Chi dice che la Corte Costituzionale, nel citare l’articolo 3 della Costituzione e l’articolo 138 nel dichiarare illegittimo il Lodo Alfano, ha cambiato indirizzo rispetto al pronunciamento di illegittimità del Lodo Schifani, non solo è in malafede, ma commette un crimine ingiuriando la Corte. E’ indifferente che tale crimine sia commesso per ignoranza o per malafede: sempre di crimine si tratta.
Un crimine il cui fine è la delegittimazione della Corte Costituzionale e del suo ruolo di garanzia Costituzionale in Italia.
Berlusconi ha affermato (riporto da La Stampa del 07.10.2009):
"Concetti ribaditi anche nel corso della trasmissione Porta a Porta dove il premier è intervenuto telefonicamente: «La Consulta non è un organo di garanzia ma un organo politico» e con il pronunciamento odierno sul lodo Alfano «si è contraddetta rispetto a quanto fece 4 anni fa sul lodo Schifani. In Italia - ha aggiunto - abbiamo una minoranza di giudici di sinistra, una stampa di sinistra con a capo Repubblica, una Rai che, a parte lei signor Vespa, va contro il governo, e in più un capo dello Stato espressione della vecchia maggioranza di sinistra». «Su Napolitano - ha proseguito Berlusconi ho detto quello che penso: non ho nulla da modificare sulle mie dichiarazioni che potrebbero essere anche più esplicite e più dirette». In merito poi ai processi cui verrà sottoposto il premier ha annunciato che non solo si recherà in tribunale per difendersi, ma andrà alla radio, in tv, sui giornali ed esporrà la sostanza di questi processi agli italiani: «Voglio vedere se ci sarà un collegio, come quello del processo Mills, tutto di giudici di sinistra, che avrà il coraggio di emettere una sentenza contro la realtà »."
I cittadini possono scegliere se pensare che Silvio Berlusconi sia un analfabeta sociale o se, invece, è un criminale che mette enfasi in affermazioni paranoiche solo perché è stato equiparato ad ogni cittadino Italiano. La Corte Costituzionale, nella decisione in cui dichiara illegittimo il Lodo Alfano, non si è MAI contraddetta con la dichiarazione con cui , cinque anni fa, ha dichiarato illegittimo il Lodo Schifani. Che poi Il Sig. Giorgio Napolitano non conosca l’ABC della Costituzione e i suoi consiglieri siano scelti di conseguenza, o i signori Alfano, Ghedini, Pecorella, ecc. che dovrebbero, dato il loro lavoro, conoscere le sentenze, vogliano far fessi gli italiani, questo è un altro discorso. Ma sono discorsi che vanno dall’incompetenza alle intenzioni criminali.
Cosa ha scritto nella nota ufficiale la Corte Costituzionale nell’abrogare il Lodo Alfano della legge n. 124 del 23 luglio 2008?
Riporto la nota ufficiale della Corte Costituzionale pubblicata dal Corriere della Sera:
La sentenza La nota ufficiale della Consulta La decisione della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano
ROMA - «La Corte costituzionale - si legge nella nota ufficiale diramata dal palazzo della Consulta -, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma».
Tratto da:
http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_07/consulta_comunicato_ufficiale_ec88a5fa-b360-11de-b362-00144f02aabc.shtml
Cosa aveva detto la Corte Costituzionale nell’abrogare il Lodo Schifani della legge n. 140 del 20 giugno 2003?
Si tratta di NOVE argomentazioni con le quali la Corte Costituzionale rigetta le tesi favorevoli al Lodo Schifani arrivando, con la nona motivazione, ad estendere la bocciatura del Lodo rispetto alle richieste dei ricorrenti.
Quando la Corte Costituzionale non contesta le motivazioni, ma le usa affermando, "Per questi motivi la Corte Costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale...", i motivi vanno considerati TUTTI, non solo quelli che convengono a questo o a quel soggetto interessato.
Quando fra i motivi per i quali la Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità del lodo Schifani c’è scritto:
"Secondo il giudice remittente la norma censurata, nello stabilire per i processi suindicati la sospensione automatica, generalizzata e senza prefissione di un termine finale, viola l'art. 3 Cost., anzitutto con riguardo all'art. 112 Cost., che sancisce il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale; in secondo luogo con riferimento agli artt. 68, 90 e 96 Cost., in quanto attribuisce alle persone che ricoprono una delle menzionate alte cariche dello Stato una prerogativa non prevista dalle citate disposizioni della Costituzione, che verrebbero quindi ad essere illegittimamente modificate con legge ordinaria, in violazione anche dell'art. 138 Cost., disposizione questa che il remittente non indica nel dispositivo dell'ordinanza, ma cita in motivazione ed alla quale fa implicito ma chiaro riferimento in tutto l'iter argomentativo del provvedimento; infine viola gli artt. 24, 111 e 117 Cost., perché non consente l'esercizio del diritto di difesa da parte dell'imputato e delle parti civili, in contrasto anche con la Convenzione per la protezione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali."
