Riflessioni sulla percezione
dai neuroni specchio alla manipolazione della struttura emotiva
appunti di lavoro.

di Claudio Simeoni

Vivere da Stregone

Questa pagina contiene riflessioni di vari momenti che hanno portato alla scrittura del libro: La formazione della percezione e la qualità dei fenomeni percepiti.

Vedi anche Sviluppare la percezione

I Neuroni Specchio sono un argomento che ho trattato varie volte in particolare in relazione all'empatia e alla capacità delle persone di soggettivare il linguaggio non verbale adattandosi alla situazione sociale imposta. La scoperta di questi neuroni, avvenuta circa una ventina di anni fa, ha aperto una frontiera sulla comprensione del meccanismo della manipolazione mentale infantile e sui meccanismi non verbali che incorrono nella manipolazione stessa.

I neuroni specchio sono collegati alle emozioni ed entrano in funzione immediatamente dopo la nascita imprimendo i caratteri emotivi adattativi nei bambini fin dal primo giorno.

La Stregoneria già conosceva gli effetti della manipolazione mentale infantile, ma una cosa è sapere e una cosa è spiegare i meccanismi che sfuggono dalla percezione immediata dei sensi. La Stregoneria sa come attivarli e disattivarli, come sa come attivare (acutizzandola) la percezione del cervello nello stomaco e permettere un maggior afflusso di dati alla soglia della coscienza, ma solo la scienza può individuare i meccanismi attraverso i quali questo avviene.

Sta per uscire un libro dal titolo "I neuroni specchio, come copiamo ciò che fanno gli altri" del neurologo Marco Iacoboni edizioni Bollati Boringhieri, che non vi dicono come usarli, come alimentarli o come ovviare ai danni adattativi che sono stati messi in atto dato questo tipo di percezione, ma serve a rendere consapevoli le persone del problema e del fatto che noi rispondiamo a stimoli spesso sconosciuti. Trovate un articolo in merito su Venerdì di Repubblica del 1° maggio.

Se ormai è chiaro il meccanismo dei neuroni specchio, non sono ancora state realizzate le implicazioni che hanno i neuroni specchio nell'apprendimento infantile e di come concorrano a formare gli adattamenti soggettivi dei neonati attraverso le interpretazioni che ne danno dei fenomeni del mondo.

Un individuo adulto ha la possibilità di gestire i "neuroni specchio", come del resto la sua struttura psico-emotiva, in funzione dei propri intenti sociali e di vita.

Per farlo deve avere degli intenti tanto decisi da sradicare le sue emozioni da ogni legame che ne condizionano le scelte.

In Stregoneria si chiama "vivere per sfida". Le sfide della vita nelle quali si impegnano le nostre emozioni, si vive con passione e, nel farlo, "si sciacqua le nostre emozioni in Arno". In altre parole, si diventa adulti!

Se l'operazione non viene fatta, l'individuo continua a rimanere infantile. Dipendente dai fattori che ne condizionano le emozioni (spesso il dio padrone e i vari surrogati) trascinandosi in una vita che non deve incontrare scosse o traumi.

Ogni scossa e ogni trauma che si manifesta nella quotidianità è una sfida che porta l'individuo dipendente ad arretrare, a nascondersi, a subire, a glissare. Basta che perda la casa, che la moglie lo cacci di casa, che non riesca a pagare il mutuo e quell'individuo soccombe: ciò che sta avvenendo per molti italiani che stanno soccombendo nei confronti di quegli immigrati che, costretti a sfidare ogni giorno la loro quotidianità, sono più attrezzati davanti alle avversità.

Aver coscienza dell'esistenza dei "neuroni specchio" ci permette di essere consapevoli che la scelta dei modelli esistenziali che facciamo ci porta a modificare il nostro atteggiamento nei confronti del mondo. Chi metteva in atto azioni per riuscire a trovare adattamenti migliori nella sua oggettività annullava, di fatto, le attività dei neuroni specchio la cui funzione, fondamentale nel neonato, diventa una zavorra quando un individuo adulto si adatta alle condizioni anziché introdurre la sua volontà nelle sue scelte.

