La nudità naturale degli esoteristi
la vita e la morte fra esoterismo e stregoneria.

Dalla visione creazionista della vita
degli esoteristi
alla visione della Stregoneria
Le condizioni dell'esistenza. - Quinta parte

di Claudio Simeoni

Indice della discussione

Il denudarsi degli esoteristi

 

Non esiste un ritroso che va avanti. A meno che non si confondano i piani su cui il soggetto concentra la sua ATTENZIONE. Il salmone non va a ritroso: va in un luogo. L'andare avanti è la sua volontà generatrice che necessita di quel luogo. In realtà non torna indietro, va avanti nel luogo nel quale può generare.

Risposta di Gianni al punto 5

Sì che esiste:

5) se vuoi tornare alla tua nudità naturale devi toglierti ciò che hai addosso, ciò che prima ti eri messo addosso.

Se vuoi districare una matassa ingarbugliata devi seguire il filo lungo il percorso dei nodi, in un processo a ritroso.

Se un salmone vuol deporre le sue uova deve ripercorrere il torrente per tornare al punto in cui è nato.

Se vuoi tornare alla semplicità devi disimparare.

Sono tutti percorsi a ritroso ma al fine di una realizzazione che non è immediata...che avverrà poi ... quindi il percorso a ritroso porta avanti. La consapevolezza non la si acquisisce di certo complicandosi ancora di più, ma semplificandosi fino alla nuda essenzialità.... in un processo a ritroso, attraverso il solve di tutte quelle sedimentazioni di cui parlavi.

5) E perché dovrei voler tornare alla "mia nudità"? Prima mi procacciavo il cibo a mani nude, ora ho attrezzi di pietra; perché dovrei rinunciare ad attrezzi di pietra? Per tornare alle mani nude? Piuttosto ci rinuncio per attrezzi in bronzo. E rinuncio al bronzo quando inizio ad usare in modo vantaggioso il ferro. Questo vale per la materia, ma vale anche per la struttura psico-emotiva dell'uomo: l'esperienza va vissuta e accumulata per affrontare nuove e diverse esperienze. Solo i "morti" rinunciano a nuove esperienze e si rifugiano in una "nudità" che altro non è che separazione fra sé e il mondo in cui vivono. Io non ho una matassa ingarbugliata: sto vivendo nelle condizioni e nelle contraddizioni che ho trovato. Non voglio semplificare la realtà perché non semplificherei la realtà, ma immiserirei la mia capacità di percepire la realtà diventando inadeguato ad affrontarla.

So benissimo che i morti vorrebbero tornare alla "semplicità del campo di sterminio", ma io voglio vivere la complessità e la complessività della vita e ho ORRORE E DISPREZZO, per chi vuole semplificare l'immenso dialettico e relazionale che mi circonda.

Ed infine, quello che dici definisce il mio concetto di Esseri Umani vivi ed Esseri Umani morti: "La consapevolezza non la si acquisisce di certo complicandosi ancora di più, ma semplificandosi fino alla nuda essenzialità.... in un processo a ritroso, attraverso il solve di tutte quelle sedimentazioni di cui parlavi."

La consapevolezza si acquisisce soltanto attraverso un numero infinito di esperienze che sedimentano dentro di noi l'immenso in cui viviamo (e che la morte del corpo fisico limita) è in quell'immenso di contraddizioni, sfide, che costruiscono il nostro sapere e la nostra conoscenza in un numero "infinito" di accumulo-tensione-carica-scarica-rilassamento che costruiamo il NOSTRO DIVENIRE ETERNO o, se preferisci la Grande Opera.

Solo i morti vogliono disimparare, fuggire dalle contraddizioni, rinchiudersi su sé stessi, fare gli eremiti, chiudersi in un convento, separarsi dal mondo e dalla vita.

Ripeto: non esiste un tornare indietro se non come rinuncia a vivere e attendendo di porre fine alla propria esistenza.

