Cod. ISBN 9788891185778
Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno
Nella storia della sociologia, l'evoluzionismo non è mai entrato nell'analisi degli studiosi, sociologi o filosofi in quanto l'imposizione sull'infanzia dell'idea creazionista ha sempre bloccato la formazione di una struttura di pensiero evoluzionista.
L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, pubblicato nel 1884, dopo la morte di Marx, costituisce una novità nell'ambito delle idee sociologiche del divenire dell'uomo.
Mentre fino ad allora assistiamo all'evoluzionismo creativista applicato alla sociologia che consiste nell'applicare alla creazione del dio padrone della bibbia l'inizio da cui far partire un processo di trasformazione e di evoluzione sociale che vede la società occidentale come vertice dell'evoluzione. Un'idea di evoluzione che va dalla cacciata dal paradiso terrestre alla nascita della "civiltà". Con Engels, pur figlio del suo tempo, iniziamo a ragionare di sociologia intesa come relazioni umane della specie costruite e fissate dall'uomo come diversificazione dell'uomo che emerge dalla Natura come specie animale e come una "qualità" che si diversifica dalle altre specie. Altre specie che sono altrettante "qualità" che si diversificano da quantità che le hanno precedute. Fu nel 1859 che Darwin pubblicò "L'origine delle specie". Nel 1871 Darwin pubblicò "La discendenza dell'uomo" in cui trattò la discendenza della specie umana da specie "inferiori". Nel 1872 Darwin pubblicò "L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali" in cui disegnò una sorta di psicologia evoluzionista. Eppure, tutto ciò non entrò nella formazione del pensiero sociale in quanto, la violenza con cui i cristiani imponevano il loro dio padrone e l'assurdo secondo cui questo povero cretino avrebbe creato il mondo, veniva imposto come una barriera emotiva all'infanzia che avrebbe bloccato lo sviluppo del pensiero umano in età adulta.
Engels è un pensatore sociale che esce dallo schema cristiano di evoluzione creativista tanto amata dall'ideologia ebraico-cristiana di Durkheim.
La contraddizione dell'idea primitivista, imposta dai positivisti, inquina tutto l'orientamento culturale di analisi del divenuto sociale. La ricerca dell'origine, del naturale, del fondamento, del punto da cui partire, diventa l'ossessione dell'idea aprioristica che condiziona ogni tipo di ricerca culturale.
A questa ossessione culturale, imposta dalla bibbia di ebrei e cristiani, Engels non è in grado di sottrarsi ed è costretto a muoversi navigando fra idee, date per certe ed acquisite, ma che derivano da imposizioni militari della bibbia, e scoperte o osservazioni scientifiche che gli permettono di dare corpo ad un modo diverso di collocare l'uomo nel mondo, nelle vita e nelle relazioni sociali.
Proviamo a fare un elenco di queste idee con cui dovrà scontrarsi:
1) L'idea del primitivismo dell'uomo dopo la creazione del dio della bibbia e la sua cacciata dal paradiso terrestre;
2) L'idea secondo cui l'evoluzione è un progresso che va dal basso verso l'altro in cui l'alto è rappresentato dalla società cristiana;
3) L'idea secondo cui gli altri popoli, quelli americani o africani, sono popoli primitivi perché non si sono evoluti come quelli europei e, pertanto, i popoli europei hanno il diritto di dominarli;
4) L'idea della discendenza del sangue, i legami di sangue e i legami parentali attraverso cui si fissa la discendenza;
5) La contraddizione che sta emergendo che costruisce il primo conflitto secondo cui da un lato animali e piante sono la creazione che il dio padrone ha dato all'uomo affinché la possedesse e, dall'altro, l'uomo come specie evoluta del regno animale;
6) L'inscindibile binomio fra sessualità e famiglia in cui il modello morale naturale è la sacra famiglia cristiana;
Quando ogni analista sociale inizia ad esporre le proprie sensazioni sulle relazioni sociali fra gli individui, è costretto ad iniziare da un'immaginaria "preistoria" delle relazioni umane.
