L'educazione cristiana
e
la manipolazione mentale

di Claudio Simeoni

 

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

 

Hillman e il cristianesimo

 

La pagina contiene:

1) La manipolazione mentale cristiana dell'infanzia e l'origine del male
2) La manipolazione mentale sui bambini ad opera dei cristiani
3) Il Cesnur e la manipolazione mentale dell'infanzia ad opera dei cristiani
4) Disegno di legge contro la manipolazione mentale ed effetti sociali
5) Effetti della manipolazione mentale e della violenza educazionale imposta dai cristiani sui bambini

La manipolazione mentale cristiana dell'infanzia e l'origine del male

Scrivono i cattolici:

"Dall'amore materno, che avvolge nei suoi caldi raggi il piccolo fanciullo, sboccia anche l'amore verso Dio. Sotto lo sguardo della madre devono formarsi nel bimbo i primi principi della vita dell'anima. Quando la madre prega devotamente col suo fanciullo, nell'anima di lui si risveglia l'elevato pensiero del Padre che sta nei cieli al di sopra del padre e della madre terreni. Il pensiero del Padre celeste è di grande efficacia per l'educazione. Per guidare la volontà del bimbo per lungo tempo basterà dire semplicemente: "E' Dio che vuole così!" oppure: "Il Buon Dio lo ha proibito!""

Tratto da Toth Tihamer "L'educazione spirituale del giovane" curata dal sacerdote Ugo Camozzo ed. Libreria Emiliana editrice Venezia 1943, pag 28.

Dal momento che il bambino dipende dalla madre sia dal punto di vista fisico che psichico che emozionale, la madre, che DEVE dipendere dal dio padrone, deve incidere sulla struttura emozionale e psichica di SUO figlio per renderlo dipendente psicologicamente ed emozionalmente nei confronti del suo stesso dio padrone!

Una madre viene invitata a praticare il sacrificio umano di suo figlio rendendolo psichicamente dipendente dal dio padrone!

Che società si avrà, quale disagio sociale si costruirà là dove le persone sono psicologicamente ed emotivamente dipendenti da un oggetto esterno ad esse? Saranno persone disposte a macellare chiunque ( o ad insultare chiunque) mette in discussione l'oggetto della loro dipendenza! Esseri Umani che sono INCAPACI di trarre da sé le motivazioni delle proprie convinzioni religiose ed esistenziali, ma che diventano dipendenti da una dose di eroina iniettata in vena nella forma del dio padrone attraverso la cui riaffermazione placano la loro ansia dovuta all'incapacità di affrontare il loro futuro.

Scrivono i cattolici:

"Nell'età di tre o quattro anni il fanciullo ascolta volentieri i racconti di Gesù Bambino, della Sua Nascita, della Crocifissione, della Vergine Maria, dell'Angelo Custode. Come si rallegra, quando in un quadro o in una statua riconosce il piccolo Gesù! La note di Natale, una funzione religiosa, una visita ad una chiesa sono sensazioni che lasciano profonde tracce nel suo animo."

Tratto da Toth Tihamer "L'educazione spirituale del giovane" curata dal sacerdote Ugo Camozzo ed. Libreria Emiliana editrice Venezia 1943, pag 30.

La dipendenza emozionale prende forma. Lo sanno bene i cattolici che stuprano i bambini. A quell'età la struttura emozionale dei bambini è esposta. E' fragile ed è facile per la madre renderla dipendente da un oggetto esterno. Così la madre e il padre anziché fornire al figlio gli strumenti attraverso i quali affrontare al meglio la sua esistenza lo rendono dipendente dal dio padrone e al ragazzo, una volta cresciuto, non rimarrà altro che la figura del dio padrone con la quale identificarsi. Il dio padrone sarà la sua imitazione. Così svilupperà la sindrome di onnipotenza in quanto l'onnipotenza del dio padrone sarà l'unica cosa che ha conosciuto e l'unico modo col quale gli si presenteranno i risultati conquistati dalle persone.

Scrivono i cattolici:

"Commetterebbero un errore fatale, i genitori che credessero di aver finito il loro compito educativo al momento in cui i figliuoli entrano nella scuola.
L'educazione domestica conserva ancora la sua grande importanza.
Un grave compito incombe adesso alla madre; ampliare e innalzare il concetto di Dio secondo lo sviluppo intellettuale del suo fanciullo, che essa sola conosce. Col crescere dell'età, è necessario che il fanciullo perfezioni le ingenue forme della sua fede. A ciò la scuola col suo insegnamento collettivo non può provvedere. Solo una madre conosce l'anima e le idee del suo bambino, solo essa può approfondire in lui il concetto del Padre Celeste e farne risaltare ancora di più il sacro volere; solo la mamma può gradatamente allargare la cerchia dei doveri, che attendono il fanciullo che va incontro alla vita. Quante volte, ammirando le bellezze e i miracoli della natura, oppure mentre piega il catechismo o la storia sacra, le si offre l'occasione di portare l'anima del suo bambino in contatto con Dio, di penetrarla col pensiero del Padre Onnipresente e Onnipotente! Tale sentimento della presenza di Dio è la miglior difesa contro il peccato.
Entrando in chiesa è la madre che deve risvegliare nel fanciullo il rispetto per la santità alla Casa di Dio, e abituarlo ad un contegno devoto e al silenzio. Ciò più tardi faciliterà assai il compito del Sacerdote."

Tratto da Toth Tihamer "L'educazione spirituale del giovane" curata dal sacerdote Ugo Camozzo ed. Libreria Emiliana editrice Venezia 1943, pag 33 - 34.

La costruzione della dipendenza nel bambino da un oggetto esterno è l'attività fondamentale dell'insegnamento cristiano. La madre DEVE, per il cristiano, mettere in atto strategie che impediscano al ragazzo di trarre le certezze dell'esistenza da sé. Deve imporre al bambino l'idea di una onnipotenza e di una onnipresenza che inibisca ogni sua azione di assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza. La Natura: è un oggetto dell'onnipotenza del dio padrone! La Natura non ha consapevolezza, non ha strategie d'esistenza, non vive per contraddizione. La Natura deve essere spiegata dalla madre come il "capolavoro" del dio padrone: "Guarda che bravo il dio padrone; pensa, ha fatto che il ghiaccio galleggia. Pensa, se il ghiaccio andasse a fondo, i poveri pesci morirebbero!" (questa l'ho sentita io!)

La madre e il padre hanno le strategie opportune per rendere dipendente il loro figlio!

La madre e il padre praticano il sacrificio umano del loro figlio al dio padrone. Gli impediscono di mettere in atto le sue capacità di analisi dell'esistente per fermare le sue capacità davanti all'idea del dio padrone onnipotente e onnipresente.

Così la sindrome di onnipotenza si installa nella psiche del ragazzo. Come il dio padrone è onnipotente così il ragazzo si immedesima nell'onnipotenza: Hitler, Stalin ecc. ecc.

Non persone che affrontano la vita, ma padroni e schiavi della vita.

Padroni onnipotenti che devono schiacciare altri uomini che potrebbero, a loro volta, pretendere di diventare padroni di uomini. Un gioco al massacro che ha visto 1600 anni di storia di individui onnipotenti tesi alla riaffermazione della loro uguaglianza col dio padrone.

Scrivono i cattolici:

"Quando il bambino comincia a frequentare la scuola, si rende necessario per la sua sana educazione uno sviluppo delle sue prime cognizioni religiose già ricevute, sviluppo proporzionato alla sua tenera intelligenza e inquadrato nei nuovi studi."
"Quanti motivi ha il Sacerdote di prendere a cuore l'istruzione religiosa dei bambini delle scuole elementari!
Coll'opera sua egli rende alla Chiesa il più prezioso servizio.
Al Sacerdote la gioventù dovrà la sua vita religiosa e forse la salute eterna dell'anima.
La via per giungere al cuore dei genitori, è tante volte resa più facile al sacerdote per mezzo dei figli.
Tra questi piccoli spesso si trovano dei veri apostoli per le anime degli adulti."