Da Salute di Repubblica:

"La percezione, la memoria, le emozioni e le interazioni sociali sono tutti processi che si svolgono per lo più in modo inconscio; nonostante ciò, influenzano profondamente i nostri sentimenti, pensieri e comportamenti e possono emergere improvvisamente nella nostra mente. la coscienza ci permette di collegare fra loro questi processi e di modificarli intenzionalmente, superando le reazioni automatiche e riflesse e introducendo un elemento di libertà nei nostri comportamenti. Secondo Giovanni Liotti Presidente dell'ARPAS (associazione per la ricerca sulla Psicopatologia dell'Attaccamento e dello Sviluppo), le funzioni della Coscienza sono: ordinare le nostre esperienze all'interno di una narrazione coerente, al cui centro c'è l'Io; aiutarci a costruire una rappresentazione dei contenuti della mente delle altre persone, o "teoria della mente"; organizzare il significato delle nostre relazioni con gli altri."

Il senso centrale è "LA LIBERTA'" con la quale dirigiamo il nostro divenire nelle condizioni in cui viviamo: questo alimenta e articola la nostra coscienza permettendo all'intuizione di affluire rapidamente dalla parte profonda del cervello.

Dal giornale La Repubblica

"La scienza odierna, invece, dà adesso un quadro del tutto diverso di quello che accade nel cervello e nell'animo dei neonati: padroneggiano emozioni anche molto complesse, come gelosia, simpatia e frustrazione che un tempo si riteneva imparassero verso i 2-3 anni. I neonati di quattro mesi hanno già capacità avanzate di deduzione non ché l'abilità di decifrare dei disegni anche complessi. Hanno una paletta visiva piena di sfumature che permette loro di notare anche le più piccole differenze, specialmente nei volti, una dote che gli adulti e i bambini più grandi perdono. Una delle prime emozioni che provano i bambini anche piccolissimi è l'empatia. Anzi, forse nel cervello dei neonati già esiste la capacità di preoccuparsi per gli altri. Se si sistema un neonato accanto ad un altro che sta piangendo, con ogni probabilità finirà per piangere."

"Secondo Martin Hoffman, docente di psicologia dell'università di New York, "sin dalla nascita vi è qualche primigenia forma di empatia." [...] Parte dell'empatia potrebbe essere il prodotto di un'altra precoce abilità dei neonati: la capacità di discernere le emozioni dalle espressioni del viso delle persone che li circondano."

Si tratta della capacità di percezione ed elaborazione dei fenomeni che non ha nulla di verbale e che gli adulti, chiusi nell'assolutismo della ragione, ignorano. Così non comprendono come i loro figli crescono e perché mettono in atto quelle strategie di adattamento.

"Dire che: "Il mondo è un'illusione che io rappresento" è un'affermazione assolutamente coerente. La vita sociale richiede una mia coerenza nella lettura del mondo e quando questa coerenza non si manifesta nelle aspettative del mondo si parla di "mia" illusione.

Solo che la vita stessa è un'illusione nella percezione soggettiva del mondo.

Le persone prendono la loro illusione e la riversano nel mondo sotto forma di interpretazione del mondo in cui vivono. Loro sanno che cos'è il mondo e non sanno che si illudono di conoscere il mondo manifestando delle idee coerenti con la loro illusione.

Jasper scrive:

"illusioni si chiamano tutte quelle percezioni che derivano da trasformazioni delle percezioni reali, nelle quali stimoli sensoriali esterni si combinano con elementi riprodotti in un'unità tale che quelli diretti non si possono distinguere da quelli riprodotti" (1913-1959 p.70)

Dal dizionario di psicologia di Umberto Galimberti ed. Garzanti Voce: illusione

Jaspers sottintende una realtà come oggetto in sé, percepita come tale dagli Esseri Umani e trasformata da altri che si illudono. Alcuni soggetti riproducono gli impulsi ricevuti oggettivamente in maniera soggettiva in modo tale da non poter distinguere l'impulso ricevuto dall'impulso interpretato. Ne consegue, che alcune persone, secondo Jasper, non fanno propri gli stimoli sensoriali che giungono loro dal mondo esterno, ma fanno propria l'interpretazione che loro stessi danno a quegli impulsi.

La psicologia cercherà di comprendere la formazione dell'illusione, ma la psicologia stessa si muove in un mondo di illusioni in cui un'illusione prende il sopravvento sulle altre diventando illusione di mediazione sociale. Metro di misura di ogni interpretazione, fuori della quale ci sono solo illusioni.

C'è una differenza fra descrizione coerente del mondo che ne fanno le persone e realtà oggettiva dello stesso.

