Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno Orfico a Protogono - Eros, Fanete
 
Inno Orfico n. 6

Claudio Simeoni

Indice agli Inni Orfici

Protogono significa “il primo nato”.

Colui che alla formazione dell’universo nasce per primo, prima ancora dell’universo quale fondamento dell’universo.

Solo che non si tratta dell’universo come materia o come energia, ma della nascita dell’Intento dell’universo. L’Intento, la qualità della materia e dell’energia con cui queste passano dalla condizione di inconsapevolezza alla condizione di consapevolezza.

Il primo nato dall’uovo luminoso all’inizio del tempo è l’Intento. Quella qualità, propria della materia e dell’energia, che permette il passaggio dallo stato di inconsapevolezza allo stato di consapevolezza.

Senza la nascita dell’Intento non c’è coscienza, non c’è consapevolezza e, pertanto, nessuno che eserciti la propria volontà per espandersi nell’oggettività in cui è diventato cosciente.

Esiste un significato di vuoto che è riferito alla mancanza di coscienza di sé e di consapevolezza dell’esistenza. Questo vuoto persiste alla nascita dell’universo perché nell’universo manca qualcosa che sia consapevole di sé. Ma nell’universo, dicono gli orfici, “nasce Protogono”. Nasce quella forza che, esprimendosi nella materia e nell’energia, tende a stimolare la nascita delle coscienze riempiendo il vuoto di consapevolezze di sé che, prima della nascita di Protogono, caratterizzava l’universo.

Inno Orfico a Protogono

Invoco Protogono dalla doppia natura, errante nell'etere,
nato dall'uovo, superbo delle ali d'oro,
dalla voce di toro, origine dei beati e degli uomini mortali,
seme memorabile, onorato con molti riti, Erichepeo,
indicibile, sibilante occulto, germoglio tutto lucente,
che dissipasti la nube oscura dagli occhi
roteando da ogni parte convenientemente con i colpi delle ali
conducendo la splendida luce santa, da cui ti chiamo Fanes
e Priapo signore e Antauge dallo sguardo lucente.
Ma beato, molto scaltro, molto fecondo, vieni con gioia
alla sacra multiforme cerimonia fra coloro che iniziano ai misteri.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Protogono viene inteso anche come la forza che alimenta un inizio, una nuova trasformazione, una nuova nascita. Ogni inizio è una nascita. Ogni trasformazione è una nascita perché un inizio è la manifestazione di un Intento soggettivo sia che quell’inizio è stato cercato, sia che quell’inizio è stato imposto dalle condizioni oggettive.

Di Protogono è importante non sapere nulla. Protogono non si può descrivere se non descrivendo le azioni delle coscienze di sé. Protogono non ha una volontà propria, ma senza Protogono nessun soggetto potrebbe esprimere la propria volontà nell’oggettività in cui vive.

Dal momento che non ha volontà, non ha nemmeno intelligenza. Non è in grado di progettare dove e come esprimersi. E’ la materia e l’energia che lo esprimono quando materia o energia, o entrambe, costituiscono un corpo che riconosce sé stesso diverso dal mondo in cui abita.

Tuttavia, l’Intento non è muto. Sollecita ogni coscienza venuta in essere a perseguire sempre nuovi inizi, trasformazione dopo trasformazione, cercando gli inizi migliori per quella coscienza di sé. L’Intento sollecita gli Esseri nelle trasformazioni, ma non li governa. Sono gli Esseri, diventati coscienti di sé che usano l’Intento per i loro progetti e i loro scopi dando una direzione di trasformazione alla loro vita seguendo le sollecitazioni di Protogono.

Negli Inni Orfici Protogono è equivalente ad Eros nella Teogonia Esiodea. Entrambi sono figli di nessuno e nascono dall'uovo come tensione, qualità, fondamentale della materia. Nascono dalla dissoluzione della Coscienza di Sé che c'era all'inizio del tempo. Eros è una tensione di quell'energia che si espande nell'Universo e che viene trasformata, nelle specie della Natura, in energia sessuale. Quella tensione, "voce di toro", è all'origine degli Dèi beati e dei mortali! Protogono è l'Intento! E' la forza, la qualità della materia, che la spinge a diventare consapevolezza e a distinguere ogni sé stesso dal circostante sviluppando il bisogno di espandersi sommando, alla necessità con cui l’Intento le ha portate in essere, la loro volontà d’esistenza. "Errare nell'Etere" è una visione con cui il veggente osserva Protogono mentre spinge l'Energia Vitale a diventare consapevole. Il suo errare è la sua tensione che si esprime in ogni istante e in ogni frammento di materia o di energia trasformandole in viventi. Protogono è potenza in tutta la materia e in tutta l’energia, qualche volta riesce a far nascere la coscienza. Solo qualche volta riesce a far sì che l'Energia Vitale manifesti la sua volontà. Solo qualche volta riesce a partecipare all'intelligenza soggettiva che cerca di soddisfare dei bisogni.