Tratto da Toth Tihamer "L'educazione spirituale del giovane" curata dal sacerdote Ugo Camozzo ed. Libreria Emiliana editrice Venezia 1943, pag 35 - 36.

La strategia per la costruzione della sottomissione e dello stupro emozionale è così articolata. Dopo la distruzione degli elementi che portano il bambino alla dipendenza emozionale nella vita subentrano giustificazioni articolate attraverso le quali giustificare la propria dipendenza. Dopo che la madre ha portato suo figlio a farsi di eroina il sacerdote provvede a fornire al ragazzo le giustificazioni attraverso le quali assumere eroina. Il gioco della dipendenza si completa. E l'autore tende a sottolineare come sia utile al sacerdote curare i ragazzi perché nei ragazzi trova degli ottimi spacciatori di eroina anche nei confronti degli adulti. Non è solo una metafora. Tutto il processo del sistema educazionale cristiano è un VERO E PROPRIO SPACCIO di una sostanza che rende dipendente la struttura emozionale della persona da un oggetto esterno. E' irrilevante che l'oggetto esterno sia una dose di eroina che si inietta in vena o che sia l'idea del dio padrone onnipotente che si inietta nella struttura psichico emozionale della persona al fine di attenuare l'ansia nella propria esistenza.

Le strategie attraverso le quali si forma l'idea religiosa altro non sono che le stesse strategie dello spacciatore di eroina. Perché uguale è l'effetto che si desidera ottenere: dipendenza psichico-emozionale!

Questi meccanismi di dipendenza religiosa erano già stati individuati da Vianello quando scrisse "La Religiosità Infantile" pubblicato da Giunti nel 1976. Tutto questo dimostra l'assoluta mancanza, nella dottrina cristiana, di elementi razionali ed oggettivi. Una dottrina che si presenta come forma vuota al fine di nascondere la sua realtà fatta di stupro emozionale nei confronti dei ragazzi. Tutta la storia dell'umanità è lo sforzo di superare questo vuoto e cercare le ragioni della vita. Superare l'onnipotenza e l'onnipresenza di quest'immagine imposta educazionalmente il cui potere è quello di piegare a sé tutti gli sforzi di vita e di consapevolezza degli individui.

Non una religione, ma un processo di plagio continuo e sistematico della struttura emozionale. Un vero e proprio lavaggio del cervello fatto dalla madre e dal padre il cui scopo, secondo le regole dell'Essere Natura, sarebbe, invece, quello di fornire ai figli i migliori strumenti attraverso i quali affrontare la loro esistenza.

Un'attività di menomazione della struttura psico-emozionale della persona il cui fine è la costruzione del disagio sociale e dell'emarginazione che permette alla chiesa cattolica di disporre di una massa di individui al fine di manovrare e condizionare le scelte sociali.

Si tratta di attività terroristica. Si tratta di terrorismo. L'unica forma di terrorismo che viene praticata e che gode di impunità praticamente assoluta. E' la forma di terrorismo dalla quale emerge ogni altra forma di terrorismo che dal punto di vista psicologico potremmo definire come delle attività al fine di difendersi dall'ansia! Ansia di perdere la propria struttura "religiosa"; ansia di perdere la propria identità "etnica"; l'ansia di perdere.....

Quando non si è in grado di cogliere le ragioni della propria esistenza da sé stessi, dai propri progetti di vita, allora le persone possono solo difendersi dall'ansia di perdere l'oggetto dal quale sono dipendenti: esattamente come una dose di eroina!

Scrivono i cattolici:

"Ben poche sono le madri da paragonarsi alla madre dei Maccabei, che preferì veder morire i suoi sette figliuoli, uno dopo l'altro, di terribile morte, piuttosto che peccassero contro di Dio.
L'occuparsi dei fanciulli è la migliore attività spirituale.
Il prete, che si occupa dei fanciulli, rimane sempre giovane nello spirito, anche se il passar degli anni minaccia di inaridire la sua attività."

Tratto da Toth Tihamer "L'educazione spirituale del giovane" curata dal sacerdote Ugo Camozzo ed. Libreria Emiliana editrice Venezia 1943, pag 37.

Stuprare i propri figli fino a quello che i cristiani considerano il massimo omaggio al loro dio padrone: farli morire di morte per volontà di sottomissione!

Ottenere questo, per i cristiani, è il capolavoro. Il capolavoro della distruzione dell'umana esistenza.

I cristiani si accontentano anche di molto meno, ma l'esempio dell'agnello che viene sacrificato per volontà di sacrificio dell'agnello stesso è un modello molto usato dai cristiani. Tant'è che sono pronti ad inventarsi qualcuno che si è sacrificato come agnello per volontà di sacrificarsi in quanto agnello. Non si tratta solo dell'invenzione truffaldina del loro profeta, ma di una miriade di santi che si sarebbero sacrificati a maggior gloria del loro dio. Truffe spacciate per vere e vendute come dosi di eroina a persone che non si potevano difendere: a cui erano stati negati gli strumenti attraverso i quali affrontare la loro esistenza. L'esempio dell'autosacrificante è il modello che viene spacciato al fine di ottenere sottomissione giustificare i sacrifici umani che i cristiani commettono imponendo la miseria e la loro sottomissione.

Occuparsi degli agnelli da sacrificare è la migliore occupazione per il sacerdote.

In effetti abbiamo assistito nella storia quanto i sacerdoti (e come) si occupavano dei loro agnelli sacrificali: "La sua sacrestia era piena di ragazzi ed egli se ne occupava sempre!" dice una perpetua di un prete arrestato perché stuprava ragazzi.

Ed infine la moneta di scambio. Se tu ti occupi dei ragazzi, dice il testo "L'educatore spirituale del giovane" la tua religione non viene messa in discussione. Non devi giustificare l'esistenza del dio padrone. Non devi spiegare la sua onnipotenza con le incongruenze della vita. Non devi rendere ragioni sul fatto che il dio cui ti riferisci è un assassino e tu lo spacci per buono: i giovani non controllano la qualità dell'eroina che si iniettano nelle vene.

Questa è la struttura educazionale cristiana.

Questo è la religione cristiana.

Questo è l'origine del male!

Marghera, 29 marzo 2004

La manipolazione mentale sui bambini ad opera dei cristiani

Scrive Harold F. Searles nel 1960 nel suo "L'ambiente non umano nello sviluppo normale e nella schizzofrenia" e pubblicato in Italia da Einaudi nel 2004 a pag. 52:

"Per quanto riguarda i corpi celesti (sole, luna, stelle) e il loro movimento, Piaget [II9d] scopre, analogamente, che il bambino di sei anni li considera viventi e coscienti, e pensa che lo seguano quando cammina perché lo "vogliono".
Durante i primi stadi, ogni movimento sarebbe visto come il manifestarsi di un'attività vivente[II9e] - insomma come una manifestazioned i vita. Così, ricordandosi del ragazzo descritto da Elkisch e Mahler [34], il quale si sentiva una macchina e reagiva nei confronti delle macchine attorno a lui come fossero seducentemente e minacciosamente vive, Piaget afferma che il bambino piccolo normale: "se percepisce il mondo esterno attraverso schemi di origine interno, all'inverso concepisce i fenomeni interni (il pensiero, la parola, il sogno, la memoria, ecc.) solo attraverso schemi dovuti all'esperienza esterna. In altre parole il bambino anima il mondo esterno e materializza l'universo interno."" [II9f]"

Appare evidente come l'intero percorso di educazione cristiana descritto da Tihamer altro non sia che un processo di MANIPOLAZIONE MENTALE il cui fine è imporre al bambino schemi esterni sui quali appiattire le proprie emozioni e la propria psiche.

