Come si usa la scienza in filosofia

Il diverso uso della scienza fra positivisti e materialisti dialettici

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

Un discorso a parte va fatto sull'uso della scienza da parte dei materialisti dialettici in contrapposizione all'uso della scienza che ne fanno i positivisti.

Mentre nei positivisti la scienza dimostra l'oggetto la sua realtà, nel materialismo storico e dialettico la scienza cerca le cause e la realtà dell'oggetto che, comunque, è reale nella percezione dell'individuo. Il materialista dialettico usa la scienza per legittimare o contestare l'assunto dato dall'esperienza e dall'elaborazione soggettiva dei significati; il positivista usa la scienza come una religione di verità che gli fornisce gli assunti e le idee soggettive. Per il positivista il sole girava attorno alla terra fintanto che la scienza non dimostrava il contrario. Peccato che nessuna scienza avesse dimostrato che il sole girava attorno alla terra e dunque, come poteva il positivista avere un'idea su chi girava attorno a cosa nella relazione? Il positivista parla di "primitivi", ma quale scienza ha dimostrato l'esistenza di "primitivi"? Si tratta di una congettura indotta dall'educazione che il positivista assume come "idea naturale". Eppure, tutta l'ideologia positivista parla di "primitivi" di "società primitive" senza aver nessuna dimostrazione che davvero quello sia primitivismo rispetto ad un'origine che il positivismo implicitamente afferma e conferma da cui fa discendere un evoluzionismo verso un immaginario, e non dimostrato, perfezione o elevazione.

Il materialista dialettico, come in Engels, parte da una realtà che ricade sotto i sensi, la struttura familiare ad esempio, e cerca le cause del suo divenuto partendo dalle idee e dagli strumenti del suo tempo. La ricerca scientifica è lo strumento con cui Engels verifica le sue idee. Alcune idee apriori non vengono verificate perché date per scontate dalla cultura in cui Engels vive. Per esempio, Engels non ha ragioni di pensare che gli Irochesi non siano dei "primitivi", ma il concetto di "primitivo" in questo caso è un'idea indotta dal dominio degli occidentali sugli Irochesi. In sostanza, sono inferiori perché dominati da una potenza straniera, non sono inferiori perché primitivi. C'è più l'idea che la non interferenza dell'occidente abbia lasciato queste società com'erano le società europee all'età della pietra e che per questo debbano essere studiate perché forniscono la chiave per capire le trasformazioni nella struttura attuale della famiglia o idee diverse della possibile organizzazione familiare.

Dal momento che Engels deve spiegare perché, secondo lui, la famiglia è direttamente connessa con la proprietà privata e con la nascita dello Stato, usa le ricerche scientifiche per dimostrare l'idea che ha elaborato nella ricerca di contraddizioni che potrebbero smentirla.

Per il suo lavoro, Engels sceglie Morgan. Sceglie la ricerca sul campo di Morgan che ai suoi tempi era la più rispondente ai canoni di realtà oggettiva senza essere, la ricerca di Morgan, suggerita nelle fasi interpretative dai missionari cristiani. Morgan è un avvocato che si era fatto difensore del diritto degli Irochesi ai quali gli occidentali hanno rubato le terre. Vince la causa e gli Irochesi, per ringraziarlo lo invitano a diventare parte della società ed egli studia la società Irochese dall'interno. La studia con un atteggiamento di simpatia e aperto alla comprensione. Non impone le categorie morali cristiane.

Engels immagina che, prima dell'arrivo del cristianesimo, anticamente, le società dovevano essere simili a quella degli Irochesi o, comunque, gli Irochesi erano in grado di fornire alternative alla struttura della sacra famiglia cristiana.

Engels fa un uso strumentale della scienza, come del resto fa Marx quando parla della distruzione dell'uomo e della malattia indotta dal lavoro nelle fabbriche per le condizioni di lavoro. Marx usa i primi studi sul beneficio dei raggi solari in relazione allo sviluppo della crescita dell'individuo e della formazione del calcio nelle ossa.

I problemi da analizzare non sono le scoperte della scienza, ma i problemi che pone la vita: perché la famiglia come oggi la conosciamo? Perché le malattie sui posti di lavoro? La scienza aiuta a cercare le cause descrivendo, ma gli uomini che abitano il mondo sollevano i problemi.

