Cod. ISBN 9788827811764
La Teoria della Filosofia Aperta: sesto volume
Filosofia Aperta - seconda parte (del volume)
Se c'è un motivo caratteristico per cui l'occidente, in particolare il cristianesimo, sta perdendo la "guerra" economica con la Cina, questo può essere ricercato nel trattato di Mao Tse Tung sulla Pratica del 1937.
A differenza dell'occidente, che fonda la sua "teoria della conoscenza" sul concetto di provvidenza del dio padrone della bibbia, il tratto di Mao Tse Tung tratta l'uomo come il soggetto agente in un mondo che funziona mediante leggi e principi in continuo mutamento e trasformazione. A differenza dell'ebreo e del cristiano, il materialista dialettico di Mao Tse Tung tiene conto di un mondo che si muove "per leggi" che l'uomo deve conoscere per agire in esso.
Scrive Mao Tse Tung:
Il materialismo premarxista esaminava il problema della conoscenza senza tener conto della natura sociale dell'uomo e dello sviluppo storico dell'umanità, e perciò non poteva comprendere che la conoscenza dipende dalla pratica sociale, cioè dalla produzione e dalla lotta di classe. I marxisti ritengono, innanzi tutto, che l'attività produttiva dell'uomo sia l'attività pratica fondamentale e che essa determini ogni altra forma di attività. La conoscenza umana dipende soprattutto dall'attività produttiva materiale: attraverso di essa l'uomo riesce a comprendere grado a grado i fenomeni, le proprietà e le leggi della natura, come pure i propri rapporti con la natura; inoltre, attraverso l'attività produttiva, a poco a poco giunge a diversi gradi di comprensione di certi rapporti reciproci fra gli uomini. Tutte queste conoscenze non possono essere acquisite al di fuori dell'attività produttiva. Nella società senza classi, ogni uomo, come membro della società, collabora con gli altri membri della società, entra con essi in determinati rapporti di produzione e s'impegna nell'attività produttiva per risolvere i problemi della vita materiale. Anche nella società divisa in classi, i membri delle varie classi sociali entrano, in varie forme, in determinati rapporti di produzione e s'impegnano nell'attività produttiva per risolvere i problemi della vita materiale. Questa è la principale fonte di sviluppo della conoscenza umana. La pratica sociale degli uomini non si limita alla sola attività produttiva, ma ha molte altre forme: lotta di classe, vita politica, attività scientifica e artistica; in breve, gli uomini, in quanto esseri sociali, partecipano a tutti i campi della vita pratica della società e così conoscono, a gradi differenti, i vari rapporti che esistono tra gli uomini, non soltanto attraverso la vita materiale, ma anche attraverso la vita politica e culturale (che è strettamente legata alla vita materiale). Fra queste altre forme di pratica sociale, è in particolare la lotta di classe, nelle sue diverse forme, a esercitare una profonda influenza sullo sviluppo della conoscenza umana. Nella società divisa in classi, ogni individuo vive come membro di una determinata classe e ogni pensiero, senza eccezione, porta un'impronta di classe.
Mao Tse Tung inizia a parlare della conoscenza partendo dall'uomo che vive oggi per come vive oggi e per le idee che ha oggi. L'uomo di oggi, l'uomo che vive, è il modello dal quale Mao parte per analizzare la formazione della conoscenza dell'uomo.
Mentre la filosofia cristiana separa l'uomo come corpo, anima e mente, ponendo oggetti come intelligenza e sentimento al di fuori dell'uomo, Mao analizza l'uomo vivente come completo, complesso e nella sua interezza che vive oggi come prodotto dello sviluppo storico dell'umanità. Per storia Mao Tse Tung non intende la "storia scritta" dell'uomo, ma la storia biologica dell'uomo fin da quando è uscito dal brodo primordiale. Mao Tse Tung, a differenza della filosofia cristiana occidentale, non parte da un "inizio", ma l'inizio è sempre: l'inizio è l'oggi. L'inizio è l'oggi dell'uomo unicellulare nel brodo primordiale e l'inizio è l'oggi dell'uomo impegnato nell'attività produttiva della società moderna.
Per questo motivo Mao afferma che "la conoscenza dipende dalla pratica sociale".
Tutta la conoscenza di specie, sia quella umana che di qualunque altra specie animale, dipende dalla propria "pratica sociale". Fin da quando si era nel brodo primordiale. Oggi, l'uomo vive in questo contesto. In questo inizio.
