Cod. ISBN 9788891185815
Teoria della Filosofia Aperta - Volume quattro
Tutte le pagine dell'Enciclica Spe Salvi
Esistono dei presupposti dai quali il cristianesimo parte per fare delle affermazioni. I presupposti o sono sorretti dal vero o sono falsi.
Esistono dei fini per i quali il cristianesimo fa delle affermazioni: o questi fini hanno una corrispondenza nella realtà oggettiva della vita o sono il frutto della patologia da dipendenza come manifestazione del delirio da onnipotenza. Il bisogno patologico si trasforma in idea e in attesa incapace di misurarsi col mondo.
La menzogna di Ratzinger sta nel presupposto da cui si dispiega il discorso del ventiquattresimo paragrafo dell'enciclica Spe Salvi.
Dice Ratzinger:
"Innanzitutto dobbiamo costatare che un progresso addizionabile è possibile solo in campo materiale."
L'affermazione è in sé sia falsa, per la realtà in cui viene fatta, che criminale, per i fini che indica!
L'uomo è la misura del suo progresso, non la tecnica. L'uomo sedimenta in sé stesso il suo progresso sia per quanto riguarda il singolo individuo, sia per quanto riguarda la specie, sia per quanto riguarda l'intera Natura.
Il cristianesimo circoscrive il campo materiale alla mera produzione di oggetti. Infatti, per Ratzinger, il progresso va dalla fionda alla superbomba.
Ratzinger separa l'uomo, creato da dio a sua immagine, e perciò non suscettibile di progresso e di trasformazione, dagli oggetti materiali della vita dell'uomo che, proprio perché fatti dall'uomo, sono suscettibili di trasformazione e, perciò, di progresso. Così, dalla fionda alla superbomba, dalla capanna al grattacielo, dal cavallo all'aereo supersonico; per il cristiano sono manifestazione del progresso dell'uomo. Per il cristiano la spiritualità dell'uomo è estranea all'uomo. La spiritualità non è manifesta dall'uomo in quanto persona fisica, ma è nell'oggetto che chiama anima e che provenendo dal suo dio è assolutamente immodificabile: scevra di ogni progresso e assolutamente indifferente all'oggettività che incontra.
Si tratta della menzogna cristiana. Anche se l'origine di questa menzogna può essere riconosciuta nella storia del pensiero, il cristianesimo ne ha fatto uno strumento perverso con cui negare la libertà dell'uomo.
L'uomo, per il cristianesimo, è creato dal suo dio!
Immodificabile perché nessuno può modificare quello che il suo dio ha creato come forma.
Due menzogne di fondo: il dio dei cristiani e la creazione del suo dio!
Due menzogne il cui fine è condannare l'uomo al campo di sterminio. Il campo di sterminio i cui limiti sono costituiti dalla forma della creazione (la verità fuori della quale tutto è male o tutto è "dono") e dalla morale del creatore imposta mediante la forza e in disprezzo della vita.
L'anima, le emozioni, le sensazioni, sono manifestazioni del corpo nelle sue relazioni con il mondo. Vivendo queste relazioni con i corpi fisici, anima, psiche, emozioni, sensazioni, si modificano facendo progredire l'Essere Umano nella Natura. Sia come società d'insieme, sia come singolo soggetto. In questo percorso di progresso si manifestano forme di "regresso" che però sono relative al nostro pensare il mondo, allo stridere fra ciò che noi vorremmo perché spinti dalle nostre pulsioni e quanto riusciamo a realizzare nella realtà oggettiva che ci troviamo a vivere. Questo è il motore del progresso sociale. Di progresso, anche quando, nel tentativo di dominare l'uomo, il cristianesimo costruisce le peggiori condizioni di vita per gli Esseri Umani.