Come effetti della manipolazione mentale dei ragazzi Renzo Vianello nel suo "La religiosità infantile" ed Giunti Barbera 1976 afferma, come risultato delle indagini da lui condotte sul campo:

"I colloqui con i bambini di tre anni rivela che questi bambini attribuiscono facilmente onniscienza e onnipotenza ai genitori."

Vianello, d'altronde, nella sua ricerca sul campo altro non fa che scoprire l'attività di manipolazione mentale che il bambino ha subito. Infatti Tihamer affermava, come abbiamo già riportato:

"Il pensiero del Padre celeste è di grande efficacia per l'educazione. Per guidare la volontà del bimbo per lungo tempo basterà dire semplicemente: "E' Dio che vuole così!" oppure: "Il Buon Dio lo ha proibito!" e ancora: ""Nell'età di tre o quattro anni il fanciullo ascolta volentieri i racconti di Gesù Bambino, della Sua Nascita, della Crocifissione, della Vergine Maria, dell'Angelo Custode."

Vianello, con le sue ricerche, altro non fa che rilevare la manipolazione mentale che il bambino ha subito: i prodromi dello sviluppo della sua malattia mentale e gli elementi che produrranno la sua depressione.

La manipolazione mentale esiste e scende in profondità nell'individuo nella sua prima infanzia manipolandone bisogni e tensioni che ne caratterizzeranno l'intera esistenza portandolo al disagio sociale, alla visione distorta della realtà, all'insicurezza come individuo e alla malattia mentale. Tutto questo come incapacità di affrontare la propria esistenza in quanto sono state manipolate e manomesse le sue idee apriori sulla forma e la realtà del mondo. A questa attività di manipolazione mentale contribuisce in maniera rilevante (anche se in un futuro prossimo e solo qualora la decisione diventasse effettiva) l'attività del ministro Brichetto detto Ministro Moratti alla Pubblica Istruzione dell'attuale governo che vuole imporre ai bambini l'idea che l'Essere umano è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone a dispetto e in spregio della realtà che da Darwin fino alle teorie genetiche è stata fino ad oggi dimostrata.

In pratica la nostra società avrà dei bambini disadattati che a fronte di un insieme sociale che fa della trasformazione e del divenire la pratica dell'esistenza essi, anziché partecipare a tali trasformazioni e a tale divenire col proprio personale contributo, saranno dei disadattati perché in tale realtà non è presente l'idea creazionista.

Dice ancora Vianello a proposito della rimozione delle idee educazionalmente precostituite:

"Una seconda ipotesi, implicitamente già espressa nell'esposizione dell'ipotesi precedente, si basa sul presupposto che ogni apprendimento di nozioni nuove e complesse è frutto di un processo lento e graduale. Ciò implica che le credenze infantili si modificano lentamente con l'età, che le vecchie credenze di solito non spariscono mai bruscamente, che nel passaggio da una vecchia ad una nuova credenza compaiono delle "credenze di compromesso", ecc. In relazione alle nostre ricerche, tale ipotesi ci impone di impostare il nostro studio secondo una prospettiva genetica per descrivere, relativamente ad ogni nozione religiosa considerata, le varie fasi di assimilazione. Ma tale ipotesi ci suggrisce che dobbiamo sospettare fortemente di fronte all'assimilazione brusca ed improvvisa di una nozione religiosa e ritenerla frutto di un apprendimento nozionistico."

In pratica, come afferma Vianello, una volta che il Ministro Brichetto, alias ministro Moratti, impone l'idea creazionista a bambini indifesi manipolandoli mentalmente, questi dovranno fare uno sforzo spaventoso per rimuovere quell'idea imposta. Diventa ridicola la dichiarazione di questo personaggio quando afferma che la teoria dell'evoluzione sarà insegnata nelle scuole superiori: una vera e propria offesa alle Istituzioni di questo paese!

Se psichiatri e psicologi hanno individuato nella prima infanzia il momento in cui può avvenire la manipolazione mentale dei bambini capace di condizionare l'intera esistenza degli Esseri Umani è altrettanto vero che TUTTE le patologie psichiatriche sono conseguenza a questa manipolazione mentale.

Ci chiediamo: come agiscono le idee imposte con la manipolazione mentale sui ragazzi?

Una risposta che ci permette di farcene un'idea la troviamo in "L'ambiente non umano nello sviluppo normale e nella schizofrenia" di Harold F. Searles a pag. 59 dell'edizione Einaudi:

Come esempio del tipo di informazioni ricevuta dalle madri sul punto in esame, Stevenson cita le osservazioni di una madre riguardo a ciò che il suo figlioletto chiamava il "mio cuscino": "Quando ne farà a meno? Non lo so, ma so di sicuro che non insisterò. Credo che quando non ne avrà più bisogno sarà lui ad abbandonarlo di sua iniziativa. E' troppo profondamente attaccato al suo cuscino, che gli è stato d'aiuto in tanti momenti difficili, perché vi rinunci facilmente.""

Le idee espresse dalla manipolazione mentale infantile attraverso l'imposizione del cristianesimo funzionano nella psiche delle persone allo stesso modo. Diventano dei rifugi dall'insicurezza e dall'ansia che l'abbandono di tali idee costruisce nell'individuo.

Dunque, si ha la realtà di un cattolicesimo che manipola mentalmente le persone agendo sulla loro struttura emotiva quando le persone non son in grado di difendersi. Quando sono bambini. La manipolazione viene eseguita dal cattolicesimo sia direttamente, attraverso l'imposizione della propria attività di manipolatore mentale, sia indirettamente tramite i genitori che, manipolati mentalmente a loro volta, hanno fatto di quelle idee militarmente imposte, veri e propri "cuscini" attraverso i quali proteggersi dall'ansia.

Ha perfettamente ragione il PM Carlo Nordio nel proporre il nuovo articolo 613 nel nuovo codice penale: si tratta di difendere i bambini dalla manipolazione mentale imposta dai cattolici attraverso il controllo militare della loro esistenza.

[NOTA di 17 anni dopo: la norma di legge proposta da Nordio non fu mai approvata per l'opposizione della chiesa cattolica.]

Il Cesnur e la manipolazione mentale dell'infanzia ad opera dei cristiani

Prelevo dal sito del Cesnur:

http://www.cesnur.org/2004/testo_manip.htm

Testo del Disegno di Legge approvato dalla Commissione Giustizia del Senato il 4 marzo 2004
Ddl 1777- Disposizioni concernenti il reato di manipolazione mentale

Articolo 1

1. Dopo l’articolo 613 del codice penale è inserito il seguente:

"Art. 613-bis - (Manipolazione mentale). –. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque mediante tecniche di condizionamento della personalità o di suggestione praticate con mezzi materiali o psicologici, pone taluno in uno stato di soggezione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione è punito con la reclusione da due a sei anni.

Se il fatto è commesso nell'ambito di un gruppo che promuove o pratica attività finalizzate a creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano, ovvero se il colpevole ha agito al fine di commettere un reato, le pene di cui al primo comma sono aumentate da un terzo alla metà."

Appare evidente come "tecniche di condizionamento della personalità o di suggestione praticate con mezzi materiali o psicologici, pone taluno in uno stato di soggezione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione." possa essere messa in atto, in Italia, solo dai cattolici e nelle loro strutture. Costringere bambini in ginocchio a pregare è appunto un condizionarne la personalità con pratiche di suggestione continuativa in grado di limitarne grandemente la libertà di autodeterminazione. Questo lo sa molto bene il PM Carlo Nordio che con l'articolo 613 intende perseguire l'attività terroristica dei cattolici nei confronti dei bambini recependo le indicazioni del disegno di legge approvato dalla Commissione di Giustizia del Senato.

