Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.
Inno Orfico a Terra
Dea Terra, madre dei beati e degli uomini mortali,
che tutto nutri, tutto doni, che porti a maturazione, tutto distruggi,
che favorisci la vegetazione, porti frutti, ricca di belle stagioni,
sostegno del cosmo immortale, fanciulla variopinta,
che con le doglie del parto partorisci il frutto di molte specie,
demone che ti allieti delle erbe profumate ricche di fiori,
che ti rallegri della pioggia; intorno a te il cosmo elaborato degli astri
si volge per natura eterna e terribili correnti.
Ma, dea beata, fa' crescere frutti che danno molta gioia
con cuore benevolo nelle stagioni felici.
Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
Quanto è pseudo-cristiano questo Inno; quanto poco ha della visione del Mito; pur in una visione struggente, trasmettendo una sorta di ricordo nostalgico delle coscienze divine che ci circondano, è privo di trasporto verso un futuro possibile.
I neoplatonici non hanno mai associato Rea alla Terra. La Terra come volontà d'azione è un concetto estraneo al neoplatonismo. E' un concetto che appartiene al Mito, all’orfismo.
La Terra diventa una sorta di "utero" della Natura.
Non siamo davanti a Rea, la terra intesa come Dio e come volontà che progetta sé stessa, madre di Hera. Siamo davanti alla Terra come soggetto passivo, sia pur generante, proprio della visione religiosa neoplatonica.
L'Essere Terra, inteso come madre, è legato al pensiero che della terra ne ha la nostra specie. E nemmeno all'idea della specie in sé stessa, ma all'idea culturale che ne ha OGGI la nostra specie, che facendo proprio il pensiero neoplatonico, lo ha veicolato nell'ideologia cristiana.
La Terra è la dimora delle specie della Natura che conosciamo. Non si tratta di una dimora passiva, si tratta di un Dio che progetta sé stesso e il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti.
Tutta la storia degli ultimi duemila anni è storia di dipendenza dei figli dai genitori. Una dipendenza che veniva manifestata dal figlio, nei confronti del genitore, nella rinuncia del figlio a costruire sé stesso per mettersi a disposizione del genitore. Dove, il genitore, esentato dai doveri nei confronti del figlio, era fruitore dei doveri del figlio nei suoi confronti. Lasciamo perdere le contraddizioni sociali che si sono sviluppate negli ultimi vent'anni in seguito all'approvazione del nuovo statuto di famiglia e le sue implicazioni. Questa è storia recente e non ancora soggettivata. Dovrà attraversare numerose crisi sociali prima di realizzarsi fra gli Esseri Umani, prima che il suo senso venga interiorizzato. Pertanto, non vedo il motivo perché un Essere Umano possa pensare all'Essere Terra come madre dalla quale far dipendere nelle sue scelte quotidiane.
Qualcuno pensa che questo sia un discorso "cinico"? Provate a pensare una relazione in cui la madre è vostra! Vostra madre vi imporrà la sua morale, ma voi richiederete a vostra madre di rientrare negli schemi comportamentali che tale morale comporta.
La relazione di dipendenza madre-figlio, come culturalmente intesa in ambito ebreo e cristiano, parte dal presupposto che entrambi i soggetti obbediscano a delle regole e svolgano dei ruoli, non solo l'uno nei confronti dell'altro, ma anche nei confronti dell'esterno a cui la coppia si presenta.
Il figlio ama sua madre!
La madre ama il figlio!
In realtà non è così!
La madre ama il ruolo che la funzione di figlio comporta!
Il figlio ama il ruolo che la madre occupa!
Il legame di dipendenza comporta sacrificare la persona al ruolo socialmente imposto. Tanto più uno dei soggetti si allontana dal ruolo sociale e tanto minore si presenta l’amore di madre-figlio.
Pensate a quante madri avrebbero voluto fare all'amore anche in tarda età, ma non lo potevano fare perché altrimenti, i figli e il vicinato, le avrebbero chiamate "puttane".
Pensate a quanti figli avrebbero voluto mandare a quel paese la madre, ma non sono in grado nemmeno di farsi un bucato! L'amore di madre e figlio è un'imposizione sociale che coinvolge le emozioni e in questo secolo non prevede che madre e figlio siano due persone (torno a ripetere, non considerate cosa sta avvenendo in questi ultimissimi anni).
