Da qualche secolo corrono leggende di relazioni fra chi pratica Stregoneria e gli spiriti, esseri eterei e di sola energia, che si muovono nel mondo.
Spesso assumono le sembianze della cultura che li descrive; demoni o angeli. A volte vengono descritti come forze della Natura.
Torme di preti cristiani e di antropologi raccontano, che gli Sciamani o gli Stregoni li evocano come se fossero un potere da controllare.
C'è una grande confusione nella capacità e nella possibilità dell'Essere Umano di percepire il mondo che lo circonda e l'Essere Umano stesso non si rende conto che per mettere al proprio servizio la propria capacità di percepire il mondo è NECESSARIO AGIRE IN ESSO. La quantità e la qualità della percezione soggettiva del mondo è relativa e circoscritta all'azione e agli intenti che l'Essere Umano, il singolo Essere Umano, mette in atto nel mondo.
La selezione del nostro modo di percepire il mondo viene predisposta dalla madre quando costruisce l'ovulo e selezionata durante la gestazione del feto. La struttura sociale, nella quale nasce il bambino, altro non fa che sovrapporre le proprie peculiarità a quanto la madre ha costruito attraverso sé stessa. Così che ad una uguale educazione si hanno risposte soggettive diverse, come a diversi ambienti educativi si hanno delle risposte soggettive analoghe o simili.
La costruzione del nostro modo di descrivere il mondo in cui viviamo implica l'inibizione o il blocco di tutti gli altri modi attraverso i quali noi potremmo percepire il mondo in cui viviamo e, di fatto, priviamo tutti gli altri modi con cui potremmo percepire il mondo in cui viviamo delle categorie descrittive sufficienti per trasferire tali potenzialità percettive alla nostra ragione.
Spesso i diversi modi di percepire il mondo in cui viviamo sono attivi dentro di noi, ma vivono separati dalla coscienza della nostra ragione. O perché tale percezione avviene con la parte più profonda (antica; emotiva) del nostro cervello o perché i collegamenti neuronali non sono adatti a trasmetterla in quanto, non essendo attivati sistematicamente, non fanno passare il segnale.
Esiste, nella vita degli Esseri Umani, una serie di momenti in cui la coscienza dell'individuo si disgrega per poi riaggregarsi. Ogni sussulto emotivo è un disgregarsi e riaggregarsi della coscienza. Il sognare è il segnale di una diversa organizzazione della coscienza. Febbri, droghe, alcool, digiuni, in molte persone alterano la descrizione del mondo portando la coscienza a pensare un mondo diverso da quello usuale.
Una diversa organizzazione della coscienza razionale implica una diversa descrizione del mondo.
La ragione è intesa come capacità dell'uomo di descrivere il mondo in cui l'uomo vive. Descrivere il mondo attraverso la forma e la quantità. La coscienza si rappresenta nella ragione mediante la forma e la quantità che la ragione attribuisce a quanto percepisce o, meglio, a quanto ha selezionato di descrivere all'interno di quanto l'individuo percepisce.
La ragione non descrive un oggetto in sé, ma procede per analogie, come un giudice che sentenzia su che cosa significano e perché ci sono questo o quell'impulso emotivo. Per la ragione la forma di un oggetto è uguale ad un altro oggetto non tanto perché l'oggetto è uguale, ma perché suscita la stessa qualità di analogie nella sua descrizione del mondo. Poi, l'esperienza, prodotta dalla necessità d'azione dell'individuo nel mondo in cui vive, diversifica gli oggetti in forme e categorie diverse anche quando stimolano nell'individuo la stessa idea.
