La pulsione di morte

di Claudio Simeoni

Introduzione alla Stregoneria

 

Pulsione è un termine usato in psicologia e in psicoanalisi.

Leggiamo il significato di pulsione dal dizionario Garzanti della Lingua italiana che definisce pulsione:

"stimolo psicofisico, energia libidica che preme verso una meta, che tende a scaricarsi su un oggetto o attraverso un oggetto; si differenzia dall'istinto in quanto non è predeterminata ereditariamente."

In psicoanalisi si hanno altre forme di pulsioni, tutte legate a forme istintuali o ereditarie, come la pulsione sessuale, le pulsioni di vita. Solo la pulsione di morte e di auto annientamento non ha radici fisiologiche, ma risponde a stimoli esterni. La Pulsione di Morte è una risposta soggettiva a precise sollecitazioni di origine sociale ed educazionale che si presentano all'individuo con una tale forza da costringerlo ad aderirvi. Una volta che l'individuo ha aderito a quanto le sollecitazioni proprie della Pulsione di Morte hanno richiesto, ripropone le richieste in ambito sociale ed educazionale come elementi naturali del proprio esistere.

In questo piccolo trattato tento di separare la Pulsione di Morte dai fenomeni che la manifestano e la nutrono nel Sistema Sociale o negli individui. E' necessario fare questo perché la Pulsione di Morte può essere descritta soltanto per i fini che persegue e per le strategie che nei diversi contesti sociali, culturali e morali mette in atto per giungere a quei fini.

Della Pulsione di Morte in sé stessa non possiamo parlare in quanto non si caratterizza per elementi precisi, elementi fisici o comportamenti determinati. Non è un oggetto descrivibile in sé, ma individuabile attraverso le sue manifestazioni. Io non posso dire questo comportamento è un comportamento dettato dalla pulsione di morte generalizzando quel comportamento: chiunque si comporta in questo modo risponde alle necessità della Pulsione di Morte. Non lo posso fare.

E' come per il "non uccidere". Si può uccidere per pulsioni di vita o per pulsione di morte, si può uccidere per interessi economici o in difesa di grandi valori morali o di piccole meschinità. Non necessariamente uccidere è manifestazione della Pulsione di Morte. E' sempre manifestazione della Pulsione di Morte quando ad uccidere è un Potere di Avere, un Comando Sociale, che attraverso l'uccidere riafferma il proprio diritto al possesso degli individui, il diritto di terrorizzare quanti restano vivi per sottometterli al suo comando e al suo dominio. Diventa riproduzione della Pulsione di Morte quando gli individui fagocitando questo modo di rapportarsi lo riproducono come proprio modo di fare e proprio modo di essere.

La Pulsione di Morte non è caratterizzata dalle azioni in sé stesse, ma dal fine cui quelle azioni tendono. E' dal fine cui le azioni tendono che noi siamo in grado di individuare la pulsione che le genera.

Cosa diversa del concetto giuridico dove un'azione viene giudicata in quanto ha violato una norma al di là delle finalità della norma stessa; salvo poi accreditare delle attenuanti o delle aggravanti.

A me, i fini giuridici, in questo momento non interessano.

Interessano, ai fini di questo breve scritto, gli effetti che la pulsione ha sugli Esseri Umani, come li costringe a modificare le loro emozioni e le relazioni che questa modificazione introduce nelle loro relazioni col mondo che li circonda.

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Il primo elemento che dobbiamo considerare è che la Pulsione di Morte non ha addentellati nella fisiologia dell'individuo, ma ha una sua rappresentazione nella degenerazione fisica. La Pulsione di Morte non esprime dei caratteri emozionali all'interno dell'individuo (se non come caratteri di adattamento della specie; tipo il rapporto madre-figlio che può essere di vita o di morte a seconda dell'azione della madre), ma giustifica la sua azione di devastazione emozionale equiparandola alla degenerazione fisica dell'individuo. E' come se la Pulsione di Morte affermasse: "Come il tuo corpo degenera, anche le tue emozioni devono degenerare.". Questa azione progredisce per effetto delle imposizioni sull'individuo. Le imposizioni hanno lo scopo di imporre all'individuo appena nato dei modelli comportamentali adeguati alle aspettative del Sistema Sociale in cui vive.

