Le Dee vergini del mito
e la verginità degli Esseri Umani

Una visione della vita della Religione Pagana

di Claudio Simeoni

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Verginità e possesso

Atene è figlia del distruttore Efesto e della vergine Atena!

Ad Atene, nell'Agorà, è ben conservata la struttura esterna di un tempio che viene chiamato Teseidon in quanto dedicato a Teseo. Originariamente il tempio non era dedicato a Teseo, ma ad Efesto.

I Greci hanno dimenticato il Mito e non si ricordavano più perché avevano dedicato un tempio ad un dio zoppo.

Solo che Efesto è il potere attraverso il quale l'Essere Natura, Hera, rimescola le carte della vita quando scelte distruttive dei suoi figli (delle specie) danneggiano eccessivamente gli equilibri al suo interno.

La nascita di Efesto fu un'esigenza per l'Essere Natura perché, suo marito, l'Atmosfera, Zeus, fagocitando Meti, aveva calato negli Esseri della Natura, i figli di Hera, L'ARTE DELL'AGGUATO: Atena!

Attraverso l'arte dell'agguato i figli di Hera, scelta dopo scelta, potevano trasformarsi in Dèi e, se una specie prevale eccessivamente, altre specie sono in difficoltà per far nascere gli Dèi dai loro processi di trasformazione.

Così, Efesto, quando esplode, rimescola le carte della vita.

E rimescola la struttura del metallo fondendolo: infatti Efesto è rappresentato come un fabbro, ma sarebbe più corretto chiamarlo "distruttore della forma precedente dalla quale nuove forme emergono".

L'arte dell'agguato, Atena, è una delle tre Dee vergini.

E questo perché nessuno può possedere in maniera esclusiva l'arte dell'agguato, la verità o il principio femminile della vita. Le si possono manifestare, ma non possedere!

Secondo il mito di Apollodoro, un giorno Atena va a farsi costruire delle armi da Efesto. Efesto è eccitato perché Afrodite è assente (Afrodite non è vergine!) e allora si avventa su Atena, la quale fugge inseguita da Efesto. Efesto non può possedere Atena, ma nell'eccitazione eiacula e una goccia di sperma cade sulla gamba di Atena la quale, schifata, si pulisce con un panno di lana. Da quella goccia di sperma caduta sulla gamba nasce Erittonio che sarà il fondatore della città di Atene.

Il Mito ha molte chiavi interpretative.

La ricerca archeologica, recentemente, ne ha aggiunta un'altra.

Gli archeologi si sono chiesti: "Come facevano a Cipro a fondere il rame se non c'è carbone e non c'è abbastanza legna per produrre carbonella?" Per fondere il rame è necessario raggiungere la temperatura di 1080 gradi e senza carbone sembra impossibile. Però la scoperta archeologica di un enorme frantoio nell'isola di Cipro, attorniato da molte fornaci per il bronzo, ha lasciato perplessi i ricercatori che hanno fatto un esperimento. E' stato fatto un fuoco di sterco ed è stato aggiunto, con una canula di fiume, olio d'oliva. Il fuoco ha raggiunto una temperatura sufficiente per fondere il rame. Il segreto della fusione del rame era l'olio d'oliva!

Pertanto, molto probabilmente, quel segreto è l'origine della fondazione di Atene e il figlio Erittonio, nato da una vergine e dal fabbro, altro non è che il mito a fondazione della città di Atene. E allora, gli Ateniesi non scelsero Atena in contrapposizione a Posidone per il dono dell'ulivo in quanto cibo, ma scelsero il dono dell'ulivo in quanto attraverso l'ulivo fondevano il rame, ricavavano il bronzo e fondavano il loro futuro.

Il mito ci racconta come Atene sia nata dall'arte dell'agguato e l'arte dell'agguato è la manifestazione di Atene.

Erittonio è Atene. Atene è figlia dell'arte dell'agguato: Atena! Tutta la sua storia di Atene, la stessa Democrazia è arte dell'agguato che Atene ha portato al mondo e, ancor oggi, non c'è una soluzione migliore per quanto milioni di uomini tendano a screditarne la dignità per i loro interessi. Ma Erittonio è figli anche dello sperma di Efesto, è figlio della disgregazione di precedenti relazioni sociali. Di precedenti società in cui gli equilibri con il mondo che le circondava erano compromessi.

Atene è figlia di una vergine e di un distruttore: il distruttore pone le basi, la vergine il futuro.

Il tempio ad Efesto era il tempio al padre della città!

Poi, quando gli uomini dimenticano, anche il senso dei simboli sparisce!

Però, il simbolo ci permette di ricordare.

Nell'Inno Omerico alla Dea Estia si legge:

Estia, che nell'incantevole Pito custodisci
la sacra casa del signore Apollo. il dio arciere:
dai tuoi riccioli stilla sempre limpido unguento.
Vieni in questa casa, vieni con cuore benevolo
insieme al saggio Zeus: concedi grazia al mio canto.

La questione non è se l'Essere Umano saprà elaborare la propria verità (Estia), ma se avrà la forza dell'Arciere Apollo per manifestarla!

Quando nasce la vergine Atena non usa la sua forza per chiedere agli Esseri Umani di mettersi in ginocchio, ma, dall'Inno Omerico ad Atena:

Comincerò a cantare Pallade Atena, la gloriosa dea
dagli occhi splendenti, ingegnosa, dal cuore inflessibile,
vergine casta, intrepida signora dell'acropoli,
Tritogenia; il saggio Zeus la generò da solo,
dal suo capo venerabile, rivestita già delle armi di guerra
dorate e lucenti. Tutti gli immortali si stupirono
a questa vista: essa balzò fuori rapidamente
dal capo immortale, agitando un giavellotto acuto
davanti a Zeus Egioco. Il vasto Olimpo sussultò
cupamente sotto l'urto della dea dagli occhi splendenti,
la terra emise un grido terribile, il mare si sconvolse,
gonfiandosi con flutti spumanti. Poi d'improvviso le onde
si fermarono, il luminoso figlio di Iperione arrestò
lungamente i veloci cavalli, fino a quando la vergine
Pallade Atena ebbe tolto dalle spalle immortali
le armi divine: né gioì il saggio Zeus.
Così ti saluto, figlia di Zeus Egioco
io canterò te e anche un'altra canzone.

