Cod. ISBN 9788827811764
La Teoria della Filosofia Aperta: sesto volume
Quand'è che diciamo che un'ideologia è nazista?
Quando quell'ideologia giustifica il dominio dell'uomo sull'uomo. Quando uno o più uomini e donne, all'interno di un contesto ideologico, viene considerato un "oggetto d'uso" e deve essere costretto, o indotto, a comportamenti predeterminati in funzione di interessi di altri uomini e donne, di una casta, di una classe o di una volontà esterna al singolo uomo quale può essere la volontà di un dio, di un gruppo elitario di altri uomini o di uno Stato.
L'imposizione di una morale, fatta all'infanzia, o l'imposizione dei campi di sterminio fatti ad una razza, con l'imposizione di comportamenti condivisi o obbligatori si può differenziare per grado di intensità dell'imposizione, ma il fondamento ideologico della violenza è il medesimo.
La prima azione di Platone che consideriamo è:
"Che tutte le donne siano comuni a tutti questi uomini e che nessuna conviva privatamente con un solo uomo. Anche i figli devono essere in comune in maniera tale che nessun genitore conosca quale sia il proprio figlio e nessun figlio quale sia il proprio genitore."
Pag. 1191
La prima cosa che impone Platone è la sottrazione della vita alle persone, ai loro corpi e ai loro possibili desideri.
Per Platone le persone devono cessare di avere un progetto esistenziale per diventare puri oggetti con cui lo Stato esercita il suo controllo. Come la donna diventa bene comune in quanto oggetto di possesso, così l'uomo diventa oggetto di possesso come bene comune dello Stato. Non è solo la donna che diventa oggetto comune, ma l'uomo stesso diventa oggetto d'uso dove la possibilità di generare figli gli è stata espropriata in funzione di un "uso comune" del fare figli.
Platone non vuole solo rendere le donne "oggetti d'uso comune", ma le donne diventano "oggetti d'uso comune" in funzione di uomini che sono diventati "oggetti d'uso" di proprietà dello Stato.
Dice Platone:
"Per quanto riguarda l'utilità – obbiettai – non mi pare si possa contestare il gran vantaggio che viene dal fatto di avere donne e figli in comune. Invece sulla realizzabilità o meno di un tal progetto, creo anch'io che ci sia molto da discutere".
Pag. 1191
In sostanza, l'idea di Platone è riconducibile a quella dell'allevatore di bestiame che, come allevatore, non pensa a sé stesso come una bestia che viene allevata. Lui è il padrone. E' l'allevatore che possiede tutti gli uomini e tutte le donne e che, come padrone, determina i comportamenti che ritiene più consoni al suo allevamento di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Platone ignora che se non si ha una società nella quale il singolo individuo non agisce per costruire il proprio futuro, buono o cattivo che sia, non può nemmeno esserci una società che costruisca il proprio futuro. Trasformare donne e bambini in un patrimonio comune privato di intento soggettivo e separato da uomini privati a loro volta del loro intento soggettivo, significa aver ridotto gli uomini al rango di bestiame al quale il padrone concede il diritto d'accoppiamento riservandosi di sottrarre il bestiame prodotto dall'accoppiamento.
Per ottenere la riduzione degli uomini in bestiame, Platone procede in questo modo:
"Io credo – dissi – che reggitori degni di tal nome, e così pure i loro aiutanti, vorranno, rispettivamente, dare ordini ed eseguirli, talvolta seguendo alla lettera le leggi, tal altra solo ispirandosi ad esse, quando sia loro permesso."
Pag. 1192
I reggitori altro non sono che i despoti armati di polizia (i custodi) e di potere di scelta soggettiva nell'applicazione della legge. La legge non viene applicata in quanto legge, ma per come serve al reggitore. Il reggitore, il padrone, il tiranno, il despota, usa la legge per i suoi fini e per i suoi scopi, interpretandola a seconda dei suoi interessi. A volte in maniera letterale e a volte "ispirandosi ad essa".