La necessità impositiva del Sistema Sociale nei confronti dell'individuo appena nato è un'esigenza sociale determinata dall'allontanamento del Sistema Sociale dai canoni di sviluppo naturale dell'Essere Umano. Tanto più un Sistema Sociale si è allontanato da un modello di sviluppo legato all'Essere Natura e con tanta più violenza i nuovi nati devono essere indirizzati in quella direzione per alimentare lo sviluppo del Sistema Sociale stesso.

Nel suo piccolo trattato "L'io e l'es" Freud affermava che mentre la pulsione di vita che egli identificava con l'Eros "persegue il fine di complicare la vita, allo scopo naturalmente di conservarla, aggregando in unità sempre più vaste le particelle disperse della sostanza vivente" la pulsione di morte era quella: "a cui compete il compito di ricondurre il vivente organico allo stato privo di vita".

Continua Freud:

"Siamo invece soddisfatti di poter indicare, per la pulsione di morte, così difficile da comprendere, un rappresentante nella pulsione di distruzione, alla quale l'odio indica la via."

Il problema che Freud non affronta è la scomposizione esistente fra vita psichica e vita fisica. Per lui la vita fisica non è una tappa di costruzione della vita psichistica dell'individuo. L'individuo, vivendo, non costruisce sé stesso, ma vive in una contrapposizione fra pulsione di vita rappresentata dall'eros e da una pulsione di morte disgregatrice.

C'è una evidente trasposizione fra la degenerazione fisica e la degenerazione psichica dell'individuo dove dalla libido dell'eros si passa all'odio distruttivo. In tutto il suo trattato Freud pone al centro del suo discorso la conflittualità fra io, es e superio. Una conflittualità tutta interna all'individuo. Una conflittualità dalla quale non c'è scampo.

Ciò che Freud vuole assolutamente ignorare sono le condizioni esterne alle quali l'individuo si adatta. Questo è il grande terrore di Freud. Quando a Freud gli viene fatto notare che forse oltre alle patologie psichiatriche possono esserci anche le miserabili condizioni sociali e morali in cui la gente vive a Vienna, preferisce fuggire per non affrontare le problematiche della vita.

Il suo trattato è una degenerazione intellettualistica e intimistica di un conflitto che l'individuo sta vivendo all'atto stesso del concepimento. Non solo come individuo della specie e pertanto portatore di tutte le tensioni che la specie ha accumulato nel suo processo di adattamento nelle ere precedenti, ma è un conflitto che iniziato nel grembo materno ha proseguito nella relazione fra il soggetto che cresce e il mondo in cui sta crescendo. Dove le esigenze del mondo si impongono sull'individuo pretendendo che questi si adatti alle sue sollecitazioni.

La vita come un processo di costruzione emozionale e psichica dell'individuo è cosa ignota a Freud e, anche se fosse entrata nella sua concezione, scartata aprioristicamente in quanto in aperto conflitto con i preconcetti della sua struttura educazionale alla base dei suoi lavori. In Freud tutto è statico, tutto è creato, tutto deve essere rimosso o individuato: nulla si aggiunge e nulla si costruisce nell'individuo.

Per Freud la pulsione i morte è una componente dell'individuo, appartiene al suo superio e tenta di imporsi sulla pulsione di vita, eros, espressa dall'es. Le stesse turbe psichiche sono sempre trattate come interne all'individuo.

Diversa è la questione in Reich.

Reich, partendo dallo studio dell'orgasmo, indica il processo orgasmico con la formula tensione-carica-scarica-rilassamento. In un secondo tempo Reich estende questa formula ai processi di sviluppo biologici. Non un individuo diviso con conflittualità fra diverse personalità, ma un individuo che procede attraverso un processo continuo di tensioni, cariche, scariche e rilassamenti per ricominciare a caricarsi in risposta a tensioni ecc. ecc..

Questo processo individuato da Reich è un processo di costruzione soggettiva dove la crescita dell'individuo è la differenza che rimane al soggetto fra quanto carica e quanto scarica. Questo processo di costruzione soggettiva può essere visualizzato come la quantità di cibo che si trasforma in individuo quando viene ingurgitato e le feci espulse. Dove tanto più numerose sono le tensioni-carica-scarica-rilassamento e maggiore è qualitativamente e quantitativamente la crescita dell'individuo.

All'interno di questa formulazione Reich individua la pulsione di morte descrivendola come "deadly orgone", DOR ossia "orgone letale".

