Le attività sociali della chiesa cattolica
E' difficile che in questo paese si possa affrontare dal punto di vista sociale il problema della pedofilia e della pederastia come viene posto dalla cronaca dei quotidiani.
La chiesa cattolica (non da ultime le offensive dichiarazioni di Buttiglione) tenta di far passare il binomio omosessualità-pedofilia solo per allontanare l'attenzione sulla pedofilia quale prodotto della sua attività nei confronti dei bambini.
Se i "disturbi della differenziazione sessuale" sono ben individuati scientificamente, tanto da poter determinare anche:
Salute di Repubblica del 26 maggio 2005
"Donne e gay "risvegliati" dallo stesso ormone
articolo di Aldo Franco de Rose
Il cervello dei gay, quando viene stimolato dall'odore maschile reagisce allo stesso modo di quello femminile. E' quanto sostiene uno studio pubblicato su "Proceedings of the National Academy of Science". La scoperta, per certi aspetti sensazionale, come suggeriscono gli autori del Karolinska Institute di Stoccolma, porterebbe ad ipotizzare una diversa organizzazione cerebrale degli omosessuali. Infatti alcune aree cerebrali verrebbero stimolate dai "profumi" del maschio e della femmina, che sono un derivato del testosterone presente nel sudore maschile, androstenolo, e di uno steroide simile agli estrogeni presente nell'urina femminile, l'estradione. Secondo i ricercatori questi due elementi rappresenterebbero, rispettivamente, il ferormone prodotto dagli uomini e quello prodotto dalle donne, in grado di agire direttamente sul cervello e stimolare comportamenti di tipo sessuale. Le modificazioni cerebrali prodotte quando si "annusano" i due composti considerati "l'essenza" dell'odore maschile e di quello femminile sono state studiate, mediante la Tomografia ad emissione di positroni (pet) da ricercatori coordinati da Ivanka Savic del Karolinska Institute. Allo studio hanno partecipato volontari uomini – eterosessuali e gay – e donne eterosessuali. I risultati hanno evidenziati che l'ippotalamo femminile e degli omosessuali si attivava in risposta all'androsterolo, mentre l'ippotalamo degli uomini etero veniva "risvegliato" solo dall'estradione. I due odori, inoltre, stimolano prevalentemente le aree ipotalamiche anteriore e la preottica, le zone cerebrali più coinvolte nel controllo del comportamento sessuale. Un dato che rafforza la teoria che i due ormoni costituiscano dei veri e propri ferormoni in grado di influenzare la scelta del partner. Sembra infatti che ciò che le donne indicano come seducente o sgradevole, sicuro o inaffidabile dipenda sopratutto dalle condizioni biologiche e quindi dai ferormoni."
Diversa è la questione che riguarda la pedofilia e la pederastia.
In entrambi i casi non entrano in gioco le "tendenze sessuali", ma entra in gioco la veicolazione, educazionalmente indotta, della sessualità delle persone. La pulsione del possesso come unica possibilità nella quale veicolare la sessualità del soggetto. La pulsione del possesso impone alla persona di soddisfare la propria pulsione sessuale come un atto di dominio nei confronti dell'altro. Un altro che deve essere indifeso, nelle condizioni di non opporsi a quanto subisce e quanto subisce deve essere così violento da soddisfare non la sessualità dell'individuo, ma la pulsione di possesso nella quale l'individuo veicola la sua sessualità.