La scienza non spiega nulla in realtà. Scopre fattori concorrenti nella formazione dei fenomeni sociali in maniera progressiva. Il fenomeno, come la malattia sui posti di lavoro, è il risultato di molte cause: la scienza scopre causa dopo causa. Ad ogni scoperta, la scienza dice "Questa è la causa". Rimuoviamo quella causa, dice Marx, se poi la malattia della fabbrica persiste, intanto quella causa è stata rimossa, la scienza cercherà altre cause. Ogni volta che una concausa viene individuata e rimossa, le condizioni di vita migliorano. Tuttavia il problema è reale. Invece, l'approccio positivista consiste nel dire: chi ha detto che è nel lavoro di fabbrica l'origine della malattia, può essere nella costituzione inadeguata dell'uomo. Può essere nella volontà di dio che ha creato l'uomo in quel modo. La scienza non ha dimostrato la causa e dunque la causa non può essere attribuita a questa o a quella condizione pertanto: che continui la situazione fintanto che la scienza non avrà scoperto tutto! E, intanto, le persone muoiono.

Questo diverso uso della ricerca scientifica nell'ambito della sociologia e della filosofia inquinerà l'intera società civile. I positivisti, che prevarranno sui materialisti dialettici, aggrediranno ogni individuo nella società civile chiedendogli di dimostrare scientificamente le sue affermazioni, ma eviteranno di dimostrare le loro partendo dall'assunto che le loro siano "idee naturali".

A questo proposito, scrive Comte nel "Corso di filosofia positiva" p. 1309-1311 ed. Mondadori 2009 sugli elementi del pensiero che conducono la filosofia positiva: :

Ma, al contrario, la sana filosofia, sostituendo ovunque la ricerca delle leggi effettive a quella delle cause essenziali, fonde intimamente le sue più alte speculazioni con le più semplici nozioni popolari, in modo da costituire infine, tranne la sola differenza di grado, una profonda identità mentale che abitualmente non permette più alla classe contemplativa un orgoglioso isolamento dalla massa attiva. Infatti ognuno capisce ormai che si tratta, da una parte e dall'altra, di questioni radicalmente simili, relative alla fine al medesimo oggetto, elaborato con procedimenti analoghi, e sempre accessibili a tutte le intelligenze convenientemente preparate, senza bisogno di una misteriosa iniziazione. Tutto questo trattato concorre naturalmente a dimostrare, da questo punto di vista, in séguito alle conferme più decisive e più varie, che il vero spirito filosofico consiste unicamente in una semplice estensione metodica del buon senso popolare a tutti i soggetti accessibili alla ragione umana, poiché, non si potrebbe dubitare che, in un qualche modo, solo le ispirazioni spontanee della saggezza pratica hanno determinato gradualmente la trasformazione radicale delle antiche abitudini speculative, richiamando tutte le meditazioni umane alla loro vera destinazione e alle condizioni essenziali della loro realtà. Il metodo positivo, come il metodo teologico o metafisica, è necessariamente l'opera continua dell'umanità tutta intera, senza alcun creatore particolare, e i suoi principali caratteri sono già nettamente valutabili fin dalle prime ricerche usuali, dirette verso uno scopo sufficientemente determinato. Prendendo sempre per tipo fondamentale questa saggezza spontanea, costantemente convalidata da successi giornalieri, la sana filosofia si è praticamente limitata a generalizzarla e a sistematizzarla, estendendola convenientemente alle diverse speculazioni astratte, che ha così successivamente rinnovato, sia nella natura delle questioni, sia nel modo di soluzione.

La manipolazione mentale dell'infanzia e le idee sul mondo e sulla vita sono quelle idee "semplici" e "spontanee" da cui parte la filosofia positivista.

E' inevitabile che il percorso di Comte lo porti a costruire una religione di verità. Una religione cristiana in cui la scienza è la verità che svela il mondo all'uomo. Comte prende la mistica religiosa cristiana e attraverso alcune parvenze illuministiche la trasforma in una religione scientista. Elabora un Calendario Positivista e un Catechismo positivista in cui la verità è rivelata dalla scienza: se non lo dice la scienza, la realtà che vivi, non esiste o è falsa.

