circonda gli Esseri. L’inconoscibile che sovrastandoli annulla i loro tentativi di superare le barriere della loro ragione, del loro sentire e del loro intuire. Il TERRIBILE SERPE, guardiano dei confini della terra oscura che gli Esseri devono superare per cogliere i pomi della Conoscenza, della Consapevolezza e del divenire nell’eternità dei mutamenti. Il TERRIBILE SERPE a guardia dei confini di un conosciuto rassicurante; il mare calmo che rassicura l’animo pavido dei naviganti. Oltre i confini di quel mare ci si immerge nell’oscuro, nello sconosciuto che il cuore coraggioso può svelare. Lo sconosciuto è l’anticamera dell’inconoscibile. Là dove il coraggio si svuota, la temerarietà si annulla, la Conoscenza trema: l’inconoscibile. Il luogo protetto dalla TERRIBILE SERPE. Il nemico davanti al quale anche il più coraggioso dei Leoni dell’Essere Natura trema: la trasformazione. La fine della vita; la fine della sequenza di trasformazioni in quello stato. Il cambio di stato. Il passaggio dalla vita fetale all’Essere della Natura; il passaggio da Essere della Natura ad Essere di sola Energia Vitale. Ogni passaggio trasforma un inconoscibile in sconosciuto. Ogni passaggio avviene superando la TERRIBILE SERPE e cogliendo i pomi d’oro delle ESPERIDI.

I FIGLI DI URANO E GAIA


I TITANI


“TETI a OCEANO partorì i fiumi turbinosi:...”

“Generò anche una sacra schiera di figlie, che sulla terra

agli uomini nutrono la giovinezza insieme ad APOLLO signore

e ai fiumi: tale destino hanno da ZEUS:...”

“Tali da OCEANO E TETI nacquero

figlie più antiche, ma molte sono anche le altre:

tremila infatti sono le OCEANINE dalle sottili caviglie

che, numerose, la terra e gli abissi del mare

dovunque ugualmente hanno in custodia, prole radiosa di dee;

altrettanti sono i fiumi dalle rumorose correnti,

figli di OCEANO, che l’augusta TETI generò;

di essi tutto è arduo per un uomo mortale dire il nome,

ma li sa ciascuno che ha dimora presso di loro.

TETI e OCEANO generano gli DEI: i FIUMI!

I Fiumi sono DEI in sé stessi. Essi sono gli DEI! Non esiste un DIO del fiume inteso come un DIO che prende il possesso del Fiume. E’ il Fiume il DIO generato da OCEANO E TETI. Questo al di là di come gli Esseri Umani che vivono sulle sue rive si rappresentano la Coscienza di Sé del Fiume.

Quando la rappresentazione soggettiva prende il sopravvento sul fenomeno che la genera allora nasce l’oblio e la disperazione perché si pongono le basi della sottomissione. Il Fiume è un fenomeno che si presenta agli Esseri Umani e questi lo descrivono attraverso gli attributi che intuiscono. I fenomeni che il Fiume manifesta sono rappresentazione soggettiva del Fiume nei confronti dell’oggettività; la descrizione che della Coscienza di Sé ne fanno gli Esseri Umani che vivono sulle sue rive è data dalla loro capacità soggettiva di percepire quei fenomeni e di tradurli, più o meno simbolicamente, all’interno della descrizione della ragione.

Non si tratta del DIO del Fiume, ma del Fiume come DIO!

Questo generarono OCEANO e TETI.

“Generarono anche figli e figlie sacre che sulla terra agli uomini nutrono giovinezza assieme ad Apollo!”

OCEANO e TETI posero le basi per la vita sull’intero pianeta ed ogni OCEANO e TETI fanno o tentano di fare la stessa cosa su ogni pianeta. E’ TETI che cura la crescita di ERA.