Per Platone la legge non determina i diritti dell'individuo sottoposto alla legge.
Per Platone la legge è uno strumento con cui legittimare la violenza del reggitore, del tiranno, del despota.
Questo modo di pensare la legge, che va a definire l'ideologia nazista quando viene applicata nella società, è di fatto l'ideologia di Platone. Chiunque si identifica col despota, il tiranno, il padrone, necessita di leggi che legittimino la sua soggettività nei confronti di tutti gli altri uomini e donne che devono stare sottomessi. Per ottenere sottomissione e distruggere la vita degli uomini è necessaria la costruzione di una gerarchia di privilegi in cui il sottomesso al tiranno trovi nel tiranno la fonte della propria tirannia che a sua volta mette in atto nei confronti di persone più deboli. Queste persone più deboli Platone le individua nei figli e nella donne che devono essere sottomessi alla tirannia di padri e di mariti.
Anche oggi, che contro Platone e Gesù la legge impone l'uguaglianza dei cittadini sotto la medesima legge, Platone e Gesù compresi, la violenza viene esercitata sull'infanzia affinché i bambini riconoscano che Platone Gesù non sono uguali a loro, ma loro devono sottomettersi a Platone e a Gesù che vengono sottratti alla legge. I bambini sono costretti a sottomettersi alla loro morale, per ottenere la loro benevolenza: la benevolenza del tiranno, del dittatore.
Per mantenere la sua dittatura, Platone necessita di un esercito compatto, fatto da automi ubbidienti, di picchiatori che agiscano all'unisono, per violentare i cittadini in nome del bene della dittatura.
Scrive Platone:
"Ora – continuai – tu che sei il loro legislatore, come hai scelto gli uomini, con gli stessi criteri dovrai scegliere le donne da assegnare a loro, badando che siano il più possibile affini per carattere. Tali persone, poi, condividendo case e mense, e in privato non avendo nulla di tutto questo, per il fatto di essere accomunati nei ginnasi e nelle altre occasioni della vita quotidiana, credo che fatalmente saranno portati ad accoppiarsi per una specie di istintiva attrazione. O non ti sembra che quanto affermo abbia carattere di necessità?".
Pag. 1192
Platone considera gli uomini come fossero bestiame al mercato. Il bestiame al mercato viene considerato come Platone considera gli uomini. Bestiame e uomini sono, nella disponibilità giuridica di Platone, la stessa cosa. Cosa impedisce al legislatore Platone di mandare il bestiame al mattatoio e gli uomini nelle camere a gas? La sua soggettività. Egli, onnipotente, sceglie. Il nazismo non è la camera a Gas. Ma la presenza della possibilità ideologica di un giudizio soggettivo e insindacabile che, quando conviene al despota, renda la camera a gas un elemento importante per l'esercizio del potere.
Come Hitler, in nome di Gesù, giustifica la soluzione finale (la frusta di Gesù nel vangelo di Giovanni è usata da Hitler per giustificare la soluzione finale contro gli ebrei), così Platone, in nome del bene pubblico, può giustificare la soluzione finale di una parte della popolazione.
L'ideologia nazista è l'ideologia di Platone che alimenta accondiscendenza nutrendo l'immaginazione degli schiavi che si identificano con l'assolutismo di Platone e che si immaginano di partecipare al dominio in quell'assolutismo.
Dominare deve essere l'unica preoccupazione di chi fa violenza ai cittadini: i reggitori di Platone. I reggitori di Platone non devono preoccuparsi della casa, dei campi, del cibo, ma solo di esercitare il potere di dominio e di controllo. Tutti uniti, con tutto in comune, affinché siano più forti rispetto ai cittadini.
Questa forma di "comunismo elitario" è il fondamento ideologico del nazismo. Un élite si separa dalla società esercitando il potere e il dominio sulla società. Che poi questa élite costruisca o meno campi di sterminio con cu eliminare o meno una parte della società, è assolutamente indifferente ai fini dell'identificazione dell'insieme ideologico.
