Cod. ISBN 9788891185815
Teoria della Filosofia Aperta - Volume quattro
Tutte le pagine dell'Enciclica Spe Salvi
Nel ventinovesimo paragrafo dell'enciclica Spe Salvi, usando Agostino da Ippona, Ratzinger mette in rilievo il modo con cui fu distrutto l'impero Romano ad opera dei cristiani.
Dov'era la legge per i cristiani?
Dov'era il senso della società?
Dov'era il senso civico?
Tutto doveva essere messo in ginocchio davanti al proprio Dio. La società andava distrutta, immiserita, al fine di asservirla al proprio dio.
Dice Ratzinger:
"Egli una volta descrisse così la sua quotidianità: "Correggere gli indisciplinati, confortare i pusillanimi, sostenere i deboli, confutare gli oppositori, guardarsi dai maligni, istruire gli ignoranti, stimolare i negligenti, frenare i litigiosi, moderare gli ambiziosi, incoraggiare gli sfiduciati, pacificare i contendenti, aiutare i bisognosi, liberare gli oppressi, mostrare approvazione ai buoni, tollerare i cattivi e [ahimè!] amare tutti"
L'odio che Agostino manifesterà nei confronti delle persone desiderando perseguirle ed ucciderle è il motivo ricorrente dei suoi scritti che glorificano lui, che è il Dio padrone in terra, e che impone ad altri cosa devono fare.
E' interessante come i cristiani esprimono il loro odio: gli altri sono indisciplinati; gli altri sono pusillanimi; gli altri sono i deboli da sostenere; gli altri sono da confutare; gli altri sono i maligni; gli altri sono ignoranti (l'ignoranza, intesa come distruzione del conoscere e del sapere, il cristianesimo ce l'ha come imperativo religioso che magnifica il suo dio); gli altri sono i negligenti; gli altri sono i litigiosi; gli altri sono gli ambiziosi; gli altri sono i sfiduciati; gli altri sono i contendenti; gli altri sono i bisognosi; gli altri sono gli oppressi; gli altri sono i cattivi che i cristiani devono amare (tralascio l'applaudire a sé stessi dei cristiani).
Tutto ciò al fine di nascondere:
La propria incapacità di disciplinarsi rispetto al mondo in cui vive; necessita di cambiare le regole nel tentativo di dominarlo.
Dimostra di essere un pusillanime; si separa dalla società in cui vive pretendendo che questa si pieghi a lui.
Dimostra di essere un debole; usa le persone fragili nella società per costruirsi potere o credibilità.
Dimostra di non essere in grado di sostenere il suo pensiero: ha necessità di confutare, non di dimostrare.
Dimostra di essere in malafede; pensa ad altre persone come maligni e non come persone motivate in maniera diversa da lui.
Dimostra di essere un ignorante; si mette al centro del mondo e accusa gli altri di non essere "bravi" come se il mondo non fosse esistito prima di lui, non avesse costruito la conoscenza che egli ignora e nega e non continuasse a sviluppare la conoscenza dopo che lui muore.
Dimostra di essere negligente; pensa che solo il suo modo di essere è ordinato. Non coglie l'ordine degli altri solo perché vuole offenderli e piegarli per costringerli a far proprio il suo modo di essere.
Dimostra di essere un litigioso; infatti aggredisce i litigiosi per fermarli, ma non rimuove le cause a fondamento delle liti.
Dimostra di essere ambizioso; lui vuole essere considerato il modello di verità espresso dal Dio padrone che lui ritiene di rappresentare.
Dimostra di essere una persona sfiduciata, fallita; non è in grado di costruire una relazione alla pari con le persone nella società in cui vive.
Dimostra di essere un guerrafondaio; infatti egli dichiara guerra alle persone, ma pretende che le persone si metano in ginocchio davanti a lui (vedi il suo odio per chi non la pensava come lui, dai Pelagiani agli Ariani).
Dimostra di essere un destabilizzatore della società; usava i bisognosi per il suo potere anziché rimuovere le condizioni che costruivano il bisogno.