Rileva, giustamente, il PM Carlo Nordio come indicato dalla Commissione Giustizia del Senato che è proprio la chiesa cattolica, e le religioni monoteiste in generale (per l'Islam vedi l'uso dei kamikaze speranzosi nel paradiso di Maometto) che il fatto di manipolazione mentale è compiuto "nell'ambito di un gruppo che promuove o pratica attività finalizzate a creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano" e pertanto è giusto aumentare le pene da un terzo alla metà.

D'altronde, in Italia non esiste nessun gruppo religioso che pratichi la manipolazione mentale al di fuori della chiesa cattolica. Le uniche cose che noi possiamo rilevare dalla cronaca giornalistica degli ultimi anni è che alla manipolazione mentale operata dalla chiesa cattolica nei confronti di bambini subentrano, una volta che queste persone diventano adolescenti o adulte, delle reazioni, pur non rimuovendo la loro manipolazione mentale subita, finalizzate a ricercare ambiti socio-religiosi tali da fermare l'ansia che la manipolazione mentale cattolica ha prodotto in loro. Possono esistere degli ambiti in cui si spacci droga o si soddisfi il bisogno religioso in stati di soggezione? Esattamente come esistono tante manifestazioni sessuali dovute ad adattamenti emozionali degli individui (dal sadismo, al masochismo, ai vari giochi erotici ecc.). Possono esistere individui che ne approfittano? Indubbiamente, ma comunque, costoro, non possono essere accusati di manipolazione mentale, semmai di truffa, in quanto la manipolazione mentale è avvenuta a monte.

Io non voglio credere che la Commissione di Giustizia del Senato col suo disegno di legge che viene recepito nel nuovo Codice Penale dal PM Carlo Nordio, intenda difendere l'INGIUSTO PROFITTO che la chiesa cattolica ottiene manipolando mentalmente i bambini difendendolo da eventuali concorrenti sociali o religiosi. D'altronde, sono convinto che né la Commissione Giustizia del Senato, né il PM Carlo Nordio siano tanto manipolati mentalmente da pensare l'Essere Umano creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino e ignorare i processi di trasformazione che non solo la psicologia e la psichiatria hanno evidenziato, ma che la ricerca neuronale ha dimostrato.

Inoltre il PM Carlo Nordio conosce, sicuramente, quel becero trattato scritto da tale Michele C. Del Re dal titolo "Nuovi idoli, nuovi dei" in cui i cristiani esaltavano il sequestro di persona nei confronti di chi aveva abbandonato la loro religione e la tortura che si esplicava attraverso: "Privazione di nutrimento; Privazione del sonno; Vergogna per la nudità; Correzione fisica[botte!]; Traumatismo verbale;". Non credo che la Commissione Giustizia del Senato intenda proteggere tali pratiche.

Ben venga questa legge che censuri la manipolazione mentale messa in essere dai cattolici nei confronti dei bambini; è ora di dire basta a tutto il disagio sociale che l'imposizione del terrore cattolico a bambini indifesi provoca. Rimuovendo l'attività di manipolazione mentale sui bambini si potrà rimuovere anche l'atrocità della pederastia e pedofilia cattolica che tanti danni ha provocato nei sistemi sociali umani con migliaia di processi in tutto il mondo

Ancora una volta possiamo constatare: chi difende il diritto alla manipolazione mentale dei bambini?

Alleanza Cattolica e coloro che, spacciandosi per studiosi, in realtà difendono il diritto dei cattolici alle pratiche di manipolazione mentale nei confronti dei bambini.

Ancora una volta troviamo il CESNUR in difesa della pratica del terrorismo religioso nei confronti di chi non si può difendere. Al CESNUR piace che Wojtyla stupri la struttura emozionale dei bambini costringendoli in ginocchio davanti al macellaio di Sodoma e Gomorra.

Ed eccolo il CESNUR attivarsi per difendere la pratica cattolica di distruzione della struttura mentale dei bambini: unica possibilità che ha la chiesa cattolica di imporre la credenza nel suo dio cretino alle persone.

Si chiama terrorismo quando si spara nella struttura psichica di bambini indifesi al fine di farli aderire a credenze imposte. Lo so che nella società attuale sembra normale sparare nella psiche di ragazzi, ma chi lo fa si assume la responsabilità del danno all'intero tessuto sociale.

In questo il CESNUR è in prima fila.

 

Riprendo dal sito del CESNUR la lettera con cui quest'organismo intende difendere l'attività della chiesa cattolica a manipolare mentalmente la struttura dei ragazzi al fine di garantire alla chiesa cattolica quell'ingiusto profitto derivato dalla sottomissione degli individui a discapito del Sistema Sociale in cui viviamo.

http://www.cesnur.org/2004/manip_lettera.htm

Lettera aperta contro il disegno di legge sulla manipolazione mentale

Egregio Presidente Ciampi,
Egregio Presidente Berlusconi,
Egregio Vice-Presidente Fini,

L’Italia è stata per anni riconosciuta come uno dei paesi del mondo più favorevoli alla libertà religiosa. Sembra che ora la situazione stia cambiando.
Il 4 marzo scorso la Commissione Giustizia del Senato ha approvato un disegno di legge che introduce nel Codice penale un nuovo articolo 613-bis, che crea il reato di "manipolazione mentale" e prevede che "chiunque mediante tecniche di condizionamento della personalità o di suggestione praticate con mezzi materiali o psicologici, pone taluno in uno stato di soggezione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione è punito con la reclusione da due a sei anni", con pene ancora aumentate "se il fatto è commesso nell'ambito di un gruppo che promuove o pratica attività finalizzate a creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano". Sappiamo bene che la Corte Costituzionale italiana nel 1981 ha dichiarato incostituzionale una norma analoga relativa al "plagio". Consideriamo quella sentenza della Corte Costituzionale sia di rilievo internazionale, sia estremamente saggia.
Siamo studiosi che si sono occupati di minoranze religiose, di nuovi movimenti religiosi e delle cosiddette "sette" per molti anni, anche se da prospettive fra loro diverse. Ci rendiamo conto che in Italia c’è una preoccupazione del tutto legittima nei confronti delle attività illegali di un piccolo numero di movimenti religiosi, e delle frodi perpetrate da "operatori dell’occulto" di vario genere. Secondo la nostra esperienza, tuttavia, questi abusi sono colpiti in modo molto più efficace attraverso la puntuale applicazione delle leggi ordinarie che puniscono i reati comuni.
Al contrario, leggi speciali contro le "sette" mettono in pericolo la libertà religiosa di tutti i cittadini. Dal momento che non c’è neppure una definizione condivisa di "setta", queste leggi possono colpire anche movimenti che operano all’interno delle Chiese maggioritarie. Sulla base della nostra esperienza, riteniamo che il lavaggio del cervello o la manipolazione mentale la cui pratica è attribuita a certi movimenti religiosi non costituiscano categorie accettate o accettabili dalla comunità scientifica. Né crediamo che sia veramente possibile distinguere chiaramente fra un processo di conversione lecito e "tecniche di suggestione" illegali. Troppe volte abbiamo constatato come categorie spurie quali quelle di manipolazione mentale, plagio o lavaggio del cervello siano state usate per discriminare certi tipi di idee, proclamando che si tratta di idee talmente "strane" che solo una persona "manipolata" può essere indotta a professarle. La discriminazione contro le idee, non importa quanto bizzarre e impopolari, è una tentazione cui le nostre democrazie dovrebbero essere capaci di resistere.
Con il dovuto rispetto, vi chiediamo di fare il possibile, nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali, per prevenire l’approvazione di una legge che danneggerebbe seriamente l’immagine internazionale dell’Italia e la farebbe includere nella lista di quei paesi dove la libertà religiosa non è pienamente protetta.
Con osservanza,

