Cod. ISBN 9788892610729
Teoria della Filosofia Aperta - Volume cinque
Questo insieme di riflessioni composto di affermazioni disgregate e un po' confuse, rappresentano la sintesi di una serie immagini evocate dal lavoro che sto facendo su Felix Ravaisson e in particolare sul trattato De l'Habitude. Ne ho voluto fare un capitolo a parte che riassumesse, ancora una volta, le forze che hanno concorso al venir in essere della vita come percepite dalla Religione Pagana.
Il tempo si presenta nel proprio mondo come un oggetto in sé stesso. L'azione è la realizzazione del tempo e l'azione si ferma come oggetto in sé stesso in un presente immobile in cui le azioni sono presenti, tutte insieme e insieme interagiscono sempre.
Tutte le azioni sono presenti, come sfere in una bottiglia di vetro, e tali azioni interferiscono l'una con l'altra in ogni medesimo istante dal momento che non esiste trasformazione nel mondo del tempo ma solo interferenza fra azioni che agiscono in questo presente.
La difficoltà di pensare il mondo del tempo consiste nella difficoltà di pensare il tempo come un presente in cui le azioni, come oggetti non vengono modificate, ma ad ogni azione si aggiungono altre azioni e un'azione non si trasforma ma a quell'azione fatta si affianca un'altra azione. Le azioni sono oggetti che persistono. Oggetti che non possono essere modificati in quanto l'azione, una volta fatta, si è presentata come oggetto nel mondo del tempo interferendo con ogni altro oggetto, ogni altra azione, che in quel mondo è presente.
Il tempo come mondo si sposta negli altri mondi: il mondo emotivo e il mondo razionale.
In entrambi i mondi le azioni si presentano. Nel mondo emotivo come modificazione della struttura emotiva e nel mondo razionale come mutamento dell'oggetto.
Il tempo, rappresentato dall'azione come oggetto che crea relazioni con altre azioni, diventa sedimentazione e trasformazione della struttura emotiva. L'unità emotiva che viene coinvolta nella coscienza tende a trasformare sé stessa mediante le azioni, la trasformazione dell'emozione nella coscienza è azione, tempo prigioniero, della coscienza che non si veicola e non si esprime nello spazio.
L'emozione può vivere e trasformarsi in sé stessa come coscienza consapevole senza nessuna manifestazione che non sia il suo insorgere e il suo rilassamento all'interno della coscienza. La coscienza si emoziona e si rilassa trasformandosi anche in assenza di relazioni col mondo esterno alla coscienza stessa.
L'emozione ha il tempo in sé stessa e in sé stessa ha lo spazio in cui effettua la sua trasformazione. Una trasformazione che nel mondo esterno, nel mondo razionale, si presenta come coscienza.
Non esiste, dal punto di vista razionale, la possibilità di conoscere la coscienza quando questa è diversa dal soggetto consapevole. Non è possibile conoscere una coscienza che ci comprende perché trascende la nostra coscienza (nel senso che va oltre); non possiamo nemmeno conoscere una coscienza che comprendiamo (quella di una nostra cellula ad es.) perché i legami che quella coscienza intrattiene con la nostra coscienza non vengono riconosciuti dalla nostra ragione.
La nostra ragione vive una separazione dal mondo. In essa il tempo è mutamento, trasformazione del soggetto che pensa razionalmente un mondo della forma che cambia e muta per cause, effetti e stimoli vari. Nel mondo della ragione il tempo è mutamento, trasformazione e divenire degli oggetti che agendo nel loro presente hanno un passato da cui provengono e una trasformazione in atto alla quale partecipano più o meno attivamente. L'emozione, nel mondo della ragione, viene rappresentata dall'eccitazione di un soggetto che viene spinto, dall'insorgenza emotiva, ad agire nel mondo. L'insorgenza emotiva si trasforma in bisogno e in necessità che spinge il soggetto all'azione per la ricerca del proprio piacere e del proprio benessere. Mentre l'azione si trasforma nel mondo del tempo come oggetto/soggetto in sé che spinge alla modificazione degli stati dei soggetti interessati, nel mondo della ragione l'azione modifica il presente dei soggetti spingendoli ad adeguarsi all'azione stessa. L'emozione che insorge nella coscienza razionale di un soggetto spinge il soggetto alla ricerca della veicolazione dell'emozione insorta. Questa insorgenza non si risolve nella coscienza, ma spinge il soggetto ad agire nel mondo e solo attraverso l'azione il soggetto risponde all'imperativo emotivo provocando la scarica e la distensione che porta alla modificazione della propria struttura emotiva.