ERA è l’Essere Natura. L’Essere Natura generatore di vita. TETI è le acque feconde. DA TETI, OCEANO, ERA e ZEUS provengono le trasformazioni che giungono a noi. La trasformazione dell’oggettività che produsse il presente vivente e consapevole.

TEIA è il divino che cresce negli Esseri della Natura e IPERIONE, con cui giace in amore, è l’andare sopra: il divino che partorito si innalza. Solo il DIO alimenta la luce della Conoscenza e della Consapevolezza dentro di sé; solo il DIO inizia un percorso nei mutamenti per diventare eterno.

Un Essere che diventa DIO diventa TEIA e IPERIONE. Se non è TEIA e IPERIONE non è un DIO, ma colui che abortisce la propria esistenza. Si fa TEIA e IPERIONE l’Essere SOLE grande, l’Essere LUNA e l’Essere AURORA. L’Essere SOLE e l’Essere LUNA come DEI in sé e l’Essere AURORA come il farsi DIO di ogni Essere che sviluppando TEIA si protende nell’infinito facendosi IPERIONE. Eccoli, TEIA e IPERIONE uniti in amore alimentare il divenire di ogni Essere che diventa un DIO. Che si innalza nell’infinito dei mutamenti. Eccoli alimentare la luce affinché si trasformi da inconsapevole in Coscienza di Sé. Che poi voli alto il DIO figlio di TEIA e IPERIONE: sostanza e movimento che alimentano sostanza e movimento di chi alimenta sé stesso generato da TEIA e IPERIONE.

La consapevolezza dell’Essere SOLE si innalza sopra l’infinito cielo dell’Essere Natura e ne alimenta le trasformazioni dei figli di TEIA e IPERIONE. L’Essere LUNA segue le trasformazioni, scandisce i mutamenti e le fasi del respiro divino degli Esseri della Natura mentre in essi AURORA si esprime trasformando lo scuro della “materia” nella luce dell’infinito di TEIA e IPERIONE.

CRIO il titano. CRIO il migliore si unì a EURIBE figlia di GAIA e dell’immenso PONTO (il migliore espresso dalla forza: EURIBE!)!

Per comprendere questa relazione divina è necessario osservare l’Essere Cervo a primavera. O ascoltare il suono degli Esseri Mufloni o degli Essere Capra di montagna. Ascoltare il suono delle corna degli Esseri Stambecco e il loro canto di riverenza nei confronti dell’Essere Natura mentre agiscono per perpetuare la loro specie in ossequio agli imperativi della grande ERA che fu loro generatrice e all’interno della quale ogni Essere è divenuto adattamento dopo adattamento.

Il migliore esprime la forza e perpetua sé stesso.

Da essi, uniti in amore, si ersero degli DEI giganti fra gli DEI: PALLANTE, ASTREO e PERSE.

ASTREO unito in amore con AURORA contribuirono a costruire l’esistente. Quest’esistente fu alimentato da nuovi venti che soffiavano al suo interno e dalle Stelle che coronavano il cielo. Furono tutti figli di AURORA e ASTREO. A quale visione quest’insieme appartiene? Agli Esseri Umani che alzano le vele sui mari. E’ nella loro percezione che stelle e venti coincidono in un unico Intento. Quante volte chiamarono i venti benigni e quante volte guardarono le stelle per conoscere la direzione. Quante volte la disperazione li colse quando il cielo di piombo e le tempeste soffiavano sui loro progetti di vita. Quanto i naviganti dell’esistenza si sentono perduti. Quante volte non sanno dove il loro intento deve sfociare. Quante volte gli Esseri Umani non vedono la fine dei loro intenti e dei loro progetti e invocano i venti degli DEI affinché spingano nella direzione sperata gli eventi della loro esistenza. Quante volte gli Esseri Umani guardano le stelle del mattino cercando aiuto e tracciare le proprie rotte. Questo è quanto ASTREO unito in amore con AURORA ha generato. Questo gli uomini trovarono nelle albe della loro esistenza e con questo quegli Esseri Umani fondarono la loro esistenza riconoscendo la consapevolezza del divino che li circondava e che poteva condurre i loro passi.