Il problema indotto da percezioni di forme di realtà diverse da quelle usuali diventano importanti quando l'oggetto descritto rimane confinato nella sfera emotiva e non viene coinvolto in esperienze collettive dell'individuo sottoponendosi a giudizio di altre ragioni. Quando noi leggiamo una favola, gli effetti e le emozioni che la favola suscita in noi restano confinate dentro di noi. Quelle emozioni, una volta richiamate, suscitano in noi delle immagini. Le immagini, evocate da quelle emozioni, sono relative alle nostre esperienze, alle possibilità culturali di rendere in forma e rappresentare la situazione emozionante descritta nella favola. Ne deriva che se cinquanta disegnatori dovessero riprodurre l'afflato emotivo suscitato in loro dalla favola, lo riprodurrebbero in cinquanta modi diversi non solo per le cinquanta esperienze diverse di accumulo culturale ma, soprattutto, per il diverso impatto emotivo che la medesima favola ha avuto su ognuno di loro stimolando la forma in cui la loro esperienza ha chiuso quell'emozione. La favola non cambia; cambiamo gli adattamenti emotivi di chi ascolta e la cultura come capacità di descrivere tali emozioni.
Questa stessa situazione si ripete quando la percezione emotiva della realtà trasmette alla ragione eccitazioni emotive al di fuori della descrizione normale della coscienza come espressa dalla e nella ragione. L'impulso emotivo è paragonabile a quello della favola e si rappresenta nella ragione descritto da oggetti che, nella ragione, richiamano impulsi emotivi simili o che in passato hanno manifestato impulsi simili. Non si presenta alla ragione l'oggetto che stimola l'impulso emotivo, ma si presenta l'impulso emotivo lasciando alla ragione il compito di rappresentare l'oggetto, descrivendolo, nella coscienza.
Gli stessi "sentimenti" sono moti dello "spirito", manifestazione della struttura emotiva dell'individuo che non trovano, nella descrizione della ragione, una risposta negli oggetti descritti. Proprio per questo i sentimenti sono sempre alla ricerca di manifestazioni, azioni, capaci di coinvolgerli e travolgerli. La ricerca di veicolazione del sentimento, specialmente quando diventa spasmodica, attiva nell'individuo capacità di percezione diverse da quelle circoscritte nella forma e nella quantità controllata dalla ragione. La diversa percezione, stimolata da condizioni soggettive diverse (alcool, droghe, ecc.) incontra nel mondo aspetti che la ragione ignora, ma che la ricerca spasmodica del soggetto riversa nella coscienza della ragione fino a travolgerne i limiti razionali. I limiti entro i quali la ragione circoscrive, per poterla controllare, la propria descrizione del mondo.
In quel momento aspetti inusuali del mondo si "aprono" alla percezione dell'individuo favoriti da una diversa predisposizione soggettiva dell'individuo con una violenza che non permette alla ragione di ignorarne le manifestazioni. Così la ragione, per difendersi, mette in campo il proprio IMMAGINARIO. Inizia una dura lotta fra la violenza dell'interiorizzazione soggettiva delle emozioni percepite nel mondo in cui si vive e la ristrutturazione della Coscienza che la ragione mette in atto al fine di salvaguardare l'integrità psico-fisica dell'individuo. Quando quella lotta non porta l'individuo a morire, si arriva sempre ad un compromesso (qualche volta aiutato anche dai psicofarmaci) in cui la ragione permette il travolgimento emotivo dell'individuo al di fuori dell'ambito della propria descrizione del mondo in cambio dell'accettazione, da parte dell'individuo, di descrivere tale diversa percezione con immagini e forme già conosciute o già, in qualche modo, immaginate. Il soggetto non vede, sente, percepisce una realtà "diversa", ma ciò che vede, sente percepisce è il compromesso che fa con la propria ragione affinché questa accolga, in qualche modo nella coscienza gli effetti dei nuovi stimoli.
A questo punto è necessario capire la differenza fra ciò che è il mondo in cui viviamo e ciò che il mondo ci appare o, se preferiamo, quanto descriviamo del mondo in cui viviamo e nella cui descrizione organizziamo le nostre strategie d'esistenza.