Protogono porta luce in quanto è l'Intento, la forza che aspira al desiderio di chi riconosce sé stesso diverso dall'insieme. La luce portata da Protogono è la necessità che ha la Coscienza di Sé di rispondere alla domanda: cosa posso fare per continuare ad esistere e ad espandermi? Il come lo fa, appartiene a lei stessa. E' una sua scelta date le condizioni oggettive in cui è venuta in essere.

E' corretta anche la descrizione di Protogono, "indicibile, sibilante occulto, germoglio tutto lucente" perché questa è la rappresentazione che ne hanno gli Esseri che costruiscono sé stessi spinti dalla forza di Protogono. Ogni Essere, dalle enormi Galassie al più piccolo Virus.

La mitologia greca racchiude varie forme di miti. I miti vengono gestiti da chi percepisce in base alla propria cultura e alla propria conoscenza. Non necessariamente un nome usato in un mito riveste la stessa sostanza del significato di quel nome in un altro mito. Troverete spesso il discorso degli Epiteti riferiti a questo o quel Dio all'interno di un mito, come troverete quegli stessi Epiteti riferiti sia all'oggetto in sé, che viene indicato come consapevolezza, sia l'oggetto che esprime quel Dio e che nel manifestarlo assume una tale importanza da diventare quel Dio con l'aggiunta di un altro nome.

Il mito greco parla per simboli e similitudini.

Eros, ad esempio, negli Inni Orfici assume una connotazione più vicina ad una condizione umana anziché all'interno di una visione cosmica come in Esiodo. Nella tradizione Orfica degli Inni Protogono ha in sé tutti i semi degli DEI, potenzialmente li rappresenta tutti e Zeus lo inghiotte, tanto che si trova Meti che sarebbe, in alcune tradizioni, uno dei nomi di Protogono. In Esiodo, Zeus divora Meti perché Meti potrebbe partorire un Dio che lo detronizzerebbe. Con quest'azione Zeus si trasforma in Stregone, in un Dio Costruttore (nessun Dio prima di lui è un Costruttore), perché Meti è l'intelligenza progettuale, l'intelligenza finalizzata a raggiungere uno scopo, quello che si indica comunemente come il nous. Infatti, è proprio attraverso Meti che Zeus partorisce Atena, l'arte dell'agguato, l'intelligenza razionale degli Esseri della Natura, introducendola come necessità di pratica esistenziale fra gli Esseri della Natura affinché gli Esseri, figli di Hera, bussino alle porte dell'Olimpo diventando essi stessi degli Dèi.

In altre tradizioni Protogono assume molti nomi quali Zeus Protogono (che significa il primo generato o il primo generatore), Pan, Fanes, Bromio, Eros, Meti.

E' importante conoscere questo, perché ognuno di questi nomi è un Costruttore di futuro. Un soggetto attivo, un Dio, che pone le basi affinché nuove Coscienze di Sé germinino. Dunque, ognuno di loro è un Protogono proprio perché esprimono Protogono nelle loro azioni ponendo le basi per costruire il futuro.

Daltronde, l'Intento è la forza universale che porta a ricostruire la Coscienza Universale che venne distrutta dalla distruzione dell'Uovo all'inizio del tempo con la nascita della materia e della luce. Chiunque costruisce il futuro o pone le basi affinché il futuro germini manifesta Intento e può considerarsi un Protogono quale manifestazione nella specificità del Protogono universale!

Ognuno di noi, manifestando l'Intento nella nostra vita, in ogni istante della propria vita, si fa Protogono e diventa artefice di un possibile futuro che pensiamo migliore di questo presente. Protogono è sempre presente nei riti Pagani, espresso dal fuoco che brucia e dagli Intenti dei partecipanti.

Per questo lo onoriamo bruciando Mirra!

Marghera, 08 febbraio 2023

 

 

Tafuri e Protogono

Tafuri, nel commentare Protogono, non ci dice che cosa egli comprende degli antichi Dèi degli Orfici, ma ci parla dei limiti e delle condizioni dei cristiani in relazione agli Antichi Dèi.

Un cristiano ha al centro del suo pensiero religioso la superiorità dell'uomo rispetto a tutto l'esistente. Lo stesso Dio dei cristiani viene immaginato in forma umana là dove, la teologia cristiana, dice che l'uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio.

Tafuri non si scosta da questa visione. Per Tafuri Protogono deve coincidere con la forma umana perché solo nella forma umana può essere pensato da Tafuri.