Risposta di Gianni al punto 5

quando parlo di "nudità" intendo una nuda essenzialità, .... quell'essenzialità indispensabile all'emergere e attuarsi dell'Essere che si è liberato da tutte le strutture e sovrastrutture ed artificiosità e superfluità e nozioni e sentito dire ecc ecc ecc...... così che egli si attui per ciò che è realmente. Tutte cose che tu confondi con un modo autentico di Essere noi stessi..........un modo che non necessita di orpelli di alcun tipo.

No... è proprio il contrario: la Consapevolezza si acquisisce attraverso esperienze volte a denudarci in quanto mostrano la vanità , la vacuità, la non-realtà di ciò che in fondo serve solo per agitarci nell'illusione di essere "vivi" mentre in realtà si è morti rispetto al nostro Essere, sola realtà.

Tu, di cosa sia la Grande Opera, hai capito nulla.

Dici: "solo i morti vogliono disimparare".........ed intanto hai la pretesa di voler insegnare..... sai chi mi ricordi?..... mica c'è differenza tra te e certuni che tu combatti........anch'essi vogliono inculcare nelle menti della gente il loro concetto di verità, le loro convinzioni.

Dici: "solo i morti vogliono fuggire dalle contraddizioni"...... e non ti rendi conto che nulla di ciò che ha un contrario può esistere di vita propria.

Dici: "solo i morti vogliono chiudersi in sé stessi"....... e non sai che in noi stessi c'è un universo corrispondente a quello esterno.......e che semmai morti sono coloro che si illudono di poter vivere solo in quello esterno.

Dici: "solo i morti vogliono fare gli eremiti"...... e non sai che ogni libera scelta è vita....purché sia realmente libera scelta.... ...e che semmai morti sono coloro che sono costretti a vivere in un mondo nel quale non si riconoscono.

Dici: "solo i morti vogliono chiudersi in convento ... o separarsi dal mondo o dalla vita", e non sai che se fatto in libera scelta non è un rinchiudersi e tanto meno una separazione dalla vita, ma proprio in contrario...... è ricongiungersi col proprio vero modo di essere.......poiché vita non è baccano, costrizione, forzatura, allontanamento da noi stessi. Questo è ridurci ad esseri meccanici,disanimati, in funzione di macchinazioni a noi del tutto estranee, volute da altri od altro.

Dici: "non esiste un ritorno indietro".... deciditi.... esiste o no?...... se non esiste , allora quello di costoro non è un tornare indietro, ma semplicemente ciò che è, unicamente un togliersi di dosso quei pesi che gli sono stati addossati da altri e che impedivano loro di essere loro stessi ........ e... se invece esiste.......... esiste. Ma in ogni caso, la scelta di ritrovare la propria essenzialità e il nostro autentico modo di essere è tutt'altro che morte.... è liberazione da chi vorrebbe uccidere noi......... le nostre vite, il nostro spirito.

Tutto il tuo orrore e disprezzo non mi sfiorano manco un capello... Ti informo solo che tu non mi fai manco quelli... padrone di credere a ciò che ti pare..... Certo non tra noi due, ma esiste una comunione naturale e anche spirituale tra esseri autentici.... che nulla ha a che fare col mondo vacuo e vano di agitazione, di rumore, di inutili tensioni (destinate a crearne altre sempre più dannose) che tanto piace a te.

Hai pensato, prima di scrivere?

Ne dubito assai.