Recentemente sono state divulgate delle teorie scientifiche più o meno dimostrate. Dalla presenza della "materia nera" alla massa dell'universo in cui la presenza massiccia di neutrini determinerebbe la quantità di materia dell'universo. Per contro, la scienza, negli ultimi secoli, ha stabilito la presenza di onde radio, onde gravitazionali, onde magnetiche e quant'altro. Ora, tutti questi oggetti, anche se non rientravano sotto i nostri sensi, nel corso di milioni di anni, hanno agito ed interferito con le nostre strategie di adattamento nel mondo in cui siamo nati. L'interferenza non avveniva mediante l'oggetto che noi descrivevamo, ma mediante dei fenomeni, magari manifestati dall'oggetto, che noi trattavamo come oggetti in sé. L'evoluzione delle specie, le strategie di vita dei singoli Esseri della Natura, sono avvenute per milioni di anni ANCHE in risposta a fenomeni provenienti da questi oggetti anche se questi oggetti NON rientravano nel descritto della ragione, ma sono entrati, nel suo pensato, solo di recente. Oggetti sconosciuti hanno agito sull'evoluzione e la trasformazione delle specie pur non essendo definiti e riconosciuti come tali dalle specie. Noi ci siamo adattati al mondo in cui viviamo senza descrivere il mondo in cui viviamo. La nostra ragione non determina la vita, ma la vita è e la ragione è un sottoprodotto, più o meno funzionale, del nostro divenuto nella vita.
Esiste, attorno a noi, un immenso sconosciuto dal quale siamo separati attraverso i confini della ragione, ma che agisce nei nostri confronti e del quale, piaccia o meno, siamo parte e cooperiamo come singoli individui e come specie da centinaia di milioni di anni. Il fatto che noi, come specie, abbiamo ritagliato uno "spazio descrittivo" in quell'immenso, non significa che l'immenso non ci circondi. Il "non conoscere l'azione d'insieme" di quell'immenso non esclude le sollecitazioni di adattamento che quell'immenso invia. Si può negare la descrizione degli oggetti dell'immenso finché la scienza non mette a punto strumenti o formule matematiche per descriverli, ma non si può negare che fuori dalla nostra descrizione "razionale" ci sia un immenso che deve essere esplorato dalla nostra ragione.
Ed è qui che entrano in gioco gli "spiriti".
Già più volte li ho definiti come "Esseri di sola energia vitale", fin dalle prime visioni descritte nel Libro dell'Anticristo.
Cosa sono gli "spiriti"?
Sono Esseri di Energia che si muovono nella Natura. Appartengono ad un ciclo vitale che è estraneo agli Esseri della Natura, ma che con gli Esseri della Natura hanno in comune l'energia della vita. Sono consapevolezze che si nutrono e crescono all'interno di un proprio ciclo vitale.
Che cosa mangiano? Energia! E spesso quell'energia che viene dispersa nell'ambiente anche dagli Esseri della Natura in ogni loro azione e in ogni loro "stato d'animo".
Che relazioni hanno con l'Essere Umano?
Nessuna!
Solo che ad alcuni "spiriti" piace una "certa" qualità di energia dispersa dagli individui in alcune azioni e, in particolare, a quelli che chiamiamo "spiriti neri" piace l'energia dispersa che abbia il sapore della sottomissione, della disperazione.
Questi "spiriti" tendono a favorire le condizioni che procurano loro la qualità di energia di cui si cibano, favorendo negli Esseri Umani la sottomissione, la deferenza, l'obbedienza, il dolore, la sofferenza, il disagio, la povertà fisica e culturale.
Di questo ne ho già parlato in altri scritti, ma in questo scritto mi interessa porre l'accento sul come avviene che questi "spiriti" abbiano il controllo delle persone e su cosa si deve fare per liberarsene.
Questi Esseri di Energia controllano una certa percentuale di persone mediante il controllo della loro sfera emotiva.