Dimostra di opprimere le persone; lui decide chi è oppresso e chi opprimere per liberare l'oppresso (è una tecnica con la quale i cristiani hanno sempre giustificato il genocidio).
Dimostra di essere malvagio; divide le persone fra buoni e cattivi, come se fosse una sorta di Dio padrone e le persone non avessero dei bisogni a cui rispondere.
Dimostra di essere doppiamente malvagio; infatti egli, malvagio, ama i malvagi, ma chi decide chi sono i malvagi se non lui, il malvagio che pretende che l'umanità si metta in ginocchio davanti a lui? E c'è qualche cosa di più malvagio di questo?
Proviamo a vedere alcuni effetti nell'attualità di questa malvagità:
La guerra della chiesa cattolica alle società civili!
Fu un genocidio cristiano. Fu un genocidio cattolico!
La chiesa cattolica si è data da fare per proteggere gli assassini che hanno agito in nome del Dio cristiano e del cristo Gesù.
Il Vescovo della capitale del Ruanda, alcuni anni fa, fu assolto dall'accusa di genocidio. Per farlo la chiesa cattolica ha mobilitato tute le sue forze ricattando l'intera Africa se fosse stato riconosciuto colpevole. Il Pubblico ministero, durante quel processo, presentò come prova la fattura con cui la Caritas aveva pagato gli ottomila macete con cui furono macellate le persone.
Riporto dal giornale Il Gazzettino del 13 marzo 2008-03-14
GUERRA CIVILE IN RUANDA
Crimini di guerra, ergastolo a prete cattolico
Athanase Seromba, parroco vicario cattolico di Nyange in Ruanda - che dopo la guerra civile aveva vissuto a Firenze - è stato condannato dal Tribunale penale internazionale all'ergastolo per genocidio e sterminio: nell'aprile 1994, chiamò le milizie di estremisti hutu, la sua etnia, a bombardare la sua chiesa dove si erano rifugiati 1.500 tutsi. Seromba avrebbe anche detto: "Levatemi di qui questa immondizia", riferendosi ai cadaveri dei civili massacrati.
La chiesa cattolica sta conducendo azioni di guerra in tutto il mondo arabo contro le popolazioni. L'azione dei cristiani con finalità di eversione etica e morale delle popolazioni è ben documentata. Non solo i missionari hanno agito nelle distruzioni dell'Iraq e dell'Afganistan (gli integralisti cristiani sud coreani sono stati oggetto di scambio da parte dei talebani), ma sta mettendo in atto una guerra feroce di contrapposizione fra i paesi occidentali e i paesi con religioni diverse da quelle cristiane e cattoliche in particolare.
Maggiore è il conflitto, anche e soprattutto quello militare, e maggiore è il profitto e le occasioni di proselitismo della chiesa cattolica. La chiesa cattolica fa fare i morti ai militari, lei gestisce il lavoro sporco, quello di controllare e ricattare la parte della popolazione più debole e fragile in modo che non rivendichi il proprio futuro, ma che sia sottomessa alla sua miseria attraverso la fede nella speranza.