Quando dici: "quando parlo di "nudità" intendo una nuda essenzialità, .... quell'essenzialità indispensabile all'emergere e attuarsi dell'Essere che si è liberato da tutte le strutture e sovrastrutture ed artificiosità e superfluità e nozioni e sentito dire ecc ecc ecc...... così che egli si attui per ciò che è realmente." E a cosa rinunci per essere nudo? Ai vestiti? Al corpo come "vestito dello spirito"? Rinunci alle tue gambe? Ai tuoi occhi? Alle tue mani? E che è del tuo "spirito"? Non riuscire a capire che il tuo "spirito" è tale perché le tue gambe hanno corso; i tuoi occhi hanno guardato; le tue mani hanno manipolato; significa essere malati! Rinunciare al sapere e alla conoscenza che si sono sedimentati nel corso della nostra vita, significa rinunciare alla vita stessa e allo spirito che abbiamo forgiato. Tutto ciò che io ho fatto nella mia vita ha costruito me stesso: tutto è dentro di me come adattamento psichico alle mie scelte; tutto è dentro di me, come adattamento fisico a tutte le mie scelte. La mia pancia stessa, che spesso vorrei diminuire, è il frutto delle mie scelte e le scelte che l'hanno fatta crescere sono le medesime scelte che hanno forgiato il mio spirito e le scelte che forse farò per farla diminuire, saranno scelte che contribuiranno a forgiare il mio spirito. E cosa mi rende nudo? La mia pancia o il mio spirito?

E' proprio del cristiano separare anima e corpo. Dice Paolo di Tarso parlando del suo corpo vecchio dopo aver atteso in vano che quel corpo fosse assunto in cielo dall'avvento del suo cristo Gesù che non si è verificato: "Chi mi libererà da questa prigione?".

Quando si dice: "Tutte cose che tu confondi con un modo autentico di Essere noi stessi..........un modo che non necessita di orpelli di alcun tipo." Sarebbe bene, dimostrare e precisare! Perché, quando si afferma "autentico modo di Essere", di fatto, si ha in mente un modello al quale si vuole aderire. Un modello che è autentico opposto al non-autentico modo con cui ora noi siamo "noi stessi". Un modello che non necessita di "orpelli". "Orpelli" che sarebbe bene precisarli anziché costringere l'interlocutore a riempire un termine generico con quello che lui si raffigura, nella sua testa, gli "orpelli".

Anche questa tecnica di affermare genericamente lasciando all'altro di precisare, è propria del cristiano!

E' una delle tecniche retoriche più perverse usate dal cristianesimo. Il cristiano afferma un aggettivo attribuendolo ad un soggetto, ma non lo riempie di significato (azione, manifestazione, contesto, relazione ecc.) e lascia che sia il suo interlocutore a fare l'operazione immaginando che cosa, il cristiano che lo ha affermato, intenda con quell'aggettivo. Paolo di Tarso dice che dio ha scelto gli ignoranti per umiliare i sapienti perché nessuno si possa vantare davanti a dio. Quella "non necessita di orpelli", non significa forse che non necessita di conoscenza, sapere, impegno, dedizione, passione, ecc. affinché nessuno si possa vantare davanti al dio padrone e "fargli un mazzo tanto per la miseria morale che impone ad uomini indifesi"?

La vita è crescita per sedimentazione: per te la crescita è un orpello? Ne prendo atto!

Anche questo passaggio andrebbe precisato e inteso. Quando dici: "No... è proprio il contrario: la Consapevolezza si acquisisce attraverso esperienze volte a denudarci in quanto mostrano la vanità , la vacuità, la non-realtà di ciò che in fondo serve solo per agitarci nell'illusione di essere "vivi" mentre in realtà si è morti rispetto al nostro Essere , sola realtà." Le esperienze sono relazioni. Cosa significa costruire delle esperienze "volte a denudarci"? Capisco la necessità del cristiano di umiliare le persone. Capisco che il cristiano concepisca l'esperienza come un cammino di sofferenza. Capisco che il cristiano agisca per disarmare le persone delle loro difese psico-emotive in modo che le persone siano psichicamente ed emotivamente nude, disarmate, davanti alle sue vessazioni; alla sua prepotenza; alla sua volontà di dominio! E capisco anche che il cristiano, ritenendo il "suo Essere" creato ad immagine del suo dio tenda a liberarsi di ciò che non corrisponde al modello immaginato del suo dio in quanto ritiene che tutto ciò che appartiene all'uomo sia "vanità, vacuità, o non-realtà che crea illusione", ma, permettimi, questa affermazione è illusoria. E' una speranza patologica di chi, incapace e impossibilitato ad affrontare la propria quotidianità, si trova infastidito da tutta una serie di presenze che ritiene inutili, vacue e illusorie. Nel farlo, si rinchiude in un'illusione di un dio padrone, di un Essere Assoluto, in un modello ideale a cui pensa di poter o dover aderire. E' proprio del cristiano affermare di "essere morti rispetto al nostro Essere" dove il "nostro Essere" è l'unico modello di realtà che sta nelle sue illusioni e che coincide col dio padrone cui vuole aderire (al di là di come lo chiama).