Questi Esseri, separati dalla ragione e irrilevanti ai fini psico-fisici dell'esistenza agiscono su un meccanismo psico-emotivo umano del passaggio fra la risposta soggettiva dell'individuo all'emozione che emerge in lui dalla percezione del mondo e la descrizione della ragione di quanto percepito emotivamente dall'individuo. Quando un individuo cade per terra può suscitare l'ilarità dei presenti o la loro disperazione. Lo stesso gesto, a seconda di come si colloca nella percezione dei presenti, induce delle risposte diverse.La stessa "azione" dello "spirito nero" (perché parliamo solo di "spiriti neri" in quanto sono gli unici che hanno un interesse specifico per interferire nelle azioni degli Esseri Umani) può suscitare ilarità fra le persone che esercitano la loro volontà nella loro quotidianità o può alimentare la patologia psichiatrica di sottomissione e disperazione quando agisce su persone addestrate dalle religioni monoteiste a sottomettersi ad una verità o ad un padrone. Non so quali siano i meccanismi cerebrali della nevrosi d'ansia e della depressione, né come droghe e alcool sono in grado di agire su quei meccanismi alterando la percezione dell'individuo; è certo che la descrizione della ragione riveste tutte le emozioni di morte, generate dalla depressione e dalla nevrosi d'ansia, di descrizioni di autodistruzione, di paura, ansia, angoscia o di terrore. La ragione attribuisce immagini e motivazioni a nevrosi d'ansia e a stati depressivi ad elementi esterni all'individuo proiettando nel mondo esterno le immagini con cui riveste e giustifica lo stato di depressione o nevrosi d'ansia. Così, il vestito abbandonato su una sedia in penombra, che per la maggior parte delle persone è solo un'ombra nera, per gli ammalati di nevrosi d'ansia si trasforma in un nemico pronto ad assalirli nel buio.
E' su questo meccanismo che agiscono gli "spiriti neri". Le malattie come la nevrosi d'ansia e la depressione, specialmente quando associate a patologie psichiatriche più gravi, predispongono l'individuo ad essere ricettivo all'azione stimolante degli "spiriti neri" sul suo apparato emotivo. L'azione dello "spirito nero" non agisce rafforzando le condizioni di malattia o inadeguatezza dell'individuo, ma agisce fornendo all'individuo un modello morale e comportamentale che trasforma la sua malattia e le sue condizioni di sofferenza in un modello da imporre alle altre persone. Lo "Spirito nero", come una larva parassita, agisce nell'individuo per trasformare la sua patologia in modello dal quale l'individuo trae forza per continuare a vivere. Non è più l'individuo depresso che subisce le tempeste della vita; ma la depressione diventa un modello comportamentale per la quale l'individuo rivendica rispetto, accettazione e deferenza. Non è più l'individuo che soffre abbattuto dal dolore, ma è l'individuo sofferente che trasforma la sua sofferenza in un modello da imitare. Non è più il poveraccio che soffre, ma è l'eroe sofferente che fa della sofferenza modello che offre alla società. Una società che per rispondere a quel modello deve essere indotta a diventare povera e sofferente. Resta la nevrosi d'ansia e resta la depressione come malattie dell'individuo. Quell'individuo, anche se diffonde il suo modello comportamentale, rimane un ammalato di nevrosi d'ansia o di depressione esattamente come l'eroinomane, anche se diffonde l'eroina costruendo individui che percepiscono il mondo in maniera simile a lui, rimane un drogato e tale percezione è una percezione da drogati.
Il meccanismo cerebrale di "compassione" che spinge ogni individuo ad essere solidale con la propria specie nel proprio mondo, si trasforma nel meccanismo psichico attraverso il quale il malato di nevrosi o di depressione e l'eroinomane tendono a far accettare il proprio stato patologico all'intera società. Quel meccanismo neuronale che ci spinge verso la società degli uomini si trasforma nel meccanismo psichico per imporre alla società degli Esseri Umani il proprio stato patologico come modello a cui gli esseri Umani sono tenuti ad aderire. Paolo di tarso e la Teresa di Calcutta, sono esempi di questa necessità patologica di distruzione delle società civili.
Rimane la malattia che impedisce all'individuo di uscire dal proprio stato inchiodandolo in una condizione"di vivere una situazione penosa d'incertezza, di dipendenza da altri, dominati da un bisogno continuo di rassicurazioni con tratti di prepotenza dovuti agli aspetti immaturi della sua personalità".
Ma la malattia non è più presentata al pubblico come un momento di sofferenza, ma come momento di promozione dell'individuo. Anche se la sofferenza continua in privato, in pubblico, questo individuo promuove la propria malattia come un modello sociale desiderabile (come l'impotenza di Paolo di Tarso che divenne il modello attraverso cui i cristiani aggrediscono la sessualità degli Esseri Umani). Quel modello è promosso, esaltato, enfatizzato e viene trasmesso ad altri Esseri Umani affinché si adeguino. Altre persone sofferenti si aggregano dando forza politica a quel modello che prima viene tollerato e poi imposto all'intera società.