Dopo Comte seguirà il positivista ebreo Durkheim che cancellerà l'idea religiosa di Comte dal positivismo perché l'idea del dio creatore della bibbia gli è sufficiente per legittimare il suo uso sociale della scienza.

Per questo, l'aberrazione sociale del dio padrone dei cristiani verrà pensata come oggettiva e si chiederà a chi ne nega la realtà di dimostrare scientificamente la sua negazione.

L'autorità, come espressione del dio padrone, nella società civile, sarà esente da doveri e da obblighi e da doveri chiedendo e imponendo, a chi "contesta" l'autorità, di dimostrare la fondatezza delle sue affermazioni accettando, come presupposto, le farneticazioni dell'autorità, che si identifica col dio padrone, come reali, oggettive, legali, non permettendo a nessuno a nessuno di metterne in discussione l'autorità anche quando viola le leggi.

I sociologi positivisti legittimeranno l'orrore nella società civile legittimando il nazismo e la trasformazione dell'uomo in oggetto di possesso. Impediranno agli individui di disporre di sé stessi anche quando la modificazione del sistema giuridico lo imporrebbe.

Questa contrapposizione, che avviene nella seconda metà del 1800 e nei primi decenni del 1900, entrerà nella dimensione della politica sociale allo scopo di frenare, delegittimando e criminalizzando, quei cittadini che si considerano dei soggetti sociali in nome del dominio assoluto del dio padrone.

Invertendo questo metodo d'uso della scienza, i materialisti dialettici come Engels, quando dovrà affermare le sue idee sulla famiglia del suo tempo che, secondo alcuni del suo tempo è riscontrabile nel comportamento animale in quanto la costituzione della famiglia è un comportamento naturale:

E' evidente dunque che le società animali hanno un certo valore per trarre conclusioni retrospettive sulle società umane, ma un valore solo negativo. I vertebrati superiori conoscono, per quel che ne sappiamo, solo due forme di famiglia: poligamia e coppie separate; in entrambe è ammesso un maschio adulto, solo un marito. La gelosia del maschio, insieme legame e limite della famiglia, mette la famiglia animale in antagonismo con l'orda. L'orda, la forma superiore di associazione, diventa qui impossibile, e là si rilassa o, durante il periodo di calore, si dissolve e, nel migliore dei casi, il suo sviluppo progressivo viene ostacolato dalla gelosia dei maschi. Solo questo basta a dimostrare che tra famiglia animale e la società umana primitiva sono cose tra loro incompatibili e che, nello sforzo di sollevarsi dalla ferinità, gli uomini primitivi, o non conobbero la famiglia, o al massimo ne conobbero una che non esiste nel mondo animale. Un animale inerme come era l'uomo che si andava formando, poteva tirare avanti in piccolo numero anche in quell'isolamento, la cui superiore forma sociale è la coppia separata, quale Westermarck, sulla scorta di resoconti di cacciatori, attribuiva al gorilla e allo scimpanzé.

Tratto da Friedrich Engels "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato" Editori Riuniti 1971 pag.62

La scienza diventa uno strumento d'analisi sociale per la verifica delle idee e non uno strumento di verità con cui imporre le idee. Gli uomini hanno delle idee e queste idee le verificano nella vita e la scienza le sperimenta. La scienza, per i materialisti storici e dialettici, non determina le idee dell'uomo. Le può confermare o smentire, ma non le produce.

Quando non si applica questo metodo, come nel positivismo di Durkheim che ritiene reale il dio padrone della bibbia, la scienza diventa uno strumento con cui piegare gli uomini ad idee predeterminate che evitano di cadere sotto la mannaia della critica.

Ancor oggi, la chiesa cattolica impone l'orrore del crocifisso e non si ritiene in dovere di dimostrare la legittimità delle pretese assolutistiche del suo padrone sopra e contro la Costituzione della Repubblica. Ancor oggi, nel 2012, i cristiani devastano la società civile in nome di idee positivistiche che legittimano la proprietà degli uomini da parte del loro dio padrone.

 

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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito.

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Marghera, 02 novembre 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.