Non sono entrato nella tua testa per comprendere che cosa tu intendi per Grande Opera; so qual è il significato che c'è nella mia testa.

Ed ora vediamo di che cosa mi accusi!

1) Dici: "solo i morti vogliono disimparare".........ed intanto hai la pretesa di voler insegnare..... sai chi mi ricordi?..... mica c'è differenza tra te e certuni che tu combatti........anch'essi vogliono inculcare nelle menti della gente il loro concetto di verità, le loro convinzioni."

La conoscenza è l'essenza stessa della vita. Uno dei suoi aspetti fondamentali. Se non conosci non ti puoi espandere. Se non conosci non conosci le possibilità di scelta che hai. Se non conosci non sei in grado di mettere in atto il processo evolutivo di "adattamento soggettivo alle variabili oggettive". D'altronde, se metti in atto "adattamenti soggettivi alle variabili oggettive" devi necessariamente conoscere, perché i tuoi adattamento sono relativi alle possibilità che puoi fra quelle che individui. Le tue scelte sono indice della tua conoscenza. Il non scegliere, perché tanto è il dio padrone che stabilisce il destino, è scelta di non-conoscenza. Questo equivale ad "essere morti". Ciò che voglio io, o che faccio io, tu lo immagini soltanto partendo dalle pretese che tu hai e che proietti su di me. Posso immaginare che, se tu avessi la mia conoscenza e le mie capacità, tu agiresti per "vogliono inculcare nelle menti della gente il loro concetto di verità, le loro convinzioni." Ma tu non sei me, né sei uno Stregone e tanto meno una persona che vive con passione le relazioni nel suo quotidiano: tu ti elevi all'Essere. Al di fuori e al di sopra della vita!

2) "Dici: "solo i morti vogliono chiudersi in sé stessi"....... e non sai che in noi stessi c'è un universo corrispondente a quello esterno.......e che semmai morti sono coloro che si illudono di poter vivere solo in quello esterno."

Gli Dèi sono dentro di noi e fuori di noi. Gli Dèi fuori di noi chiamano il sé stessi dentro di noi affinché noi lo esprimiamo nelle nostre azioni e nelle nostre passioni. Ma gli Dèi dentro di noi muoiono quando noi rinunciamo alle contraddizioni della quotidianità: quando ci rinchiudiamo su noi stessi. Quando ci sottomettiamo a "verità" esterne. A "verità" rivelate. Alle illusioni; dimenticandoci che siamo gli eroi che compiendo gesta eroiche, giorno dopo giorno, manifestando gli Dèi in ogni nostra azione, compiamo il nostro cammino di eternità. Abbiamo la possibilità di avere un universo dentro di noi che si esprime con lo stesso apparato fisico con cui si esprime la patologia psichiatrica da dipendenza, depressione, sensi di colpa, disperazione, nevrosi e quant'altro. Sta a noi scegliere se rinchiuderci nella patologia illusoria o se affinare le nostra armi psichiche con cui affrontare la quotidianità. Sta a noi scegliere, ed è sempre una scelta, fra l'esprimere gli Dèi che abbiamo dentro o ucciderli mediante la sottomissione. E' la relazione col e nel mondo che ha portato gli Esseri della Natura ad uscire dal brodo primordiale; non la patologia da onnipotenza che li avrebbe separati dalla vita!