Stretto in questa morsa, Engels in L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato scrive:
Pag.59-60
è diventato recentemente di moda negare questo stadio iniziale della vita sessuale dell'uomo. Si vuole risparmiare all'umanità questa "vergogna". E precisamente ci si richiama, oltre che alla mancanza di ogni prova diretta, principalmente all'esempio del rimanente mondo animale. Da esso Letourneau (Evolution du mariage et de la famille, 1888) ha raccolto numerosi fatti secondo i quali, anche qui, un commercio sessuale assolutamente promiscuo può appartenere soltanto a uno stadio alquanto basso. Ma da tutti questi fatti posso concludere solo che essi non provano assolutamente nulla per l'uomo e per le sue condizioni di vita nell'età delle origini. Gli accoppiamenti di più lunga durata tra i vertebrati si spiegano sufficientemente con cause fisiologiche, per esempio negli uccelli, con il bisogno di aiuto da parte della femmina durante il periodo della cova; gli esempi di fedele monogamia che esistono tra gli uccelli non provano nulla per gli uomini poiché questi non derivano certo da uccelli. E se una rigorosa monogamia è il culmine d'ogni virtù, la palma spetta alla tenia che in ciascuna delle sue proglottidi o segmenti del corpo, che vanno da cinquanta a duecento, possiede un completo apparato sessuale maschile e femminile e passa tutta la vita ad accoppiarsi con se stessa in ciascuno di questi segmenti. Ma se ci limitiamo ai mammiferi, troviamo tra loro tutte le forme di vita sessuale: promiscuità, tracce di matrimoni di gruppo, poligamia, monogamia. Manca solo la poliandria, a cui poteva arrivare solamente l'uomo. I nostri stessi prossimi parenti, i quadrumani, ci offrono ogni possibile differenziazione nel raggruppamento di maschi e di femmine; e se noi restringiamo ancora di più i limiti e consideriamo solo le quattro scimmie antropomorfe, Letourneau sa direi soltanto che queste ora sono monogame ora poligame, mentre Saussure. citato da Giraud-Teulon, sostiene che sono monogame. Anche le affermazioni più recenti fatte da Westermarck (History Human Marriage, London, 1891) in favore della monogamia delle scimmie antropomorfe, non sono per nulla probanti. In breve, le notizie che abbiamo sono tali che l'onesto Letourneau fa le seguenti ammissioni: «Del resto non esiste nei mammiferi assolutamente nessun rigoroso rapporto tra il grado dello sviluppo intellettuale e la forma del commercio sessuale ». Ed Espinas (Les sociétés animales, 1877) aggiunge: L'orda è il più alto gruppo sociale che possiamo osservare tra le bestie. Essa è, a quel che sembra, composta di famiglie, ma già fin dall'inizio, famiglia e orda sono in contrasto: esse si sviluppano in rapporto inverso.
Come mostra ciò che abbiamo detto, sulle famiglie e altri gruppi sociali delle scimmie antropomorfe, di veramente preciso non conosciamo pressoché nulla. Le notizie sono in diretta contraddizione l'una con l'altra. Né c'è da meravigliarsene. Se piene di contraddizioni e bisognose di analisi critica e di vaglio sono le notizie che possediamo sulle tribù umane allo stato selvaggio, di gran lunga più arduo è l'osservare società di scimmie che non sia l'osservare società umane. Fino a prova contraria, dunque, dobbiamo respingere ogni conclusione tratta da tali informazioni, assolutamente malfide. Invece, la frase di Espinas, da noi citata, ci offre un miglior punto d'appoggio. Orda e famiglia, negli animali superiori, non si completano reciprocamente, ma sono in contrasto. Espinas espone assai felicemente come la gelosia dei maschi, in periodo di calore, renda rilassati o temporaneamente sciolga i vincoli in ogni orda.
Dove la famiglia è molto compatta, solo in rari casi eccezionali si formano orde. Invece, dove libero commercio sessuale o poligamia dominano, l'orda si forma in modo quasi spontaneo ... Perché un'orda possa formarsi, i legami familiari devono essersi rilassati e l'individuo deve essere ridivenuto libero. Perciò tanto di rado troviamo tra gli uccelli orde organizzate... Tra i mammiferi invece troviamo, in certo qual modo, società organizzate, precisamente perché qui l'individuo non si dissolve nella famiglia ... Il sentimento comune dell'orda in sul nascere non deve quindi aver avuto peggior nemico del sentimento comune della famiglia. Non esitiamo ad esprimerci nel senso che se si è sviluppata una forma sociale più alta della famiglia, ciò può essere accaduto solo per il fatto che essa ha assimilato in sé famiglie che avevano subito un radicale cambiamento; il che non esclude che queste famiglie abbiano trovato, più tardi, precisamente perciò la possibilità di ricostruirsi in condizioni infinitamente più favorevole (Espinas, op., citato in Giraud-Teulon, Origines du mariage et de la famille, 1884, pp. 518-520).