La pulsione di possesso indotta dal cristianesimo attraverso la violenza educazionale nei bambini elimina quella disposizione psico-neuronale che spinge le persone ad essere parte dell'insieme sociale e a ricevere soddisfazione dalla partecipazione alla costruzione del benessere delle persone che ci stanno attorno e della società nel suo insieme per separarci da essa. L'interesse per il benessere psico-sociale viene sostituito, nell'immaginario del bambino, con "l'amore per Gesù e Maria". Viene sostituito con una "farneticazione allucinatoria" che si impone nella struttura psico-emotiva del bambino annientando la sua tensione psichica di partecipazione alla società in cui vive. Un bambino così manipolato incontra il piacere sociale solo nel momento in cui incontra "l'amore per Gesù e Maria" nelle altre persone, nella società. Quando non lo incontra vive le relazioni sociali con conflittualità: la società civile, la famiglia, le persone che gli sono attorno sono le nemiche che non vogliono mettersi in ginocchio davanti a "Gesù e Maria". Tutta la vita del bambino educato dai cattolici è una serie di mettersi in ginocchio o di costringere a mettersi in ginocchio le altre persone. La manipolazione che ha subito non può essere giustificata mediante la ragione. Ha giustificazione soltanto nella sua struttura psico-emotiva, nella sua soggettività e cozza contro la realtà civile e sociale nella quale quel bambino, da adulto, si troverà a vivere. Così non potrà discutere con le altre persone della sua "fede", ma sarà costretto ad imporre l'accettazione della sua "fede" mediante un gioco di violenza sociale nel quale eserciterà la violenza nei confronti delle persone più deboli (riproducendo la pulsione di possesso in altri bambini nei confronti dei quali reciterà il ruolo di Maria, Gesù o il Buon Pastore che li guida). Quando socialmente non si riterrà sufficiente forte per imporre l'accettazione del proprio "credere" mediante la violenza esplicita, questa si esprimerà in atteggiamenti ambigui, equivoci, infidi, malfidati e subdoli. Strategie di "circonvenzione" mascherate da disponibilità e da "carità" sociale (dice Paolo di Tarso "Fai la carità ai tuoi nemici, così accumulerai carboni accesi su di essi! Che deve essere letta: "Ama i tuoi nemici, così accumulerai carboni accesi su di essi!"). La distruzione della società civile e dei legami psico-emotivi che legano gli individui fra di loro è messa in atto dai cattolici mediante strategie con cui ingannano, insidiano, plagiano, raggirano, i bambini e le bambine per sottometterle "all'amore di Gesù e di Maria" e separare le loro tensioni emotive dalla società civile.
Solo quando la separazione fra bambino e società civile è avvenuta, il prete cattolico può violentare il bambino e la bambina. Soltanto quando la società civile ha rinunciato a proteggere i propri cittadini questi possono diventare bestiame del gregge che il prete violenza, sia negli orfanotrofi, che nelle case di ricovero, che nei seminari, sia nell'uso delle famiglie con gravi disagi sociali. I bambini poveri, indifesi, quei bambini che la chiesa cattolica ha imposto alla società civile di trasformare in bestiame emarginato sono l'oggetto d'uso del prete cattolico. Sia per le sue pulsioni sessuali che come mezzo di ricatto all'intera società.
Ciò che è successo nella parrocchia di Firenze con Lelio Cantini, sono vicende proprie di ogni parrocchia Italiana. La Polizia di Stato, composta da individui educati ad "amare Gesù e Maria" e separati come tanti Gesù dalla società civile, non ritenevano che costringere bambine a subire violenza sessuale da chi affermava di essere Gesù o costringere bambini a diventare a loro volta preti, preti con la violenza, preti che eserciteranno la violenza nei confronti di altri bambini, sia un reato da perseguire penalmente! Questa convinzione, propria nelle persone che come compito hanno quello di preservare la società civile da reati, ha permesso a Lelio Cantini di violentare per decine di anni bambine e bambini DOPO AVERLI COSTRETTI ad "amare Gesù e Maria", separati dalla società civile, incapaci e impossibilitati in quanto stuprati nella loro struttura psichica, di chiedere giustizia come parte della società civile (aprile 2007).
La psicologia parla spesso di individui adulti sessualmente immaturi e incapaci di rapportarsi con altri individui nella società civile tanto da cercare persone indifese su cui manifestare la loro sessualità. In realtà, attraverso l'esercizio della loro sessualità sui bambini ( o la violenza nei confronti delle donne) si manifesta l'esercizio del possesso che la chiesa cattolica ha indotto in loro quand'erano bambini. Un esercizio che richiede, a chi è posseduto, sottomissione sia fisica che psichica: dipendenza. Dipendenza non tanto da chi esercita l'azione sessuale, ma dall'ideologia psichica che l'atto sessuale che manifesta il possesso, giustifica.