Tafuri prende Protogono e lo getta nelle scritture cristiane facendo della "duplice natura" di Protogono l'immagine dell'Adamo cristiano. Protogono, l'Intento, Eros, è una potenza che rende la materia-energia consapevole ed è di natura umanamente non definibile in quanto è intento e desiderio che si esprime in ogni frammento di materia ed energia. La doppia natura non è quella di Protogono, ma è quella degli Esseri che, animati da Protogono, manifestano il desiderio d'esistenza mediante la loro volontà.

Dice Tafuri:

1. Invoco Protogono di duplice natura: la forma è in potenza tale quale era l'atto; Adamo dalla duplice natura, come si legge nella Sacra Scrittura, della quale il dio Protogono fu autore; da quello, poi, per successive generazioni da uno all'altro discendiamo, perché quei servitori prendono parte a ciascuna nascita.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

Il termine "grande" che viene usato dal cristianesimo, induce Tafuri a collocare Protogono in una dimensione gerarchica dove, Protogono, sarebbe "grande nei confronti degli altri Dèi che sono causa delle generazioni, quelli privi di ragione e quelli naturali". Per i cristiani, la dimensione gerarchica è importante. Non esiste, per la teologia cristiana, una funzione di ruoli, ma solo una gerarchia di dominio. Eppure, Protogono, sia in quanto Protogono, Eros Primordiale, sia nella forma di Eros che accompagna Afrodite, nel Mito non hanno mai avuto la pretesa di dominio su altri Dèi o sugli Esseri della Natura. La grandezza di Protogono non sta nella dimensione gerarchica, ma sta nel fatto che permea tutta la materia e tutta l'energia dell'universo.

Questo discorso di Tafuri quale "gli Dèi al servizio dell'uomo" è una concezione cristiana secondo cui tutto ciò che esiste è al servizio dell'uomo per volontà di Dio. Gli oggetti della Natura, come gli Dèi, secondo i cristiani, non esistono per sé stessi e in funzione di sé stessi, ma esistono per servire l'uomo in quanto creato ad immagine e somiglianza di Dio. Per i cristiani, servire l'uomo significa servire Dio.

Dice Tafuri:

Grande: in confronto agli altri dèi, quelli che sono causa delle generazioni, quelli privi di ragione e quelli naturali, che sono al servizio all'uomo e sono molto inferiori a lui.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

Proprio perché Protogono penetra tutta la materia e l'energia dell'universo appare come "errante nel cielo" che non è inteso come atmosfera, ma è inteso come universo sia in qualsiasi concezione dell'universo abbiano avuto gli antichi, sia nell'attuale concezione scientifica dell'universo.

Anche la concezione manifestata dal Tafuri secondo cui "ci siano Dèi quasi illimitati che trascorrono la vita fra loro" è una concezione prettamente cristiana. Nel Mito, uomini e Dèi vivono nel medesimo ambiente. L'Olimpo stesso non è al di fuori del mondo, ma è una "rocca" all'interno del mondo nel quale vivono gli uomini. Vivono, dice il Tafuri, senza mischiarsi fra loro. Estranei fra loro ed estranei con gli Esseri della Natura come si addice all'idea cristiana di separazione del divino dalla materia e dai corpi materiali. Demetra, per esempio, non è estranea alla vita degli uomini.

Scrive Tafuri:

Errante nel cielo: che erra e vive nell'Etere; lì i teologi e in ogni punto del cosmo sostengono ci siano dèi quasi illimitati che trascorrono la vita fra loro, con giustizia, senza mischiarsi tra loro, perché non è straordinario per esseri incorporei stare tutti insieme.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

E' evidente la volontà del Tafuri di dare un'interpretazione cristiana ad un soggetto come Protogono di cui non comprende né la natura né la condizione mitica. Questo desiderio del Tafuri attraversa tutta l'interpretazione dell'Inno Orfico a Protogono e, probabilmente, tutte le interpretazioni agli Inni Orfici.

Il commento del Tafuri non ci permette di conoscere i contenuti teologici dell'Inno Orfico, ma ci permette di conoscere le idee cristiane in relazione ad un Mito che i cristiani non conoscevano attorno al 1500.

Tafuri è sicuramente un attento utilizzatore degli Inni Orfici in relazione alla condizioni ideologiche nelle quali vive, Proprio per questo è capace di fornirci scampoli di teologia cristiana in relazione alle affermazioni degli Inni Orfici.

I cristiani hanno nascosto molta della loro teologia negli ultimi 200 anni. Se ne vergognano e hanno paura che venga loro rinfacciata per l'uso di questa nello spargere odio fra i popoli. Tafuri ci permette di osservare un aspetto storico e attuale della teologia cristiana in un ambito assolutamente originale.

