Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.
Inno Orfico ad Afrodite
Urania, celebrata in molti inni, Afrodite che ami il sorriso,
nata dal mare, dea genitrice, che ami vegliare tutta la notte, augusta,
che unisci di notte, tessitrice di inganni, madre di Necessità:
tutto infatti proviene da te, hai aggiogato l'universo
e domini le tre parti, tutto generi,
ciò che è in cielo e sulla terra dai molti frutti
e nell'abisso del mare, augusta compagna di Bacco,
che ti rallegri nelle feste, madre degli amori che prepari i matrimoni,
Persuasioni che ami il letto, nascosta, datrice di grazia,
visibile, invisibile, dalle amabili trecce, di padre illustre,
nuziale, commensale, degli dei tieni lo scettro, lupa,
datrice di prole, ami gli uomini, desideratissima, datrice di vita,
che hai aggiogato i mortali con costrizioni senza briglie
e le numerose specie di animali con incantesimi che suscitano folle amore:
vieni, divino germoglio nato a Cipro, sia che sull'Olimpo
tu sia regina, gioendo nel bel volto,
sia che ti prenda cura della dimora della Siria produttrice d'incenso,
sia che nei prati con i carri fatti d'oro
occupi i lavacri fecondi del sacro Egitto,
o che col cocchio tirato da cigni sull'onda del mare
andando ti rallegri delle danze circolari dei cetacei,
o ti diletti delle Ninfe dagli occhi scuri nella terra divina,
sui lidi sabbiosi della riva con salto leggero;
sia che a Cipro tua nutrice, o sovrana, dove sia le belle
fanciulle vergini sia le spose per tutto l'anno
inneggiano a te, beata, e al santo Adonis immortale.
Vieni, dea beata, con aspetto molto amabile:
perché: con animo pio ti invoco con sante parole.
da Inni Orfici, ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli
Afrodite, la più terribile ed amata dagli Esseri della Natura fra tutte le divinità dell'universo. Il senso stesso della vita. Lei è la vita che permane, la vita che si sviluppa e la vita che diviene.
L'emozione pervade l'universo. L'emozione prende il nome di Urano Stellato. La vita è emozione e l'emozione trasforma sé: stessa diventando materia cosciente di sé:.
Poi nasce Cronos, il tempo. Il Tempo sconfigge il potere assoluto dell'emozione. La materia emozionata si trasforma, cambia, muta diviene e tali mutamenti sono l'azione del tempo che mette in movimento la materia emozionata, Tutto cambia, tutto si trasforma, tutto diviene, tutto muta di posizione nell'universo.
Il mito ci racconta che Cronos, il tempo, evira Urano Stellato. Toglie ad Urano Stellato il suo sistema per generare la vita e imporre il proprio sistema: la vita non più come semplice presa di coscienza della materia, ma la materia che diventa attiva ed usando la falce dentata di Cronos, del tempo, trasforma sé: stessa sia in relazione ad altre vite che in relazione all'inconsapevole che la circonda.
Il Mito ci racconta che il pene di Urano Stellato cade nel mare e, da questo, nasce Afrodite. Il mito ci racconta che gocce di sangue cadono nel mare e da queste nascono le Erinni.
Urano Stellato, sconfitto da Cronos, regala agli Esseri della Natura la Necessità di generare. Espandere sé: stessi attraverso il mutamento e, nello stesso tempo, alimentare le condizioni attraverso le quali altra materia diventa consapevole di sé: stessa. Abitando il tempo, espande sé: stessa nel proprio mondo.
Gli Inni Orfici definiscono Afrodite: "madre della Necessità". Di quale Necessità? Di Necessità come "oggetto in sé:" che tutto pervade, penetra ed abita.
La Necessità espressa dagli Esseri sul pianeta.
Qualunque Essere nascerà, dovrà percorrere i mutamenti per costruire sé: stesso, dovrà avere dentro di sé: la Necessità di esprimere Afrodite!
L'Inno non dice che da Urano Stellato nascono anche i guardiani della vita pronti a difendere Necessità di espansione che Afrodite alimenta in ogni Essere Vivente della Natura. Le Erinni sono i guardiani di Afrodite; sono pronte a scatenarsi qualora Afrodite sia imprigionata negli Esseri e impedita a veicolarsi, attraverso essi, nel mondo.