La realtà, come oggetto in sé, non è descrivibile in nessun modo dalla ragione dell'individuo. La realtà ha la peculiarità di essere vissuta dell'individuo, ma non può essere descritta in quanto tale. La realtà può solo essere interpretata, descritta, solo per quanto l'individuo riesce a limitare per sé stesso dell'immenso nel quale vive."

Se le persone si illudono di costruire dei rapporti con altre persone mediante la ragione, significa che non hanno capito nulla dei meccanismi psichici che stanno alla base delle relazioni umane.

Il pezzo è tratto da una mia pagina in web:

CONSIDERAZIONI A PROPOSITO DELLE ILLUSIONI
COME TRATTATE IN PSICOLOGIA
E COME VENGONO CONSIDERATE IN STREGONERIA

Le illusioni inducono le persone a pensare che una volta "parlato" il loro messaggio è recepito!

E' l'illusione delle illusioni: attraverso questa illusione passano le manipolazioni dell'informazione.

L'illusione proietta delle aspettative soggettive sul mondo come frutto del proprio desiderio.

Un po' come il tifoso per il quale la sua squadra o il suo partito o la sua ideologia non può mai essere messa in discussione e che in questo desiderio non è più in grado di distinguere sostanza da apparenza.

Tutto diventa confuso.

La sua ragione, soggiogata dal desiderio, annulla tutti quei fenomeni che non sono in sintonia con le espressioni emotive di quel desiderio e il mondo appare descritto secondo i canoni di quel desiderio.

Solo che il mondo è diverso da ciò che il desiderio del soggetto descrive, e allora, i contorni del mondo assumono la forma di fantasmi e mostri contro i quali l'individuo scaglia la sua rabbia.

Tutto ciò che si oppone alle sue aspettative assume i connotati di fantasmi, demoni, nemici che quando ne ha la possibilità mette sul rogo e quando invece non ha la possibilità lo rinchiudono in uno stato di depressione psichica nel quale protegge la descrizione della sua illusione.

Nello stato psichico illusorio si è pronti a sposare ogni causa capace di soddisfare o sostanziare l'illusione portando l'individuo a staccarsi dalla realtà, oppure costringendolo a fare i conti con il reale. Con l'esperienza quotidiana che lo costringe a rimuovere l'illusione mediante un forte doloro emotivo.

Un dolore che l'individuo tenta di evitare e che gli interessi personali ed economici aiutano ad allontanare fissando l'illusione in lui.

L'illusione può essere rimossa soltanto dall'analisi del reale conoscibile e sviluppando la conoscenza del reale nel quale viviamo: la realtà fa paura soltanto quando le persone realizzano che non coincide con le loro credenze e le loro illusioni!

Le illusioni agiscono attraverso la "credenza".

Io credo che il capo del mio partito abbia la mia stessa sensibilità!

Io credo che lui, abbia la mia stessa tensione emotiva.

Questo succede a sinistra.

Le illusioni agiscono attraverso la "credenza".

Io credo che il mio capo, che sa rubare, è furbo, ha i tramacci, ha il potere che gli deriva dalla gestione del dio padrone, ecc. mi faccia partecipe!

Io credo che lui divida con me le sue briciole.

Questo succede a destra.

Destra e sinistra politica non si dividono per diversa analisi, ma per diversa tensione.

E questo solo finché le dichiarazioni collimano con le aspettative.

Poi succede che chi ha intrallazzi usa le persone che hanno tensioni emotive per fare gli intrallazzi suoi. Così un Tony Blear ha usato le tensioni emotive della sinistra per farsi eleggere e fare esattamente quello che fa Busch.

I risultati elettorali di Londra sono la realtà percepiti dalle persone.

Illusioni.....

Convolvolo, digitale, belladonna, primula ecc. Noi siamo circondati da erbe capaci di produrre stati psichici allucinatori. Non sono stati psichici come quelli prodotti dall' LSD, ma tali da produrre allucinazioni più o meno prolungate a seconda dei soggetti che le usano.

Oggi si è persa la conoscenza popolare sull'uso di quelle erbe e specialmente chi vive in città non ne ha mai sentito parlare, ma un tempo spesso venivano mangiate, da pastori, da contadini, da persone povere che dovevano sopravvivere durante un viaggio fatto quasi sempre a piedi. Specialmente fino agli anni '40- '50. Anche quando i militari dovevano tornare a casa in paesi che non erano collegati dalla ferrovia. Si mangiava quello che si trovava e si risparmiavano i pochi soldi che si avevano.