Se infestiamo di eternit o di piombo l'ambiente e gli Esseri Umani e gli Esseri della Natura sono in sofferenza, non è un regresso, ma un progresso, perché la ragione umana viene "frustata" nel suo delirio di onnipotenza nei confronti del mondo. La ragione impara che non si può fare tutto quello che si vuole. I cristiani pensano che sia un loro diritto riempire gli Esseri Umani di eroina, ma è l'ideologia cristiana, non il progresso dell'uomo la cui ragione deve, purtroppo, sperimentare anche questo orrore per poter emergere. Sarebbe stato molto più semplice se il cristianesimo non si fosse imposto sull'uomo. Se la sottomissione militare alla fede imposta dai cristiani non avesse trasformato da un lato la ragione in ammalata da delirio di onnipotenza e dall'altro lato non l'avesse separata dal corpo e dalle sue capacità di percezione del mondo che la circonda. La scienza ci parla della struttura emotiva e della sua importanza, fin dai primi giorni di vita, nella formazione dell'intelligenza e del corpo. La scienza ci parla delle sollecitazioni emotive che riceve il bambini fin dalla pancia della madre nell'impostazione dei suoi processi di crescita e di adattamento soggettivo. La scienza ci parla del progresso morale e sociale che interferisce nella formazione del bambino capace di alimentare ulteriormente il progresso sociale e morale della società nelle relazioni fra l'uomo e il mondo. La scienza oggi descrive!
Ma se noi fossimo stati in ascolto del nostro corpo, delle nostre passioni, aperti alla costruzione del nostro futuro sia come individui sessualmente appassionati che socialmente impegnati, ciò che la scienza oggi faticosamente descrive, noi lo avremmo travasato nelle nostre azioni in una continua trasformazione del presente morale e in una continua trasformazione dell'uomo fondando un progresso visibile non solo nei milioni di anni di trasformazione della specie, ma anche in ogni singolo quotidiano di ogni singolo individuo.
Ratzinger è un bugiardo!
La sua menzogna è finalizzata alla costruzione e al rafforzamento dei campi di sterminio nella società. Non nega soltanto l'evidenza, ma nega l'evidenza in funzione di... E quel "in funzione di" viene evidenziato dal disprezzo che manifesta per le persone esaltando la speranza nel suo dio. Strappa il dio da ogni singola persona. Il dio, la forza del divenuto della singola persona; la forza con cui la singola persona si presenta nella realtà. Strappando quel dio costringe la singola persona alla disperazione: per Ratzinger non esiste un "progresso della persona", esiste solo "un progresso addizionabile è possibile solo in campo materiale".
Continua Ratzinger affermando:
"Qui, nella conoscenza crescente delle strutture della materia e in corrispondenza alle invenzioni sempre più avanzate, si dà chiaramente una continuità del progresso verso una padronanza sempre più grande della natura. Nell'ambito invece della consapevolezza etica e della decisione morale non c'è una simile possibilità di addizione per il semplice motivo che la libertà dell'uomo è sempre nuova e deve sempre nuovamente prendere le sue decisioni."
Il concetto del bambino che nasce come una "tabula rasa" creata dal dio padrone e sulla quale, quel bambino, prenderà le sue decisioni, è il fondamento ideologico della distruzione dell'individuo e giustificazione di tutta la violenza con la quale si costringe il bambino alla sottomissione.
Nell'ambito della "consapevolezza etica e della decisione morale" dal momento che il progresso è sociale e che la società è controllata militarmente dai cristiani specialmente per quanto riguarda i bambini, il progresso diventa complesso e le trasformazioni abbracciano numerose generazioni prima che un dato di consapevolezza etica diventi elemento fondante le relazioni del singolo individuo con la società (e viceversa).
L'informazione Istituzionale oggi, dà per scontato che la violenza sessuale sia una violenza contro la persona. Interferire, senza il consenso della persona, nelle sfera sessuale di un'altra persona significa far violenza alla persona. Alla proprietà di sé stessa della persona. Il cristianesimo, che intende le persone oggetti posseduti dal suo dio, ha sempre imposto il concetto secondo cui far violenza sessuale ad una persona significava offendere la morale imposta dal suo dio.
Ci sono voluti centinaia e centinaia d'anni di sangue sparso perché questo progresso fosse sancito nelle società civili. Però, si tratta di progresso "della consapevolezza etica e della decisione morale" che Ratzinger non può cogliere in quanto egli, identificandosi col dio padrone, ritiene di aver subito una violenza rinunciando ad essere il soggetto offeso ogni volta che una persona viene violentata. Così, ogni Ratzinger, all'interno della gerarchia cattolica, è riportato alla dimensione umana e costretto a rispondere dei reati di violenza sessuale che la gerarchia cattolica ha sempre messo in atto contro le persone indifese. E' in quest'ottica che nel mondo ci sono stati centinaia di processi contro la chiesa cattolica e molti milioni che andrebbero fatti, non saranno mai celebrati. Si tratta di quel progresso morale che Ratzinger, in quanto padrone degli Esseri Umani, non può cogliere!