Gli "spiriti neri" si comportano con gli Esseri Umani come gli allevatori di bestiame si comportano con le loro pecore o con le loro galline.
E' l'attività sulla struttura emotiva dello "Spirito nero" il cui scopo non è la distruzione del singolo individuo, ma quello di assicurarsi la fornitura di grandi quantità di energia vitale disperse nell'ambiente da individui sofferenti e sottomessi. L'individuo non risponde superando il suo stato patologico, ma mettendo in atto delle difese per mantenere il suo stato patologico. Una difesa maniacale:
"Fantasia di onnipotenza, accompagnata da euforia, disinibizione, illimitata fiducia in sé stessi per difendersi in modo reattivo dalla depressione, immaginando di aver tutto sotto controllo".
I santi cattolici ci forniscono decine di esempi di persone malate che hanno fatto della malattia un modo per far ammalare l'intera società civile: a maggior gloria del loro dio; degli "spiriti neri". Vedi Padre Pio.
Come si combattono gli "spiriti neri"?
Quando iniziai il mio percorso di Stregoneria li incontrai abbastanza presto sia nel sogno che nelle visioni indotte dal blocco del dialogo interno (immagini mentali). Si frapponevano sempre fra me e le persone che mi circondavano. Ingaggiai spesso delle lotte furibonde nel sognare. Le immagini rappresentavano pugni che non affondavano e sangue che non sortiva nessun effetto. Penso che siano immagini del sognare che si presentano in molte persone quando nella loro quotidianità tentano di liberarsi da legami o impedimenti, più o meno angosciosi, e il sogno, disgregando la coscienza, scioglie progressivamente le tensioni emotive.
Poi, un giorno, scoprii la consapevolezza delle Linee di Tensione. Le forze che legano "gli oggetti del mondo", la loro intelligenza, la loro progettualità, la loro azione negli Esseri e la loro trasformazione attraverso la volontà degli Esseri. Scoprii gli Dèi del mondo e separai i fenomeni che giungevano dagli Dèi dal mio immaginario che proiettavo nel mondo (o almeno da quell'immaginario).
Fu allora che compresi la separazione del mondo degli esseri di Sola Energia dagli esseri della Natura. Sono due vie alla consapevolezza separate che non si incontrano se non per la volontà degli "spiriti neri" di assicurarsi una fonte di cibo: allevare gli esseri Umani come bestiame!
Ma la cosa che scoprii subito dopo furono gli effetti dell'immaginario della ragione!
Gli "spiriti neri" non hanno forza, non hanno quel "potere" che millantano nella loro azione emotiva nella ragione, non hanno interessi se non per la sottomissione e la creazione dell'ansia patologica negli Esseri Umani. Sono piccolissimi, ma le loro peculiarità consentono loro di agire sulla struttura emotiva degli esseri Umani patologicamente malati dai quali riescono ad ottenere delle risposte funzionali ai loro progetti. Così, gli "spiriti neri" non appaiono a costoro per quello che sono, ma per quello che l'individuo patologicamente malato vuole o desidera che siano.
Fu allora che compresi come torme di Stregoni e di Sciamani che mi avevano preceduto avevano sempre confuso, nel loro immaginario, "spiriti" e Déi e non seppero mai separare distintamente gli uni dagli altri chiamando gli Dèi "benigni" e gli "Esseri di sola Energia" maligni proprio perché, gli unici "spiriti" che si interessano agli Esseri Umani, sono gli "spiriti neri".
Combattere gli "spiriti neri" nella percezione diversa dalla percezione quotidiana, nel sognare o in percezione alterata, è la cosa più stupida che ci sia. Gli "spiriti neri" non si combattono. Non abbiamo strumenti per opporci a loro e loro non hanno mitragliatrici con cui ammazzarci.