3) "Dici: "solo i morti vogliono fare gli eremiti"...... e non sai che ogni libera scelta è vita....purché sia realmente libera scelta.... ...e che semmai morti sono coloro che sono costretti a vivere in un mondo nel quale non si riconoscono."

Che ogni scelta debba o dovrebbe essere libera è una cosa; che una scelta produca degli effetti su chi la fa, è un'altra cosa. Il mondo in cui viviamo non è gentile, non ti stende i tappeti rossi e nemmeno ti applaude quando appari. La vita è lotta, combattimento, fatica e sudore: anche quando si raggiunge attimi di piacere o si ama. Tutto è impegno; impegno profondo. Tutto richiede la nostra attenzione. Tutti, tu compreso, chiedono agli altri di essere umili, di prostrarsi, di rinunciare a sé stessi. Lo stesso Leopardo desidererebbe che la Gazzella gli porga il collo senza tentare di difendersi o di fuggire. La vita è contraddizione, contrapposizione. La vita diviene per soluzione delle contraddizioni che sono relazioni fra gli Esseri della Natura. Sia come afferma Eraclito, per contesa furente e amicizia; sia come affermano gli Orfici, per Armonia e Peitò. Questa voglia di ritirarsi dalla vita e "morire in pace" è la rinuncia alla vita. Sempre volontaria (perché, altrimenti, lotteresti contro questo invito) e sempre distruttiva. Non si tratta, dunque, di riconoscersi nel mondo, ma di essere attrezzati per affrontarlo compiutamente mentre chi ti dovrebbe attrezzare, in realtà, proprio per il suo delirio di onnipotenza, ti disarma costruendoti come preda. E, allora, anziché porgere la gola al Leopardo di turno, porgi la gola al dio onnipotente nascosto in una sorta di utero protettivo.

4) Dici: "solo i morti vogliono chiudersi in convento ... o separarsi dal mondo o dalla vita", e non sai che se fatto in libera scelta non è un rinchiudersi e tanto meno una separazione dalla vita, ma proprio in contrario...... è ricongiungersi col proprio vero modo di essere.......poiché vita non è baccano, costrizione, forzatura, allontanamento da noi stessi. Questo è ridurci ad esseri meccanici, disanimati, in funzione di macchinazioni a noi del tutto estranee, volute da altri od altro."

Come sopra! L'atteggiamento di chiudersi in convento mi ricorda il comportamento dei Pinguini. Quando stanno sulle rocce e devono tuffarsi sono titubanti. Temono che nell'acqua ci sia una Foca Leopardo pronta ad azzannarli. E, allora, che fanno? Danno una spinta al compagno e lo gettano in acqua, così, se c'è una Foca Leopardo se lo mangia e gli altri sono tranquilli. Non esiste un "vero modo di essere" perché non esiste un modello per essere, né esiste un dio creatore che ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza! Alle persone sorde e cieche la vita appare come baccano, frastuono indistinto, caos. Le persone che esercitano la loro volontà, il loro impegno, in quell'indistinto caos mettono ordine. Lo fa ogni Essere Umano quando esce dalla vagina di sua madre. Nel caos indistinto del quotidiano esercita la sua volontà e la sua intelligenza. La capacità di apprendere del bambino appena nato altro non è che mettere ordine nell'indistinto mediante la sua capacitò di adattamento soggettivo alle variabili proprie di quel mondo.

Il bambino, appena nato, si espande nel mondo, poi il mondo provvede a piantargli i denti della sottomissione e dell'obbedienza sul collo e provvede a sottometterlo uccidendo le sue capacità di mettere ordine nel mondo mediante la sua comprensione: tutto diventa faticoso, ossessivo, angosciante. E così l'individuo si trasforma in un Pinguino e dice all'uomo: "Arrangiati tu ad affrontare i tormenti della vita, io mi chiudo nell'eremo!". E là finalmente può morire tranquillo. Le religioni nordiche dicevano che il paradiso era riservato ai morti in battaglia. E per battaglia non intendevano solo la spada, ma tutta la quotidianità alla quale nessun individuo poteva rinunciare: come non ha rinunciato tuo nonno quando uscì dal brodo primordiale della vita!