Qual è il problema che Platone si pone per il controllo dittatoriale della città?
Scrive Platone:
«Pertanto, man mano che i figli vengono alla luce, troveranno ad accoglierli delle commissioni di magistrati a ciò preposte, le quali possono essere formate da soli uomini, o da sole donne, o anche possono essere miste, in quanto le cariche dello Stato sono comuni agli uomini e alle donne». «D'accordo». «E queste commissioni, a mio parere, presi in consegna i figli dei migliori, dovrebbero portarli in asili ubicati in parti isolate della Città dove abitano speciali nutrici. Invece, i figli della parte peggiore, o anche quelli della parte migliore fisicamente malformati, per ragioni di convenienza, verranno nascosti in un luogo inaccessibile e sconosciuto». «Non c'è scelta - convenne -, se si vuole conservare pura la razza dei Custodi». «Dunque, i magistrati incaricati del loro nutrimento avranno cura di condurre le madri in periodo di allattamento in quell'asilo, mettendo però in atto tutti gli artifizi possibili perché nessuna di esse sia in grado di riconoscere il proprio figlio e avendo altresì cura di procurare delle altre madri, quando queste non avessero sufficiente latte. Fra i compiti di questi magistrati ci sarà pure quello di controllare che il periodo di allattamento non si protragga troppo e di assegnare alle nutrici e alle bambinaie il compito di curare i piccoli di notte e in ogni altra circostanza». E quello, di rimando: «Certo che tu concedi un trattamento di favore alle donne dei Custodi in maternità?». «Ho i miei buoni motivi - ribattei -. Ma passiamo al secondo punto, come avevamo predisposto. Avevamo detto! che i figli dovevano essere generati da chi era nel pieno del vigore fisico».
Pag. 1194
In questo modo, secondo Platone, si selezionerebbero i bambini per i fini voluti dallo Stato.
Questa pratica fu largamente applicata dai cristiani con le scuole di detenzione per gli "indigeni" del Canada. Fu messa in pratica contro i nativi americani negli USA. Fu messa in pratica dall'Inghilterra (fino al 1960) per deportare i bambini in Australia. Fu messa in atto in America Latina. Fu messa in atto dai missionari cristiani in Africa. La tecnica di sequestrare i figli ai genitori fu adottata in Italia, in Spagna e recentemente in Argentina ecc.
I migliori e i peggiori si vedono alla nascita. Per Platone l'uomo è creato da dio, non si adatta alle condizioni che incontra nella vita e isolare i bambini in ricoveri separati dal mondo è la premessa sia per renderli menomati che per ucciderli.
Abbiamo già visto che per Platone allevare vacche equivale ad allevare bambini; è la stessa cosa e alle due cose applica il medesimo metodo.
Tutto deve essere fatto in funzione dello Stato. Uomini, donne e bambini sono puri oggetti di compra-vendita. Divisi in migliori e in peggiori, sono solo bestiame da macellare nelle diverse esigenze dello Stato.
Per Platone non esiste arte medica. Non esiste arte del lavoro dei campi. Non esiste arte artigiana. Non sono artisti coloro che costruiscono la città perché tutto viene costruito dal tiranno che si serve del bestiame umano per realizzare i suoi progetti.
E' importante capire il progetto di depersonalizzazione dell'uomo imposto da Platone. L'uomo deve vivere in funzione dello Stato e lo Stato deve modificare l'uomo per adattarlo alle proprie esigenze.
Gli uomini non hanno diritti. Non devono avere nulla e la cura devono metterla solo nei doveri che hanno nei confronti dello Stato dato il ruolo che a loro ha assegnato lo Stato.
Da questa forma mentale, chiamare "dio", il dio dei cristiani, lo Stato di Platone sembra normale. E' solo una questione di lettere dell'alfabeto.