L'emozione, nel soggetto, capitalizza energia ed esperienza mediante la formazione della coscienza prima e nel processo di sviluppo della coscienza. L'emozione capitalizza la coscienza. L'emozione è espressione della coscienza. La coscienza è espressione di un corpo, qualunque sia la sua natura o il suo divenuto. I corpi si emozionano al di là della struttura che noi possiamo attribuire ad un corpo o delle emozioni che siamo in grado di riconoscere.
Il corpo esprime emozione, ma il corpo emozionato non entra nel mondo del tempo. Nel mondo del tempo si presenta l'azione al di là di chi, come o quando, quell'azione fu fatta. L'azione è oggetto in sé che si distacca da ogni corpo per presentarsi come fenomeno anche ai soggetti nel mondo della ragione.
L'emozione è coscienza; la ragione forma dei corpi che manifestano coscienza in sé stessi e la rappresentano mediante le azioni.
Tutto ciò che è azione è manifestazione di coscienza; tutto ciò che esprime movimento, esprime trasformazione.
Esistono coscienze senza azione; non esistono forme in movimento che non abbiano coscienza.
La coscienza è un'unità, un infinito numero di unità, che si trasformano per amalgama e sedimentazione (qualità e quantità).
Le azioni non hanno tempo. Le azioni sono senza tempo e senza trasformazione. I corpi, le forme, comunque vengono percepiti, sono coscienze che si trasformano per amalgama e sedimentazione. Alcuni corpi, tutti quelli della Natura e altri, mettono in atto azioni che diventano oggetti nel mondo del tempo sollecitando azioni di risposta che diventano, a loro volta, oggetti del mondo del tempo costruendo relazioni di azioni che sono oggetti in sé.
Le azioni sono come tante biglie all'interno di un vaso di vetro. Una nuova azione, una nuova biglia entra in quel vaso di vetro, perturba tutte le azioni modificando gli equilibri. Poi, l'azione si ferma. Oggetto annichilito in ogni movimento. Nasce l'azione e si ferma nel vaso di vetro. Quell'azione genera altre azioni che, una ad una entrano nel vaso di vetro modificando le relazioni che esistono fra le azioni in quel presente che non può essere modificato.
Come l'emozione stratifica e plasma energia e modifica ad ogni insorgenza e ad ogni scarica e rilassamento, così si modifica la qualità della coscienza. Ogni nuova azione modifica il vaso del tempo (il mondo del tempo) e delle azioni che entrano in relazione.
Che cos'è la vita nel mondo della Natura?
Un corpo manifesta una coscienza che si plasma emozione dopo emozione. Un corpo manifesta necessità e desideri e veicola le sue emozioni nella ricerca della soddisfazione delle proprie emozioni e dei propri desideri. Un corpo agisce nel mondo mettendo in atto azione dopo azione un continuo mutamento di sé nel mondo fatto da corpi che mettono in atto azioni attraverso le quali procedere di mutamento in mutamento. L'azione diventa oggetto e trova relazioni con azioni da riportare al corpo che agisce mentre si modifica.
Che cosa avviene nel mondo del tempo fra le azioni che sono diventate oggetto in sé stesse?
Dal mondo del tempo emerge la volontà d'azione.