Gli "spiriti neri" si allontanano agendo nella quotidianità affinché gli Esseri Umani non si sottomettano; superino le loro patologie nevrotiche e depressive, non assumano droghe debilitanti, e affrontino con progetto e determinazione i problemi della loro esistenza che il quotidiano gli presenta loro. Per far questo è necessario che gli Esseri Umani siano attrezzati psicologicamente, culturalmente ed emotivamente. Gli Esseri Umani si possono liberare dall'influenza degli "spiriti neri" da sé stessi (e solo da sé stessi) attraverso la volontà di vita che ogni singolo Essere Umano manifesta. Gli Esseri Umani, attraverso la sottomissione, nutrono gli "spiriti neri" e trovano la giustificazione della sottomissione proprio estendendola (e gestendola per quanto è loro possibile) nel quotidiano degli Esseri Umani. Pertanto, per combattere gli "spiriti neri", è necessario combattere gli effetti della loro azione nella vita quotidiana degli Esseri Umani che attraverso gli "spiriti neri" promuovono sé stessi a modello morale nella società degli Esseri Umani. Gli Esseri Umani non possono sapere quali sono i comportamenti coercitivi rappresentati da modelli indotti dagli "spiriti neri" nella società degli Esseri Umani. Anche perché, il medesimo modello coercitivo, si occulta all'interno di diverse e diversificate esigenze di dominio nelle relazioni sociali, politiche, economiche ecc.
Gli "spiriti neri" temono la volontà di vita degli Esseri della Natura. La volontà di vita porta gli Esseri Umani a disperdere l'energia vitale impiegata nella loro attività col sapore della determinazione e quel sapore, agli "spiriti neri", è indigesto.
Alla fin fine; qual è la suprema MAGIA della STREGONERIA?
E' vivere!
Vivere con emozione!
Vivere con passione!
Vivere con partecipazione!
Vivere con compassione (della stessa passione) le tensioni che attraversano tutti gli Esseri della Natura e della Società civile!
Vivere con partecipazione nella Natura dalla quale siamo germinati e nella quale metteremo il nostro contributo di vita.
Gli Esseri di Sola Energia Vitale che chiamiamo "spiriti" vivono anche in mondi dove non esiste una Natura. Non hanno nulla a che vedere con la coscienza degli Alberi, del Bosco, del Luogo. Si tratta di una via alla Conoscenza separata dalla Natura; una diversa strategia attraverso la quale l'Energia Vitale, la grande Gaia, procede nelle infinite trasformazioni per passare dall'inconsapevolezza alla consapevolezza. Per trasformare tutta la materia dell'universo in un Essere Consapevole ed universale.
Gli "spiriti neri" sono il fondamento delle religioni monoteiste. Gli "spiriti neri" sono il dio dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani. Il loro dio si chiama SOTTOMISSIONE e si ciba dell'energia di morte dispersa nel mondo da coloro che malati e supplici ne invocano la provvidenza.
Non cadete in questa trappola. Quando qualcuno si droga è facile che veda la madonna (basta convolvolo o primule o altre erbe velenose che provocano intossicazione) o il dio dei cristiani che gli parla e gli dica come lui, proprio lui, è il destinatario del suo messaggio che deve diffondere agli altri Esseri Umani. E finalmente il depresso, il nevrotico, avranno una missione, una ragione di vita. Ma non è la "droga" che provoca questa visione, è la sua malattia soggettiva che si esprime attraverso la "droga". Troppo spesso siamo circondati da persone "malate" che nascondono la loro malattia dietro corazze psichiche. Quando queste si rompono, poi, ma solo poi, scopriamo gli sfaceli psichico-emotivi che queste persone vivevano.
Non cadete nella trappola degli "spiriti neri"! Non siate sottomessi!
Marghera 16 settembre 2007
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
La Stregoneria è un cammino. Questo perché la Stregoneria è trasformazione del soggetto che percorre il sentiero. Il sentiero è mutamento dopo mutamento, trasformazione dopo trasformazione. La sequenza delle trasformazioni del soggetto, in ogni istante che si trasforma, forma il cammino dello Stregone. In ogni attimo lo Stregone, come ogni persona, presenta il proprio Potere di Essere che altro non è che quanto ha costruito mediante le sue trasformazioni.