Il dio cristiano, come lo Stato di Platone, crea l'uomo a sua immagine e somiglianza e gli uomini che non agiscono per fare la volontà di dio vanno eliminati. I bambini vanno addestrati in funzione del compito che devono svolgere per lo Stato, esattamente come la madre cristiana deve far violenza ai suoi figli affinché si mettano in ginocchio davanti al dio padrone del quale lei fa la sua volontà. Come tanti Abramo che violentano il loro figlio per far piacere a dio.
Platone, il matrimonio nel nazismo e cristianesimo
Per controllare gli uomini, Platone ha la necessità di imporre l'istituto del matrimonio.
Se nei vangeli cristiani del matrimonio se ne parla in maniera vaga, Platone ne parla in maniera precisa e per fini precisi definendo metodo e scopi giuridici per il controllo.
Platone nella Repubblica delinea la famiglia dei ruoli come è stata conosciuta negli ultimi millecinquecento anni. Una famiglia che riduce gli individui ad oggetti di possesso, sottomessi ed obbedienti, in funzione del dio padrone cristiano o dello Stato nazista.
Platone decide che chi fa sesso, e da quel sesso nasce un figlio, lo fa contro la volontà degli "Dèi", ma dal momento che non esiste una volontà degli Dèi che determini la legittimità o meno di una relazione sessuale, la volontà di Platone e il suo desiderio di distruggere l'uomo viene elevato a "volontà degli Dèi".
Il cristianesimo trasformerà la sessualità in peccato. La perseguiterà militarmente consentendo solo quella modalità di relazione sessuale nelle condizioni imposte da Platone e fatte proprie dal cristianesimo.
Osserviamo, in queste affermazioni di Platone, l'uso della preghiera come strumento di bestemmia contro la dignità dell'uomo. La preghiera come momento di legittimità di un atto sessuale, di una relazione interpersonale, che può essere permessa o vietata come nella tradizione cristiana e nazista.
I figli sono utili al padrone e i "buoni" sono coloro che producono bestiame per il padrone.
Scrive Platone in La Repubblica:
«Nel nostro Stato una donna si intende in età feconda dai venti anni fino ai quaranta; un uomo, invece, genererà per lo Stato dal momento in cui ha raggiunto il punto massimo della sua corsa, fino all'età di cinquantacinque anni». «Sia in un caso che nell'altro - ne convenne - in questo periodo di tempo si tocca il culmine del vigore fisico e intellettuale». «Pertanto, se qualcuno al di sotto al di sopra di questi limiti di età si mettesse in mente di generare figli alla società, il suo gesto lo considereremo come un peccato contro la volontà degli dèi e contro la legge. Invero è come se avesse generato per lo Stato un figlio, il quale, posto anche che sfuggisse al pubblico controllo, sarà comunque il frutto di un concepimento non consacrato e non benedetto dalle preghiere che sacerdoti, sacerdotesse e la Città intera elevano in occasione di ogni matrimonio, perché dai buoni venga una prole ancor migliore, e da chi serve utilmente lo Stato figli ancor più utili. Questo figlio, al contrario, sarà stato concepito nell'oscurità, frutto di una riprovevole intemperanza». «Giusto», approvò quello. «E la stessa legge - aggiunsi - vale anche nel caso in cui un uomo in età consentita per la generazione si unisca a una donna anch'essa nella medesima età senza che il magistrato li abbia uniti in matrimonio. Diciamo infatti che in tal modo egli introduce nella Città un figlio illegittimo e non conforme alla religione».
Pag. 1194 di Platone, La Repubblica in "Platone tutti gli scritti" a cura di Giovanni Reale ed. Bompiani 2014.
La famiglia come strumento sessuale; la famiglia come controllo di uomini e donne; la famiglia con la finalità di produrre figli per lo Stato o per il dio padrone e le tecniche pseudo-giuridiche con cui rendere obbligatori comportamenti precisi che depersonalizzando uomini e donne li trasformano in oggetti di possesso.
Platone delinea la famiglia come voluta e imposta dal cristianesimo. La famiglia che non ha nulla a che vedere con la famiglia "patriarcale" di Roma o di Atene, ma è la nuova famiglia con cui il dittatore si impossessa delle persone e determina i comportamenti delle persone.