La scoperta di Reich altro non fa che confermare, o se si preferisce, a definire in maniera diversa quella che gli Stregoni chiamavano effetti della magia nera.

Che cos'è in sintesi l'orgone letale di Reich?

Altro non è che un processo di stagnazione dell'Energia Vitale o all'interno di un organismo vivente o del pianeta terra in cui si rendono impossibili o difficoltosi i processi di tensione-carica-scarica-rilassamento e l'organismo cessa di espandersi per chiudersi e rattrappirsi su sé stesso.

La preposizione può essere invertita: un organismo che cessa di espandersi costringe la propria Energia Vitale a stagnare finendo per rattrappirsi chiudendosi su sé stesso.

Sia le deduzioni di Freud che quelle di Reich tentano di dare delle spiegazioni a dei fenomeni che incontrano. Le epoche sono diverse e i soggetti che leggono i fenomeni che incontrano sono diversi. Entrambi incontrano forme distruttive all'interno degli Esseri Umani e cercano di spiegare queste forme distruttive.

Nessuno dei due si rende conto del processo di crescita degli Esseri Umani. Nessuno dei due immagina la formazione di un Es o di un Superio attraverso continue trasformazioni in relazione e in adattamento alle condizioni esterne incontrate. Nessuno dei due immagina un processo di costruzione psichico. Pur tuttavia vengono individuate delle tare psichiche all'interno della crescita. Le relazioni edipiche, le frustrazioni sessuali, incidono sull'individuo e nell'intero corso della sua vita producono delle patologie in relazione ad un modello ideale preconcettualmente pensato da Freud o da Reich.

La struttura emozionale, psichica, fisica e psicologica del soggetto, al di là di come lo si vuole suddividere e considerare, viene costruita in base alle relazioni che un soggetto incontra nel corso della propria esistenza.

Le relazioni che un soggetto attraversa sono relazioni di mutua inferenza dove la capacità di un soggetto di incidere all'interno della relazione è direttamente proporzionale alla sua capacità di scelta e di discriminazione nella relazione.

Un individuo ha tante più possibilità di incidere in una relazione tanto maggiore è l'esperienza nell'uso della sua volontà e nel discriminare all'interno delle scelte che compie. Un individuo ha tante più possibilità di incidere in una relazione tanto maggiore è la sua Coscienza, la sua Consapevolezza e il suo sapere. Un individuo ha tante più possibilità di incidere in una relazione tanto maggiore è il suo Potere di Essere.

Di contro.

Un individuo ha tante più possibilità di subire quanto la relazione con altri soggetti gli impone tanto minore è la sua esperienza nell'uso della sua volontà e nel discriminare all'interno delle scelte che compie. Un individuo ha tante più possibilità di subire in una relazione tanto minore è la sua Coscienza, la sua Consapevolezza e il suo sapere. Un individuo ha tante più possibilità di subire in una relazione tanto minore è il suo Potere di Essere.

Si può anche insistere su altri aspetti, ma non è importante.

Incidere all'interno di una relazione significa indicare la direzione e la qualità di modificazione dei soggetti che quella relazione costruiscono.

La relazione ha quale fine la modificazione dei soggetti che a quella relazione concorrono.

Freud ci dice come la pulsione di morte tende a disgregare la vita in contrapposizione alla pulsione di vita, eros, che aggrega e dilata.

Reich ci dice come l'Energia Vitale stagnata si forma nell'individuo quando questi cessa di svilupparsi o il cessare di svilupparsi porta alla formazione dell'Energia Vitale stagnata. La stagnazione è l'inizio della morte dell'individuo attraverso una serie di patologie che cortocircuitano l'attenzione, le tensioni e i bisogni dell'individuo in formule distruttive.

Ciò che noi osserviamo nelle due formulazioni è che sono presenti fenomeni imputabili a forze e tensioni che tentano di espandere l'individuo nella vita e forze che tendono a bloccare l'espansione dell'individuo.

Sia la formulazione Freudiana che quella Reichiana tentano di leggere i fenomeni in funzione di una struttura psico-fisica dell'individuo. Individuano i traumi infantili che inibiscono la crescita rispetto ad un modello di individuo ideale, ma non leggono quanto avviene in funzione di un individuo che costruisce sé stesso.