Ma come è cominciata la carneficina? Come sempre: il Dio padrone onnipotente deve essere imposto sulle persone. E più persone si macellano e più persone si possono mettere in ginocchio davanti al Dio padrone. Che poi il Dio padrone sia quello cattolico, sia quello della razza, sia quello del cristo Gesù di turno, il superuomo di turno, poco importa. C'è sempre un superuomo che vuole stuprare le altre persone, come nel caso del Veneto:
Tratto da:
http://www.agi.it/venezia/notizie/200803141134
TREVISO: GENTILINI, NO A PARTITE DI CALCIO IL VENERDI' SANTO
(AGI) - Treviso, 14 mar. 2008 - Le sue uscite fanno sempre discutere, anche troppo. Stavolta il vice sindaco sceriffo di Treviso, il leghista Giancarlo Gentilini si scaglia contro gli 'infedeli' che vogliono giocare a calcio il Venerdi' Santo. Per sottolineare la sua posizione, Gentilini ha scritto una lettera ai vertici del calcio nazionale e, per conoscenza, ai vertici della Chiesa. Oggetto della missiva, le partite di serie B in programma il prossimo Venerdi' Santo alle 19. 'Non vi siete informati - scrive Gentilini - che in tutte le citta' italiane quel giorno si svolgono le processioni? Siete in rotta di collisione con la nostra civilta', le nostre tradizioni, la nostra religione. Vi informo che nel Venerdi' Santo del 1944 Treviso e' stata sottoposta a un micidiale bombardamento che ha causato in sette minuti migliaia di morti. C'e' tempo per rimediare e vi invito a un riesame delle problematiche'. La proposta di Gentilini non sembra pero' trovare grandi sostenitori. Primo ad essere perplesso e' il collega di partito e sindaco di Verona Flavio Tosi che non vuole polemizzare: 'Non saremo certo noi a prendere decisioni che spettano alla Lega Calcio'. (AGI)
"Gli altri devono mettersi in ginocchio davanti al mio Dio!" Dice Gentilini. Lui, il razzista della squallida razza piave, ha la tradizione! Si, quella dei campi di sterminio nazisti! Lui, il razzista della razza piave, ha la civiltà: si, quella che stupra bambini costretti in ginocchio davanti ad un Dio assassino! Lui il cristiano che ""Correggere gli indisciplinati, confortare i pusillanimi, sostenere i deboli, confutare gli oppositori, guardarsi dai maligni, istruire gli ignoranti, stimolare i negligenti, frenare i litigiosi, moderare gli ambiziosi, incoraggiare gli sfiduciati, pacificare i contendenti, aiutare i bisognosi, liberare gli oppressi, mostrare approvazione ai buoni, tollerare i cattivi e [ahimè!] amare tutti""
Che differenza c'è fra quello che fa Gentilini, quello che propone Ratzinger e quello che affermava Agostino?
A Gentilini rimane solo la SOLUZIONE FINALE!
Come la soluzione finale fu quella che piaceva a Athanase Seromba, parroco vicario cattolico di Nyange in Ruanda come piaceva ad Agostino da Ippona nell'incitare al massacro degli Ariani (vedi il suo ruolo nella guerra contro i Vandali), come Gentilini incita i cattolici contro la società civile.
Dice Ratzinger:
"E' il Vangelo che mi spaventa" - quello spavento salutare che ci impedisce di vivere per noi stessi e che ci spinge a trasmettere la nostra comune speranza. Di fatto, proprio questa era l'intenzione di Agostino: nella situazione difficile dell'impero romano, che minacciava anche l'Africa romana e, alla fine della vita di Agostino, addirittura la distrusse, trasmettere speranza - la speranza che gli veniva dalla fede e che, in totale contrasto col suo temperamento introverso, lo rese capace di partecipare decisamente e con tutte le forze all'edificazione della città."
Si tratta dell'aggressione alla società civile. Il vangelo dei cristiani viene imposto. Per moltissimi secoli i cristiani hanno proibito alle persone di leggere i vangeli. Veramente l'analfabetismo fu introdotto nella società dal cristianesimo per controllare la società, ma in particolare la proibizione di leggere bibbia e vangeli aveva lo scopo di impedire alle persone di identificarsi, come faceva la chiesa cattolica, nel Dio padrone o in cristo Gesù, e di fargli concorrenza.
Il saccheggio della società civile è il "di vivere per noi stessi e che ci spinge a trasmettere la nostra comune speranza.". I cristiani provvedettero, con Alarico prima e i Vandali poi, a distruggere sistematicamente le strutture sociali di Roma, costruire la miseria sociale, per imporre il loro culto.
Dichiarare guerra alla società civile significa: vivere per il vangelo!