E nacquero i figli "illegittimi" che, privati di ogni diritto, contribuiscono a diffondere dolore e morte nelle società civili.
Questo orrore continuerà, secolo dopo secolo, seminando miseria nelle società. Il concetto di donne e bambini come oggetti di possesso, privati di ogni diritto, buoni per l'uso del più forte, è il concetto che dell'uomo verrà diffuso dal cristianesimo. Donne violentate perché considerate oggetti d'uso. Bambini privati di ogni diritto. Allevamento di bambini come bestiame fatto da preti e suore cristiane che ne saccheggiavano il futuro.
Questo orrore di Platone verrà diffuso in tutti i popoli dall'odio cristiano. Distruggerà le civiltà perché verrà fatto proprio dalle pratiche cristiane del colonialismo e usato come metodo di controllo sociale nelle nazioni europee.
L'orrore inizierà ad aver fine soltanto con la sconfitta del nazismo e, soprattutto, nella sconfitta dell'ideologia nazista-cristiana nelle società civili diventando "illegale" ad iniziare dal 1948 con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che condanna Platone e Gesù all'infamia sociale.
Le Costituzioni occidentali definiranno i diritti dell'uomo. Definiranno i doveri degli Stati nei confronti dell'uomo e nella difesa dei diritti dell'uomo. La resistenza, spesso di tipo mafioso dell'ideologia di Platone e di Gesù, si esprimerà contro le Costituzioni, contro le leggi, privando di volta in volta, gruppi di cittadini che vengono emarginati in nome del dio padrone cristiano o delle idee naziste di questa o quella Istituzione sociale.
Poi, molto poi, in Italia, arriverà lo Statuto di Famiglia, il diritto al divorzio, il diritto all'aborto, il concetto della violenza sessuale come un reato contro la persona, il diritto ad avere figli con chi si vuole, verrà cancellato il delitto d'onore, diventerà un reato picchiare i figli, il diritto di fare sesso con chi si vuole, e saranno cancellate (anche se si dovette aspettare il 2000 circa) le norme che qualificavano i figli "illegittimi" e la famiglia perse il controllo sulla sessualità dei singoli membri. Arriverà l'idea della famiglia come coppia di persone indipendentemente dal sesso e dalla funzione. Gli uomini e le donne riprendono il controllo della loro persona, del loro corpo, in una rivolta epocale contro il dio padrone cristiano, il pederasta in croce e l'ideologia nazista di Platone.
Scrive Platone in La Repubblica:
«Ma non abbiamo prima sostenuto che esattamente da questa affermazione e da questi principi derivava l'esistenza di piaceri e dolori condivisi da tutta la collettività?». «E dicevamo il vero». «E non saranno, dunque, proprio inostri cittadini a godere in comune di quello che chiamano "mio"? E per questa loro condivisione non avranno essi, altresì, una straordinaria capacità di soffrire e di gioire tutti insieme?». «L'avranno e in misura cospicua». «E la causa di tutto ciò, oltre al resto, non dipende forse dall'istituto della comunione delle donne e dei figli tipica dei Custodi?». «In modo particolare da questa», rispose. «Ecco, dunque, il bene maggiore dello Stato, come l'abbiamo concordemente stabilito!", allorché s'è paragonata una Città ben organizzata a un organismo e alla relazione che esso ha con una sua parte in rapporto al dolore o al piacere». «E con buone ragioni ci siamo accordati», disse. «In conclusione, è risultato che il massimo bene per la nostra Città dipende dalla comunanza dei figli e delle mogli per chi è al servizio dello Stato». «E' esatto», disse.
Pag. 1197 di Platone, La Repubblica in "Platone tutti gli scritti" a cura di Giovanni Reale ed. Bompiani 2014.
Platone vuole ottenere l'unità della città mediante il possesso collettivo delle donne e dei figli. La città viene gestita come un organismo e l'organismo, inteso come collettivo, mantiene la relazione che ha l'insieme di un organismo con le sue parti.
