Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno Orfico ad Ermes Ctonio
 
Inno orfico n. 57

Claudio Simeoni

Indice agli Inni orfici

  Inno Orfico ad Ermes Ctonio

    Abitando la regione senza ritorno della necessità del Cocito,
tu conduci sotto terra le anime dei mortali,
Ermes, rampollo di Dioniso che guidi i cori di baccanti
e della fanciulla di Pafo, Afrodite dagli occhi vivaci,
che presso Persefone ti prendi cura della sacra dimora,
essendo guida sotto terra alle anime dal funesto destino,
che conduci, quando giunge il tempo del destino,
incantando, datore di sonno, tutti con la verga sacra,
e al contrario risvegli quelli che dormono; a te infatti
la dea Persefone nell'ampio Tartaro diede il privilegio
di mostrare il cammino alle anime eterne dei mortali.
Ma, beato, manda agli iniziati un buon fine nelle opere.

Da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Con Ermes dovremmo riflettere su come gli Antichi pensavano il dopo morte del corpo fisico. Quello che ci è rimasto ci dice che pensavano ad un'esistenza dopo la morte, ci parla di come viene percepito il dopo morte, ma non ci parlano mai della realtà oggettiva del dopo la morte.

Generalmente si parla dell'Ade come "regno dei morti", ma non è chiaro che cosa intendessero per Ade perché nell'Ade abitano Dèi ed "eroi" anche se l'Ade appare come una sorta di prigione nella quale sono rinchiusi i "malvagi" di varia origine.

Il concetto di "Ermes che conduce le anime" è un concetto recente, successivo a Platone e ai Pitagorici, sarebbe forse più corretto, rispecchiando il pensiero degli Antichi, che il "Daimon" o il "Genio" venissero accompagnati da Ermes esattamente come Ermes accompagna il guadagno, del ladro e del commerciante, dentro la sua borsa.

Etruschi, romani, greci, riconoscevano perfettamente la manifestazione di Ermes sia nel commercio che nel furto perché, l'uno e l'altro al di là di quanto le leggi regolano, hanno la stessa condizione emotiva che alimenta le relazioni fra gli uomini.

In questo Inno Orfico, Ermes è detto "figlio di Dioniso" ma Ermes era uno dei figli di Zeus e uno dei così detti "dodici Dèi" considerati gli Dèi più importanti nella vita degli uomini. Ermes era figlio di Zeus e di Maia che, a sua volta, era figlia di Atlante. A differenza di Dioniso, che nella mitologia è figlio di Semele (e Zeus) figlia di Cadmo, un uomo mortale; Ermes era un diretto discendente dei Titani, qualunque valore questo possa avere.

Ermes è un Dio psicopompo che accompagna i morti del corpo fisico in mondi da cui non vi è ritorno.

Nelle Antiche religioni trovate sempre degli Dèi che assistono alla nascita di un nuovo Dio. Come gli Esseri Umani assistono (o dovrebbero assistere) la partoriente, così alcuni Dèi si alimentano sé stessi nel momento del parto partecipando al venir in essere del nuovo nato.

Gli Antichi Orfici, più che descrivere il luogo dove si va o si andrebbe dopo la morte del corpo fisico, preferiscono dargli un nome senza sostanziarlo e senza definirlo nella forma in quanto estraneo alla ragione umana. Per gli Orfici c'è una considerazione che va oltre il classico racconto mitico su Ermes. C'è una forza che conduce oltre la morte del corpo fisico.

Ermes è detto figlio di Dioniso! Ma Ermes, nel mito classico, non è figlio di Dioniso! Nel Paganesimo greco è figlio di Zeus e Maia! Gli Esseri della Natura per diventare Ermes Ctonio e viaggiare nei mondi oltre la morte del corpo fisico è necessario che si facciano Dioniso. E' necessario trasformare la morte del corpo fisico in una nascita.

In questo modo gli Esseri della Natura, gli Esseri Umani nel nostro caso, diventano Ermes Ctonio conquistandosi l'onore di viaggiare oltre la morte del corpo fisico trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso e, secondo gli Orfici, abbeverarsi dalle fresche acque di Mnemosine che dona loro la consapevolezza di ciò che sono diventati.

Un'altra prerogativa di Ermes è l'uso della verga, dare il sonno o togliere il sonno. La verga di ERMES ha i serpenti attorcigliati: i serpenti della vita! Sonno, fratello della morte; Sonno, regno nel quale agire per conquistare l'infinito attraverso la vita nel sogno. Sonno che porta i messaggi degli Dèi alla coscienza permettendo all'emozione di superare il controllo della ragione e portando gli uomini ad affrontare il nuovo nella loro esistenza.

Ci facciamo Ermes Ctonio per quello che appare l'ultimo viaggio.

Si racconta che il Mercurio di Roma accompagnò Lara verso il Tartaro per volere di Giove. Ma lungo la strada si invaghì di Lara e con Lara dette vita ai Lari. Le voci e i sussurri che corrono lungo le strade e i crocicchi della vita.

Quante voci corrono nei regni dove la ragione non è in grado di giungere. Eppure, c'è un immenso Tartaro che attende gli Esseri della Natura e un Ermes che si muove fra le voci e i messaggi affinché i viaggiatori non perdano mai la strada. Proprio per non perdere mai la strada è necessario molto Potere di Essere, un farsi Dioniso, attraverso il quale trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Che Ermes permetta agli iniziati di cogliere le occasioni e le condizioni affinché giungano ad un buon fine nelle loro opere!

Marghera, 14 marzo 2024

 

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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