ZEFIRO, BOREA dalla rapida corsa e NOTO sono i figli che scuotono la coperta dell’Essere terra e EOSFORO e gli ASTRI SPLENDENTI sono le direzioni cui gli Esseri Umani guardano fiduciosi, “di cui il cielo è coronato”.

PALLANTE (l’uomo forte) unito in amore con STIGE figlia di OCEANO. Chi è STIGE? E’ la determinazione della devastazione di quanto opprime ed offende; di quanto si odia! Di quanto deve essere distrutto. Per questo giurare su STIGE era giurare sul proprio odio o su quanto non si odia. Era giurare sulle proprie determinazioni nella costruzione della propria vita. STIGE era l’odio come espresso da ogni soggetto che si fa STIGE. STIGE unita in amore con la forza genera tensioni dalle quali gli Esseri Umani non potranno prescindere nei loro processi di trasformazione. Né gli Esseri Umani né gli DEI. Così da STIGE e PALLANTE uniti in amore partorì RIVALITA’ e VITTORIA nonché POTERE e FORZA. Più che rivalità sembra quasi impegno, determinazione nell’affrontare le questioni delle contraddizioni. Più che vittoria nella contesa è la soluzione delle contraddizioni. E’ il fenomeno che si genera dalla soluzione della contraddizione. La soluzione della contraddizione viene vissuta come VITTORIA perché è cessato il conflitto, non perché ci si è impadroniti. Cessando il conflitto si sono costruite delle condizioni. Le condizioni costruite generano il futuro: pongono le basi per la costruzione del futuro. Quelle basi sono VITTORIA. RIVALITA’ sono le forze che interagiscono per contendersi il futuro. Così l’uso della volontà dell’Essere che partecipa a quella costruzione è sempre vincente, perché anche se nella contesa dovrà soccombere, chi lo ha vinto ne è uscito modificato e comunque qualche cosa di suo contribuirà alla costruzione del futuro. Le infinite RIVALITA’ all’interno dell’Essere Natura costruiscono gli equilibri al suo interno. Quegli equilibri che facendo meravigliare l’inconsapevole lo portano a pensare al progetto di un divino ordinatore. Invece è solo RIVALITA’ che si esprime in tutti gli Esseri all’interno dell’Essere Natura portando a costruire quegli equilibri giorno dopo giorno. RIVALITA’ è un potere divino che sfocia continuamente in VITTORIA. VITTORIA, il presente che noi ammiriamo mentre RIVALITA’ già agisce per modificarlo.

Figli di STIGE e PALLANTE sono POTERE e FORZA. Il primo è manifestazione della Coscienza di Sé, il secondo è la manifestazione della Coscienza di Sé nell’oggettività in cui quella Coscienza di Sé si manifesta. STIGE prende posto vicino a ZEUS giungendo per prima all’OLIMPO dopo la battaglia con i TITANI. I figli di ZEUS sono tali proprio perché esprimono il loro POTERE DI ESSERE e lo manifestano DETERMINANDO sé stessi nell’oggettività in cui vivono. Questi due GUERRIERI della vita presero parte alla grande guerra contro i TITANI caratterizzando tutti gli Esseri che si esprimono all’interno dell’Essere Natura. All’interno di tutti i figli di ZEUS che lasciarono tracce sul Pianeta alimentando il divenire dell’Essere Natura.