Sta a significare che la Corte Costituzionale ritiene coerenti le tesi del giudice del ricorso. Sta a significare che per introdurre il principio imposto dal Lodo Schifani è necessario agire secondo l’articolo 138 e CAMBIARE LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA.
Pertanto, sia Alfano, ministro che ha scritto l’azione criminale che va sotto il nome di Lodo Alfano, sia i consiglieri di Giorgio Napolitano che il Sig. Giorgio Napolitano stesso, sia il Presidente del Consiglio, il Sig. Silvio Berlusconi che i suoi avvocati Longo, Pecorella, Ghedini, sia l’avvocato dello Stato Glauco Nori; sapevano benissimo che per introdurre un principio criminale come quello del Lodo Alfano sarebbe stato necessario cambiare la Costituzione trasformando la Repubblica Italiana in uno stato nazista.
Al punto primo delle motivazioni con cui si dichiara illegittimo il Lodo Schifani, la Corte Costituzionale considera che il Lodo Schifani ha violato:
1) Violazione dell’articolo 3 della Costituzione: il principio di uguaglianza di ogni cittadino. La cosa non è stata presa in considerazione né da Alfano, né da Berlusconi, né da Napolitano quando ha firmato il Lodo Alfano, come se tutti i cittadini fossero delle merde rispetto a loro! 2) Violazione dell’articolo 112 della Costituzione: l’obbligatorietà dell’azione penale in presenza di una notizia di reato. Né Alfano,né Berlusconi, né Napolitano, hanno preso in considerazione la questione, come se chi chiede giustizia sia una merda! 3) Violazione dell’articolo 68 della Costituzione: per quanto riguarda i fruitori del Lodo Schifani che vengono "privilegiati" nei confronti di altri membri del Parlamento; gli altri parlamentari sono delle merde! 4) Violazione dell’articolo 90 della Costituzione: col Lodo Schifani compromette le norme dell’articolo che qualifica la processabilità del Capo dello Stato. 5) Violazione dell’articolo 96 della Costituzione: col Lodo Schifani si eliminano tutte le condizioni di processabilità del Presidente del Consiglio previste specificatamente dalla Carta Costituzionale. 6) Violazione dell’articolo 138 della Costituzione: per fare tutte le violazioni di cui sopra si è violato l’articolo 138 della Costituzione che determina tempi e modi per la modifica delle norme Costituzionali; Berlusconi, Alfano, Ghedini, Pecorella, ecc. sapevano benissimo che con il Lodo Alfano stavano commettendo un reato! 7) Violazione dell’articolo 24 della Costituzione: il diritto di tutti i cittadini di agire in giudizio anche contro il Presidente del Consiglio o contro ogni altra persona per garantirsi la giustizia. Il Lodo Schifani non permette il diritto alla difesa dell’imputato, il diritto delle parti civili. 8) Violazione dell’articolo 111 della Costituzione: è stata violata la norma secondo cui la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. 9) Violazione dell’articolo 117 perché la potestà legislativa non è nel rispetto della Costituzione.
In sostanza, il Lodo Schifani era in contrasto anche con la Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Tutti questi elementi vengono fatti propri dalla Corte Costituzionale in relazione alla dichiarazione dell’illegittimità del Lodo Schifani. Nelle conclusioni, nelle motivazioni, la Corte Costituzionale, per non dilungarsi troppo, prende atto che il Lodo Schifani ha preso in considerazione l’articolo 90 e l’articolo 96 della Costituzione, ma conclude affermando che la violazione dell’articolo 3 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali.) e dell’articolo 24 della Costituzione (Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.), è TALMENTE GRAVE E TOTALIZZANTE da " assorbire ogni altro profilo di illegittimità Costituzionale".
La stessa illegittimità Costituzionale è stata rilevata nel Lodo Alfano e censurata come un atto di eversione dell’ordine Costituzionale. Per questo il Lodo Alfano è stato dichiarato illegittimo per violazione dell’articolo 3 e dell’articolo 138 della Costituzione.
Marghera, 11 ottobre 2009
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo P.le Parmesan, 8 30175 – Marghera Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Quando si agisce nella società civile è importante fare del proprio meglio. Ogni azione e ogni decisione deve essere presa come se fosse l'ultima azione che noi facciamo nella nostra vita. Ogni volta che siamo superficiali diventiamo ignoranti rispetto al tempo e alle trasformazioni che avvengono senza che noi ce ne rendiamo conto. Noi non siamo responsabili solo per ciò che facciamo, ma anche per ciò che il nostro fare o non fare produce o induce nel mondo in cui viviamo. Noi siamo parte di un grande gioco, il gioco della vita, che ha la sua gloria solo nel momento in cui muoriamo. La gloria di quel momento non dipende dalle vittorie o dalle sconfitte, ma da come abbiamo condotto il gioco.