Tafuri commenta l'Inno Orfico a Protogono parola per parola. Tutto deve rientrare nella logica dei vangeli e della bibbia cristiana. La bibbia cristiana deve essere onnicomprensiva di ogni ipotesi teologica e ogni affermazione, che potrebbe allontanarsene o affermare qualche cosa di critico, va ricondotta in quell'ambito.

Il problema dell'uovo cosmico viene conosciuto da Tafuri attraverso gli Inni Orfici. Nemmeno Esiodo ne parla. In Esiodo la nascita di Eros è preceduta da Caos e Gaia. Esiodo non parla della qualità di Caos (se potesse definirlo non sarebbe più Caos) e non parla della qualità di Gaia (Gea) circoscrivendo la sua realtà nelle condizioni scientifiche (razionali) della sua conoscenza possibile.

Quello che la scienza moderna definisce come Big Bang permette di comprendere l'uovo cosmico degli Orfici. L'uovo cosmico degli Orfici altro non sarebbe che la condizione cosmica che ha preceduto il Big Bang.

Le condizioni che la Teogonia Esiodea descrive definisce Caos una condizione di inconoscibilità mentre, la materia-energia si comprime, e Gaia, la stessa materia-energia in compressione, rendono assolutamente logica e conseguenziale la nascita di Eros come qualità della materia-energia che si sprigiona col Big Bang.

Se oggi appare abbastanza semplice dare questa spiegazione, non lo era per Tafuri che per spiegare l'uovo cosmico doveva metterci dietro il Dio cristiano che lo crea. Solo che, in tutti gli Inni Orfici non esiste nessun concetto che faccia supporre una "creazione dal nulla", ma tutto si genera, l'uno dall'altro, Dèi compresi.

Applicando la logica cristiana, Protogono perde le sue caratteristiche e la sua qualità, e le affermazioni degli Inni Orfici diventano, per Tafuri, delle opinioni da piegare alla realtà descritta dalla bibbia cristiana.

Scrive Tafuri:

2. Nato dall 'uovo: secondo l'opinione di Orfeo, il quale ritiene che Dio ha formato dalla terra un uovo, da cui derivò Adamo che era femmina e maschio.
Orgoglioso delle sue ali d'oro: dopo che lo disse nato dall'uovo, aggiunse le ali perché gli esseri che nascono dalle uova sono alati. Nato dall'uovo: di senso passivo, cioè colui che è stato generato dalla divinità, il primo angelo nato dall'uovo, come rende chiaro la Teogonia. D'oro per la loro preziosità e per l'importanza e il valore degli uomini.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

Orfeo non ha mai detto che "Dio ha formato dalla terra un uovo". E tanto meno che da quell'uovo nacque qualche cosa che è assimilabile all'Adamo biblico.

La domanda al cristiano dovrebbe essere questa: come puoi pensare che tutti gli uomini abbiano pensato a ciò che pensi tu? Bisogna essere malati per pensare un "Dio" che crea al di fuori di quanto i nostri sensi possono definire nella realtà in cui viviamo. Possiamo pensare la realtà in cui viviamo in mille modi diversi, ma tutto deve essere ricondotto alla quotidianità, non si può sovrapporre alla quotidianità qualche cosa che pretende di dominare e comandare la quotidianità al di fuori della percezione della quotidianità stessa.

Tafuri, nel tradurre, scrive che Protogono è "Orgoglioso delle sue ali d'oro" mentre, in una traduzione moderna, viene tradotto in "superbo delle sue ali d'oro". Eros penetra tutta la materia e l'energia del cosmo o, se vogliamo, tutta la materia-energia del cosmo è impregnata di Eros. Eros è la possibilità di trasformazione dell'energia-materia che, senza la qualità divina di Eros, non ha la possibilità di trasformarsi in consapevolezza.

Scrive Tafuri:

3. Dalla voce taurina: questo dio, ricevuta la facoltà della prima nascita dal fango presso le paludi e le pozzanghere d'acqua, luoghi putrescenti, ancora oggi è sentito emettere voce di toro. Quelli che lo definiscono un essere fantastico dicono che quel muggito viene emesso dal di sotto della terra, perché là è rimasta nascosta l'origine della nascita di tutto e non solo per l'uomo, ritenendo che anche la nostra anima sia mortale; su questa cosa hanno scritto molti e anche Aristotele.
Origine degli dèi e degli uomini mortali:per questo forse i teologi di allora pensavano che la causa prima e il primo dio avesse originariamente creato tutti gli ordini degli angeli, che sono appunto dieci, e alla fine l'uomo, sicché l'ultima sfera ha in sorte tutte le intelligenze inferiori.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

Il Toro è il simbolo maschile della vita. La lettera "A" non è altro che una testa di toro capovolta. Il toro è un simbolo della riproduzione, del sesso. Eros, Protogono, in quanto Intento della materia-energia, si manifesta, fra gli Esseri della Natura, attraverso relazioni sessuali nelle quali viene riversata l'energia emotiva. Difficilmente gli antichi potevano pensare, anche se nella pratica lo facevano, che l'energia emotiva potesse essere scaricata non solo col sesso, ma anche con l'attività intellettuale e con l'attività fisica (lavoro e sport). Tafuri riprende i concetti della "generazione spontanea" e un dibattito attorno all'anima, mortale o immortale.