Questo spostare lo sguardo oltre la società umana e considerare la società umana in relazione alle società animali, è una novità nella storia del pensiero umano. Espinas, come positivista, pensa alla società come il dio padrone che attraverso le coercizioni struttura il proprio "corpo sociale" e la sua ricerca non è altro che la ricerca del dio"società" nelle varie specie animali che considera inferiori a quella umana.
La sua ricerca è nell'ambito della religione positivista che implica pensare alla società come un corpo a capo del quale c'è la volontà del dio padrone che mediante coercizione spinge le varie parti del corpo sociale a modificarsi. Per la religione positivista, c'è un dio tedesco, un dio inglese, un dio francese e un dio di popoli inferiori che non ha proceduto, mediante obblighi, a far evolvere verso la civiltà tali popolazioni. Questo dio dei positivisti impone dei caratteri morali che, per i positivisti, sono i caratteri morali del dio della bibbia.
La ricerca di caratteri "morali" nel comportamento animale è una ricerca volta a certificare gli obblighi morali che ebrei e cristiani hanno imposto alla società occidentali. Nel comportamento animale si cerca di identificare, parlando di comportamenti morali e amorali, gli stessi principi che la bibbia di ebrei e cristiani hanno imposto agli uomini.
Nella storia della psicologia, gli studi sulla sessualità verranno sviluppati solo col superamento dell'inumanità della questione morale.
Le pulsioni sessuali dalle quali o per le quali si pensava avesse origine la famiglia appartengono all'intero regno animale. I cristiani, seguendo la scia di Platone, hanno diviso i rapporti sessuali fra quelli che essi chiamavano (perché in tale veste riuscivano a pensarli) come animali e i rapporti consentiti dal loro dio padrone in quell'ambito circoscritto che era il modello di famiglia cristiana nella quale, a detta della bibbia, l'unico rapporto non proibito, oltre quello fra i coniugi, era quello del padre con i figli. Verrà elaborato il concetto di "amor platonico" come "amore desessualizzato".
Engels fa un passo ulteriore d'uscita dall'ideologia cristiana: individua negli animali le dinamiche che inducono a pensare che le condizioni "naturali" della morale cristiana, in realtà, non esistono.
Nella ricerca di Engels osserviamo la sua difficoltà a separare il singolo individuo, umano o animale, dalle dinamiche delle relazioni sociali in cui esercita la sua sessualità. Le ricerche sugli animali sono agli inizi, tuttavia Engels, li usa in maniera assolutamente appropriata giungendo alle conclusioni che un'idea sociale di orda, in cui ogni individuo è libero di disporre di sé stesso, è assolutamente in contrasto con l'idea di famiglia che implica una separazione fra sé (come famiglia) e il resto della società.
Leggendo gli studi sulle società animali Engels deduce che:
E' evidente dunque che le società animali hanno un certo valore per trarre conclusioni retrospettive sulle società umane, ma un valore solo negativo. I vertebrati superiori conoscono, per quel che ne sappiamo, solo due forme di famiglia: poligamia e coppie separate; in entrambe è ammesso un maschio adulto, solo un marito. La gelosia del maschio, insieme legame e limite della famiglia, mette la famiglia animale in antagonismo con l'orda. L'orda, la forma superiore di associazione, diventa qui impossibile, e là si rilassa o, durante il periodo di calore, sì. dissolve e, nel migliore dei casi, il suo sviluppo progressivo viene ostacolato dalla gelosia dei maschi. Solo questo basta a dimostrare che tra famiglia animale e la società umana primitiva sono cose tra loro incompatibili e che, nello sforzo di sollevarsi dalla ferinità, gli uomini primitivi, o non conobbero la famiglia, o al massimo ne conobbero una che non esiste nel mondo animale. Un animale inerme come era l'uomo che si andava formando, poteva tirare avanti in piccolo numero anche in quell'isolamento, la cui superiore forma sociale è la coppia separata, quale Westermarck, sulla scorta di resoconti di cacciatori, attribuiva al gorilla e allo scimpanzé. Per uno sviluppo che esca dall'animalità, per il compimento del più grande progresso che la natura presenta, ci voleva un ulteriore elemento: la sostituzione della scarsa capacità di difesa dell'individuo mediante la forza unita e la cooperazione dell'orda. Il passaggio dalle condizioni in cui vivono oggi le scimmie antropomorfe allo stato umano sarebbe veramente inspiegabile; queste scimmie danno assai più l'impressione di essere rami collaterali smarriti che vanno incontro a graduale estinzione e che, in ogni modo, sono in declino. Questo solo basta a respingere ogni conclusione che porta ad un parallelismo tra le loro forme di famiglia e quelle degli uomini primitivi.