Ogni nuovo nato costruisce sé stesso, veicolando le proprie pulsioni nelle proprie scelte nell'oggettività in cui nasce. Dal momento che l'oggettività in cui un soggetto nasce non è mai la medesima, ne consegue che ogni nato costruisce sé stesso in maniera diversa dai nati che lo hanno preceduto e che hanno costruito le condizioni affinché egli germinasse. Veicolare le proprie pulsioni e le proprie tensioni emotive non significa forgiarle! O meglio, il nuovo nato forgia le proprie pulsioni e le proprie pulsioni emotive, ma in base ai fenomeni, agli imput, agli imprintig, che gli arrivano dal mondo che lo circonda, dalla propria madre, fintanto che ne è in pancia, Sua madre invia al feto imput emotivi in relazione alle risposte che lei dà ai fenomeni del mondo in cui vive e ai problemi che l'assillano nella sua quotidianità. Sia per come li percepisce sia per come risponde loro. Quando nasce, il feto, non ha soltanto un corpo fisico, ma ha anche un corpo emotivo predisposto per adattarsi alle relazioni emotive del mondo che incontra.
Quando diventerà adulto, agli adattamenti infantili che guideranno tutta la sua esistenza e che determineranno il suo essere nella società, sommerà la volontà, che il perseguimento dei propri intenti richiederà coinvolgendo le sue emozioni. E sarà questo coinvolgimento che egli trasmetterà al nuovo nato sotto forma di nuove o diverse risposte emotive che darà ai fenomeni che affronterà nel suo quotidiano.
E' il motore dell'evoluzione della specie che determina anche l'evoluzione morale che l'individuo manifesta come trasferimento nella ragione sociale della diversa relazione empatica che le sue emozioni costruiscono col mondo.
Tutto questo, per il creazionista Ratzinger, non esiste!
Afferma Ratzinger:
"La libertà presuppone che nelle decisioni fondamentali ogni uomo, ogni generazione sia un nuovo inizio. Certamente, le nuove generazioni possono costruire sulle conoscenze e sulle esperienze di coloro che le hanno precedute, come possono attingere al tesoro morale dell'intera umanità. Ma possono anche rifiutarlo, perché esso non può avere la stessa evidenza delle invenzioni materiali. Il tesoro morale dell'umanità non è presente come sono presenti gli strumenti che si usano; esso esiste come invito alla libertà e come possibilità per essa."
La libertà presuppone che ogni generazione si faccia responsabile di fornire i migliori strumenti con cui la generazione successiva possa aprirsi al suo futuro. La libertà della generazione successiva è legata alla responsabilità e all'impegno con cui ha vissuto la generazione che l'ha preceduta. Non c'è libertà quando la generazione che precede non si è liberata di quanto costituiva pericolo, affanno o intoppo, al suo sviluppo. Non c'è la "libertà a prescindere". La "libertà a prescindere" è solo una fantasia di chi non vuole o non può vivere con responsabilità soggettiva.
E' falsa anche l'affermazione di Ratzinger secondo cui: "Il tesoro morale dell'umanità non è presente come sono presenti gli strumenti che si usano; esso esiste come invito alla libertà e come possibilità per essa.". E' falso, perché il "tesoro morale" degli Esseri Umani è inscritto nei geni e si dispiega solo là dove non c'è l'orrore cristiano che lo piega, stuprandolo, ad una morale inumana. Se ciò non fosse, non avremmo avuto le scoperte recenti sul corpo cingolato fra gli emisferi cerebrali. Non avremmo avuto la scoperta delle basi neuronali dell'altruismo. Non avremmo avuto la scoperta delle basi neuronali della "compassione" (vivere delle stesse passioni). Non avremmo avuto le scoperte delle basi neuronali dell'empatia, né avremmo avuto le scoperte dell'empatia comportamentale fra i neonati. Non avremmo avuto le scoperte dell'accensione dell'area del piacere nel cervello quando si sceglie comportamenti che inducono alla giustizia o alla collaborazione fra le persone. Non avremmo avuto la scoperta del senso di giustizia fra gli Esseri Scimpanzé, né avremmo avuto la scoperta della struttura neuronale che induce a cercare "vendetta", intesa coma risarcimenti, per i torti subiti.