Una cosa inconcepibile per un cristiano è che "Dio nasce". Per il cristiano "Dio è sempre stato e sempre sarà", ma questa concezione è una concezione biblica costruita dagli ebrei in opposizione ai miti babilonesi. Tutte le culture antiche riconoscevano che "gli Dèi nascono" esattamente come gli Esseri della Natura, e per descrivere la nascita degli Dèi ricorrevano al meccanismo delle relazioni sessuali umane capaci di descrivere e spiegare il venir in essere degli Dèi. Gli Dèi nascevano da relazioni sessuali.

Protogono non crea. Non esiste nessun passo negli Inni Orfici che giustifichi una simile "idea". Il passo commentato dal Tafuri dice che Protogono è origine, causa, degli Dèi e degli uomini mortali. Senza la presenza dell'Intento, Eros, Protogono, nella materia-energia dell'universo, anche in condizioni favorevoli, non nasce la coscienza e se non nasce la coscienza non nascono né Dèi né Esseri della Natura, né altra materia-energia può diventare, in vari modi, cosciente di sé.

In Tafuri persiste l'idea cristiana secondo cui c'è un superiore e un inferiore come se questa gerarchia fosse una condizione naturale dell'esistenza.

Scrive Tafuri:

4. Egli, il molto celebrato: il quale dio, generato per primo dall'uovo, come si produce una materia, divenne autore di tutto ciò che nasce, introducendo questi e presso gli angeli e presso gli uomini. Molto celebrato: per gli inni che infiniti gli angeli rendono a dio sollevando la testa e per i suoi sacri riti.
Onorato con molte orge: per i sacrifici e le feste degli uomini. Trovò, inventò, egli è la causa. Peana: l'inno, il termine generico al posto di quello specifico. Peani, infatti, sono propriamente gli inni in onore di Apollo. Orge sono chiamate per due ragioni, l'una perché gli iniziati giurano in nome del grande dio, giurando di non trasgredire le regole imposte loro da chi li inizia, l'altra perché l'amore, quasi eccitandosi, innalza il sacrificato verso la divinità.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

Con Tafuri siamo all'origine, o quasi, dello sviluppo del pensiero libertino e, comunque, Tafuri, per quanto accusato di eresia, non rinnega la sua visione biblica della realtà in cui vive.

Protogono, il molto celebrato. Per cosa e come è celebrato Protogono? Nell'immaginario di Tafuri "per gli inni che infiniti gli angeli rendono a dio sollevando la testa e per i suoi sacri riti". L'unica cosa che sfugge a Tafuri è che per celebrare Eros è necessario veicolare emozioni nel mondo e per veicolare emozioni è necessario il rapporto sessuale fra soggetti, al di là della qualità dei soggetti.

In questa frase, commentata da Ricciardelli, appare il nome Erichepeo che non appare in Tafuri. Erichepeo significa "datore di vita". La traduzione del Tafuri dice "Egli che inventò il Peana, molto celebrato, onorato con molte orge" mentre la Ricciardelli traduce: "Seme memorabile, onorato con molti riti, Erichepeo".

Ricciardelli non accenna alla presenza del Peana nella sua traduzione. Il Peana è un Inno dedicato esclusivamente ad Apollo. Aristotele, che compilò un Peana in onore del suocero Ermia, fu condannato all'esilio. Sono molto scettico sull'introduzione di questo passo da parte del Tafuri.

Protogono è la qualità della materia-energia che consente il passaggio della materia dallo stato di inconsapevolezza allo stato di consapevolezza e, pertanto, chiamarlo "erichepeo", datore di vita, o chiamarlo "onorato con molte orge", non cambia molto. Semmai cambia l'aspetto su cui si vuole concentrare l'enfasi per far proseguire il ragionamento. Che poi la relazione sessuale innalzi le persone veicolando le loro emozioni è una condizione conosciuta dal cristianesimo che proprio negando le relazioni sessuali impedisce alle persone di innalzarsi dalla loro condizione di sottomessi.