Massimo Introvigne
Direttore, CESNUR, Torino
PierLuigi Zoccatelli
Vice-Direttore, CESNUR, Torino
Andrea Menegotto
Coordinatore regionale del CESNUR, Milano
Giorgio Bouchard
Già Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Enzo Pace
Università di Padova
Domenico Maselli
Università di Firenze
Luigi Berzano
Università di Torino
Maria Immacolata Macioti
Università di Roma "La Sapienza"
Clemente Lanzetti
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Fanny Cappello
Università di Bologna
Veronica Roldan
Università Roma Tre
J. Gordon Melton
Institute for the Study of American Religion, Santa Barbara (California)
Eileen Barker
London School of Economics
David G. Bromley
Virginia Commonwealth University
James T. Richardson
University of Nevada, Reno
Rodney Stark
University of Washington
Jim Beckford
University of Warwick
Karel Dobbelaere
Katholieke Universiteit Leuven
Roland Campiche
Université de Lausanne
Thomas Robbins
Rochester, Minnesota
Jeremy Gunn
Emory University, Atlanta
Pauline Côté
Université Laval, Québec
Liliane Voyé
Université Catholique de Louvain
George D. Chryssides
University of Wolverhampton
Timothy Miller
University of Kansas
Phillip Charles Lucas
Stetson University
Jane Williams-Hogan
Bryn Athyn College
Susan Palmer
Dawson College, Montréal
Milda Alisauskiene
New Religions Research and Information Centre, Vilnius
Rebecca Moore
San Diego State University
H. Newton Malony
Fuller Theological Seminary
Lorne Dawson
University of Waterloo, Waterloo (Ontario)
Michelene Pesantubbee
University of Iowa
Dallas A. Blanchard
University of West Florida, Pensacola
Stuart A. Wright
Lamar University
Scott Lowe
University of Wisconsin, Eau-Claire
Constance A. Jones
California Institute of Integral Studies, San Francisco
Richard Singelenberg
Utrecht, Olanda
Douglas E. Cowan
University of Missouri, Kansas City
Solveiga Krumina-Konkova
University of Latvia

 

Come si può notare il CESNUR finge di non sapere qual è il nocciolo della questione. Afferma che ci sono preoccupazioni sull'attività di alcune "sette", cosa che non è se non nelle fantasie di alcuni giornalisti e, quando qualche pericolo si è presentato, le forze di polizia sono sempre intervenute piuttosto rapidamente. Ben più rapidamente quando inquisiti sono criminali cattolici.

Il CESNUR cerca di far credere che la preoccupazione della Commissione di Giustizia del Senato sia: "Ci rendiamo conto che in Italia c’è una preoccupazione del tutto legittima nei confronti delle attività illegali di un piccolo numero di movimenti religiosi, e delle frodi perpetrate da "operatori dell’occulto" di vario genere." Come se in Italia non si contassero sulla punta delle dita le persone non cattoliche o non monoteiste che hanno tentato di usare a proprio vantaggio la manipolazione mentale operata dalla chiesa cattolica.

La domanda legittima è un'altra: CHE COSA SUCCEDE NEI SEMINARI CATTOLICI?

Cosa succede nel Seminario Lefevriano di Torino?

Attraverso quale violenza di manipolazione mentale sono sottoposti i ragazzi?

Eppure, quelle sono le condizioni in cui si può praticare quello schema tanto amato da Michele Del Re "Privazione di nutrimento; Privazione del sonno; Vergogna per la nudità; Correzione fisica[botte!]; Traumatismo verbale;" Nei seminari i ragazzi sono sequestrati e ristretti: quante violenze anche di natura sessuale la cronaca ci ha trasmesso ad opera dei preti cattolici.

Ancora una volta il CESNUR cerca di difendere l'attività di stupro di minori ad opera dei cattolici "fingendo", nel modo più squallido e infame, di "difendere" i gruppi religiosi, in realtà sta portando avanti una feroce lotta contro le istituzioni al fine di salvaguardare l'attività terroristica di Wojtyla di costringere bambini in ginocchio davanti al macellaio di Sodoma e Gomorra.

Non lo dico solo io, ma è il CESNUR stesso ad affermarlo quando dice: "Dal momento che non c’è neppure una definizione condivisa di "setta", queste leggi possono colpire anche movimenti che operano all’interno delle Chiese maggioritarie." Per il CESNUR, per Introvigne e Zoccatelli, è importante difendere il diritto delle chiese maggioritarie a praticare la manipolazione mentale nei confronti dei ragazzi.

Infine, un'ultima annotazione. Perché si dovrebbe tollerare una struttura religiosa che pratica la manipolazione mentale sottraendo individui alle leggi civili o peggio ai dettami Costituzionali? Perché dovremmo accettare che delle persone vengano indotte a rinunciare di essere dei soggetti di diritto per accettare di diventare oggetti posseduti? Forse che se questo lo fa una religione è meno grave che non se lo fa un partito politico?

Si può obiettare che la legge può essere interpretata ed usata per ogni bisogna. Ma la legge deve essere interpretata all'interno della nostra Costituzione e delle altre leggi civili. Pertanto le obiezioni del CESNUR e dei firmatari di questa lettera sono obiezioni INFAMI il cui unico scopo è garantire alla chiesa cattolica il diritto di stuprare bambini costringendoli in ginocchio davanti al macellaio di Sodoma e Gomorra: appunto, manipolarli mentalmente al fine di impedire loro di diventare cittadini responsabili di sé stessi!

Finito di elaborare il 24 aprile 2004

Disegno di legge contro la manipolazione mentale ed effetti sociali

NOTA: dopo aver scritto questo qualcuno mi ha chiesto: "Perché per il disegno di legge contro i gruppi Magici, Esoterici e il Satanismo ti sei opposto, mentre sei a favore dell'articolo 613bis sulla condanna per chi pratica Manipolazione Mentale?"

Per il semplice fatto che mentre per la proposta di legge N. 3770 minava la Costituzione della Repubblica condannando delle religioni in modo aprioristico al fine di salvaguardare il dominio religioso cattolico, la legge sulla "Manipolazione Mentale" censura dei comportamenti che socialmente vanno censurati come delitti contro la persona. Come si può accettare che delle persone vengano, dopo essere state, in maniera più o meno legale (apparentemente) segregate ""Privazione di nutrimento; Privazione del sonno; Vergogna per la nudità; Correzione fisica[botte!]; Traumatismo verbale;" al fine di modificare le loro idee? Il fatto che delle condizioni sociali portino le persone a formulare delle idee sulla vita e il mondo è un fatto, ma che le persone vengano costrette a formulare quelle idee e solo quelle idee sulla vita e sul mondo mediante costrizione da parte di altre persone è da censurare come un delitto.

Che poi quel delitto non venga commesso da chi gli estensori del disegno di legge 613bis immaginano, ma da altri, di cui magari essi stessi sono contigui e reiterano continuamente il reato nei confronti delle persone pensando che farlo sia una cosa normale è una questione che a noi non riguarda.

Il Cesnur, gruppo integralista cattolico, consapevole che la chiesa cattolica usa sistematicamente queste pratiche si preoccupa di garantire, per quanto nelle sue possibilità, l'impunità alla chiesa cattolica.