Il creazionista Ratzinger non sa nemmeno di che cosa sta parlando!
Farnetica delle stupidaggini senza tener conto degli studi di antropologia di popolazioni che hanno potuto trasmettere i loro costumi sociali prima che i missionari cristiani le macellassero.
Nessuno può rifiutare il divenuto della propria specie; può veicolarlo in una direzione non produttiva, non vantaggiosa: ma ogni Essere di ogni specie, è il prodotto delle trasformazioni della specie stessa e se noi non riconosciamo il nostro patrimonio psico-emotivo con cui ci relazioniamo con le altre persone è come se non riconoscessimo le mani come specificità della specie.
Solo un cristiano diffonde tanta cecità funzionale a giustificare il suo odio sociale.
Dice Ratzinger:
"Ma ciò significa che:
a) il retto stato delle cose umane, il benessere morale del mondo non può mai essere garantito semplicemente mediante strutture, per quanto valide esse siano. Tali strutture sono non solo importanti, ma necessarie; esse tuttavia non possono e non devono mettere fuori gioco la libertà dell'uomo. Anche le strutture migliori funzionano soltanto se in una comunità sono vive delle convinzioni che siano in grado di motivare gli uomini ad una libera adesione all'ordinamento comunitario. La libertà necessita di una convinzione; una convinzione non esiste da sé, ma deve essere sempre di nuovo riconquistata comunitariamente."
E' vero il contrario!
Esistono le cose che si adattano all'insieme in cui si manifestano. Temi ricostruisce le armonie là dove manifestazioni delle "cose" troppo aggressive compromettono gli equilibri.
Non esiste un "retto stato delle cose".
Esiste qualcuno che vuole stuprare il mondo e che, per farlo, vuole imporre il suo "retto stato delle cose".
Sono proprio le strutture sociali, le Istituzioni, che determinano i limiti in cui l'espressione morale può avvenire. E, deve, prevedere i mezzi e i metodi attraversi i quali quei limiti morali possono e debbono essere spostati. Un po' come la storia del "buon costume". Qual è il "buon costume"? Il "buon costume" inteso come abbigliamento? E' quello che i tempi richiedono in contrapposizione a chi vorrebbe imporre un costume funzionale ai propri pruriti sessuali. Esiste un "retto modo" per rispettare la legge e le norme ed esiste un "retto modo" per violare la legge e le norme. Così, per quanto riguarda la storia del costume e dello spogliarsi per uscire dai pruriti morali "pruriginosi" del cattolicesimo imperante, ci fu un "retto modo" che portò a svelare il corpo maschile e femminile e consentì un aumento della salute pubblica nelle manifestazione del piacere fisico di relazione fra i soggetti e gli altri e fra i soggetti con i soggetti del mondo.
Il benessere morale è garantito dal singolo individuo mentre organizza la veicolazione delle sue pulsioni, le Istituzioni determinano il confine fra il lecito e l'illecito.
La libertà dell'uomo è determinata dalle possibilità che ha l'uomo di violare i confini imposti senza dover subire delle ritorsioni. Così, se esistono dei limiti morali, questi devono essere, sempre e comunque, superati. Il superamento dei limiti morali ci porta a scoprire quali sono le strategie della specie, trasformate in possibilità soggettive, che permettono ai singoli individui di ottimizzare l'uso degli strumenti psico-soggettivi nella manifestazione di sé stesso nel mondo in cui vive. Fintanto che la "libertà" di un qualunque comando sociale determinerà la morale che determinerà azioni e scelte delle persone, non si potrà mai scoprire quali sono le possibilità della nostra specie perché le pulsioni capaci di dispiegare la nostra soggettività vengono stuprate in funzione all'adeguamento a quella morale.
La libertà di cui parla Ratzinger è la libertà di stuprare le persone; la libertà di macellare gli individui, una volta privati del loro status di persone, per essere trasformate in bestiame che deve essere sottomesso alla sua morale e al dio che rappresenta.
Regole sociali, dunque, ma aperte al futuro che deve essere fondato in questo presente! Un futuro progettato dalle persone, a misura delle persone e in funzione delle persone, NON DEL DIO PADRONE DI RATZINGER.