Scrive Tafuri:

5.Indicibile: che non può menzionarsi perché onnipotente.
Nascosto: in rapporto alla capacità della nostra mente e alla nostra autosufficienza dalla quale sono nascosti, indagano i recessi di chi può cose tanto grandi.
Strepitante: per la categoria dei vaticinatori, i quali fanno solo strepito col corpo e fragore, quando predicono le volontà di questo dio; con metafora, dunque, viene chiamato strepitante per quest'attività.
Germoglio splendente: primo germoglio luminosissimo; per mezzo di esso, infatti, che è primo presso Dio e illumina tutte le cose, noi entriamo nel regno dei cieli. Germoglio, per così dire, rampollo per le parti del cielo, dove precede, appunto, le cose che sono su.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

Seguono una serie di aggettivi che definiscono l'azione di Protogono e la sua rappresentazione.

Protogono si rappresenta con questi aggettivi, ma non definisce una forma.

Il termine "indicibile" sta per: Insolitamente grave o profondo, tale da non poter essere descritto o raccontato; indescrivibile, inenarrabile. Dell'indicibile non si può parlare perché estraneo ad ogni definizione possibile. "Nascosto" impossibile da individuare. Il nascosto manifesta la sua presenza ma non può essere definito perché la ragione necessita di una forma da descrivere, ma Protogono non ha forma. "Strepitante" è un termine di difficile interpretazione per il Tafuri.

Il passaggio della materia, o dell'energia, dallo stato di inconsapevolezza allo stato di consapevolezza, permette alla materia o all'energia (o una miscela di entrambe) di diventata consapevole, di progettare le proprie trasformazioni. Lo "strepito" è il progettare là dove prima non c'era progettare perché non c'era coscienza. "Germoglio splendente" l'intento che permea la materia e l'energia fa nascere in esse la coscienza di sé che è splendore rispetto alla materia e all'energia inconsapevoli che vengono vissute come buio: il buio della non coscienza.

Continua la riflessione di Tafuri che arriva a paragonare Protogono a Gesù affermando che tutte le cose (quali cose?) attraverso Gesù sono state mandate dal "padre dell'universo".

Solo che l'universo, negli Inni Orfici, è in sé e per sé. Non esiste qualcuno che invia Protogono e Protogono non illumina "il buio di ciò che è", ma "illumina" la materia rendendola cosciente di sé: "illuminare l'oggettività" o "accendere il soggetto"?

Protogono "accende" la materia che diventa consapevole del mondo in cui vive perché Protogono è l'intento della materia.

Scrive Tafuri:

6. Dagli occhi: il quale Protogono è da ritenersi che sia uguale allo stesso Gesù, per mezzo del quale tutte le cose sono inviate dal Padre dell'universo, egli che illuminò il buio dell'Antico Testamento, che è molto simile alla nebbia tenebrosa, nel quale vi sono la maggior parte delle cose, non vanificandole prima della venuta.
Dissipasti le tenebre: eliminasti l'oscurità e con la tua grazia rendesti visibile agli uomini la verità; infatti, per mezzo di Lui noi ora vediamo, come attraverso lo specchio del Vangelo, la casa da dove stiamo per andare via.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165

Protogono apre gli occhi della materia che può pensare il mondo e progettare sé stessa e le proprie trasformazioni fintanto che la situazione, in cui è la materia, permette all'aspetto Protogono di quella materia di venir in essere.

Protogono rende la materia cosciente di sé stessa e la materia, cosciente di sé stessa, alla coscienza attraverso la quale è venuta in essere, somma la propria volontà modificando e trasformando sé stessa.

Tafuri fonda il suo discorso sulle sacre scritture cristiane perché, probabilmente, questo giustifica il pensiero degli Orfici o, forse, semplicemente non comprende il pensiero degli Orfici o, peggio, deve dimostrare che il discorso che fa sugli Inni Orfici dimostra la centralità del cristianesimo che gli Inni Orfici hanno, in qualche modo, anticipato.

Scrive Tafuri:

7. Vorticoso dappertutto: bene il "dappertutto", solo, infatti, la prima mente, quella della divinità, attraversa tutto e tutto comprende, gli altri conoscono la parte spettante a ciascuno.
Vorticoso: andando in giro ti preoccupi di tutto.
A colpi di ali: con i movimenti delle ali, cioè dei pensieri che noi paragoniamo ad ali per la rapidità degli impulsi; come anche lo stesso Platone dice ali dell'anima.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.165.

Si deve tener presente la situazione in cui siamo al momento in cui Protogono esce dall'uovo dopo il Big Bang. La materia e l'energia mancano di consapevolezza. La consapevolezza della materia che era, ha cessato di essere con il Big Bang. Nell'universo tutto è silenzio. Non c'è una coscienza, non c'è consapevolezza e non c'è relazione fra segmenti diversi della materia o dell'energia.

