Il concetto di LIBERTA' è sempre attribuito al singolo individuo. Quando è attribuito ad una società o ad un'organizzazione, è sempre e solo dispotismo!

Il convegno di studi tenuto a Venezia su
"Diritti Umani e Religioni:
il ruolo della libertà religiosa"

Uno strano ed ambiguo convegno.
Riflessioni ed osservazioni di uno spettatore esterno
convinto di assistere ad esternazioni di
un'associazione segreta tipo massonica

di Claudio Simeoni

Indice interventi Convegno di Studio dal titolo "Diritti Umani e Religioni:
il ruolo della libertà religiosa" tenuto a Venezia dal 4 al 6 dicembre 2008

 

Riflessioni relative al Convegno di Studio dal titolo "Diritti Umani e Religioni: il ruolo della libertà religiosa" tenuto a Venezia dal 4 al 6 dicembre 2008 e organizzato dal CIRDU (Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Diritti Umani) dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

 

Nota: Quando si analizza un convegno come questo, non lo si analizza solo per il linguaggio verbale. Non lo si analizza solo per ciò che viene detto, ma anche e soprattutto per ciò che non viene detto e che si avrebbe potuto dire. Lo si analizza nelle espressioni non verbali. Quelle espressioni corporee, quegli sguardi di complicità o di contrasto sottintesi. La fissità del viso di un oratore davanti ad affermazioni che contrastano con la sua esposizione. I fastidi che l'oratore manifesta; i suoi moti di spirito. Si analizzano, per quanto è possibile, il significato delle espressioni nell'insieme reale in cui il manifestato dovrebbe agire e l'insieme reale (per quanto è possibile) dell'esperienza che quelle espressioni generano. Che piaccia o non piaccia lo studioso è sempre guidato dai propri intenti e dalle proprie partecipazioni emotive. Gli studi non sono mai un oggetto in sé, ma vengono interpretati ed usati per alimentare la tifoseria (calcistica, politica, sociale o altro) alla quale lo studioso partecipa.

C'è un episodio che vale la pena di sottolineare. Subito dopo l'esposizione del professor Giovanni Barberini, dal pubblico ho chiesto al professor Barberini perché sostenesse che il regime cecoslovacco indottrinasse mentre scartava l'ipotesi che la chiesa cattolica non indottrinasse. Prima che mi rispondesse il professor Barberini è intervenuto il moderatore di turno, il professor Giovanni Vian, per precisare che nessuno aveva sostenuto che la chiesa cattolica non indottrinasse. Subito dopo, nella sua risposta, il professor Barberini, dichiarò esplicitamente che la chiesa cattolica non indottrina ricevendo un'occhiataccia dal professor Giovanni Vian il cui significato, tradotto in parole povere, suonava: "Imbecille, ho appena detto nessuno ha detto che la chiesa cattolica non indottrina, e tu lo dici!".

Un'altro episodio che mi ha colpito è stata l'aggressione (non trovo altri termini per definirla) subita dal professor Cavalieri ad opera del professor Adalberto Perulli che presiedeva la sessione. Al di là dell'analisi della registrazione che farò in un secondo tempo, il professor Perulli si è rivolto al professor Cavalieri tacciandolo di RELATIVISMO!

Per capire il flusso emotivo che si è generato in quella situazione è come se in un bar, nella discussione fra due ubriachi, uno dei due avesse tirato fuori un coltello e si fosse messo a menar fendenti mentre l'altro, in questo caso il professor Cavalieri, cercava in qualche modo di parare i colpi col braccio.

Il terzo episodio, a mio avviso importante per comprendere le finalità del Convegno di Studi, si verificò il giovedì pomeriggio.

Come Pagani noi riteniamo che se si parla di libertà religiosa, non se ne parli in astratto, ma nella sua attuazione nelle varie società umane. Libertà che coinvolgono la quotidianità della vita delle persone e non il "solo principio" astratto e relegato nelle disquisizioni culturali. Ritenemmo utile presentare, sotto forma di volantino, tutta una serie di esperienze che avevamo avuto nel rispondere all'articolo 19 della nostra Costituzione della Repubblica.

La vicenda del Bosco Sacro col ricorso al TAR

L'idea della libertà religiosa esposta nella nostra Costituzione.

Esperienze di libertà religiosa legate al territorio, il Veneto e Venezia in particolare, in cui tali fatti si erano svolti. Eravamo convinti che ciò poteva interessare sia ai relatori del convegno che alle persone interessate alle tematiche del convegno. Essendo un convegno universitario noi eravamo convinti che questi professori fossero rispettosi della Costituzione.