Afferma Ratzinger:
"b) Poiché l'uomo rimane sempre libero e poiché la sua libertà è sempre anche fragile, non esisterà mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. Chi promette il mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli ignora la libertà umana. La libertà deve sempre di nuovo essere conquistata per il bene. La libera adesione al bene non esiste mai semplicemente da sé. Se ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata - buona - condizione del mondo, sarebbe negata la libertà dell'uomo, e per questo motivo non sarebbero, in definitiva, per nulla strutture buone."
L'uomo non sarà mai libero finché il terrorismo di Ratzinger gli impedirà di dispiegare sé stesso. Non sarà mai libero finché non sarà il padrone delle proprie scelte senza che il terrorismo di Ratzinger tenterà di metterlo sul rogo e le mafie di Ratzinger di danneggiarne l'esistenza.
Il nemico dell'uomo è Ratzinger. Come il nemico feroce dell'umanità è il Gesù di Ratzinger. Come il terrore nazista è manifestato dal dio di Ratzinger descritto nelle sacre scritture dei cristiani.
E' la libertà di macellare le persone; di stuprare bambini; di costringere i bambini in ginocchio a pregare il suo dio come degli ossessi, che mette in pericolo la nostra società. La nostra società mette in pericolo la libertà di Ratzinger di far del male alle persone. La nostra società mette in pericolo il preteso diritto di Ratzinger di offendere le Istituzioni. Di attentare al dettato Costituzionale. Sia la società civile che Ratzinger gridano al pericolo, ma noi, noi come persone, quando accorriamo, quale pericolo consideriamo?
Da un lato la libertà dell'uomo di disporre del proprio corpo e, pertanto, della propria morale e delle proprie predilezioni senza subire ritorsioni o angherie non giustificate per legge nella società civile. Una legge che si applica a tutte le persone e progressivamente per le pene commesse: allo stesso Gesù dei cristiani, allo stesso dio dei cristiani! Dall'altro, lato la libertà di Ratzinger, quella del padrone, che aggredisce l'uomo e la società civile senza sottostare alla pena; sottraendosi alla legge; morto alla legge; padrone della legge che applica soggettivamente pretendendo di imporre la propria morale. Sono due concetti diversi di libertà. Due concetti in conflitto fra di loro. Concetti che chi parla di libertà è TENUTO A PRECISARE. Quando chi parla di libertà non precisa, significa che ha come scopo l'inganno, la truffa. Privare della libertà il proprio interlocutore!
La libertà degli Esseri di ogni specie, è sempre nei limiti della vita; la libertà sociale è sempre nei limiti del divenuto della società. Un divenuto che, nel nostro caso, è il processo di uscita dall'orrore cristiano; uscita dalla città di dio che per centinaia d'anni i cristiani hanno imposto agli Esseri Umani.
Quando non viene precisato che cosa intende il nostro interlocutore con la parola libertà, significa che il nostro interlocutore sta preparando lo schiavismo. Sta garantendo a sé stesso il diritto di attentare, minare e limitare la libertà delle persone a proprio vantaggio: sia economico che morale!
Questo vale anche per il termine "amore" che vedremo negli altri paragrafi dell'enciclica Spe Salvi; il cristiano "ama" le persone al punto tale da metterle sui roghi, da stuprarle, da costruire delle condizioni di miseria.
Certamente è fragile la libertà dell'uomo fintanto che ci sono degli individui che si garantiscono l'impunità, pertanto la libertà, di minare le libertà sociali a proprio vantaggio.
E parliamo del "regno del bene".
Come scrive "Il libro dell'Anticristo" non si può parlare del "bene", si può parlare solo del MALE!
Quando si parla del "bene", in realtà, si sta parlando del MALE chiamandolo in un altro modo.
Il bene è la vita che si dispiega dentro ogni Essere di ogni specie della Natura. Come è possibile parlare di ciò che ci comprende? Noi non siamo creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino che esercita la sua volontà, siamo il risultato ultimo di un numero infinito di gesti che per miliardi di anni i nostri antenati fecero: noi siamo il risultato ultimo delle loro azioni e delle loro scelte! Definirle "bene" o definirle "male" non ha nessun senso perché, questa realtà, che ci piaccia o meno, è il divenuto che ci impone di usare la nostra responsabilità per fondare il futuro che le azioni in questa realtà dispiegano. Possiamo parlare del male perché possiamo definire tutto ciò che impedisce lo sviluppo della vita. Diciamo che Ratzinger è il MALE perché aggredisce la vita per sottometterla alla sua morale di dominio. Possiamo dire che il dio dei cristiani è il MALE per eccellenza in quanto, ritenendosi padrone assoluto della vita, si attribuisce la libertà di macellare la vita. Possiamo dire che il Gesù dei cristiani è il MALE in quanto chiama la vita "perdizione" e la sua pretesa di dominarla, "salvezza".