Engels non trova nelle relazioni delle società umane nessun elemento che lo porti a pensare che la famiglia, come conosciuta dalla bibbia in poi, abbia un qualche elemento all'interno delle popolazioni animali dalle quali sia derivata la famiglia umana.
Ciò che la ricerca di Engels no comprende è che il concetto di famiglia da cui parte è un concetto inumano. Perché, se è vero che Engels identifica la "famiglia" come soggetti che mettono in atto relazioni sessuali, ma le relazioni sessuali non indicano l'esistenza di un rapporto che prosegua oltre l'amplesso. L'amplesso esiste nell'organizzazione che Engels chiama orda e nell'organizzazione che Engels chiama "famiglia", ma dal momento che la famiglia è un'organizzazione che stabilisce dei ruoli gerarchici, non esistevano ruoli gerarchici in nessuna organizzazione umana che ha preceduto, per centinaia di milioni di anni, la struttura attuale. Nel suo tempo, la sociologia positivista e lo stesso "socialismo" erano alla ricerca di caratteri "naturali" delle relazioni morali della famiglia e, pur trovando prove che smentivano la naturalità della famiglia nella società, non avevano la forza sociale per dichiarare che quei caratteri morali erano inumani e innaturali. La famiglia, indicata dalla bibbia nella sacra famiglia è un'ingiuria inumana alla specie umana.
Engels è costretto a giungere a questa conclusione:
La tolleranza reciproca dei maschi adulti, la mancanza di gelosia fu però la prima condizione per la formazione di tali gruppi alquanto vasti e duraturi entro i quali soltanto poté compiersi il passaggio dall'animale all'uomo. E in effetti, qual è la forma di famiglia che noi troviamo come la più antica e primitiva di cui possiamo provare inconfutabilmente l'esistenza storica e che ancora oggi possiamo studiare qua e là. Il matrimonio a gruppi, la forma nella quale interi gruppi di uomini e interi gruppi di donne si possiedono reciprocamente e che lascia poco spazio per la gelosia. Inoltre, troviamo, in uno stadio di sviluppo più tardo, la forma eccezionale della poliandria, che tanto più fa a pugni con tutti i sentimenti di gelosia ed è perciò sconosciuta agli animali. Ma, poiché le forme a noi note di matrimoni di gruppo sono accompagnate da condizioni cosi particolarmente complicate da rimandare, necessariamente, a forme anteriori più semplici del commercio sessuale e perciò in ultima istanza ad un periodo di commercio promiscuo corrispondente al passaggio dalla animalità all'umanità, i riferimenti ai matrimoni animali ci riportano precisamente al punto da cui dovevamo allontanarci una volta per tutte.
Dalle conclusioni della situazione animale Engels è costretto a riprendere gli elementi propri della bibbia con cui spiegare una possibile situazione per la quale può emergere la condizione attuale. Una condizione più semplice e più antica di una certa promiscuità di relazioni sessuali che i cristiani attribuivano a popolazioni preistoriche, brute o "selvagge".
Il primitivismo della moralità e della non "civiltà" che racchiude un'idea di abbruttimento dell'umanità e del mondo animale in genere, è un'idea imposta dai cristiani per poter presentarsi come i civilizzatori umani. Questa idea viene proiettata su tutta la storia dell'umanità ed imposta con la violenza sull'infanzia. E' un'idea che inquina il linguaggio trasformando la qualità delle relazioni interpersonali in necessariamente malvagie o come concessione della bontà del padrone.
Una concezione della sua magnanimità: il padrone concede.
Mentre la storia ci dimostra che "il padrone rapina", i cristiani impongono ai rapinati l'idea che "il padrone concede".
La stessa idea del "padrone che concede" viene smentita dai primi studi sulle società animali in cui non si riscontra traccia di una moralità che il dio padrone avrebbe imposto sulle sue "creature".
Tentare di capire le società animali per capire l'uomo è una vera e propria rivoluzione del pensiero umano che avrà in Lorenz uno dei suoi maggiori paladini. Per la prima volta nella storia dall'avvento del cristianesimo uomini e animali vengono pensati, sia pur ancora embrionalmente, come facente parte di un unico corpo in cui i caratteri degli uomini possono essere riscontrati negli altri.
In tutto questo, un peso non indifferente lo avrà la filosofia di Feuerbach.
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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito. |
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Marghera, 19 novembre 2012 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell’Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.