Quando un veggente vede la nascita delle coscienze in quel momento, scorgere il germinare, qua e là per l'universo, coscienze di sé che, nella materia e nelle condizioni in cui sono, iniziano a progettare la propria esistenza.

Si può descrivere come un "vorticare" di Protogono nell'universo che coglie ogni situazione affinché ogni frazione di materia diventi consapevole di sé. Un Protogono che attraversa tutta la materia anche se Protogono è presente nella materia (e nell'energia che sono la stessa cosa organizzate in maniera differente) in quanto qualità caratteristica delle materia.

Si può pensare che Protogono si muova a "colpi d'ala", perché le coscienze vengono in essere in maniera sparsa, quà e là, senza un ordine apparente Come se Protogono svolazzasse nell'universo. Oggi come oggi, la nostra attuale educazione cinematografica ci porterebbe a visualizzare il movimento di Protogono nella materia allo stesso modo in cui vola il superman cinematografico.

Scrive ancora Tafuri:

8. Conducendo la splendente luce santa: egli che introdusse la luce, la chiarezza dei segni e la verità del volere, origine del primo ed anche di ogni bene. Santa: pura e incontaminata.
Da cui ti invoco Fanete: giustamente il poeta attribuisce al dio, un tempo manifestatosi presso di noi, il nome di Fanete, perché per mezzo di lui apparvero tutte le cose.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.171

Il veggente vede Protogono muoversi perché, qua e là, appare la materia che diventa cosciente e sembra che la materia si accenda, ma Protogono è nella materia. Protogono è la materia stessa e rivela la sua presenza quando la materia diventa cosciente di sé distinguendo sé stessa dalla materia che la circonda.

La "luce santa" è l'accendersi della coscienza nella materia. La "luce santa" è il momento in cui quella materia, riconoscendo sé stessa diversa dal circostante, impegna la propria volontà per scegliere fra le proprie possibilità, progettando sé stessa e le proprie trasformazioni, consapevole di essere in un mondo che si trasforma.

L'Inno usa un altro nome per definire Protogono, ed è Fanes o Fanete: colui che mostra. L'accendersi della coscienza mostra al soggetto il mondo in cui vive. Si chiama conoscenza. Una conoscenza che cresce, attimo dopo attimo, a mano a mano che il soggetto, diventato consapevole di sé, prende atto di ciò che è nel mondo in cui è diventato consapevole. Una Stella, consapevole di sé, fa scelte diverse da un Pianeta consapevole di sé o da un Essere nato nella Natura consapevole di sé. In tutti, Fanete, accendendo la loro coscienza, mostra il mondo in cui sono e la loro volontà va alla ricerca delle possibilità per meglio divenire e trasformarsi.

Priapo è figlio di Afrodite e di Dioniso: Afrodite è l'emozione, calata fra gli Esseri della Natura e Dioniso che, fra l'altro, è emozione che si trasforma nell'esistenza per costruire il Dio che persiste dopo che i Titani hanno ripreso, ognuno, la propria parte del corpo fisico. Priapo è l'essenza dei due, il sesso per il sesso imposto ad Afrodite da Hera mentre Afrodite era incinta. Priapo non è bello, Priapo ragiona col proprio pene, non ha intelligenza, non ha progetto esistenziale, ha solo la sessualità. Il Priapo dentro di noi si fa sesso consentendo ad Hera, l'Essere Natura, di riprodurre sempre sé stessa generazione dopo generazione.

Priapo fu cacciato dall'Olimpo perché tentò di fare ciò che nessun Dio ha mai tentato di fare: impossessarsi della Verità, di Estia.

Sarebbe diventata "la verità del pene" un aspetto che nessuno degli Dèi Olimpi avrebbe mai tollerato.

L'aspetto priapeo è una componente di Protogono che germina in ogni essere e si esprime nella necessità soggettiva di espansione di cui la necessità sessuale, fra gli Esseri della Natura, rappresenta un aspetto non secondario. Le coscienze di sé tendono alla persistenza e all'espansione nell'oggettività in cui nascono. E' l'aspetto principale di Protogono; come le coscienze di sé tendono a persistere e ad espandersi dipende dalla qualità del divenuto delle singole coscienze e dalle loro specifiche strategie d'esistenza.

Scrive Tafuri:

9. E Priapo signore: chiamano Priapo la mente del dio in quanto produttrice e generatrice. Signore: perché è primo e re di tutte le menti.
E Antauge: nei nostri confronti, in quanto anche il Sole e i re noi chiamiamo scintillanti, perché non possiamo sollevare la vista verso di loro, ma essi sono di un grande splendore e di fronte a noi.
Dal vivido sguardo: cioè dall'occhio sferico per la perfezione assoluta della prima mente, che pensa tutte le cose nel momento decisivo e con ogni perfezione.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.171

Per Tafuri la gerarchia, sia dei personaggi mitici che degli attributi, gli consente di elevare il soggetto divino al di sopra, come dominatore di uomini. E' uno schema mentale predeterminato dal quale Tafuri non è in grado di sottrarsi.