L'aspetto positivo in questo articolo è che la prima volta vengono stabilite delle regole che permettono all'investigatore (Polizia di Stato o Pubblico Ministero) di osservare i comportamenti di una struttura religiosa. Porta a variare il punto di vista dell'indagine. L'indagine parte dai comportamenti che un individuo ha subito e che hanno provocato la sua "Manipolazione Mentale". Un'indagine su un fatto di disagio sociale può prendere in considerazione cosa un soggetto, che ha provocato la situazione di disagio sociale (droga, omicidi familiari ecc.), ha subito per raggiungere quel momento di rottura psichica dentro di sé tale da provocare il disagio stesso.

La proposta di legge 613bis riafferma la centralità dell'individuo come soggetto di diritto. Sta alla società civile, alle persone, pretendere che quest'articolo sia applicato, come è compito di ogni singolo magistrato interpretarlo in maniera che ritiene corretta, come è compito della Corte di Cassazione stabilire i parametri all'interno dei quali quell'articolo va applicato.

Fine nota 27 aprile 2004

 

Riporto integralmente, dal sito del Senato della Repubblica sia l'intervento del presentatore dell'articolo 613bis che l'articolo come si vuole inserirlo nel Nuovo Codice Penale. Dalla lettura del testo di presentazione si deduce che il presentatore abbia molte idee preconcette sulla realtà socio-religiosa del paese di cui è rappresentante, ma nella presentazione dell'articolo tenta di individuare le condizioni precise all'interno delle quali si applica l'articolo stesso. Dalla mia esperienza appare chiaro che tale articolo di legge si applica a TUTTI i seminari cattolici e a TUTTE le istituzioni cattoliche (in special modo a convitti, frati e suore, missioni e scuole Salesiane) che separano le persone dal Sistema Sociale e sulle quali è mancato, fino ad oggi, il controllo da parte dello Stato e delle sue Istituzioni. Questa mancanza di controllo ha permesso ogni sorta di violenza e di ricatto in particolare modo sui minori loro assegnati. Numerosi fatti di cronaca di cui posso presentare l'elenco ne sono a testimonianza.

 

http://www.senato.it/bgt/ShowDoc.asp?leg=14&id=00034113&tipodoc=Ddlpres&modo=PRODUZIONE

 

SENATO DELLA REPUBBLICA
———– XIV LEGISLATURA ———–
N. 1777
DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa della senatrice ALBERTI CASELLATI
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 16 OTTOBRE 2002

 

Disposizioni concernenti il reato di manipolazione mentale

Onorevoli Senatori. – Il 9 aprile 1981, con la sentenza n. 96, la Corte costituzionale espungeva dall’ordinamento giuridico, per contrasto con l’articolo 25 della Costituzione, l’articolo 603 del codice penale che, sotto la rubrica «Plagio», puniva il fatto di chiunque «sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione». La norma infatti, a giudizio della Corte, violava, nella sua vaga e nebulosa formulazione, il principio di tassatività vigente in materia penale e lasciava, per questa via, ampio spazio all’arbitrio del giudice.
In questo modo si concludeva l’esistenza di una fattispecie introdotta solo nel 1930 ad opera del codice Rocco ed ignorata dalle precedenti codificazioni, italiane ed europee: se, infatti, il termine plagium compare nel linguaggio giuridico sin dal III secolo avanti Cristo, esso viene tuttavia impiegato in un significato del tutto diverso da quello poi accolto dal nostro legislatore, indicando l’azione di impossessarsi, trattenere o fare oggetto di commercio un uomo libero o uno schiavo altrui. E proprio questa particolare accezione del termine, costantemente rispettata nella storia, aveva indotto molti compilatori del codice a suggerire di mantenere l’antica denominazione di «plagio» alla riduzione in schiavitù o in condizione analoga (articolo 600 del codice penale), senza introdurre una nuova fattispecie criminale che, usando un termine consacrato da oltre duemila anni nel linguaggio e nell’esperienza legislativa per indicare istituti sino ad allora sconosciuti, avrebbe determinato solo grande confusione.
Alla fine, come abbiamo visto, le resistenze furono vinte e la nuova fattispecie delittuosa venne introdotta: su questa scelta sicuramente influì grandemente l’avvento delle teorie psichiche, che proprio in quell’epoca cominciavano a diffondersi, seppure ancora con grande cautela e diffidenza. Furono infatti tali teorie a far nascere nel legislatore l’interesse per il profilo psicologico del plagio, sebbene sia chiaro che nel 1930 il pericolo di una suggestione ipnotica poteva essere soltanto paventato: in questo senso, l’aver previsto nel corpus del codice la norma contenuta nell’articolo 603 testimonia un notevole sforzo nel cogliere ed anticipare i fenomeni evolutivi sociali da parte del legislatore di allora.
Se, dunque, nel 1930 i tempi non erano ancora sufficientemente maturi per apprestare idonea tutela al bene della libertà morale, e la norma sul plagio cadde sotto la scure della Corte costituzionale, oggi la coscienza sociale si è evoluta al punto che unanimemente si denuncia la necessità di intervenire a colmare il vuoto che quell’abrogazione ha prodotto nel nostro ordinamento, determinando un disequilibrio nel sistema dei delitti chiamati a presidiare il campo della libertà individuale: e ciò perchè manca la previsione di altri fatti di reato destinati a coprire la medesima area di tutela. Nè il problema sembra superabile attraverso il consueto criterio di espansione delle fattispecie limitrofe più generali (come nel caso dell’eliminazione del delitto di ratto a fine di matrimonio rispetto al più generale delitto di sequestro di persona). Ad ostacolare questa soluzione vi è infatti la profonda eterogeneità degli oggetti giuridici tutelati: la libertà morale nel caso del plagio, la libertà personale nel sequestro di persona o nella schiavitù. Differenza che non consente sovrapposizioni, stante l’irriducibilità dei termini coinvolti.
Orbene, lasciare la protezione di momenti essenziali per la vita di tutti alla sola copertura offerta dal delitto di riduzione in schiavitù, o da quelli di sequestro di persona o di violenza privata, significa diminuire in maniera sensibile le garanzie di libertà del singolo.
Oggi si avverte il bisogno di una norma di principio, capace di fungere da presidio di un bene importante e fragile quale risulta essere la libertà psichica, il cosiddetto «libero arbitrio»: bisogna, pertanto, accertare la possibilità di creare una nuova fattispecie penale, verificando preliminarmente se il bene o valore, del quale si pone l’esigenza di tutela, possieda il requisito del rilievo costituzionale, che, solo, giustifica l’intervento della sanzione penale.
In verità non c’è dubbio che l’interesse alla salvaguardia del patrimonio psichico dell’uomo, oltre a trovare implicito riconoscimento negli articoli 2 e 3 della Costituzione, costituisce il necessario presupposto affinchè possano essere effettivamente fruiti tutti quei diritti di libertà e consapevolmente adempiuti i doveri di solidarietà che la Costituzione rispettivamente garantisce ed impone. Si tratta, dunque, di un bene di sicuro rilievo costituzionale.
Il problema di più ardua soluzione, a questo punto, è quello di stabilire quali condotte condizionanti la persona psichica possano in via ipotetica ritenersi meritevoli di considerazione ai fini della costruzione di una norma incriminatrice ossequiosa del principio di tassatività.
Premesso che la formazione e sviluppo della personalità individuale è la risultante anche dei reciproci condizionamenti interpersonali, e che la propaganda delle proprie idee finalizzata all’altrui persuasione è diritto costituzionalmente garantito e non può, quindi, essere di per sè criminalizzata, la condotta delittuosa dovrà assumere i caratteri della vessatorietà o fraudolenza, oltre che quello della continuità, essendo dolosamente indirizzata a determinare nel soggetto passivo uno stato di soggezione tale da deteriorarne la capacità di giudizio e da ottenere, conseguentemente, una situazione di eterodirezione della volontà.
E' inoltre utile far ricorso ad un terzo elemento, che si inserisce tra atto di condizionamento e lesione dell’altrui integrità psichica, e che è costituito dal fine su cui deve fondarsi l’agire criminoso. Richiedendo, infatti, per il perfezionarsi del delitto di manipolazione mentale, che la lesione alla libertà del volere sia teleologicamente improntata al compimento, da parte della vittima, di un atto o di un’astensione gravemente pregiudizievoli, si ottiene il risultato di emancipare la lesione dell’altrui integrità psichica dalle strette coordinate dell’ingiusta locupletazione, allontanando, nel contempo, lo spettro dell’indeterminatezza empirica della norma.
E' parso, da ultimo, opportuno predisporre un secondo comma che prevede un aggravamento di pena nell’ipotesi in cui i fatti che danno luogo al delitto di manipolazione mentale siano commessi nell’ambito di un gruppo che promuove attività che abbiano per scopo o per effetto di creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano. Questa aggravante è stata suggerita dalle notizie di cronaca, che quotidianamente denunciano i casi di «lavaggio del cervello» subiti da coloro che cadono preda di sette pseudo-religiose che, sfruttando le pulsioni fideistiche dei nuovi adepti, li isolano completamente dalle persone e dalle istituzioni esterne.
In questo caso l’aumento di pena appare giustificato sia in considerazione della maggiore capacità di suggestione che un gruppo organizzato è in grado di esercitare sul singolo, sia in considerazione del fatto che maggiormente censurabile, e dunque meritevole di una sanzione più severa, appare lo sfruttamento che qui viene operato delle istanze religiose della vittima.
E' infine appena il caso di sottolineare che del tutto privo di efficacia esimente sarebbe l’eventuale consenso dell’offeso, dovendosi considerare il bene tutelato indisponibile ed essendo, oltretutto, il consenso normalmente viziato da violenza, minaccia, inganno, ecc.