Giovedì, dopo il ciclo di relatori, il professor Pier Cesare Bori dell'Università di Bologna, salendo sul palco per partecipare al dibattito affermò che le frasi di quel volantino erano frasi violente. L'affermazione del professore ci rivelò che si era svolta una discussione fra i docenti su quel volantino. Una discussione che il professor Pier Cesare Bori sintetizzava con tale affermazione.

Strano mondo quello della "cultura". Un mondo che chiama "violento" chi denuncia lo stupro di bambini o una qualche ingiustizia e non censura come violento chi stupra bambini o commette ingiustizie. Un mondo che vede lo stupro di bambini o la violenza delle ingiustizie come "naturale manifestazione del Dio padrone" alle quali i cittadini devono sottomettersi. Se non riconoscessi l'origine psico-patologica di tale interpretazione della realtà nell'alienazione del soggetto dalla sua società, sarei ancora fermo a quella visione infantile della realtà alla quale l'educazione cristiana costringe le persone.

Non è da sottovalutare, nelle considerazioni su questo Convegno di Studi, l'idea patologica sintetizzata in: "Io ti infilo un ferro rovente in culo, ma se tu protesti significa che sei violento!" (nota: i termini ferro rovente e culo, determinano un'immagine violenta solo perché, nel momento in cui i due termini vengono pronunciati, per un'infima frazione di secondo, l'interlocutore si immagina di essere colui che subisce. Nella frazione emotiva successiva l'interlocutore, che deve difendere un'esperienza storica di repressione, immagina di essere colui che infila il ferro rovente. Poi, infine, aliena la propria percezione empatica dall'immagine e il fatto non lo riguarda più. Si infastidisce per la presentazione del fatto in quanto, la sua adesione come tifoso di chi infilava i ferri roventi, mette in discussione l'aulicità, la magniloquenza, la nobiltà, dell'oggetto del suo tifo.) (la terminologia popolare è più aderente ed efficace a trasmettere sensazioni emotive, sia per chi la esprime sia di chi la ascolta. La cultura, quella del comando sociale o, se si preferisce, del Dio padrone, allontana il linguaggio dalla comunicazione emotiva per confinarlo nella dimensione razionale e asettica. In una dimensione innoqua.)

"La libertà religiosa consiste nella mia libertà di infilarti un ferro rovente in culo senza che tu, attraverso la tua protesta, violi la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che mi garantisce il diritto religioso di infilarti un ferro rovente in culo!". Con la sua affermazione il professor Pier Cesare Bori ha sintetizzato molto bene questa posizione ideologica che poi si è dispiegata, presentandosi sotto varie sfaccettature, in molti interventi del Convegno.

C'è un modo di concepire la libertà religiosa usato sia dai cattolici che dai buddisti. Un modo della chiesa cattolica, dei cristiani, dei buddisti di usare, attraverso la loro interpretazione, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. La libertà di fare del male alle perone per costringerle a sottomettersi alla credenza religiosa imposta. Costringere le persone a sottomettersi i cristiani e i buddisti la chiamano "esercizio di libertà religiosa". C'è stato un momento in cui la chiesa cattolica accusava le autorità statunitensi di limitare la sua libertà religiosa perché i magistrati procedevano nei confronti dei preti cattolici per stupro di minori.

Ci sono poi altri avvenimenti di comunicazione non verbale che hanno sottolineato delle dinamiche ideologiche alla base del Convegno di Studi di Venezia. Solo che quelle dinamiche sono confinate nella "comunicazione non verbale" che attiva l'intuizione all'interno di un insieme razionale, ma la cui razionalizzazione diventa ambigua ed, eventualmente, soggettiva. Non ci sono, in sostanza, riscontri razionali con i quali supportare l'intuizione. Quel tipo di comunicazione non può né essere registrata, né emergere dagli appunti cartacei. Finirà per essere dimenticata in quanto confinata nell'esperienza. Però è stata emotivamente fagocitata e, inevitabilmente, finirà per pesare nell'analisi dei singoli interventi.

Marghera, 08 dicembre 2008

 

Indice interventi Convegno di Studio dal titolo "Diritti Umani e Religioni:
il ruolo della libertà religiosa" tenuto a Venezia dal 4 al 6 dicembre 2008

 

 

La libertà religiosa

I cristiani truffano le persone fingendo di equivocare. La libertà religiosa riguarda il singolo individuo, il singolo cittadino, che deve essere libero dall'imposizione religiosa. Non esiste, se non come atto criminale, la libertà di una religione di imporsi sui cittadini al di là del diritto dei singoli di manifestare le loro idee. Ogni costrizione fisica, economica, emotiva, psichica, per imporre una religione, e' un atto illegale e criminale. Crimini che la chiesa cattolica commette nei confronti dei bambini per imporre la sua fede.

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 06 aprile 2023

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