Uno dei problemi di questa scemenza platonica consiste nell'arroganza di Platone. Non è la relazione che un organismo mantiene con le sue parti, ma come Platone immagina che un organismo trattenga con le sue parti. Platone, privo di conoscenza, immagina. Il suo immaginare iene trasformato nella sua filosofia in verità. Di quanto Platone immagina rimane solo la violenza con cui imporre la sua immaginazione.
Platone non sa come funziona un organismo. Platone immagina sé stesso nelle vesti della coscienza dell'organismo e immagina che le sue parti non abbiano consapevolezza, intelligenza, volontà o scopo. Dopo aver manipolato l'infanzia e aver ridotto gli individui alla stessa stregua delle pecore di un gregge, pensa che le pecore del gregge partecipino a formare l'organismo di cui egli si erge a padrone.
Solo che le pecore di quel gregge hanno una loro volontà, una loro capacità di progettare, loro scopi. Non solo, ma pensano, amano, desiderano ed agiscono in funzioni di pulsioni che emergono dalla loro struttura emotiva mettendo in atto azioni che sono il frutto di decisioni e scelte nonostante che il dittatore, Platone, abbia tentato di privare quelle "pecore" della loro volontà, dei loro bisogni e dei loro desideri.
Come diceva Epicuro, un atomo cade dall'alto in basso seguendo una traiettoria determinata da forze esterne a lui. Tuttavia, in alcune situazioni, l'atomo può scegliere di deviare dalla sua rotta e quella scelta è l'inizio di una diversa sequenza di mutamenti e di trasformazioni. Epicuro attribuiva all'atomo una sua volontà, Platone vuole strappare al volontà all'uomo.
Quando Platone dice "Con buone ragioni ci siamo accordati!", è lecito domandarsi con quali persone si è accordato. Si è accordato con coloro a cui vuole assegnare la parte degli schiavi o la parte del "popolo" o si è accordato con i reggitori e i custodi. Oppure, si è accordato solo con sé stesso accordandosi per il ruolo di dominatore?
Il sacrificio per lo Stato
Per Platone il "sacrificio per lo Stato" deve essere ripagato con la disponibilità sessuale di tutti i cittadini nei confronti di chi è "coraggioso". La disponibilità sessuale dei cittadini deve essere imposta con la legge in modo che nessuno possa sottrarre la propria persona all'uso che ne vuole fare il coraggioso.
Il coraggioso, colui che combatte per lo Stato, secondo Platone, deve disporre della disponibilità sessuale di tutta la popolazione. Alla popolazione deve essere imposto per legge di essere sessualmente disponibile con chi è "coraggioso".
Platone paga l'obbedienza allo Stato di Polizia, Carabinieri, funzionari pubblici con la disponibilità sessuale dei sottomessi. I sottomessi dimostrano di essere obbedienti allo Stato nella misura in cui offrono la loro sessualità alla disponibilità di Poliziotti, Carabinieri e funzionari pubblici.
Questa costrizione conduce ad un solo effetto.
Il "coraggio" è una condizione soggettiva in relazione a condizioni oggettivamente favorevoli e quando qualcuno esalta il coraggio, altro non fa che appuntarsi sul petto la medaglia del "leone codardo" del mago di Oz. Una volta all'anno, spolvera la medaglia e va in parata per far vedere quanto è coraggioso in modo da poter disporre dell'offerta sessuale imposta per legge da Platone.
Il coraggio è una medaglia appuntata sul petto che si può togliere o mettere a seconda delle occasioni, ma la legge che obbliga rimane. In questo modo le persone saranno obbligate per legge ad essere disponibili sessualmente rispetto ad individui che propagandano un coraggio per poter usufruire della disponibilità sessuale. Per poter fruire della disponibilità sessuale obbligata, un numero sempre maggiore di truffatori propaganderanno con l'inganno il loro coraggio puntandosi medaglie sul petto e rubando i corpi alle persone che per legge dovranno essere disponibili.