E in quelle allucinazioni apparivano i fantasmi del loro immaginario religioso, dio, il cristo, la madonna oppure, per chi aveva problemi fobici, il demonio o quant'altro.

Così a Lourdes o a Fatima le bambine con un po' di allucinazioni credono di vedere la madonna e la chiesa cattolica ci marcia sopra: si chiamano allucinazioni!

La psicologia le definisce oggi:

"Non si presentano mai in condizioni di coscienza lucida e vigile, ma quando l'intero rapporto con la realtà è alterato; allora le percezioni si fanno incerte, il significato delle cose appare trasformato, e gli oggetti non vengono più riconosciuti, mentre il mondo esterno si popola di immagini oniriche."

La malattia mentale che produce allucinazioni facilita la produzione da parte del cervello di pseudomescalina o di allucinogeni naturali senza la necessità di introdurre sostanze dall'esterno.

Chi vive gli stati allucinatori, e non ha la disciplina che ha costruito cercandoli, li vive come elementi di realtà e scambia l'allucinazione come oggetto reale: la madonna della sua allucinazione con la madonna reale dell'immaginario educazionale che gli è stato imposto.

Se questo lo possiamo leggere con una certa precisione per quanto riguarda le allucinazioni visive vediamo quanti problemi possono creare le illusioni del pensiero e della credenza nel modo di porci davanti al mondo quando le persone non conoscono l'INTENTO sul quale organizzare la loro autodisciplina percettiva.

Una delle maggiori illusioni è la capacità dell'individuo di esteriorizzare le sue idee sul mondo.

Come si sono formate quelle idee?

La ricerca scientifica e neurologica oggi ci fornisce dei dati.

La formazione delle idee sul mondo e la selezione della percezione umana avviene ben prima della nascita della comunicazione verbale.

Anche se lo studio che presento è di almeno tre o quattro anni, fornisce informazioni su quando avviene la formazione delle idee sul mondo (in seguito dimostrerò la formazione della capacità empatica attraverso la quale si formano le idee fin dalla pancia della madre).

Questo studio ci dice che se noi non siamo attenti ad inviare segnali di compartecipazione alla vita quotidiana al bambino appena nato ne miniamo la capacità di adattamento emotivo ai fenomeni del mondo e lo manipoliamo privandolo di strumenti preziosi.

Giornale D, donna de La Repubblica

"Ma che cosa gli passa per la mente?

Scienza Fino a pochi anni fa, i ricercatori consideravano il cervello di un neonato una tabula rasa, poi plasmata dall'esperienza. Le ultime scoperte di genetica e neuroscienza ribaltano la teoria: si viene alla luce con molte capacità programmate. E tra le più importanti c'è quella di sognare.

A nove mesi un bebé è in grado di riconoscere espressioni facciali o verbali di felicità, tristezza o rabbia e di riprodurle, facendole proprie. Sa modellare le emozioni su quelle altrui e reagire ai segni di rimprovero o approvazione. A un anno, guarda l'oggetto indicato da un dito, e non il dito.

"Oggi sappiamo che i bambini sanno più di quanto pensavamo fosse possibile. Hanno idee sugli altri esseri umani, sugli oggetti e sul mondo, nel momento steso in cui nascono. Sono idee piuttosto complesse, non soltanto riflessi o reazioni a determinate sensazioni. I bambini sono come piccoli scienziati, acquisiscono nuovi dati in continuazione e scartano le teorie che non combaciano con essi. Cambia la loro comprensione sulle cause di certi fenomeni. Il che porta a domande difficili: come viene rappresentata questa comprensione della struttura causale del mondo? E attraverso quali meccanismi di apprendimento nasce la rappresentazione?"

A mano a mano che diventiamo adulti la capacità empatica attraverso la quale conosciamo il mondo tende a scomparire e noi ci separiamo sempre di più dal mondo assumendo forme di comunicazione "superiori" e diverse. In alcuni adulti la capacità empatica, o per allenamento, o per disposizione "naturale" (o per scelte soggettive che si sono dimenticate), rimane più viva. Si tratta, evidentemente, delle persone più sensibili ai segnali del mondo.

Il problema è quando viene meno la sensibilità empatica che le persone tendono ad illudersi chiudendosi in una sorta di onnipotenza che li separa dal mondo.