Per comprendere la manipolazione biologica e neuronale che un bambino subisce ad opera dell'attività educazionale messa in atto dalla chiesa cattolica, riporto dalle ultime ricerche scientifiche riprese dal giornale La Repubblica del 29 maggio 2007:
"Simili esperimenti hanno due importanti implicazioni. La prima è che la moralità non si riduce soltanto alle decisioni prese dalla gente, ma ha a che vedere altresì con il processo col quale si arriva alla decisione. La seconda, dice Adrian Raine, un neuroscienziato clinico dell'università della California Meridionale, è che la società a questo punto dovrebbe riconsiderare in che termini giudica le persone immorali. Chi è affetto da psicopatia spesso non prova né empatia né rimorso. Senza questa consapevolezza, chi fa affidamento soltanto sul ragionamento pare stentare parecchio a trovare una via d'uscita nelle situazioni nelle quali è implicato il senso morale. In definitiva, "stiamo entrando in aree particolari, che per migliaia di anni abbiamo preferito mantenere avvolte nel misticismo", dice Grafman, neuroscienziato cognitivo a capo dell'Istituto Nazionale per i disturbi neurologici. "Alcune delle questioni non sono soltanto di grande interesse intellettuale, ma sono anche provocatorie, sfidano e mettono alla prova le modalità con le quali noi viviamo la nostra vita. Dobbiamo procedere con molta cautela". Joshua D. Greene, neuroscienziato di Haward e filosofo, ha detto che da molteplici esperimenti parrebbe che la moralità nasca dalle attività cerebrali fondamentali. La moralità, sostiene, non è una funzione cerebrale che si eleva al di sopra dei nostri impulsi. prendere una decisione morale spesso comporta di competere con alcuni sistemi cerebrali che si confrontano per avere la meglio sugli altri. Le decisioni morali semplici – per esempio stabilire se sia giusto o sbagliato uccidere un bambino – sono semplici perché attivano una risposta cerebrale chiara e semplice. Le decisioni morali difficili, invece, attivano molteplici regioni cerebrali, che si scontrano l'una contro l'altra."
Già Freud individuava una situazione di instabilità psichica nei bambini nell'insorgenza della "possessività":
"Per la psicoanalisi la possessività, insorge nella prima infanzia in concomitanza con la fase anale, si esprime nel legame materno dove, oltre alla dipendenza, il bambino manifesta una sostanziale incapacità a reggere le frustrazioni provenienti dalla relazione con la madre, quando questa relazione non ha i tratti dell'esclusività."
Tratto dal dizionario di Psicologia di Galimberti
Questo ci porta a considerare la situazione psichica della dipendenza:
"Modalità relazionale in cui un soggetto si rivolge continuamente agli altri per essere aiutato, guidato, sostenuto. L'individuo dipendente, avendo una scarsa fiducia in sé stesso, fonda la propria autostima sull'approvazione e la rassicurazione altrui ed è incapace di prendere decisioni senza un incoraggiamento esterno."
Tratto dal dizionario di Psicologia di Galimberti
Che nei comportamenti sociali diventa:
"La dipendenza è una categoria che definisce le relazioni di gruppo e di organizzazione nella forma della semplice dipendenza tipica dei sistemi organizzati sul modello della coesione difensiva, della controdipendenza nei sistemi a conflitto istituzionalizzato dove la posizione di ogni individuo è definita in contrapposizione alla posizione degli altri, dell'interdipendenza quando la relazione di gruppo è definita dall'unicità dell'obbiettivo da tutti condiviso."
Tratto dal dizionario di Psicologia di Galimberti
Se Freud scopre che il bambino viene frustrato nel non avere il rapporto esclusivo con la madre; la necessità che si sviluppa nel bambino, indotta dal comportamento della madre, è quella di creare un legame per il quale far dipendere la madre da lui. Legare emotivamente la madre al fine di assicurarsi il proprio sostentamento è una strategia psichica della specie. Il bambino sorridendo alla madre si ammicca la madre, ravviva l'emozione empatica che lega la madre a lui.
La dipendenza costruita mediante la possessività è in risultato di strategie d'esistenza in cui un soggetto, che è nella situazione di dipendere fisicamente ed emotivamente, viene mantenuto in una situazione di dipendenza attraverso strategie "educazionali" che agendo sulla sua struttura emotiva gli impediscono, mediante la paura del dolore psichico coadiuvato da situazioni fisiche, di troncare quel legame di dipendenza. Solo quel legame di dipendenza è in grado di assicurargli quel grado di sicurezza psichica con cui affrontare la propria vita.
La madre rende dipendente il bambino da sé; anziché fungere da stimolo nei confronti del bambino affinché affronti il mondo, è lei che provvede, perché LUI E' INCAPACE! La madre, che vive una situazione oggettiva di "verità", ritiene che il bambino non sia capace o non voglia adeguarsi a quella verità. Il bambino deve adeguarsi al mondo che la madre vive: non è raro incontrare nella cronaca di bambini piccolissimi picchiati perché piangono. Per contro, la costrizione di dipendenza che il bambino impone ad una madre inadeguata, non è raro trovare situazioni di depressione tale nelle madri che i bambini sono gettati da una finestra.