Scrive Platone in La Repubblica:
«E che dire della guerra? - continuai -. Che comportamento dovranno avere fra di loro e nei confronti dei nemici? è giusta la mia posizione, o no?». «Di' un po' qual è», disse lui. «Chi di loro abbandona il posto di combattimento o getta via le armi, o per paura compie un gesto analogo, non va forse degradato al livello di un artigiano o di un contadino?». «Non c'è dubbio». «E chi si fa catturare dai nemici ancora vivo, non lo regaleremo a chi l'ha preso perché disponga della sua preda come meglio crede?». «Senz'altro». «E chi invece abbia primeggiato in battaglia, coprendosi di gloria, non diresti che, tanto per incominciare, dovrebbe essere incoronato direttamente sul campo dai commilitoni giovani e ragazzi, prima dagli uni e poi dagli altri? Oppure no?». […] «Lo scambio dei baci». E lui: «Tutt'altro, approvo questo più di ogni altra cosa. E anzi, io aggiungerei per legge che finché sono impegnati in quella campagna militare, a nessuno sia concesso di respingerlo se egli vorrà baciarlo, cosicché se qualcuno è innamorato di un maschio o di una femmina, sia più motivato a conquistare i primi posti nella gara del coraggio». «Bene - notai -. E poi già si è detto, che chi è coraggioso avrà più occasioni di matrimonio degli altri, per il fatto d'essere più degli altri ricercato; in tal modo i suoi figli saranno sempre di più». «Infatti - ammise -, così s'è detto».
Pag. 1201
Che "figata"! Bello essere re!
Platone impone per legge la prostituzione dei cittadini in nome e per conto dello Stato. Dopo aver trasformato le donne in un patrimonio di bestiame disponibile per lo Stato che lo gira come compenso ai suoi custodi e ai suoi difensori, dopo aver trasformato i bambini in oggetti posseduti dallo Stato, allo stesso modo tutti cittadini devono offrire il loro corpo ai difensori dello Stato, rinunciando a sé stessi per il bene dello Stato.
E' come se il poliziotto o il prete cattolico entrasse in una casa e stuprasse uomini donne e bambini perché essendo lui il difensore dello Stato (si fanno chiamare "servitori dello Stato") è nel suo diritto pretendere la disponibilità sessuale delle persone. Lo fanno i poliziotti nei posti di Polizia e spesso le loro vittime sono le donne che lavorano sulle strade; lo fanno i preti cattolici nei confronti dei bambini.
La logica di Platone è stata perfettamente applicata dal cristianesimo. I magistrati non hanno perseguito personaggi come don Gelmini che violentava i ragazzi nella comunità e non hanno perseguito il fondatore di san Patrignano per i feroci reati di cui è stato responsabile. Non sono stati perseguiti gli aguzzini che violentavano i malati di mente nei manicomi. Non hanno mai perseguito, se non in maniera superficiale, le violenze nei centri di detenzione come orfanotrofi, galere, campi di concentramento per la disintossicazione da droghe, campi di concentramento per immigrati, galere, manicomi e quant'altro.
E' la logica di Platone, applicata dai magistrati, secondo la quale i "custodi" hanno diritto alla disponibilità sessuale del bestiame umano che custodiscono. I preti cattolici in Veneto ritenevano che violentare i ragazzi facesse parte della ricompensa a cui avevano diritto per il loro "lavoro".
La società nazista delineata da Platone nella Repubblica è caratterizzata dalla depersonalizzazione degli individui che nella logica di Platone sono solo oggetti senza passioni, desideri, scopo o progetti di vita.
La società nazista è il contrario della democrazia dove i "custodi" sono responsabili non solo per le azioni che fanno, ma anche per il sospetto sulle loro azioni. La democrazia, che mette il cittadino più povero in pieno possesso dei suoi diritti sociali, necessita di leggi che obblighino i "custodi", cioè coloro che detengono una qualche forma di responsabilità sociale, ad ottemperare ai loro doveri perché il dovere non è un privilegio sociale, ma è un lavoro che va svolto con onore in funzione dei cittadini. E' il cittadino il fruitore di diritti sociali, non il custode.