Sia per Reich che per Freud l'individuo nasce, si sviluppa e muore. Può vivere più o meno bene a seconda di un ipotetico sviluppo naturale ideale che essi pensano. L'individuo si costruisce mentre cresce e, una volta cresciuto, vive la sua vita. Questo è un modello concettuale monoteista: cristiano.

E' un modello concettuale cristiano in quanto l'individuo è comunque il frutto di determinazioni e di fini a lui esterni. I traumi che egli subisce sono tare di cui liberarsi rimuovendole o riaccelerando la propria Energia, ma il fine del liberarsi è la rimozione delle patologie rispetto ad un modello ideale al quale si richiede di aderire. Chi determina quel modello ideale? Quando e perché una patologia danneggia l'individuo? Quando una patologia si esprime e il trauma che arriva dall'oggettività diventa manifestazione patologica che necessita di rimozione?

La risposta a questi perché, dal punto di vista delle patologie, lo lasciamo alla medicina e agli analisti.

Diventa un discorso diverso da quello patologico quando consideriamo lo sviluppo di un Essere Umano da una diversa prospettiva. Quando consideriamo la vita dell'Essere Umano come un percorso di incubazione, compattazione e costruzione del suo corpo luminoso. Quando consideriamo la morte del corpo fisico come il momento della nascita del corpo energetico. Quando consideriamo la possibilità che la morte del corpo fisico coincida con la morte del corpo energetico: il fallimento dell'esistenza; l'aborto della vita.

Questo non cambia la relazione fra i traumi, la psiche e la fisicità dell'Essere Umano, ma pone l'Essere Umano in una diversa relazione col mondo e dunque con sé stesso.

Le funzioni mediche all'interno della psiche e del somatismo hanno la funzione di ricondurre un individuo all'interno di un modello ideale. E' il modello ideale l'apriori e il fine dell'attività medico-psichiatrica.

In Stregoneria non esiste un modello ideale.

In Stregoneria esiste soltanto la lotta fra il bene e il male.

Dove per bene intendiamo la capacità di un individuo di espandersi nella sua vita e nel suo circostante e per male gli ostacoli che si frappongono a questa dilatazione e che costringono l'individuo a delle strategie di adattamento spesso distruttive sia per sé stesso che per il Sistema Sociale in cui vive.

La vita è un percorso di trasformazione strategica.

Un miliardo di vite costruiscono equilibrio fra un miliardo di percorsi strategici il cui fine è la dilatazione di ognuno degli individui sia nei loro circostanti sia nelle trasformazioni della loro vita.

Se all'interno di quel miliardo di vite che sviluppano loro stesse in percorsi strategici alcune vie, qualunque sia la loro natura, anziché sviluppare sé stesse sia nel loro circostante sia nelle loro strategie di vita si sviluppano (o si illudono di farlo.) attraverso l'impedimento dello sviluppo strategico di altre vite costringendo queste a fagocitare l'impedimento, si ha la creazione di campi di Energia Vitale stagnata quale manifestazione di pulsione di morte.

All'interno dello sviluppo strategico di miliardi di vite quanto serve alla nostra sopravvivenza si può distruggere (si possono mangiare gli animali) ciò che non si può fare, salvo producendo pulsione di morte ed Energia Vitale Stagnata, è costringere un soggetto a fagocitare l'accettazione alla rinuncia ad espandere sé stesso sia nel circostante che nelle operazioni strategiche della sua esistenza.

A livello della comprensione comune dovremmo spiegare in cosa consiste questa o quell'azione; cioè quando un'azione è espressione di pulsione di morte o è azione per la sopravvivenza strategica dell'individuo.

Possiamo dire che sono manifestazioni di pulsione di morte tutte quelle azioni, individuabili nel Sistema Sociale, il cui fine è la sottomissione degli individui o la costrizione degli individui ad aderire a progetti a loro estrani.