Non solo Agostino d'Ippona incitava all'odio sociale e religioso, ma l'odio per le società civili è la base del cristianesimo delle origini, come lo è del cristianesimo oggi:
"La fondazione e lo sviluppo della chiesa Armena furono decisamente peculiari. Accompagnato dalle sue milizie Gregorio [apostolo degli Armeni], attraversò il paese, distruggendo i Templi Pagani e cristianizzando il popolo. Si trattava di un modo di procedere fino allora sconosciuto nel mondo Greco." (G. Klinge)."
"Gli Armeni passarono le truppe Persiane a fil di spada", non risparmiarono nessuno", "né uomini, né donne". "Assistettero al massacro delle truppe nemiche. La terra si riempì del tanfo dei cadaveri... Così si compì la vendetta di san Gregorio". (Fausto di Bisanzio)
"Cercate conforto in cristo; coloro che sono morti, infatti, si sono sacrificati per la patria, la chiesa e il premio della religione..." (Wrthanes, patriarca armeno)
(Citazioni tratte da Storia Criminale del Cristianesimo di Karlheinz Deschner Vol. 1 Ed. Ariele)
L'Armenia fu il primo " regno di Dio ". E, come " regno di Dio ", fu impegnato esclusivamente a macellare i propri vicini dopo aver macellato chi non si sottometteva al cristianesimo. Il vangelo veniva imposto con la spada e col terrore e in nessun altro modo si poteva diffondere il vangelo di quel cristo che ordinava di scannare chi non si metteva in ginocchio davanti a lui.
Agostino che viveva nell'angoscia che le persone non lo riconoscessero come la rappresentazione del Dio padrone alla quale dovevano mettersi in ginocchio. Scrive Agostino:
"Dio opera ciò per voi attraverso noi, quando imploriamo, minacciamo, rimproveriamo, quando dolori e perdite vi affliggono, quando le leggi dell'autorità secolare vi condannano." Agostino d'Ippona, "Lettera ai Donatisti"
E la voglia del san Agostino dei cristiani. Ha una tale voglia di imporre il vangelo con guerra ed odio (come del resto sta facendo Ratzinger) che lo porta a dire:
" "Cosa importa di che morte moriamo?" "Non è mai accaduto che sia morto qualcuno che prima o poi non sarebbe dovuto morire." "Per quali ragioni si è contrari alla guerra? Forse perché in essa periscono uomini comunque un giorno destinati a morire?" Il san Agostino di Ippona dei cristiani De Civitate Dei
(Citazioni tratte da Storia Criminale del Cristianesimo di Karlheinz Deschner Vol. 1 Ed. Ariele)
Come può aver rispetto per gli Esseri Umani, per la loro vita e per il loro futuro, chi scrive:
"Tuttavia lasciami parlare davanti alla tua misericordia; sono di terra, di cenere, tuttavia lasciami parlare, perché è alla tua misericordia che io parlo, e non ad un uomo che riderebbe di me. Forse anche tu ridi di me, ma volgendoti avrai misericordia di me. Che cosa infatti voglio dire, signore, se non che non so donde sia venuto qui in questa vita mortale o morte vitale? Non lo so. E mi accolsero le consolazioni delle tue misericordie, come ho sentito dai genitori della mia carne, da cui e in cui mi hai formato nel tempo; infatti non ricordo.