Platone, come i cristiani, trasforma i cittadini nelle puttane del suo dio padrone perché in questo modo soddisfa la libido del dio padrone che si compiace delle sue puttane sottomesse (leggi il magnificat nel vangelo di Luca).
La società di Platone, la società nazista delineata da Platone, è una società di non persone. Una società di non cittadini. Quella società che i cristiani completeranno riducendo i cittadini a pecore del gregge che il pederasta in croce condurrà al macello della vita.
Come questa società di Platone l'abbiamo vista applicata nelle società USA, Inglese, Tedesca, Italiana, Francese, Svedese prima della seconda guerra mondiale, oggi la vediamo applicata per costringere parte della popolazione a prostituirsi in funzione dei loro "custodi" che faremo meglio a definire aguzzini. Se è da qualche mese che la Polizia e i Carabinieri hanno imparato a mettere telecamere di sorveglianza negli asili scoprendo atti di violenza sui minori per favorire quell'"educazione alla sottomissione" auspicata da Platone e dai cristiani, sta di fatto che non è mai esistito il controllo sulle condizioni delle persone costrette a forme varie di detenzione.
Oggi come oggi assistiamo ad una società che tenta di aprirsi al concetto di società democratica mentre la volontà di possesso degli individui mette in atto azioni criminali affinché gli individui continuino a rimanere nell'obbedienza e nella sottomissione.
Questo aspetto, nella propaganda sociale, assume il suo aspetto drammatico in quello che viene chiamato "femminicidio" o, più semplicemente delitti indotti da relazioni familiari e personali in cui uno dei partecipanti alla relazione smette di essere un oggetto di possesso per rivendicare il suo essere un soggetto di diritto. Smette di essere la "puttana di Platone" che deve essere disponibile per rivendicare il diritto di essere cittadino sollevando l'ira di chi si vede privato del giocattolo.
Che cos'è il contadino per Platone? Solo merda umana. Per questo motivo, il "custode", il "poliziotto", che non si comporta per la gloria dello Stato, viene privato del diritto di violentare i cittadini soddisfacendo i propri desideri. Viene degradato a contadino. Viene messo nelle condizioni di offrire il proprio corpo al "custode" al "poliziotto" che desidera usarlo sessualmente. Nella chiesa cattolica vige la santificazione. Una persona viene santificata dalla chiesa cattolica quando i delitti che commette servono per aumentare la gloria di dio: dello Stato in Platone. "Non lo fo' per piacer mio, ma ti accoltello per far piacere a dio!"
Qui non siamo davanti all'"uomo" socialmente potente che attrae molte donne o al quale molte persone offrono i loro servigi sessuali. Sono comunque loro che scelgono. Con Platone siamo alla società fatta puttana per i fini del padrone e dei suoi difensori. Siamo davanti alla definizione della società nazista e del tentativo di Platone di attizzare gli appetiti sessuali per stimolare i desideri delle persone di costruire una società nazista di cui loro si ergono a custodi. Come spesso accade, chi distrugge una società in funzione di un dominio assoluto, spesso non ha il dominio assoluto, ma solo il ruolo di schiavo nel dominio assoluto che ha desiderato.
Piaceva tanto l'ideologia nazista alla Hannah Arendt, ma dovette scappare negli USA. Hannah Arendt condivideva l'ideologia nazista, ma l'ideologia nazista escludeva la sua razza e dovette scappare. Si immaginava padrona in un mondo assolutista, ma quel mondo assolutista, se non fosse scappata, l'avrebbero rinchiusa nei campi di sterminio.
Marghera, 23 luglio 2017
Nota: Il testo da cui son state tratte le citazione è Platone "Tutti gli scritti" a cura di Giovanni Reale ed. Bompiani 2014 traduzione de La Repubblica a cura di Roberto Radice. da pag. 1191 a pag. 1201
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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito. |
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Marghera, 23 luglio 2017 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.