In questo contesto, l'attività sessuale che "signoreggia" nei comportamenti umani come attività con cui costruire le relazioni e come attività per veicolare le emozioni, diventa "Signore: perché è primo e re di tutte le menti". In questa condizione, gli attributi che l'Inno Orfico attribuisce a Priapo può essere accettata da Tafuri in quanto è una condizione di dominio che corrisponde all'idea cristiana di dominio.

Anche questo splendere è discutibile. Tafuri dice "perché non possiamo sollevare la vista verso di loro, ma essi sono di un grande splendore e di fronte a noi". Per l'Inno lo splendore è la manifestazione di Protogono in ogni Essere vivente che, in questo caso, si cala anche fra i nati nella Natura. Noi splendiamo quando nelle nostre azioni manifestiamo Protogono, il Protogono che noi stessi siamo.

Gli hai mai guardati gli occhi di uomini e donne innamorati? Se li hai visti, se hai visto i loro occhi e i fremiti del loro corpo, allora saprai che cosa significa nell'Inno quel "vivido sguardo".

Scrive Tafuri:

10. Ma, beato, mente molteplice: orsù, o dio Protogono, mente molteplice, volere infinito, di tutte le cose, infatti, c'è presso la divinità preveggenza e in modo distinto.
Fecondissimo: perché la mente divina è origine di tutte le cose. Nota bene che Protogono, ossia Cristo, in questo differisce dal Padre, perché questi è generato ed è custode di ogni cosa dai primi angeli fino all'ultima materia, il Padre, invece, è non generato.
Vieni gioioso: vieni lieto.
Alla santa cerimonia: a noi che festeggiamo in purezza.
Multiforme: perché il divino sacrificio con la varietà delle immagini presenta come esempi tutta quanta l'iniziazione ai misteri delle schiere angeliche.
Fra i sacerdoti che iniziano ai misteri: ai sacerdoti ed iniziati che mostrano a noi le cose divine.

Tratto da: Matteo Tafuri, Commento agli Inni Orfici (vergato nel 1537 a Napoli), Edizione Bompiani, 2021, pag.171

Svegliare il Protogono dentro ad ogni uomo e ad ogni donna è un qualcosa che sfugge al Tafuri che interpreta Protogono come altro dalla vita stessa. Una sorta di Dio cristiano che viene supplicato affinché "doni grazia" agli uomini disperati.

Attivare l'Intento dentro di noi, il Protogono primordiale, il Fanes che mostra le realtà per ciò che è, e che a noi serve, anziché per ciò che altri vogliono far apparire perché noi dobbiamo servire altri, significa attivare dentro di noi il potere di Protogono.

All'interno dell'attributo "fecondissimo", Tafuri vuole assimilare Protogono al suo Gesù. Ma nella specie umana il fecondissimo Protogono si fa Priapo e non risulta da nessuna parte dei vangeli che Gesù si faccia Priapo; al massimo viene arrestato col bambino nudo. Protogono è la qualità della materia, comunque quell'unità di materia veicoli Protogono date le sue condizioni e il suo divenuto.

Ancora una volta Tafuri ha la necessità di indicare la "creazione" biblica come modello per affermare, in un contesto assolutamente estraneo, la centralità del suo Dio cristiano.

Se noi leggiamo le varie parti dell'Inno Orfico a Protogono scorgiamo in esso Dioniso, l'uomo che si trasforma e diventa un Dio. Ogni specie della Natura, ogni Essere di ogni specie della Natura, ha una sua propria veicolazione del Protogono dentro di lei e Dioniso è un modello con cui rappresentare Protogono fra gli Esseri Umani. Il fatto di avere delle correlazioni fra Protogono e Dioniso porta alcune interpretazioni del Mito a considerare la centralità di Dioniso sostituendolo a Protogono.

Questo è molto simile al fatto che fra gli Esseri Umani si dà centralità alla figura di Afrodite anziché a quella di Urano Stellato di cui Afrodite è la sua manifestazione nella natura pur essendo un soggetto diverso e distinto da Urano Stellato.

E, infine, l'ultima perla di Tafuri che chiama "sacerdoti" coloro che custodiscono e iniziano ai "misteri" orfici come se il cristianesimo, con i suoi sacerdoti, fosse custode di segreti che non siano giochi sofistici con cui schiavizzare le persone in nome del Dio cristiano.

Marghera, 15 gennaio 2024

 

 

Indice agli Inni Orfici

 

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Claudio Simeoni

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