Accolsero dunque me le consolazioni del latte umano, né mia madre o le mie nutrici si riempivano da sé le mammelle, ma tu attraverso di esse mi davi il nutrimento dell'infanzia secondo il tuo ordinamento e secondo le ricchezze che hai distribuito fin nella profondità dell'universo. Sempre tu mi concedevi di non volere di più di quanto davi, e concedevi alle mie nutrici di voler dare a me ciò che tu davi loro: volevano infatti, con un affetto ordinato, darmi ciò di cui avevano in abbondanza da parte tua. Infatti era un bene per loro il bene che io traevo da loro, bene che era non da loro ma per mezzo di loro: da te infatti deriva ogni bene, o Dio, e dal mio Dio tutta la mia salvezza. Ho capito questo più tardi: quando mi chiamavi con tutti questi doni che tu elargisci di dentro e di fuori. Allora sapevo solo succhiare e godere dei piaceri, e piangere per ciò che danneggiava la mia carne, niente di più." Le Confessioni, Agostino d'Ippona Trad. di Hans Urs Von Balthasar ed. Piemme
Quando un uomo disprezza a tal punto le persone tanto da privarle delle loro prerogative per attribuirle al suo Dio padrone, gli Esseri Umani cessano di essere delle persone e diventano oggetti. Oggetti la cui vita è determinata dalla funzione e non dai loro desideri, dai loro progetti, dai loro scopi. Come queste donne non avevano nulla da sé né per sé, così Agostino le poteva considerare come oggetti che il suo Dio usava per dare a lui il latte. In ultima analisi, la relazione era fra onnipotenti: Dio e Agostino che riceveva il latte. Per questo Agostino può dire: "Per quali ragioni si è contrari alla guerra? Forse perché in essa periscono uomini comunque un giorno destinati a morire?" Gli uomini sono solo mezzi. Non hanno una vita propria, né propri progetti, né propri scopi, ma servono gli scopi del padrone Agostino d'Ippona che è stato beneficiario dell'attenzione del Dio padrone; Dio padrone egli stesso!
Agostino d'Ippona è spaventato dalla violenza con la quale deve imporre il vangelo offendendo e stuprando gli uomini. Sta sperando che gli Esseri Umani non si accorgano della sua violenza e non reagiscano.
Dice Ratzinger:
"Nello stesso capitolo delle Confessioni, in cui abbiamo or ora visto il motivo decisivo del suo impegno "per tutti", egli dice: Cristo "intercede per noi, altrimenti dispererei. Sono molte e pesanti le debolezze, molte e pesanti, ma più abbondante è la tua medicina. Avremmo potuto credere che la tua Parola fosse lontana dal contatto dell'uomo e disperare di noi, se questa Parola non si fosse fatta carne e non avesse abitato in mezzo a noi". In virtù della sua speranza, Agostino si è prodigato per la gente semplice e per la sua città - ha rinunciato alla sua nobiltà spirituale e ha predicato ed agito in modo semplice per la gente semplice."
Proviamo a leggere il paragrafo da cui Ratzinger trae la frase e analizzarlo dal punto di vista della psicologia dell'autodistruzione che ha annientato la capacità di Agostino di Ippona di essere una persona della società civile. Si tratta del Capitolo X paragrafo XLIII, n. 69:
"Quanto ci hai amato padre buono, che non hai risparmiato il tuo unico figlio, ma l'hai consegnato agli empi per noi. Quanto ci hai amato, noi per i quali egli non ha giudicato un'usurpazione la sua uguaglianza con te, e ti si è fatto suddito fino alla morte in croce. Lui il solo libero fra i morti, con il potere di deporre la sua vita e il potere di riprendersela di nuovo. Così egli è davanti a te per noi vincitore e vittima, e vincitore perché vittima. Per noi egli è davanti a te sacerdote e sacrificio, e sacerdote perché sacrificio. Egli ci ha resi da schiavi figli, perché nascendo da te si è fatto nostro schiavo. A ragione ho in lui la forte speranza che guarirai mediante lui tutte le mie debolezze, grazie a lui che siede alla tua destra e intercede per noi. Altrimenti dovrei disperare. Molte e grandi sono le mie infermità, molte e grandi, ma la tua medicina è più grande. Avremmo potuto pensare che il tuo verbo fosse molto lontano dall'unirsi a noi e allora avremmo dovuto disporre di noi, se non fosse diventato carne e non avesse abitato tra noi." Le Confessioni, Agostino d'Ippona Trad. di Hans Urs Von Balthasar ed. Piemme
Ratzinger non ha usato a caso la citazione il cui significato è: "Uomini, siete delle "merde" in quanto, essendo il verbo sceso fra voi, voi non dovete disporre di voi, ma siete gli schiavi del verbo! Cioè, MIEI!"