La pulsione di morte, nei Sistemi Sociali in cui viviamo, si è costruita azione dopo azione, anno dopo anno da parecchie migliaia di anni. Si tratta di circa quindicimila anni. Nel corso di questo periodo molti tentativi sono stati costruiti dalla pulsione di morte per imporsi sugli Esseri Umani. I fallimenti dei vari tentativi hanno, comunque, lasciato delle tracce nella psiche, nei campi di energia e nella struttura fisiologica degli Esseri Umani che hanno fornito la base di partenza per i tentativi successivi (ad es. Gli animali che ho tentato di allevare sono fuggiti: però l'idea che in condizioni migliori gli animali si possono costringere a farsi allevare si fa strada. Questo vale anche per gli Esseri Umani. Es. Solone fa la riforma sociale ad Athene perché troppi cittadini diventavano schiavi per debiti; gli schiavi vengono liberati, ma l'idea che costringendo qualcuno ai debiti lo si possa sottomettere si è fatta strada. Per i bambini è ancora più atroce.). C'è stato, in pratica, un processo di sedimentazione psichico e fisiologico attraverso il quale la pulsione di morte, cioè l'attività di sottomettere e di essere sottomessi, è diventata parte dell'attività degli Esseri Umani. Il processo di sedimentazione della pulsione di morte è durata circa quindicimila anni. Ogni volta che una generazione umana (venti o trenta anni) moriva, ogni volta che una civiltà scompariva, ogni volta che una catastrofe naturale sconvolgeva i Sistemi Sociali, i singoli individui perdevano la memoria dei processi sociali di sviluppo ed erano costretti a ricorrere a soluzioni immediate spesso pescando dalla pulsione di morte che avevano dentro di loro.

Sono necessari cento anni perché una quercia cresca e si sviluppi; bastano pochi minuti con un'ascia in ferro per abbatterla. I vecchi hanno paura della morte quando sono vissuti distruggendo sé stessi e trovano del tutto naturale costringere i loro figli a diventare il loro bastone della vecchiaia.

Nel far questo distruggono il futuro dei loro figli e le possibilità di espansione futura del Sistema Sociale.

Nel far questo bloccano i flussi di Energia Vitale costringendo i loro figli ad adattarsi alle loro esigenze. Salvo cacciare e punire chi si ribella.

La pulsione di morte può essere vista.

Può essere vista nel campo di Energia delle persone e può essere letta dalle azioni che le persone compiono. Dalle decisioni che prendono. Dai fini che si ripromettono.

Una pulsione di vita può allontanare la pulsione di morte dal dominio all'interno dei Sistemi Sociali attraverso un percorso di sedimentazione che duri alcune migliaia di anni.

Non è possibile fare nessun progetto con quella durata. Gli Esseri Umani vivono un immediato che è lungo quanto la loro vita.

Si possono fare soltanto delle considerazioni legate alla vita dell'Essere Umano.

Si può affermare che l'Essere Umano nasce in un Sistema Sociale e in un circostante che esprime delle determinazioni nei suoi confronti. L'Essere Umano deve imparare ad usare la sua volontà per la costruzione di sé stesso prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della sua vita. Questo non significa che le azioni fatte vengono identificate con la pulsione di vita, significa che un aspetto della pulsione di morte che sta agendo sull'Essere Umano tendendo a sottometterlo inizia ad essere rimossa. "La rimozione non è" parafrasando un mio amico "un pranzo di gala, non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità o delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rimozione è un atto di determinazione soggettiva con la quale un Essere Umano rimuove un ostacolo al proprio sviluppo prendendo nelle proprie mani la responsabilità della propria vita." La rimozione degli ostacoli nella propria psiche e nelle proprie relazioni con il mondo sono dei veri e propri abbattimenti del potere feudale alla sottomissione che si è imposto sugli Esseri Umani. Conflitti psichici che a volte distruggono anche relazioni sociali costruite da tempo.

Stare al gioco della pulsione di morte significa stare al gioco della sottomissione.

Significa stare al gioco del ruolo imposto. Quando quel ruolo viene rimosso la conflittualità investe tutti i ruoli che ci stanno attorno.

La rimozione della pulsione di morte che sovrasta un individuo è generatrice di conflittualità. Una conflittualità che è sempre benefica per il Sistema Sociale in quanto, un processo di modificazione della sottomissione degli individui, pone le basi per un diverso sviluppo sociale.

Per esempio. Tutto il processo di liberazione dell'Essere Umano femminile dalla sottomissione imposta dal cattolicesimo è un fattore di benessere, sviluppo e stabilità per l'intero tessuto sociale. Eppure quella liberazione fu frutto di fortissime tensioni e conflittualità sociale. Fortissime tensioni con il potere cattolico quale garante della pulsione di morte che oggi rivendica a sé stesso il merito della liberazione femminile (magari indicando quanto son perversi i musulmani) per articolare in maniera più raffinata lo sviluppo della pulsione di morte nel Sistema Sociale che intende dominare.