Per conservare la relazione madre-figlio madre-figlia padre-figlio padre-figlia è necessario che quegli Esseri si spoglino del loro essere persone, non devono avere i loro desideri, la loro sessualità, i loro progetti, le loro passioni e le loro emozioni. Tutti i comportamenti e tutti i desideri devono coincidere col modello socialmente predeterminato, tutto ciò che travolge deve essere emarginato, rinchiuso entro ghetti, annullato per aderire alle necessità della relazione dipendente come socialmente imposta.
I due soggetti non possono fare progetti assieme in quanto la relazione di dipendenza deve consentire ad un solo soggetto di progettare e l’altro di obbedire. La madre progetta per il figlio che da lei dipende.
Quando la madre è vecchia, il figlio progetta il suo provvedere. I due soggetti non agiscono all'unisono, ma agiscono obbedendo ai modelli imposti dalla situazione di dipendenza che il sistema sociale ha voluto imporre.
Non esiste l’idea secondo cui il padre e la madre hanno costruito le condizioni affinché un altro soggetto si generi (figlio), ma “hanno generato un figlio” rendendosi, in questo modo, padroni del figlio al quale chiedono di dipendere da loro.
Ciò che viene sacrificato in questa relazione è la MAGIA. Un figlio non si genera. Il padre e la madre non ritengono di avere il dovere di attrezzarlo per affrontare il futuro.
Il padre e la madre ritengono di essere gli artefici di un figlio al quale impongono di essere loro grato, dipendente e riconoscente!
Per questi motivi non sono in grado, come Apprendista Stregone, di vedere l'Essere Terra come madre!
Io la preferisco nella forma di REA:
"Venerabile figlia del multiforme Protogono, che metti il carro dalle sacre ruote sugli uccisori di tori, accompagnata dai timpani, che ami il delirio, fanciulla risonante di bronzi, madre di Zeus Egiogo signore dell'Olimpo, da tutti onorata, dalle forme splendenti..."
Preferisco vedere l'Essere Terra come Essere in sé stesso che costruendo le condizioni a Lei/Lui (sia che tu sia un Dio o che tu sia una Dea) più favorevoli hanno permesso la germinazione dell'Essere Natura nel suo insieme.
In questa visione non c'è dipendenza. Pertanto, non chiedo all'Essere Terra di comportarsi come io voglio che si comporti, né tollero dogmi che indichino come io mi devo comportare. Non c'è gratitudine dogmaticamente determinata; in queste condizioni si può costruire solo AMICIZIA. Si può camminare assieme. Si può progettare il futuro dove l'esistenza di tutti noi, con tutte le nostre tensioni, passioni ed emozioni, sono il risultato non solo degli sforzi della nostra specie assieme a tutte la specie della Natura, ma dei progetti dell'Essere Terra per costruire sé stessa.
Così l'Essere Terra, che precedette la formazione dell'Essere Natura prima e della specie cui appartengo, non è madre dalla quale dipendo, ma è il mio amico/amica con cui costruisco le strategie nelle trasformazioni conscio che i tempi e le soggettività sono diverse.
Parlerò ancora in termini di padre, madre, fratelli, per costruire l'immagine delle relazioni, ma voglio mettere in chiaro che si tratta di un modo letterario di attribuire delle relazioni e non di condizioni di relazione per costringere gli Esseri a condizioni predeterminate.
Solo se riconosco l'Essere Terra come una persona che progetta sé stessa posso riconoscere me stesso come una persona che progetta sé stessa. Soltanto se riconosco di essere una persona che progetta me stesso posso vedere nell'Essere Terra, non la padrona che chiede asservimento, ma l'amico con cui costruire il futuro. Solo in quelle condizioni posso riconoscere gli Dèi. Solo in quelle condizioni posso affrontare il futuro delle trasformazioni divine.
Da quest'ottica posso ammirare il geminare dell'Essere Terra e posso comprendere le distruzioni che avvengono sull'Essere Terra come momenti di trasformazione nei quali nuovi futuri emergono.
Proprio per questo motivo, come nell'antichità Romana Giove era invitato a pranzo riservandogli il posto dell'ospite per il piacere della sua presenza, all'Essere Terra possiamo parlare come ad un amico/amica dicendogli:
Ma, dea beata, fa' crescere frutti che danno molta gioiacon cuore benevolo nelle stagioni felici.
Marghera, 05 maggio 2023
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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