 

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.
1. Dopo l’articolo 613 del codice penale è inserito il seguente:
«Art. 613-bis - (Manipolazione mentale). – Chiunque, con violenza, minacce, mezzi chimici, interventi chirurgici o pratiche psicagogiche di condizionamento della personalità, pone taluno in uno stato di soggezione tale da escludere la capacità di giudizio e la capacità di sottrarsi alle imposizioni altrui, al fine di fargli compiere un atto o determinare un’omissione gravemente pregiudizievoli, è punito con la reclusione da quattro a otto anni.
Se il fatto è commesso nell’ambito di un gruppo che promuove attività che abbiano per scopo o per effetto di creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano, le pene di cui al primo comma sono aumentate di un terzo».

 

Riporto un fatto di cronaca quale esempio della Manipolazione Mentale che il Senato della Repubblica vuole evitare nei limiti del possibile:

Facendo rassegna stampa ho trovato questo trafiletto nel giornale Il Gazzettino del 05.04.2004.

E' breve e lo digito anche se può essere rintracciato nell'archivio del sito de Il Gazzettino all'interno delle notizie Brevi dal Mondo.

Fatevi un'idea:

 

USA
ASSOLTA LA MADRE CHE LAPIDO' A MORTE DUE FIGLI

Una madre che lapidò a morte due figli e ne ridusse un terzo in fin di vita è stata assolta, perché incapace di intendere e di volere, da una giuria di Tyler del Texas. La donna chiamò essa stessa la polizia dicendo che aveva eseguito gli ordini di Dio.

Questa la notizia.

La mia domanda è questa: quale manipolazione mentale questa donna ha subito per essere indotta a farneticare in questo modo?

Ben venga il disegno di legge sulla manipolazione mentale se può fermare queste cose.

 

Effetti della manipolazione mentale e della violenza educazionale imposta dai cristiani sui bambini

E' una domanda che ci poniamo, specialmente quando esprimiamo concetti partendo da singoli fatti di cronaca. Possibile che qualcuno manipolato dai cristiani mette in atto azioni devastanti, mentre la massa educata dai cristiani sembra vivere normalmente?

La cronaca mettendo il fatto singolo in evidenza ci impedisce di cogliere l'insieme della realtà da cui il fatto singolo emerge.

Tutto il Sistema Sociale in cui viviamo è malato dall'imposizione dell'orrore educazionale cristiano. Tutto il Sistema Sociale è costretto dai cristiani a pensare a sé stesso come un insieme di oggetti posseduti o da possedere anziché pensare a sé stesso come un insieme di individui ossequiosi dei principi etici e morali imposti dalla Costituzione.

Gli effetti devastanti del cristianesimo e delle farneticazioni di Wojtyla in difesa degli orrori imposti attraverso la famiglia sono sotto gli occhi di tutti tanto da diventare parte dell'orrore quotidiano. Una società trasformata, dal cristianesimo, in un grande campo di concentramento dove le dinamiche sociali non sono quelle volute dalla Costituzione, ma sono quelle della distruzione dell'uomo al fine di trasformarlo in oggetto impotente davanti alla vita.

Per dimostrare questo invio due articoli prelevati da internet, ma che girano sui giornali il 18 dicembre 2004 presi da:

http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200412171355179469/200412171355179469.html

e da:

http://www.agopress.info/vis_news00.asp?id_news=152016

 