L'Inno celebra Afrodite come percepita ed espressa dagli Esseri Umani e racconta come Afrodite splenda negli onori che ogni persona della terra le porge. L'Inno racconta come Afrodite splenda in ogni specie degli Esseri della Natura.
Solo questo è importante per gli estensori degli Inni Orfici: Afrodite non è Contesa Furente; Afrodite non è amicizia! Afrodite è necessità della fusione fra Esseri per poter veicolare le emozioni nel mondo. In questo, Afrodite è Necessità.
I Romani antichi trovarono in Afrodite l'immagine di Venere. Dicevano di essere il popolo più religioso del mondo perché: alla base di quanto facevano c'era il "venerare". Venerare era il loro modo di porsi davanti al mondo; il loro modo di esercitare Pietas nei confronti del mondo. Venerare significava caricare ogni azione di emozione, di intento e di passione.
L'Inno Orfico ad Afrodite celebra l'amore, la gioia e la bellezza che da Afrodite viene emanata nei confronti degli Esseri di ogni specie. Lei si accompagna a Desiderio e abita gli amplessi d'amore tessendo gli inganni amorosi che spingono gli Esseri Umani a vegliare in tutte le notti.
L'Inno ricorda come Afrodite sia nata dal mare. Questo è raccontato dal Mito, ma che la vita possa essere nata ed uscita dal mare in una qualche forma o in un qualche momento dell'evoluzione non è solo "idea mitica", ma coincide con molte ipotesi alla base del divenuto della vita.
La vita che sorge, come noi la conosciamo, e che attraversa le "tre parti dell'universo", comunque siano pensate da chi le ha formulate, esse sono l'emozione, il tempo e la ragione; esse sono mare, cielo e terra.
Afrodite è la vita e Dioniso è la trasformazione degli Esseri della Natura in Dèi attraverso le tre tappe della nascita. L'uno e l'altro non può essere distinto e separato, ma devono essere compagni lungo il sentiero dell'esistenza sia nelle feste che nelle relazioni amorose.
Le relazioni amorose fra gli Esseri Umani sono lo stato di necessità assoluto. Gli Esseri Umani sono attraversati dalle necessitò sessuali, vivono parte della loro vita in questo stato di necessità perché: Afrodite si muove dentro di loro, si agita, li stimola, travolge la loro razionalità con l'insorgere dell'emozione.
Afrodite: "datrice di vita". Generazione dopo generazione.
L'Inno celebra l'immensità di Afrodite. Afrodite si incontra in ogni dove non solo nel luogo in cui si dice che sia uscita dal mare, ma lei è ovunque perché: tutto abita e a tutto è partecipe:
vieni, divino germoglio nato a Cipro, sia che sull'Olimpo
tu sia regina, gioendo nel bel volto,
sia che ti prenda cura della dimora della Siria produttrice d'incenso,
sia che nei prati con i carri fatti d'oro
occupi i lavacri fecondi del sacro Egitto,
o che col cocchio tirato da cigni sull'onda del mare
andando ti rallegri delle danze circolari dei cetacei,
o ti diletti delle Ninfe dagli occhi scuri nella terra divina,
sui lidi sabbiosi della riva con salto leggero;
sia che a Cipro tua nutrice, o sovrana, dove sia le belle
fanciulle vergini sia le spose per tutto l'anno
inneggiano a te, beata, e al santo Adonis immortale.
L'"inneggiare a te beata" va letto "esprimono le beatitudine di essere te", di manifestare l'Afrodite che abita in loro. Le belle cose fanno gioire, ma non sono le belle cose che fanno gioire. Ognuno di noi guarda il mondo e gioisce quando l'Afrodite, che è in noi, per ciò che siamo, scorge nelle cose e nell'altro l'Afrodite che egli è. Questo scorgere lo fa gioire e gli fa dire "questo è bello!".
Avevano ragione gli Antichi Romani: chi scorge Venere nelle persone e negli oggetti del mondo è il popolo più religioso del mondo. Sia quando la scorge nella forma di Venere che nella forma di Afrodite.
Chi scorge Afrodite nelle azioni degli Esseri della propria Specie scorge il potere emotivo dell'Infinito: di Urano Stellato.
Pertanto, quest'Inno, cantiamolo pure e viviamo con intensità, piacere e passione vivendo in questo modo la nostra esistenza. E che le Erinni portino distruzione a chi impedisce ad Esseri della propria specie di vivere il tempo della loro esistenza con intensità, piacere e passione.
Marghera, 27 febbraio 2024
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
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