Cod. ISBN 9788891185778
Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno
Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):
1) LA STORIA - Se la ragione è tutto, ne consegue che anche la storia è un processo razionale: "la storia del mondo è la manifestazione della ragione divina, una delle particolari forme in cui essa si rivela". "la ragione governa e ha governato il mondo", il quale "non è abbandonato al caso e a cause esteriori e accidentali, ma lo regge una provvidenza". Questa provvidenza "è la saggezza che, con potere infinito, realizza gli scopi che ad essa sono propri, e cioè gli assoluti, razionali scopi finali del mondo". Per questo la storia deve essere studiata dal punto di vista della ragione, perché soltanto la ragione sa cogliere in essa l'unità dei momenti dialettici tesi a realizzare lo spirito del mondo, che è l'insieme dello spirito dei singoli popoli. Pertanto, secondo questa concezione di una provvidenza razionalistica, tutte le vicende storiche avvengono come devono avvenire, perché sono perfettamente razionali. Ciò implica che la storia è solo apparentemente un divenire: in realtà essa è nel suo complesso qualcosa di immobile perché costantemente dominata dalla presenza dell'idea.
La storia è un processo di trasformazione che tende a razionalizzare ciò che, come scelte di ognis ingolo uomo, non è razionalizzabile. Affinché sia comprensibile razionalmente, si tratta di determinare tutti gli elementi che concorrono a determinarla. Elementi psico-umani che spesso non appartengono all’ambito della ragione, ma alle pulsioni di vita che spingono dentro all’uomo per costruire migliori condizioni d’esistenza. Si tratta di costringere la ragione a pensare tutti gli elementi che costruiscono la storia stessa. Dal momento che la ragione umana è limitata, anche la storia e la percezione dei meccanismi della storia non possono essere compresi nella loro totalità, ma possono solo essere vissuti. Non si può prevedere il divenire della storia in quanto non si possono leggere tutti gli elementi concorrenti a quel divenire (vedi il fallimento della scuola di Vienna e di Popper). Hegel nega la razionalità della storia in quanto la storia, secondo Hegel, è dominio della provvidenza divina che, attraverso questa, realizza i suoi scopi. La ragione divina, per Hegel, si manifesta attraverso la storia. Veramente, attraverso la storia leggiamo l'articolazione dello schiavismo nelle varie epoche e gli elementi concorrenti all'uscita dallo schiavismo: al divenire della libertà data l’ideologia cristiana che impone l’idea dello schiavismo a fondamento dei rapporti nelle società.
Hegel deve necessariamente vedere l'intervento divino visto che non vede il volere e la volontà degli Esseri Umani, del mondo e della vita che si esprimono nel divenire dell’uomo che chiama storia. Deve vedere il progetto divino, il suo dio padrone che dispiega il suo volere in tutta la sua potenza, perché non è in grado di cogliere la volontà dei soggetti del mondo in cui vive che manifestano la loro volontà d’esistenza.
La provvidenza, che secondo Hegel governa la storia, è il risultato del Condizionamento educazionale sugli Esseri Umani. E' la loro resa nei confronti dell'idea assoluta che dominerebbe la storia. Il fatalismo che impedisce loro di essere i protagonisti nella e della loro vita. Dal momento che la volontà divina è l'artefice della storia perché usare la volontà umana? Ecco una delle grandi truffe dei filosofi. La volontà divina dell'assoluto è mera invenzione per assoggettare la volontà dei singoli Esseri Umani. Ridurli all’obbedienza, all’accettazione passiva.
Quando la filosofia diventa arte della truffa allora la filosofia diventa liquame.
Certamente il padrone vede nella volontà divina il suo essere padrone nei confronti dei suoi schiavi, ma è un padrone che attraverso l'inganno che fa a sé stesso perpetua l'inganno all'interno del Sistema Sociale per assicurarsi un divenire che vedrebbe nero se dovesse basarsi soltanto sulle proprie mani.
Leggere la storia come proposta da Hegel, significa riproporre i cicli storici; la non storia; il non divenire; in quanto tutto inizia e finisce nel volere divino. La storia come giocattolo dell'Essere Assolutamente necessario o dell'idea. Le vicende storiche non avvengono come accadimento che risolve delle contraddizioni, ma avvengono come prodotto del desiderio di un dio padrone che, annoiato, si vuole divertire.
La storia del contadino dei monti irpini del 1200, quel singolo contadino, è altrettanto importante di quella del re sole. Quella della moglie del contadino dei monti irpini è ancora più importante per la vita. Mentre del re sole sappiamo anche quante volte andava a pisciare, del contadino dell'Irpinia siamo costretti a non usare nemmeno il nome perché la storia lo ha cancellato. Ma la sua storia è scritta dentro di me con i suoi desideri, le sue rabbie e i suoi bisogni. Dunque, se la storia è ragione, l'Essere Umano, nell'esercizio della propria volontà, è oltre la storia, oltre la provvidenza divina, oltre l'idea assoluta di Hegel. Mentre la provvidenza divina e l'idea assoluta non esistono, il divenire umano, anche se schiacciato dal Comando Sociale, è divenire della volontà e delle condizioni umane.
Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno
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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano. |
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Marghera, 16 maggio 2012 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell’Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.