Così gli uomini possono essere distrutti. Annientati. Perché nulla appartiene all'uomo in genere né, tanto meno, al singolo uomo come individuo della società in cui vive. Tutto deriva da Dio e Ratzinger manifesta Dio stesso e, pertanto, dispone degli uomini.
Questo è il senso di quanto scritto da Ratzinger nel paragrafo 28: "Nella speranza solo per me, che poi, appunto, non è una speranza vera, perché dimentica e trascura gli altri?".
Rendere una società schiava del suo padrone. Rendere una società disperata per poterla gestire privando uomini e donne delle loro prerogative, dei loro desideri, dei loro bisogni, della loro felicità per trasformarli in mezzi da usare per i fini del Dio padrone dei cristiani e, come dice Agostino di Ippona tanto caro a Ratzinger:
"Per quali ragioni si è contrari alla guerra? Forse perché in essa periscono uomini comunque un giorno destinati a morire?"
Farnetica Ratzinger:
"In virtù della sua speranza, Agostino si è prodigato per la gente semplice e per la sua città - ha rinunciato alla sua nobiltà spirituale e ha predicato ed agito in modo semplice per la gente semplice."
Quando Agostino muore, altri cristiani, i Vandali cingono d'assedio una città che Agostino d'Ippona ha spinto alla rovina!
Agostino d'Ippona ha incitato all'odio e al massacro e ora sta assaporando la sua stessa medicina. Agostino muore disperato. Il suo delirio di onnipotenza porta a morire Ippona e poi Cartagine e poi Roma stessa!
La disperazione fra gli Esseri Umani è il desiderio di Ratzinger che si sente tanto Dio padrone: come Agostino!
Marghera, 15 Marzo 2008
Scrive Ratzinger nel ventinovesimo paragrafo dell'Enciclica Spe Salvi:
29. Per Agostino ciò significò una vita totalmente nuova. Egli una volta descrisse così la sua quotidianità: "Correggere gli indisciplinati, confortare i pusillanimi, sostenere i deboli, confutare gli oppositori, guardarsi dai maligni, istruire gli ignoranti, stimolare i negligenti, frenare i litigiosi, moderare gli ambiziosi, incoraggiare gli sfiduciati, pacificare i contendenti, aiutare i bisognosi, liberare gli oppressi, mostrare approvazione ai buoni, tollerare i cattivi e [ahimè!] amare tutti.22 "è il Vangelo che mi spaventa" 23 - quello spavento salutare che ci impedisce di vivere per noi stessi e che ci spinge a trasmettere la nostra comune speranza. Di fatto, proprio questa era l'intenzione di Agostino: nella situazione difficile dell'impero romano, che minacciava anche l'Africa romana e, alla fine della vita di Agostino, addirittura la distrusse, trasmettere speranza - la speranza che gli veniva dalla fede e che, in totale contrasto col suo temperamento introverso, lo rese capace di partecipare decisamente e con tutte le forze all'edificazione della città. Nello stesso capitolo delle Confessioni, in cui abbiamo or ora visto il motivo decisivo del suo impegno "per tutti", egli dice: Cristo "intercede per noi, altrimenti dispererei. Sono molte e pesanti le debolezze, molte e pesanti, ma più abbondante è la tua medicina. Avremmo potuto credere che la tua Parola fosse lontana dal contatto dell'uomo e disperare di noi, se questa Parola non si fosse fatta carne e non avesse abitato in mezzo a noi".24 In virtù della sua speranza, Agostino si è prodigato per la gente semplice e per la sua città - ha rinunciato alla sua nobiltà spirituale e ha predicato ed agito in modo semplice per la gente semplice.
Marghera, 15 marzo 2008
NOTA: Quando scrissi questi testi non segnavo perfettamente l'indirizzo della citazione pertanto, ci sono delle citazioni delle quali non sono in grado di rintracciare la fonte, tuttavia, pur essendo parte integrante del testo, voglio indicarla come citazione nella speranza di rintracciarne un giorno la fonte e perché sia chiaro che quella è una citazione di un altro autore.
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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