I figli di STIGE affiancarono ZEUS nella guerra contro i TITANI determinando la qualità della trasformazione degli Esseri della Natura. ZEUS è il padre degli DEI perché traccia i solco all’interno del quale gli DEI costruiscono sé stessi. Il solco nel quale gli Esseri della Natura trasformano sé stessi in DEI. “giurare sul proprio odio!” non v’è giuramento più grande perché l’odio è manifesto e travolge ogni cosa con un’immensa emozione. Quando nell’Essere l’odio si manifesta questo tutto travolge e il giuramento che l’Essere fa sopra il proprio odio altro non è che il giuramento sopra le proprie più violente manifestazioni di emotività. Così a nessun DIO è dato violare il proprio giuramento fatto sopra le proprie emozioni! Così nessun DIO che giuri su STIGE può venir meno al proprio giuramento: pena l’allontanamento dall’OLIMPO! Così i figli di STIGE abitano presso ZEUS compenetrando il farsi DIO di ogni Essere della Natura. Ogni Essere della Natura può farsi DIO soltanto manifestando ed alimentando i figli di STIGE dentro di Sé. Manifestare nell’oggettività il proprio Potere di Essere; risolvere le contraddizioni della propria esistenza trasformandosi come atto di VITTORIA soggettiva nei confronti dell’oggettività in cui diviene.


I FIGLI DI FEBE E CEO


(FOIBE E COIO)


“FOIBE l’amabile talamo ascese di COIO” (Titanessa Febe e il titano Ceo) Ed ecco la luce di FEBE che si trasferisce diventando Coscienza in trasformazione. Come l’acqua si scava un rivolo nelle viscere della terra........ FINE PRESENTAZIONE


In data 31.10.2003 ho voluto modificare la presentazione. Il lavoro si può considerare terminato in quanto giunto ad una prima stesura e conclusione. Ho voluto aumentare la presentazione al fine di rendere più chiari, attraverso il commento della Teogonia di Esiodo i principi propri a fondamento del Paganesimo Politeista.

Altri pezzi del lavoro sulla Teogonia di Esiodo sono sparsi nei vari siti. Fra le varie pagine presenti in Web c'è la Titanomachia come parto della vita; il Concetto di Generare; e Pluto!


NEL PAGANESIMO L'UNIVERSO E' UN INSIEME DI DEI SOGGETTIVATI DAL DIO CHE LI DESCRIVE E RIDESCRITTI DA OGNI ALTRO DIO IN RELAZIONE ALLA PROPRIA PERCEZIONE SOGGETTIVA.

IN ESIODO C'E' UN AFFRESCO DIVINO IN CONTINUO MOVIMENTO E IN CONTINUA RIPROPOSIZIONE. LA TENTAZIONE DI SOGGIACERE ALLA DESCRIZIONE UMANA E' GRANDE. LA STREGONERIA PERMETTE DI PRENDERE LA DESCRIZIONE UMANA E DI SPOSTARLA IN UN DIVERSO AMBITO. GLI DEI SONO DEI. SONO COSCIENZE DI SE' CHE AGISCONO NEI MUTAMENTI PER COSTRUIRE SE' STESSI. ANCHE SE GLI ESSERI UMANI LI DESCRIVONO PER LE QUALITA' CHE PROIETTANO SU DI LORO O CHE PERCEPISCONO LEGGENDO I FENOMENI CHE DA LORO GIUNGONO AGLI ESSERI UMANI, SI TRATTA SEMPRE DI COSCIENZE DI SE' CHE POSSONO ESSERE EVOCATE PER SORREGGERE GLI INTENTI DI CHI VIVE STRATEGICAMENTE. COSTRUIRE IL DIO CHE CRESCE DENTRO L'ESSERE UMANO E' ALIMENTARE IL PERCORSO DI COSTRUZIONE DEGLI DEI CHE CI CIRCONDANO. GLI DEI CHE CI CIRCONDANO ALIMENTANO LORO STESSI ALIMENTANDO IL DIVINO CHE CRESCE ALL'INTERNO DELL'ESSERE UMANO.

OGNI PAGANESIMO E' UGUALE; OGNI PAGANESIMO E' DIVERSO! GLI ESSERI UMANI SONO UGUALI; DIVERSI I CONTESTI CULTURALI IN CUI SI FORMANO!

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

E-mail claudiosimeoni@libero.it

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