"K. Jaspers ha inaugurato la psicologia comprensiva fondata sulla distinzione fra comprendere (verstehen) e spiegare (erklaren): "A evitare ambiguità e fraintendimenti impiegheremo sempre l'espressione "comprendere" per la visione interiore di qualcosa dal di dentro, mentre non chiameremo mai comprendere, ma "spiegare" la conoscenza dei nessi causali obiettivi che sono sempre visti dal di fuori. Comprender e spiegare hanno dunque sempre un significato preciso." (1913-1959, p. 30). La spiegazione è una riduzione dell'osservato alle ipotesi anticipate secondo il modello delle scienze esatte, mentre la comprensione si accosta all'oggetto non per tradurlo in uno schema anticipato ma per cogliere le strutture di significato che emergono dal suo versante e non dal versante di chi osserva. In questo senso, scrive Jaspers, "è possibile spiegare pienamente qualche cosa senza comprenderlo" (1913-1959, p. 30), cioè ricondurlo alle ipotesi anticipate senza far emergere il significato che in esso si esprime."

Si tratta dell'illusione che le spiegazioni siano in grado di trasmettere la comprensione delle cose.

Se non ci fosse quest'illusione non ci sarebbe nemmeno l'inganno.

Se viene scoperto uno dei meccanismi che attiva o cancella i ricordi all'interno del cervello umano, provate a pensare alle implicazioni di questa notizia:

"L'anestetico che filtra i brutti ricordi: su Salute di Repubblica del 01 maggio 2008-05-05

"Basse dosi di un comune anestetico potrebbero prevenire la formazione di ricordi dolorosi. Ne è convinto un team di ricercatori americani dell'Università della California dopo aver scoperto che il gas sevoflurano impedisce ai pazienti di ricordare immagini emotivamente cariche di significati dolorosi. In particolare il gas interferisce nella comunicazione di due aree del cervello, bloccando l'attività di "registrazione" di questi particolari ricordi. Gli scienziati sperano che questo lavoro possa aiutare i medici ad eliminar quegli spazi dolorosi di memoria che fanno sì, ad esempio, che alcuni pazienti operati rievochino i terribili momenti in cui erano sotto i ferri, nonostante l'anestesia. Gli studiosi californiani in uno studio su pnas, hanno esaminato l'effetto di dosi molto più basse del gas usato di solito prima di un intervento. In particolare, il team ha trattato un gruppo di volontari con l'anestetico e un altro con un gas placebo. Poi i ricercatori hanno mostrato a tutti una serie di fotografie. Alcune immagini erano del tipo familiare (ad esempio una tazza di tè) altre erano state pensate per impressionare (una mano staccata dal corpo e grondante di sangue). Una settimana dopo i volontari sono stati sottoposti ad un test: dovevano ricordare le foto viste dopo il trattamento. Quelli che avevano assunto gas inerte hanno ricordato il 29% delle immagini forti e il 12% delle altre, mentre quelli sotto sevoflurano il 5% delle scene impressionanti e il 10% delle altre. Lo scanner cerebrale ha rivelato che l'anestetico interferisce nelle connessioni fra amigdala e ippocampo, aree del cervello coinvolte nell'elaborazione delle emozioni e della memoria. "Questo studio segna la scoperta di un agente e di un metodo per bloccare la memoria emotiva umana", scrivono i ricercatori. Saperne di più può far luce sui casi in cui i pazienti ricordano l'intervento nonostante fossero sotto anestesia. Il gas poi potrebbe prevenire l'acquisizione dei nuovi ricordi dopo eventi dolorosi, ma non avrebbero effetti su quelli pre-esistenti."

Quanto sono i meccanismi che agiscono nel cervello e che cancellando i ricordi lasciano COMUNQUE l'individuo modificato in base agli adattamenti che quell'esperienza ha prodotto?

Non siamo creati ad immagine e somiglianza di un dio padrone e cretino: siamo il risultato dei nostri adattamenti sia nella percezione del mondo che nelle idee che esprimiamo, sia nei modi che mettiamo in atto che nelle soluzioni che diamo ai problemi che si presentano a noi.

Marghera 06.05.2008

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La filosofia della Stregoneria

La Stregoneria è un cammino. Questo perché la Stregoneria è trasformazione del soggetto che percorre il sentiero. Il sentiero è mutamento dopo mutamento, trasformazione dopo trasformazione. La sequenza delle trasformazioni del soggetto, in ogni istante che si trasforma, forma il cammino dello Stregone. In ogni attimo lo Stregone, come ogni persona, presenta il proprio Potere di Essere che altro non è che quanto ha costruito mediante le sue trasformazioni.