Johann Gottlieb Fichte (1762 - 1814)

Lo sviluppo dell'io. (5^ parte)

Riflessioni sulle idee di Fichte.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

La filosofia della Religione Pagana.

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) TESI - L'io pone se stesso. Quest'identità è posta nell'io e dall'io, e l'io non può porla se non pone prima se stesso.

2) ANTITESI - L'io nel porre se stesso pone il non-io. E' questo il principio di opposizione, con il quale l'io pone a se stesso l'oggetto del proprio pensiero, cioè qualcosa che, proprio perché opposto all'io, è non io vale a dire la realtà esterna.

3) SINTESI - L'io oppone nell'io all'io divisibile un non io divisibile. In questo momento del processo dialettico, l'io prende coscienza della relazione esistente fra l'io e il non-io, che si limitano l'un l'altro. Nella coscienza, che è unica, l'io puro è assoluto, e perciò non può essere né limitato né divisibile; invece l'io, a cui è opposto un non-io, è posto come limitato e divisibile, e perciò empirico e individuale, ed è produzione dell'io puro, entro l'io puro stesso.

Tesi e antitesi ineccepibili. Ogni Essere riconosce se stesso e quanto, circondandolo, non è se stesso. Ogni Essere riconosce i limiti di se stesso all'interno dell'oggettività in cui vive. Questo processo di conoscenza e determinazione si chiama Coscienza.

Qualche cosa da dire sulla sintesi dove necessariamente Fichte tende ad imporre un concetto assoluto il cui scopo è la frammentazione dell'io all'interno di un io assoluto (ricordo una citazione di Servadio secondo cui l'attività del mago è quella di ricomporre il proprio io frammentato forse ora ho individuato dove egli ha preso il proprio concetto).

Il divenire dell'universo, attraverso il divenire di ogni sua parte, è la tendenza ad unificare tutte le Coscienze di Sé sviluppatesi attraverso le trasformazioni per costruire la Coscienza di Sé Universo, questo l'ho visto io, alterando la percezione e formulando logicamente la questione attraverso la ricerca filosofica, non posso accettare la condizione di un io all'interno di un io assoluto.

Anche la flora batterica è dentro di me, ma la sua Coscienza di Sé è estranea alla mia anche se con la mia si relazione per la sua e per la mia sopravvivenza. Anche la mia Coscienza di Sé è all'interno della Coscienza di Sé del pianeta Terra, ma la mia Coscienza è separata, seguendo una propria linea di sviluppo, da quella del Pianeta Terra. Pur tuttavia, le due Coscienze hanno una relazione in quanto ognuna chiede qualcosa all'altra per estendere se stessa, anche se sono diversi metodi, tempi e modi della soggettivizzazione dei mutamenti introdotti nelle rispettive coscienze dalla relazione.

La sintesi è la relazione che viene instaurandosi fra io e non io. Sia che la relazione avvenga fra soggetti, sia che la relazione avvenga fra il soggetto e un oggetto dell’ambiente, sia che la relazione avvenga fra due soggetti che non hanno la reciproca consapevolezza di essere due soggetti che progettano, data la diversità dei tempi, modi e intenti, lo scopo della relazione è la dilatazione dell'io rispetto al non io.

La sintesi è la costruzione della relazione dialettica fra io e non io, fra io e altri io relazionati col non-io, dove all'instaurarsi della relazione io e non io diventano diversi da com'erano prima della relazione arricchendosi dalla relazione stessa. Si potrebbe verificare anche la fusione fra io e non io ma solo se nel non-io non è presente Coscienza di Sé.

La sintesi è la relazione e quanto la relazione incide su io e non io!

La relazione di tesi, antitesi e sintesi indica la triplicità magica che si manifesta nel divenire della vita. La relazione che si instura fra soggetti (io) si risolve sempre con la modificazione dei soggetti che partecipano alla relazione. Questa modificazione dei soggetti è la sintesi in cui si risolve la contraddizione. La domanda sarebbe: per quale motivo due soggetti entrano in relazione? Quali sono le forze che spingono alla relazione? La relazione è un oggetto in sé capace di chiamare alla relazione fra diversi soggetti? Si è disposti a concedere l’intelligenza al soggetto che agisce (dall’azione deduciamo l’intelligenza del soggetto, altrimenti non lo possiamo sapere perché non abbiamo un accesso diretto alla sua intelligenza) e siamo tenuti a riconoscere intelligenza al soggetto che risponde a quelle azioni mettendo in atto delle azioni. Dobbiamo altresì riconoscere che l’azione che spinge alla relazione è frutto di forze pulsionali del soggetto che risponde all’ambiente che opera mediante soggetti (sono soggetti, in quanto operano): la relazione, come necessità, è oggetto in sé?

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 26 aprile 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.