5) Dici: "non esiste un ritorno indietro".... deciditi.... esiste o no?...... se non esiste , allora quello di costoro non è un tornare indietro, ma semplicemente ciò che è, unicamente un togliersi di dosso quei pesi che gli sono stati addossati da altri e che impedivano loro di essere loro stessi ........ e... se invece esiste.......... esiste. Ma in ogni caso, la scelta di ritrovare la propria essenzialità e il nostro autentico modo di essere è tutt'altro che morte.... è liberazione da chi vorrebbe uccidere noi......... le nostre vite, il nostro spirito."

Morire non è un "tornare indietro", semmai è un "non andare avanti". Non esiste un ritorno nell'utero. Come non esiste che noi non soggettiviamo esperienze anche quando riteniamo che quelle esperienze siano degli errori. Per avere un concetto di "andare avanti" o "andare indietro" è necessario che esista un modello che termini ciò che è avanti e ciò che è indietro rispetto a quel modello. Ma dal momento che la vita non ha modelli, ma solo adattamenti soggettivi degli individui alle condizioni d'esistenza, gli adattamenti autodistruttivi non sono un andare indietro, ma, se vogliamo, un fermarsi.

Un conto è liberarsi dalla zavorra e un altro conto è pensare il mondo come una zavorra, un peso, dal quale liberarsi. Come si può essere esterni ed estranei al mondo se non come illusione o come aspirazione di superamento di un dolore patologicamente imposto? Le condizioni del mondo sono le condizioni che ci hanno portato a venir in essere. Le condizioni sociali sono quelle che ci hanno costretto ad adattarci! Le condizioni sociali ci hanno costretto ad adattamenti inadeguati? Spesso sì! Ma, allora si tratta di raccogliere "armi" diverse, cercare l'adeguatezza, mettere in atto scelte diverse.

Esiste in noi Fanes, Eros, l'Intento, che ci spinge a rimuovere gli ostacoli verso le nostre trasformazioni, ma non è un cercare l'essenza di ciò che noi siamo. E' una continua trasformazione soggettiva attraverso scelte opportune che solo la conoscenza della complessità dell'esistente ci permette di fare. Scelte che comunque dobbiamo fare perché, anche se noi ci ritiriamo dal mondo e rinunciamo a vivere, comunque il mondo continuerà a scegliere. E allora, saremo pronti per trasformarci in prede!

Infine, concludi con:

"Tutto il tuo orrore e disprezzo non mi sfiorano manco un capello... Ti informo solo che tu non mi fai manco quelli... padrone di credere a ciò che ti pare..... Certo non tra noi due, ma esiste una comunione naturale e anche spirituale tra esseri autentici.... che nulla ha a che fare col mondo vacuo e vano di agitazione, di rumore, di inutili tensioni (destinate a crearne altre sempre più dannose) che tanto piace a te."

Io amo i Corribanti, le Baccanti che urlano Aveoè, i suoni dei timpani di Madre Rea, la siringa di Pan, la lira di Apollo, i canti delle Muse e le lusinghe di Afrodite: io amo la vita! Solo per questo vedo la morte come felicità. Ogni Essere della Natura è autentico. Solo che con alcuni ho delle affinità, con altri un po' meno. Con alcuni fondo le mie emozioni, altri mi creano sconcerto. Alcuni esseri della Natura mi stimolano, altri mi creano disgusto. Come a te.

Marghera 17.06.2008

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La filosofia della Stregoneria

La Stregoneria è un cammino. Questo perché la Stregoneria è trasformazione del soggetto che percorre il sentiero. Il sentiero è mutamento dopo mutamento, trasformazione dopo trasformazione. La sequenza delle trasformazioni del soggetto, in ogni istante che si trasforma, forma il cammino dello Stregone. In ogni attimo lo Stregone, come ogni persona, presenta il proprio Potere di Essere che altro non è che quanto ha costruito mediante le sue trasformazioni.