Per pratica sociale si intendono le pratiche di relazione che sono funzionali a perpetuare le società o le varie specie anche se non sono organizzate in società come noi le concepiamo. L'idea era già stata ventilata da Engels che nella sua idea evoluzionistica cercava le origini degli schemi di relazione sociale umana fra i branchi degli animali seguendo le idee positiviste in cui si affermava che la prima entità sociale era "l'orda". Mentre i positivisti relegavano la conoscenza nell'uomo separando l'uomo dalla natura e dalla vita (come creazione del loro dio padrone) e consideravano solo una "sorta" di evoluzione da un primitivismo dopo la creazione di dio, Mao Tse Tung inverte il parametro d'analisi e analizza l'uomo di oggi come il prodotto della storia dell'uomo senza determinare un inizio a tale storia.
Qual è l'attività fondamentale dell'uomo?
Per Mao "l'attività produttiva dell'uomo è l'attività pratica e fondamentale". In sostanza, dice Mao, la storia della specie umana ha prodotto l'uomo che conosciamo attraverso le attività pratiche: le azioni. Le azioni, finalizzate alla produzione di beni finalizzata alla soddisfazione del bisogno (produzione materiale) determina ogni altra forma di attività: compresa la trasformazione dell'uomo e, dunque, la sua storia.
Quando analizziamo con i sensi le attività, le azioni degli uomini, noi non assistiamo all'attività psichica o all'attività emotiva dell'uomo, ma solo alla sua attività materiale. E' dall'attività materiale che noi deduciamo l'investimento psichico ed emotivo fatto dall'uomo che ha come riflesso la sua trasformazione.
Mao Tse Tung alla "parola, logos, verbo" creatore della realtà del cristianesimo, contrappone l'azione che individua in "attività produttiva materiale". Mentre il cristianesimo sviluppa la sua logica esistenziale dal logos, pertanto la morale che discende dal verbo, a fondamento della sua ideologia, Mao mette la capacità dell'uomo di produrre quanto serve per i propri bisogni.
Attività! Azione!
Dall'azione emerge la conoscenza. L'uomo che conosce si trasforma per continuare a conoscere, ma è la sua attività che lo spinge a modificarsi per conoscere meglio. La volontà soggettiva dell'azione, con cui soddisfare i propri bisogni, porta l'uomo a modificarsi per poter meglio conoscere e per poter meglio soddisfare i propri bisogni mediante la sua azione.
Come vive oggi l'uomo? A questo Mao Tse Tung risponde dicendo che l'uomo vive in società e che queste società sono divise per classi sociali e che gli uomini, nella loro attività, entrano in relazione fra classi ma, anche in un'ipotetitca società senza classi sociali, l'uomo entra in rapporto con gli altri individui all'interno dell'attività produttiva per risolvere i problemi della vita materiale sociale.
Noi, dice Mao, consideriamo l'attività produttiva per la soddisfazione delle necessità materiali (bisogni), ma è necessario considerare l'attività produttiva anche in altre forme di attività come la ricerca di libertà sociale (lotta di classe), la vita politica, l'attività scientifica e l'attività artistica. E' la partecipazione all'attività, a qualunque attività, che costruisce nell'uomo la conoscenza. Secondo Mao Tse Tung la "ricerca di libertà" dell'uomo, che avviene all'interno della classe sociale con meno libertà (le classi sociali subalterne), si estende come bisogno di libertà ad ogni altra classe sociale.
Nella società divisa in classi, ogni classe sociale, ogni ambiente culturale, forgia i propri figli in funzione di sé stessa. Le azioni, il ruolo nella produzione dei beni materiali e la capacità di fruire di essi, forgia le idee sociali dei membri di quella classe. Per Mao Tse Tung l'uomo è il prodotto dell'ambiente in cui è nato e cresciuto.
Mentre il cristianesimo considera anche il singolo soggetto come prodotto della creazione del proprio dio, per Mao Tse Tung l'individuo è il prodotto del proprio ambiente sociale: della propria classe.
E' interessante notare come nella crisi economica attuale in Italia, stiano sopravvivendo meglio gli extracomunitari senza casa che non gli imprenditori che, una volta falliti, non sono in grado di adattarsi a vivere in maniera diversa e tentano il suicidio.
Non hanno i processi adattativi, le idee e i pensieri, per vivere senza essere degli imprenditori.
Non hanno formato la loro conoscenza in relazione al tempo e alle condizioni in cui sono vissuti.
Nota: Le citazioni di Mao Tse Tung sono tratte dal "Trattato sulla pratica - Sul rapporto fra la conoscenza e la pratica, fra il sapere e il fare" 1937 in Opere Scelte Vol. 1 Casa Editrice in Lingue Estere Pechino 1969 da pag. 313 a pag. 327.
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Marghera, 13 aprile 2013 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.