L'insorgere dell'emozione plasma e modifica la coscienza che viene manifestata da un corpo che necessita di veicolare l'emozione al di fuori di sé stesso. La veicolazione dell'emozione fuori dal corpo genera l'azione che nel mondo del tempo diventa oggetto in sé. Il mondo del tempo non esisteva fintanto che un corpo non ha veicolato l'insorgenza dell'emozione nella propria coscienza fuori di sé stesso. In quel momento è nato il mondo del tempo e in quel momento le azioni sono diventate oggetto in sé in un mondo che si può rappresentare come un vaso di vetro e tutte le azioni come delle biglie che persistono in quel vaso di vetro.
Cosa emerge da quel mondo, quel vaso di vetro, che contiene le azioni dell'intero universo?
Emerge la volontà d'azione come necessità. Che cos'è la volontà d'azione? E' l'attimo che determina il passaggio fra l'insorgenza dell'emozione e la decisione del corpo di veicolare l'emozione nel mondo. La volontà di portare fuori dalla coscienza l'insorgenza dell'emozione.
Il mondo del tempo genera la volontà d'azione.
La volontà d'azione, a differenza della coscienza che nel mondo emotivo plasma solo sé stessa, modifica l'ambiente esterno permettendo la generazione: la nascita di coscienze diverse da sé.
La coscienza, come manifestazione del corpo, è un oggetto in sé, chiusa su sé stessa che plasma sé stessa; si emoziona in sé stessa e da sé stessa si dilata nel mondo emotivo. Il mio cuore, come manifestazione del corpo, è un oggetto in sé, chiuso su sé stesso che plasma (rinnova le cellule) sé stesso e da sé stesso, una volta divenuto, permane. A differenza del cuore, la mia coscienza è diffusa in tutto il corpo e anche se la mia ragione separa quanto considera me dalle singole consapevolezze di ogni singola cellula, la coscienza di ogni singola cellula si dilata in sé stessa e partecipa, formandola, alla coscienza di ciò che io sono. Sia quando ne sono consapevole e cosciente di ciò, sia quando la mia ragione non è consapevole di ciò in quanto riflesso estemporaneo della coscienza di ciò che io sono.
Nella coscienza Intento diventa Necessità che partorisce il mondo del tempo di corpi che si muovono nello spazio siderale. Un mondo del tempo riempito di azioni, genera la volontà d'azione come sviluppo della necessità d'esistenza della coscienza.
E' la volontà d'azione che guida i corpi e che, sviluppandosi in sé stessa, alimenta il generarsi di corpi la cui necessità è una necessità d'azione. La volontà d'azione spinge alla ricerca dell'adattamento più soddisfacente in cui veicolare le emozioni.
La volontà d'azione spinge la coscienza a scegliere il migliore adattamento soggettivo nelle variabili oggettive in cui veicolare le proprie emozioni.
Il piacere della scelta viene scambiato dagli Esseri Umani in "intelligenza della scelta". Ciò che è semplice e non si adatta alle variabili oggettive, o sparisce o diventa, da un lato complesso e dall'altro lato tende a modificare le variabili oggettive diventando, a sua volta, variabile oggettiva.
Come le coscienze del cosmo procedettero in questo modo, così in quelle molecole che diventarono coscienza a fondamento della natura, il meccanismo si è riproposto. Nacque la coscienza fra gli esseri della Natura e in quel momento la Natura fu vomitata dal mondo dell'azione dove la volontà d'azione divenne attributo di una forma, di un oggetto, che poteva riprodurre sé stesso. La coscienza manipolava il mondo mediante la volontà d'azione consentendo le condizioni per il venir in essere di altre coscienze che, al di là delle forme che noi attribuiamo loro, mediante l'emozione, plasmano sé stesse.
Marghera, 04 gennaio 2015
Teoria della Filosofia Aperta - Volume cinque
vai indice del sito |
Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito. |
Vai all'indice della Filosofia Aperta |
Marghera, 04 gennaio 2015 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.