Il processo di liberazione dalla pulsione di morte nel Sistema Sociale passa attraverso la liberazione dai fenomeni con cui la pulsione di morte si esprime sopra e all'interno del singolo individuo.

Il singolo individuo non vedrà mai l'eliminazione della pulsione di morte all'interno del Sistema Sociale, ma la sua lotta contro quanto blocca il suo sviluppo, sia nel circostante in cui vive sia nello sviluppo strategico della sua esistenza, lo porta a mettere in atto delle strategie di liberazione soggettiva che modifica la sua capacità di relazionarsi col mondo.

Questa modificazione è la sua gloria.

Il suo divenire nell'eternità dei mutamenti.

Pertanto quando parliamo di pulsione di morte, parliamo degli effetti della pulsione di morte. La pulsione di morte vive in sé e si manifesta attraverso l'imposizione della sottomissione. Questa imposizione genera conflittualità psichica scontrandosi con le forze che dall'individuo tentano di espandersi nel circostante. Questa conflittualità è generata anche da forze che tentano di sottomettere l'individuo sollecitando una direzione di sviluppo delle sollecitazioni che dall'individuo si manifestano verso l'esterno. Soluzioni sollecitate da forze esterne all'individuo.

Gran parte della strategia psicologica del premio e della punizione per il raggiungimento di un risultato si basano sul far prendere all'individuo quelle soluzioni che quel circostante intende far prendere. Pertanto, se il circostante è assolutamente malato di morte, solo le soluzioni in sintonia con le pulsioni di morte vengono premiate da quel circostante. Se in quel circostante si manifestano pulsioni di vita, allora non sempre le soluzioni relative alle pulsioni di morte sono premiate e tendono ad imporsi, ma qualche volta vengono annichilite e costrette ad arretrare lasciando uscire dall'individuo soluzioni relative alle pulsioni di vita.

Per questo motivo la strategia educazionale della Stregoneria ha al suo centro l'Essere Umano adulto e non il bambino. E' l'Essere Umano adulto che deve imparare a prendersi nelle proprie mani la responsabilità della sua vita e non imporre al bambino atteggiamenti che egli stesso, pur pensandoli, trova inadeguati. E' assurdo imporre astinenza sessuale ad un minore quando l'astinenza sessuale impone strategie di liberazione dalle tensioni interne spesso socialmente aberranti.

Noi possiamo parlare di pulsione di morte come di attività che sottomette e pulsione di vita come attività d'uscita dalla sottomissione.

Se qualcuno afferma: "questa è la descrizione della pulsione di morte." vi sta ingannando. La pulsione di morte si manifesta sempre in maniera diversa a seconda delle condizioni che incontra. Sono le condizioni oggettive che portano l'individuo all'individuazione della pulsione di morte partendo dai suoi bisogni e dai fini che si propone vivendo strategicamente. Quando qualcuno non è più in grado di vivere strategicamente: la pulsione di morte lo ha inchiodato.

Quando qualcuno combatte chi tenta di vivere strategicamente la pulsione di morte lo ha fatto proprio e, qualunque cosa dica, qualunque cosa faccia: "Sia che prepari un pranzo di gala o una bellissima opera letteraria (vedi la Divina Commedia di Dante.), un bel disegno o un grande ricamo, oppure se si rivolge a voi, con dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità." sta solo tentando di mettervi il giogo della sottomissione perché non solo la pulsione di morte ha sconfitto la sua capacità di vivere strategicamente, ma lo ha fatto proprio. Lo ha trasformato in un cane da guardia attraverso il quale sottomettere chi non si può difendere. Lo ha trasformato in un distruttore della vita: della vostra vita.

Della vostra occasione di eternità.

La pulsione di morte non è una verità da descrivere, ma è un percorso di distruzione da individuare e fermare perché la vita dell'Essere Umano, nel nostro caso, è la nostra opportunità di eternità.

La nostra ricchezza che la pulsione di morte vuole appropriarsi.

Marghera, 06 aprile 2002 (data dedotta dal file)

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Stregoneria

Quando iniziai il mio percorso di stregoneria, furono molti gli interessi che hanno attratto la mia attenzione. Come tutti iniziai dall'analisi dell'esoterismo, dello spiritismo, dell'astrologia, delle varie forme di divinazione. Ho analizzato un mondo che ho progressivamente svelato e ciò che scoprivo, lo comunicavo.