Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.
Inno orfico ai Dioscuri - Cureti
Cureti risonanti di bronzo, che avete le armi di Ares,
Celesti e terrestri e marini, molto felici,
Soffi generatori di vita, mirabili salvatori del cosmo,
Che abitate Samotracia, sacra terra,
Tenete lontani i pericoli dai mortali erranti sul mare;
Voi per primi stabiliste per gli uomini anche il rito d'iniziazione,
Cureti immortali, che avete le armi di Ares;
Agitate l'oceano, agitate il mare e ugualmente gli alberi;
Avvicinandovi fate rimbombare con gli agili piedi la terra,
Scintillanti d'armi; si acquattano tutte le belve
Al vostro avanzare, lo strepitio e il frastuono raggiungono il cielo
E con vortice raggiunge le nuvole la polvere dei vostri piedi
Che si avvicinano; allora anche tutti i fiori si aprono.
Dèmoni immortali, nutritori ma anche distruttori,
Quando vi agitate addirati con gli uomini
Distruggendo i mezzi di vita e i beni e loro stessi,
Soffiando rabbiosi, geme il grande mare dai gorghi profondi,
Gli alberi svettanti cadono a terra dalle radici,
L'eco celeste risuona dello strepitio delle foglie.
Cureti Corribanti, signori e potenti
Sovrani di Samotracia, e insieme Dioscuri stessi,
Soffi perenni, vivificanti, aeriformi,
che in Olimpo siete chiamati anche gemelli celesti.
Dolcemente spiranti, sereni, salutari e gradevoli,
Che nutrite le stagioni, portatori di frutti, spirate sovrani.
da Inni Orfici ed Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
Questo Inno appare più dedicato ai Dioscuri, Castore e Polluce, che non ai Cureti. Probabilmente si associano i Dioscuri ai Cureti, oppure, può esserci un'interpretazione particolare.
I Cureti sono associati a Rea, i Coribanti a Cibele mentre i Dioscuri gemelli, di padre diverso, uno di Zeus e uno di Tindaro, appaiono Esseri Umani che si sono dedicati avarie imprese eroiche. Uno mortale e l'altro immortale.
Le loro storie non solo li fanno partecipi alla spedizione di Giasone nella ricerca del vello d'oro, ma la loro attività si intreccia con Persefone, Core.
Quando Castore morì, Polluce chiese a Zeus di dividere con Castore la sua immortalità, così vissero un giorno nell'Olimpo e un giorno nell'Ade.
Io non riesco a trovare il nesso fra i Dioscuri e i Cureti. La frase come:
"Celesti e terrestri e marini"
Starebbe ad indicare il dioscuro immortale e il dioscuro mortale.
Starebbe ad indicare l'idea secondo cui gli Esseri Umani diventano Dèi e che, come tali, mantengono una sorta di legame con gli Esseri della specie che li ha "generati", in cui hanno vissuto e che ha consentito loro di trasformarsi in Dèi.
L'uomo che vive affronta le sue avventure esistenziali. Proprio per questo si trasforma in un Dio. Sarà un tema che diventerà importante nell'ambito religioso perché trasmette la prospettiva, ad ogni nato nella Natura, di poter trasformarsi in un Dio.
Altri Esseri Umani lo hanno fatto. Esseri che noi chiamiamo eroi o "figli di Dèi" perché nella loro attività hanno espresso quel Dio e, mantenendo la sua luce nelle loro attività, apparivano come tanti "figli di quel Dio".
Nelle Antiche religioni era un tema centrale: la religione guida i sentimenti dell'uomo nelle sfide dell'esistenza portandolo a veicolare le sue emozioni e, con questo, aiutandolo a trasformarsi in un Dio.
Sembra che i neoplatonici, a cui si deve la conservazione degli Inni Orfici molto amati da Damascio, non riuscirono a capire, o non vollero comprendere, questo Inno perché ideologicamente troppo lontano dalla loro visione del mondo.
Gli uomini diventano Dèi per le scelte che fanno e per le azioni che mettono in atto. Questa idea è un'idea in contrasto e inconcepibile per un neoplatonico secondo cui l'uomo è un involucro abitato da un'anima che proviene dall'Uno e che all'Uno ritorna dopo la morte del corpo dell'uomo.
Mentre gli Orfici mettono l'uomo al centro dell'esistenza, i neoplatonici mettono al centro dell'esistenza l'Uno come dominatore, gestore e artefice della vita dell'uomo.
Questo Inno avrebbe dovuto essere l'Inno ai Dioscuri che assistono i naviganti nei mari agitati della vita e che partecipano alla vita col frastuono di emozioni come se fossero armi di bronzo in una battaglia.
La battaglia che gli uomini fanno per trasformarsi è una continua distruzione della loro coscienza e una continua ricostruzione della stessa dove le condizioni della percezione umana vengono abbattute come alberi che cadono al suolo travolti da una tempesta.
Questo Inno indica come gli Esseri Umani stessi, come ogni Essere della Natura, può farsi Corribate o Cureta attraverso lo strepitio che produce attraverso la sua esistenza nel mondo.
Gli Esseri Umani che percorrono il loro cammino diventando Dèi che trasformano la morte del corpo fisico in nascita del loro corpo luminoso, vanno celebrati perché queste sono le possibilità che la vita offre agli Esseri Umani.
Per questo si celebrano i Dioscuri e si ricordano Castore e Polluce i sacri gemelli, gli uomini e le donne che, nati dalla terra, si trasformano in Dèi
Marghera, 19 dicembre 2023
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
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