Non per nulla il modello di famiglia che Ratzinger vuole imporre alla società civile è un modello finalizzato alla distruzione psico-emotiva del bambino mediante la funzione (che Ratzinger ritiene debba avere la madre) di imposizione della pulsione di possesso.
Fra i due estremi, madre che getta il figlio dalla finestra e madre che picchia il figlio perché non si adegua ai suoi modelli di "verità" ("lo fa a posta a gettare la minestra per terra anziché usare il cucchiaio" dice una madre, anche se a quell'età il polso non è formato e l'articolazione è imprecisa) ci sono tutte quelle strategie finalizzate a costruire la dipendenza della relazione madre-figlio e figlio-madre. Il meccanismo da cui nasce questa dipendenza, che è stata studiata da Freud con l'insorgere del "complesso di Epicuro", è un meccanismo che non si scioglie col progredire dell'età, ma che viene fissato nella prima infanzia dal cristianesimo (ebraismo) e dal cattolicesimo in Italia.
La dipendenza madre-figlio funzionale alla crescita di quest'ultimo, fissato e funzionale alla crescita della specie, anziché sciogliersi con la crescita e la progressiva indipendenza del figlio dalla madre con l'acquisizione della sua autonomia quale individuo sociale, viene assunta e gestita dalla chiesa cattolica rendendo gli individui dipendenti da fissazioni psico-emotive che impone ai bambini.
Bambini che non maturano in quanto legati dalla dipendenza del credere e chi crede ha la necessità di costruire la dipendenza da sé di chi è più fragile affinché creda.
La dipendenza, imposta dalla chiesa cattolica sui bambini, ha tre direttrici. La prima è il riversamento sul bambino della dipendenza che la madre ha interiorizzato: la madre costruisce il primo strato di dipendenza nel bambino rispetto alla chiesa cattolica; il controllo militare che la chiesa cattolica esercita nell'infanzia mediante il controllo di strutture sociali; il controllo economico che la chiesa cattolica esercita mediante sovvenzioni miliardarie elargite da Stato, Regioni e Comuni al fine di favorire la sua attività di distruzione dell'indipendenza degli individui nella società.
Se l'omosessualità ha un fondamento biologico, la pedofilia e la pederastia sono indotte nel comportamento delle persone dall'educazione cristiana attraverso la violenza con cui si impone ai bambini di veicolare le loro pulsioni sessuali in relazione al mondo in cui vivono obbedendo alla coercizione morale che hanno subito.
Diverso è il discorso del dispiegarsi delle pulsioni, come risposta ad esigenze omosessuali nella società civile. Il cristianesimo manifesta le pulsioni degli omosessuali con le quali costringere la società civile ad adeguarsi mettendo in atto azioni feroci contro le donne e i bambini. Solo che per riuscire nella sua impresa il cristianesimo deve criminalizzare gli omosessuali. Deve criminalizzare il dispiegamento del loro amore nella società civile. La chiesa cattolica deve criminalizzare l'omosessuale, come ha criminalizzato l'ebreo, per difendere la gestione esclusiva di tali pulsioni.
La liberazione dei rapporti omosessuali nella società civile disarmano la chiesa cattolica. Non è più colei che manifesta delle esigenze ai propri fedeli, ma colei che impone comportamenti per soddisfare le proprie pulsioni di dominio e di possesso. Omosessualità e pedofilia-pederastia non hanno nessuna relazione salvo quelle costruite dalla chiesa cattolica (e dai monoteisti in generale) mediante l'imposizione delle fobie sessuali in cui i rapporti non avvengono più fra persone, ma fra oggetti posseduti.
Marghera, 30 giugno 2007
Vedi anche:
3) Il prete cattolico e la sua pratica di terrorismo sociale!
4) Stregoneria e scienza: preghiere e inni!
5) Il catechismo della chiesa cattolica e la manipolazione mentale dei bambini
Il libro si può ordinare all'editore Youcanprint
Le pagine di questo indice che non sono nel primo volume, concorreranno a formare i capitoli del secondo e del terzo volume.
Oppure, fra gli altri anche su:
Cod. ISBN 9788893322034
Gesù di Nazareth: l'infamia umana
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |