Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) (1927 - -)

L'Enciclica Spe Salvi
fallimento esistenziale e redenzione cristiana

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185815

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume quattro

Tutte le pagine dell'Enciclica Spe Salvi

Innanzi tutto cominciamo a precisare: né Ratzinger, né nessun altro cristiano sottomesso all'onnipotenza del dio padrone o del cristo Gesù ha la possibilità di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso e continuare, dopo la morte del corpo fisico, nell'infinito dei mutamenti!

Il cristiano, anziché essere aperto verso il futuro, è ripiegato sulla sua morale imposta. Solo la rottura di quella morale fatta da quelle persone, anche se educate in modo cristiano, che hanno costruito quel percorso di libertà sociale portando l'umanità fuori dall'assolutismo della città di dio, hanno vissuto con sufficiente passione e determinazione per plasmare la loro energia e costruire il loro corpo luminoso. Anche se educate cristianamente, anziché vivere per sottomissione hanno scelto di "vivere per sfida". Il loro bisogno di rimuovere l'assolutismo cristiano nel loro presente fu la molla che li ha portati ad uscire dal gregge che il buon pastore porta al macello della loro vita.

E su questo, Ratzinger, ha perfettamente ragione: il percorso d'uscita dall'orrore cristiano è un percorso morale che si deve rinnovare ad ogni generazione. Non è mai concluso in quanto non esiste una conclusione della libertà dell'uomo dall'imposizione di ostacoli alla sua possibilità di dispiegare sé stesso nell'insieme in cui vive. Per contro, ogni generazione regala alla successiva il suo impegno nel liberare la società dall'orrore cristiano.

Dice Ratzinger:

"Conseguenza di quanto detto è che la sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane è compito di ogni generazione; non è mai compito semplicemente concluso."

A chi sta parlando Ratzinger?

Ai cattolici e alla struttura di potere della chiesa cattolica mentre sta tentando di sottomettere la società civile. La chiesa cattolica, dice Ratzinger, è sempre alla ricerca di nuovi escamotages, nuovi ordinamenti, attraverso i quali imporre la propria morale. La morale cattolica è una morale inumana in quanto spoglia l'Essere Umano delle sue determinazioni per sottometterlo alla volontà del suo dio. E non esistono ordinamenti che funzionano in eterno per questo. La chiesa cattolica deve trovare continuamente nuovi trucchi per riaffermare sé stessa e dominare la società civile. Ratzinger non sta parlando delle "generazioni degli uomini", ma sta parlando delle generazioni del dominio della chiesa cattolica.

Dice Ratzinger:

"Ogni generazione, tuttavia, deve anche recare il proprio contributo per stabilire convincenti ordinamenti di libertà e di bene, che aiutino la generazione successiva come orientamento per l'uso retto della libertà umana e diano così, sempre nei limiti umani, una certa garanzia anche per il futuro. In altre parole: le buone strutture aiutano, ma da sole non bastano. L'uomo non può mai essere redento semplicemente dall'esterno."

Qui Ratzinger si nasconde dietro il doppio equivoco. Le generazioni sono quelle del potere dei cattolici sulla società civile e non le generazioni degli Esseri Umani e, la libertà, di cui parla Ratzinger, non è la libertà degli Esseri Umani, ma è la libertà della chiesa cattolica di danneggiare gli Esseri Umani stuprandone le regole civili e sociali per imporre la sua verità. La verità del suo dio padrone alla quale sottomettere gli Esseri Umani.

"l'uso retto" deve portarci a capire il senso. Se c'è un uso retto; chi determina l'uso retto? Chi, se non il detentore della verità? Chi se non Ratzinger stesso? E se Ratzinger impone sugli Esseri Umani la sua idea di "rettitudine", che ne è dell'idea di "rettitudine" che ogni Essere Umano applica a sé stesso? Che ne è della libertà dell'uomo? Di ogni singolo uomo?

Questo, secondo Ratzinger, fornisce, alla chiesa cattolica, una certa garanzia per il futuro. Per la riaffermazione del futuro dominio sugli Esseri Umani. Garantisce alla chiesa cattolica la possibilità di negare la libertà dell'uomo in funzione della sua libertà di violare le leggi e le norme.

Ratzinger impone all'uomo di credere di dover essere redento. I cristiani sono dei peccatori. Il che equivale, nel sentire comune, che i cristiani commettono reati spregevoli tali da trasformarsi in sensi di colpa. Si battono il petto. Per questo desiderano essere redenti. Il non cristiano non commette quelle infamità che i cristiani chiamano "peccati". Il non cristiano è esente da colpa perché esente da delitto morale. Colui che non si mette in ginocchio davanti al dio padrone ha il futuro aperto davanti a sé e la sua vita fisica e la sua morte fisica sono un continuo naturale che non scinde la vita della persona, ma scinde soltanto lo stato in cui la persona vive. Chi non si è messo in ginocchio davanti al dio padrone non ha una colpa dalla quale sperare di essere redento. Al contrario, il cristiano che ha gettato via la sua vita preferendo mettersi in ginocchio davanti al dio padrone e che ha seminato disperazione nelle società civili, ha la disperazione dalla quale vorrebbe essere salvato dall'angoscia della sua distruzione.

Ratzinger, invece, si chiede: come può imporre il bisogno di redenzione? Quali strutture lo possono aiutare? E conclude con una riflessione: l'uomo non può essere redento dall'esterno, ma.... E qui sospendiamo per ora il discorso.

Dice Ratzinger:

"Francesco Bacone e gli aderenti alla corrente di pensiero dell'età moderna a lui ispirata, nel ritenere che l'uomo sarebbe stato redento mediante la scienza, sbagliavano. Con una tale attesa si chiede troppo alla scienza; questa specie di speranza è fallace. La scienza può contribuire molto all'umanizzazione del mondo e dell'umanità."

Se per redenzione Bacone intendeva aiutare l'uomo ad uscire dall'orrore della città di dio e da tutte quelle farneticazioni che ne imprigionavano il pensiero, come nella vicenda di Galilei, allora aveva ragione. Se per "redenzione" intendeva quanto Ratzinger vuole imporre come aspettativa agli Esseri Umani, allora dobbiamo prendere atto che il suo contributo allo sviluppo dell'umanità fu monco perché non dichiarò mai che il cristianesimo era l'orrore della società degli uomini. Difficilmente si può pensare che Francesco Bacone pensasse alla "redenzione" dell'uomo da parte della scienza!

Ratzinger, che malato sta per morire, vorrebbe la pillola della vita eterna ben consapevole che la sequenza delle sue scelte gli ha distrutto la felicità di affrontare la morte del corpo fisico.

La scienza costruisce migliori condizioni di vita per gli uomini là dove il cristianesimo ha costruito la miseria, l'angoscia e la disperazione, ma la scienza non ha mai preteso di più, nemmeno oggi!

Sicuramente chi nega il cristianesimo e il suo dio padrone confida nella scienza per vivere meglio, ma non sostituisce l'idea illusoria prodotta dalla disperazione umana di "redenzione" con un corrispettivo da attribuire alla scienza. Le categorie cristiane, in cui si infilano le aspettative dell'uomo, sono categorie arbitrarie e, dal punto di vista del pensiero umano, false e truffaldine.

Dice Ratzinger:

"Essa però può anche distruggere l'uomo e il mondo, se non viene orientata da forze che si trovano al di fuori di essa. D'altra parte, dobbiamo anche constatare che il cristianesimo moderno, di fronte ai successi della scienza nella progressiva strutturazione del mondo, si era in gran parte concentrato soltanto sull'individuo e sulla sua salvezza. Con ciò ha ristretto l'orizzonte della sua speranza e non ha neppure riconosciuto sufficientemente la grandezza del suo compito - anche se resta grande ciò che ha continuato a fare nella formazione dell'uomo e nella cura dei deboli e dei sofferenti."

Ratzinger sparge paura per il nuovo. Il nuovo lo terrorizza. Il nuovo lo impaurisce, come, per Ratzinger, deve impaurire ogni cristiano.

L'Essere Natura, nel quale siamo germinati, nati ed abbiamo proceduto per diversificazione forgiando la nostra specie, è sempre uno sconosciuto da affrontare con timore reverenziale. Quella prudenza necessaria che ci consente di esplorare il nuovo senza mettere in pericolo la nostra esistenza.

Non è la bomba atomica o la pistola che possono far paura all'uomo, ma le mani che la impugnano. Perché le mani che la impugnano possono essere le mani di un individuo aperto al futuro e che usa il mezzo per un fine o possono essere le mani di un individuo senza futuro, chiuso su sé stesso in un delirio di onnipotenza che dichiara "Muoia Sansone con tutti i Filistei".

Sono gli uomini che possono mettere in pericolo la vita. Uomini educati all'onnipotenza, che si identificano col dio padrone, padroni essi stessi dell'esistenza umana.

Questo per quanto riguarda la società.

Per quanto riguarda la possibilità dell'uomo di agire nella e sulla Natura, va ricordato che l'Essere Umano è COMPRESO nella Natura, dalla quale proviene come prodotto dell'insieme. Il che significa che ogni variazione della Natura prodotta dall'Essere Umano è una variazione dell'Essere Umano e che le sue scelte sono il frutto del suo divenuto e pongono le basi per il suo divenire.

A Ratzinger piace imporre alle persone la paura da onnipotenza che pervade la sua vita. Per lui, la scienza mette in discussione l'onnipotenza del suo dio dopo averne smascherato la truffa con la dimostrazione che non è mai avvenuta la creazione. Così Ratzinger dirotta le paure sulle scoperte future, perché il presente non è in grado di affrontarlo: paura delle manipolazione genetiche! Paura della clonazione! Paura della manipolazione degli embrioni!

La paura viene spacciata alle persone per impedire loro di gestire socialmente la pratica. Ratzinger impone la discussione sulla paura, non sull'uso della tecnica. La creazione del suo dio non deve essere toccata, messa in discussione. Quando il cristianesimo fu autorizzato, i cristiani distrussero la medicina, distrussero le terme e distrussero le rappresentazioni teatrali. Erano tutti luoghi di cura e proprio perché curavano mettevano in discussione il diritto del loro dio di mandare la malattia o la salute alle persone: fecero ammalare l'intera società civile e le pestilenze non avevano più, nell'igiene pubblica, quell'argine che fino ad allora avevano avuto.

Alcune scoperte scientifiche potrebbero portare a dei disastri?

La scoperta delle Americhe ad opera di Cristoforo Colombo portarono al massacro di 200.000.000 di persone ad opera del fanatismo evangelizzante dei cristiani nei confronti dei nativi americani.

Il problema non è la scoperta, sono i bambini che vengono stuprati dai cristiani, costretti a pregare ossessivamente un pazzo in croce che impone loro il delirio di onnipotenza nella sofferenza degli altri che, una volta cresciuti, perdono la sensibilità empatica col mondo in cui vivono.

Bambini e popoli costretti ad essere deboli e sofferenti per essere trasformati in oggetti d'uso dai cristiani.

Oggetti, bestie, delle quali Ratzinger si compiace.

Davanti al povero e al sofferente Ratzinger mette in ginocchio il ricco, lo gestisce e lo costringe ad alimentare il suo potere con la paura che un giorno il povero e il sofferente si ribelli al ricco e lo costringa, a sua volta, a diventare povero e sofferente.

Quando guardiamo i poveri, sia che siano attorno a noi sia che siano in altri paesi, dobbiamo pensare che quella miseria è stata costruita, voluta, pianificata, dai cristiani per consentire al loro dio di compiacersi di quella miseria.

Si, è vero!

Ratzinger ha paura della scienza e dello sviluppo economico. Ha paura delle leggi che liberano le persone dalla sottomissione. Ratzinger ha paura di tutto ciò che libera l'uomo da quanto costruisce miseria, disperazione e angoscia nell'uomo. Quando l'uomo agisce nel suo quotidiano, non c'è più l'attesa nella speranza, c'è l'azione che modifica la sua realtà!

Si tratta della disperazione di Ratzinger per la sua morte imminente. Sta sentendo arrivare la fine della sua vita.

Ora sta facendo i conti col suo fallimento.

Marghera, 06 Marzo 2008

Scrive Ratzinger nel venticinquesimo paragrafo dell'Enciclica Spe Salvi:

25. Conseguenza di quanto detto è che la sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane è compito di ogni generazione; non è mai compito semplicemente concluso. Ogni generazione, tuttavia, deve anche recare il proprio contributo per stabilire convincenti ordinamenti di libertà e di bene, che aiutino la generazione successiva come orientamento per l'uso retto della libertà umana e diano così, sempre nei limiti umani, una certa garanzia anche per il futuro. In altre parole: le buone strutture aiutano, ma da sole non bastano. L'uomo non può mai essere redento semplicemente dall'esterno. Francesco Bacone e gli aderenti alla corrente di pensiero dell'età moderna a lui ispirata, nel ritenere che l'uomo sarebbe stato redento mediante la scienza, sbagliavano. Con una tale attesa si chiede troppo alla scienza; questa specie di speranza è fallace. La scienza può contribuire molto all'umanizzazione del mondo e dell'umanità. Essa però può anche distruggere l'uomo e il mondo, se non viene orientata da forze che si trovano al di fuori di essa. D'altra parte, dobbiamo anche constatare che il cristianesimo moderno, di fronte ai successi della scienza nella progressiva strutturazione del mondo, si era in gran parte concentrato soltanto sull'individuo e sulla sua salvezza. Con ciò ha ristretto l'orizzonte della sua speranza e non ha neppure riconosciuto sufficientemente la grandezza del suo compito - anche se resta grande ciò che ha continuato a fare nella formazione dell'uomo e nella cura dei deboli e dei sofferenti.

Marghera, 06 marzo 2008

NOTA: Quando scrissi questi testi non segnavo perfettamente l'indirizzo della citazione pertanto, ci sono delle citazioni delle quali non sono in grado di rintracciare la fonte, tuttavia, pur essendo parte integrante del testo, voglio indicarla come citazione nella speranza di rintracciarne un giorno la fonte e perché sia chiaro che quella è una citazione di un altro autore.

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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