C'è una struttura fissata che condiziona il mondo negando la libertà dell'uomo ed è l'ideologia cristiana espressa dalle loro sacre scritture e imposta ai bambini al fine di privarli della loro libertà nel dispiegare le loro pulsioni per affrontare in maniera responsabile e coerente la loro esistenza. Ciò che giustifica la libertà alla chiesa cattolica di far del male alle persone costringendole a sottoporsi ad una morale che rappresenta il MALE nei confronti della vita, è il male per eccellenza.
Il male assoluto sono le scritture sacre dei cristiani.
La perversione inumana viene imposta ai bambini costringendoli a diventare dipendenti dall'idea che senza sottomissione sono incapaci ad affrontare la loro esistenza. Si, ogni generazione deve ribadire il suo diritto all'esistenza e alla costruzione del proprio futuro che il cristianesimo non solo nega, ma combatte ferocemente. Combatte contro tutte le strutture sociali, contro tutti i principi civili, per imporre la sua libertà di distruggere il divenuto sociale!
Marghera, 06 Marzo 2008
Scrive Ratzinger nel ventiquattresimo paragrafo dell'Enciclica Spe Salvi:
24. Chiediamoci ora di nuovo: che cosa possiamo sperare? E che cosa non possiamo sperare? Innanzitutto dobbiamo costatare che un progresso addizionabile è possibile solo in campo materiale. Qui, nella conoscenza crescente delle strutture della materia e in corrispondenza alle invenzioni sempre più avanzate, si dà chiaramente una continuità del progresso verso una padronanza sempre più grande della natura. Nell'ambito invece della consapevolezza etica e della decisione morale non c'è una simile possibilità di addizione per il semplice motivo che la libertà dell'uomo è sempre nuova e deve sempre nuovamente prendere le sue decisioni. Non sono mai semplicemente già prese per noi da altri - in tal caso, infatti, non saremmo più liberi. La libertà presuppone che nelle decisioni fondamentali ogni uomo, ogni generazione sia un nuovo inizio. Certamente, le nuove generazioni possono costruire sulle conoscenze e sulle esperienze di coloro che le hanno precedute, come possono attingere al tesoro morale dell'intera umanità. Ma possono anche rifiutarlo, perché esso non può avere la stessa evidenza delle invenzioni materiali. Il tesoro morale dell'umanità non è presente come sono presenti gli strumenti che si usano; esso esiste come invito alla libertà e come possibilità per essa. Ma ciò significa che: a) il retto stato delle cose umane, il benessere morale del mondo non può mai essere garantito semplicemente mediante strutture, per quanto valide esse siano. Tali strutture sono non solo importanti, ma necessarie; esse tuttavia non possono e non devono mettere fuori gioco la libertà dell'uomo. Anche le strutture migliori funzionano soltanto se in una comunità sono vive delle convinzioni che siano in grado di motivare gli uomini ad una libera adesione all'ordinamento comunitario. La libertà necessita di una convinzione; una convinzione non esiste da sé, ma deve essere sempre di nuovo riconquistata comunitariamente. b) Poiché l'uomo rimane sempre libero e poiché la sua libertà è sempre anche fragile, non esisterà mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. Chi promette il mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli ignora la libertà umana. La libertà deve sempre di nuovo essere conquistata per il bene. La libera adesione al bene non esiste mai semplicemente da sé. Se ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata - buona - condizione del mondo, sarebbe negata la libertà dell'uomo, e per questo motivo non sarebbero, in definitiva, per nulla strutture buone.
Marghera, 06 marzo 2008
NOTA: Quando scrissi questi testi non segnavo perfettamente l'indirizzo della citazione pertanto, ci sono delle citazioni delle quali non sono in grado di rintracciare la fonte, tuttavia, pur essendo parte integrante del testo, voglio indicarla come citazione nella speranza di rintracciarne un giorno la fonte e perché sia chiaro che quella è una citazione di un altro autore.
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Teoria della Filosofia Aperta - Volume quattro
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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