ATTUALITA' ISTAT:
IN CRESCITA LE VIOLENZE SESSUALI,
MA SEMPRE MENO DONNE LE DENUNCIANO

(AGO PRESS) Sono più di mezzo milione (520 mila), le donne dai 14 ai 59 anni che nel corso della loro vita hanno subito almeno una violenza tentata o consumata; si tratta del 2,9 per cento del totale delle donne di 14-59 anni. Sono 118 mila (0,7 per cento) le donne della stessa età che hanno subito almeno una violenza nei tre anni precedenti l'intervista. Hanno tra i 25 e i 44 anni le donne che più frequentemente hanno subito stupro o tentato stupro nel corso della vita (3,6 per cento della stessa classe di età), mentre le giovani di età inferiore ai 24 anni hanno un tasso di vittimizzazione più basso (1,9 per cento). Lo rende noto l'Istat. Focalizzando l'analisi sugli ultimi tre anni le donne più giovani risultano invece le più vittimizzate, essendo le uniche che presentano tassi superiori a quello complessivo (1,4 per cento negli ultimi tre anni contro una media dello 0,7 per cento). Il fenomeno è più diffuso al Nord (3,4 per cento Nord-est e 3,3 per cento Nord-ovest) e nei comuni centro delle aree metropolitane (3,6 per cento), mentre i tassi sono via via più bassi al diminuire della dimensione demografica. Concentrando l'analisi sugli ultimi tre anni, si affievoliscono le differenze territoriali, fatta eccezione per i comuni più piccoli, con meno di 2 mila abitanti, che presentano i tassi più bassi (0,2 per cento). Gli autori delle violenze (tentate o consumate), contrariamente a quelli delle molestie, sono soprattutto persone conosciute, se non addirittura intime, delle vittime: nel corso della vita, solo il 18,3 per cento delle vittime è stata violentata da un estraneo e il 14,2 per cento da un conoscente di vista. Per il resto sono gli amici ad essere più frequentemente i violentatori (23,5 per cento), seguiti dai datori o colleghi di lavoro (15,3 per cento), dai fidanzati/ex fidanzati (6,5 per cento), dai coniugi/ex coniugi (5,3 per cento). Nel caso poi delle sole violenze consumate, l'autore è un amico delle vittime addirittura nel 23,8 per cento dei casi, il coniuge o il convivente (o l'ex coniuge/convivente) per il 20,2 per cento e il fidanzato o l'ex fidanzato per il 17,4 per cento, mentre le violenze da parte di estranei riguardano appena il 3,5 per cento delle donne che hanno subito violenza sessuale. Negli ultimi tre anni, invece, è osservabile nella tipologia degli autori delle violenze sessuali tentate o consumate una maggiore presenza degli amici (29 per cento), dei fidanzati (11,1 per cento) e dei coniugi/ex coniugi o dei conviventi/ex conviventi. Come deriva facilmente dalla tipologia degli autori della violenza, i luoghi più a rischio sono quelli più familiari per le donne: il 15,8 per cento delle vittime ha subito violenza, tentata o consumata, a casa propria o negli spazi attinenti, l'11,8 per cento al lavoro o negli spazi circostanti, il 9,3 per cento a casa di amici, di parenti o di conoscenti e un ulteriore 6,9 per cento a casa dello stesso aggressore. Nel corso della vita, dunque, complessivamente, oltre il 43,8 per cento delle donne che ha subito uno stupro o un tentativo di stupro lo ha subito appunto in luoghi familiari. Negli ultimi tre anni il 25,8 per cento delle violenze subite si è verificato a casa della vittima o di amici e parenti, l'11,8 per cento in automobile, il 9,9 per cento a lavoro o negli spazi attinenti. Il 28,8 per cento, invece, è avvenuto in strada, il 4,3 per cento in un parco pubblico, o in un giardino o al mare e il 5,9 per cento in un locale pubblico. Il 24,2 per cento delle donne abusate nel corso della vita e il 29,4 per cento di quelle che lo sono state negli ultimi tre anni ha subito più volte violenze dalla stessa persona. Questa percentuale è molto diversa se si considerano le violenze consumate rispetto a quelle tentate (rispettivamente il 42,9 per cento e il 19,7 per cento nel corso della vita; il 61,7 per cento e il 24 per cento negli ultimi tre anni). Il che porta a dire che quando la gravità della violenza sessuale è maggiore, la vittima la subisce con maggiore frequenza. Il 45,1 per cento delle donne ha subito violenze, tentate o consumate, almeno settimanalmente (il 12,4 per cento tutti i giorni, il 20,1 per cento più volte la settimana e il 12,6 per cento una volta la settimana) e il 17,5 per cento qualche volta al mese. Malgrado ci siano donne che hanno subito violenze ripetute molto raramente (il 14,5 per cento meno di una volta l'anno), oltre la metà (62,6 per cento) di coloro che hanno subito violenze ripetute sono state oggetto di soprusi almeno una volta al mese. Inoltre gli stupri consumati da parte dello stesso autore hanno più spesso una cadenza settimanale o mensile rispetto a quelle tentate. Soltanto il 7,4 per cento delle donne che ha subito una violenza tentata o consumata nel corso della vita ha denunciato il fatto (9,3 per cento negli ultimi tre anni). La quota di sommerso è dunque altissima. Alle donne vittime di violenza che non hanno denunciato l'episodio alle forze dell'ordine (circa il 90 per cento) sono state chieste le motivazioni per cui non l'hanno fatto. Il quesito, pur essendo particolarmente sensibile e delicato per la vittima (il tasso di non risposta è stato piuttosto elevato), è essenziale per inquadrare le cause di questa scelta. Le possibili motivazioni sono diversamente articolate, ma sono legate principalmente alla paura di essere giudicate male, al timore di non essere credute, al senso di vergogna o di colpa. Anche la paura dell'abusatore e la sfiducia nelle capacità delle forze dell'ordine sono due elementi determinanti nella scelta di non denunciare l'episodio. Inoltre, il 14,3 per cento non ha denunciato la violenza perché ha agito per conto suo o con l'aiuto dei suoi familiari ed infine il 16,8 per cento ha dichiarato che il fatto non è stato abbastanza grave. Le donne che hanno subito una violenza consumata hanno indicato maggiormente la paura di essere giudicate e non credute e la paura di essere trattate male e con poca riservatezza, la paura di non aver denunciato per imbarazzo, vergogna o per un senso di colpa. Le vittime, inoltre, riferiscono di non aver denunciato perché temevano per la propria incolumità o non volevano che il violentatore fosse mandato in prigione. Quasi un terzo delle donne non parla con nessuno dell'episodio che ha subito, il 30,6 per cento nel corso della vita e il 31,2 per cento negli ultimi tre anni. Per le sole violenze consumate il dato ammonta al 26,9 per cento. Tra le donne che hanno subito violenza sia tentata sia consumata nel corso della vita e che hanno scelto di parlarne con qualcuno, la maggior parte lo ha fatto con un familiare o con un amico/a o un vicino/a, mentre è residuale la percentuale di coloro che si sono rivolte ai servizi sociali, alle forze dell'ordine, a uno psicologo o a un medico. Le donne che hanno subito violenza negli ultimi tre anni ne hanno parlato soprattutto con amici o vicini e un po' meno con i familiari. Gli altri casi restano residuali.

 

VIOLENZA SESSUALE:
ISTAT, 370MILA DONNE RICATTATE SU LAVORO

ROMA - Sono 373 mila (il 3,1%) le donne tra i 15 e i 59 anni che nel corso della vita lavorativa sono state sottoposte a ricatti sessuali sul posto di lavoro: in particolare l'1,8% per essere assunte e l'1,8% per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera.
Il 55,6% ha finito con il cambiare lavoro volontariamente, rinunciando alla carriera, solo il 4,4% ha continuato a lavorare mentre il 3,5% e' stata licenziata. A dirlo e' l'indagine dell'Istat sulle violenze e le molestie sessuali subite dalle donne nel corso della vita e nei tre anni precedenti l'intervista, condotta nel 2002 su un campione di 22 mila 759 donne, i cui dati sono stati diffusi oggi.
Nei tre anni precedenti l'indagine, sono invece state 92 mila (lo 0,8%) quelle che hanno subito ricatti sessuali sempre sul luogo di lavoro, rispettivamente lo 0,4% per essere assunte e lo 0,5% per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera.
Piu' alto e' pero' il numero delle donne a cui e' stata chiesta una ''disponibilita' sessuale'' al momento della ricerca di un lavoro: risultano essere piu' di mezzo milione (582 mila), il 4,9%; 160 mila, l'1,4%, nei tre anni precedenti l'intervista.
Inoltre, sempre sulla base dell'indagine Istat, sono soprattutto le donne con un titolo di studio elevato ad essere vittime di ricatti sessuali nel corso della vita: le donne che presentano il tasso di vittimizzazione piu' basso hanno infatti al massimo la licenza elementare (1,3%). Il nord-est e le isole presentano il minor numero di vittime, cosi' come i comuni piu' piccoli e medio-piccoli.
Ma, quando una donna subisce un ricatto sessuale, nel 77,1% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro (65,3% negli ultimi tre anni). Solo il 22,9% ha raccontato la sua esperienza, soprattutto ai colleghi (16,4%). Quasi nessuna ha denunciato l'esperienza alle forze dell'ordine; la motivazione piu' frequente e' il ritenere il fatto ''non abbastanza grave'' (28,6%) seguita dalla ''mancanza di fiducia nelle forze dell' ordine'' (23,7%) e dalla ''paura di essere giudicata e trattata male al momento della denuncia'' (22,5%).

Mi chiedo: QUANTI ESEMPI DI ORRORE DOBBIAMO PORTARE PRIMA CHE IL LEGISLATORE FERMI UNA VOLTA PER TUTTE L'ATTIVITA' DI DISTRUZIONE SOCIALE DELLA CHIESA CATTOLICA E INIZI A RISPETTARE LA MORALE E LE REGOLE IMOPOSTE DALLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA?

Per troppe persone è più facile aiutare i cristiani a stuprare bambini che rivendicare il diritto al sistema sociale di rispettare la vita delle persone in quanto soggetti di diritto!

 

 

I conflitti sociali imposti da Gesù

 

 

Indice generale del Gesù di Nazareth: l'infamia umana

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

 

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