La questione consiste sul come si considera la vita: quali sono i principi etici e morali che manifestiamo? Usiamo la forza per mettere in ginocchio il più debole o la usiamo per dare l'assolto al cielo della conoscenza e della Consapevolezza?

Anche nell'Inno Omerico ad Afrodite si parla delle tre Dèe che non sono sensibili ai doni di Afrodite la Dèa di Cipro, che suscita dolce desiderio negli Dèi e soggioga le razze degli uomini mortali, gli uccelli del cielo e tutte le specie animali che la terra e il mare nutrono in gran coppia.

"Tre sono i cuori che essa non sa piegare né ingannare:
Una è figlia di Zeus Egiogo, Atena dagli occhi splendenti.
A Lei non piacciono le opere dell'Aurea Afrodite:
le sono care le guerre e le opere di Ares,
mischia e battaglie, e ama promuovere splendide imprese.
Per prima insegnò agli artefici che vivono sulla terra
a fabbricare cocchi e carri intarsiati di bronzo,
e ammaestrò le tenere fanciulle dentro le case,
ispirando in cuore a ciascuna lavori magnifici.
E neppure Artemide dalle frecce d'oro, la Dea cacciatrice,
si lascia domare da Afrodite, amica del sorriso.
Infatti le piace colpire con l'arco le fiere sui monti,
ama le cetre le danze e le grida acute,
i boschi ombrosi e le città degli uomini giusti.
Le opere di Afrodite non piacciono neppure a Estia,
la casta fanciulla, che l'accorto Crono generò per prima
e poi per ultima - per volere dell'Egiogo Zeus –
l'augusta Dea ambita da Poseidone e Apollo.
Essa però non volle, anzi oppose un netto rifiuto,
e toccando la testa di Zeus, il padre Egiogo,
fece un solenne giuramento, che si compì pienamente:
di restare per sempre vergine, venerabile fra le Dee.
Invece delle nozze il Padre Zeus le diede un gran privilegio,
ed essa siede nel centro della casa, accogliendo le offerte:
è onorata in tutti i templi degli Dèi,
e presso tutti i mortali è la più venerata fra le Dee.
Questi sono i cuori che Essa non sa piegare né ingannare:
ma nessun altro può sfuggire ad Afrodite
né fra gli Dèi beati né fra gli uomini mortali.

Vergine significa NON ESSERE POSSEDUTI, non essere trasformati in oggetto di possesso.

Gli uomini perdono la loro verginità quando, anziché essere dei soggetti di diritto preferiscono accettare di essere degli oggetti di possesso di un qualche padrone!

Così, come la Verità (Estia) non può essere posseduta, nemmeno il principio femminile della vita, né l'arte dell'agguato (Artemide e Atena), possono diventare oggetto del possesso di qualcuno a discapito di ogni altro Essere della Natura!

Nemmeno la DEMOCRAZIA può essere posseduta, se non quando è stuprata dallo STATO MAFIA. Perché la Democrazia è il gesto manifestato mediante l'agguato che Atene ha portato all'umanità. L'arte dell'agguato, la SIGNORA ATENA, per bocca di Pericle così si pronuncia:

“La nostra costituzione non calca l'orma di leggi straniere. Noi piuttosto siamo ad esempio agli altri senza imitarli. Il suo nome è Democrazia, perché affidiamo la città non ad un'oligarchia, ma ad una più vasta cerchia di cittadini; ma in realtà le sue leggi danno a tutti indistintamente i medesimi diritti nella vita privata; e per quanto riguarda gli onori, ognuno viene scelto secondo la fama che gode, non per appartenere all'uno o all'altro partito a preferenza del valore. Né avviene che la povertà offuschi il prestigio e arresti la carriera di chi può rendere buoni servigi alla città. Libera si svolge la vita politica nella nostra città, e quanto a quel sospettoso inquisire nelle quotidiane abitudini dei concittadini, non ci si irrita col vicino, se anche in qualche cosa si comporta a piacer suo, né lo si rattrista con un dispettoso cipiglio, pur senza colpirlo direttamente. Senza alcuna costrizione nella vita privata, nei rapporti pubblici non trasgrediamo la legge soprattutto per reverenza verso di essa: ubbidendo ai magistrati in carica e alle diverse leggi, specialmente a quante proteggono gli offesi e a quante, senza essere scritte, recano come universale sanzione il disonore.”

Lo stupro di Atena c'è quando, all'onore dello stato democratico si sostituisce lo stato mafia, quello stato in cui l'oligarchia domina mediante la privazione dei cittadini dei loro diritti: DELLA LORO VERGINITA'! Cittadini a cui si chiede di rinunciare ad essere soggetti di diritto, ma di farsi possedere dall'oligarca di turno!

Marghera, 06 ottobre 2007

 

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Claudio Simeoni

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La Stregoneria procede nel mondo per analisi della realtà in cui gli Esseri Umani vivono. Il cristianesimo procede per verità ontologiche da imporre con la violenza alle persone. Quando la verità imposta dal cristianesimo é inadeguata, il cristianesimo procede applicando alla parola immutabile del suo dio padrone il desiderio di dominio come espressione della malattia di delirio narcisistico di dominio dell'uomo sull'uomo.