Vangelo di Matteo 10, 25-27

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

Claudio Simeoni

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Vangelo di Matteo 10, 25-27

 

Afferma Gesù nel vangelo di Matteo 10, 25-27:

"Se hanno chiamato Beelzebub il capo di casa, quanto più i suoi familiari!
Non li temete, dunque, perché non c'è niente di nascosto che non debba essere rivelato,
e nulla di segreto che non si debba sapere.
Quel che vi dico nelle tenebre, ditelo alla luce del sole;
e quello che vi è stato detto nell'orecchio, predicatelo sui tetti."

"Anche Beelzebub (più correttamente Baalzebub o Baal Sebul), il principe degli Dèi venerato nella città Palestinese di Accaron, pronunciava profezie di guarigione. Nell'Antico Testamento (2Re 1, 2-16), egli viene denominato in senso dispregiativo, "Signore delle mosche" e degradato al rango di demone. Nel nuovo testamento è presentato come capo dei demoni e viene indirettamente citato (Matteo 12, 24) nel passo in cui si dice "scacciare il diavolo in nome di Beelzebub" ovvero "sostituire il male con un altro"."

Tratto da "Enciclopedia delle religioni Garzanti" 1989 (tralasciamo le imprecisioni!)

Baal è il principio maschile della vita.

Ciò che Gesù odia.

Cos'è male per Gesù?

La vita!

La vita che si dispiega nel suo eterno corso verso l'infinito delle trasformazioni.

Il principio maschile della vita è la qualità che modifica la quantità della vita e attiva le trasformazioni nell'immenso mare della Natura.

In una società patriarcale è nobile chiamare Baal il capo di casa: colui che guida la casa fondandone il futuro.

Trasformare la vita in un fatto "demoniaco" serve a Gesù per costringere le persone a sottrarsi alle contraddizioni della vita. Sottrarsi alle contraddizioni della vita significa subire le tempeste della vita; sottomettersi al dolore di essere delle prede supplici in ginocchio davanti ad un dio padrone. Un dio padrone che distrugge la loro vita, ma che le persone sono indotte a pensare come benevolo. Questo è il progetto di Gesù. Sottrarre il principio maschile della vita alla vita stessa per rendere impotente la vita nelle sue trasformazioni.

Inutile dire che i vangeli cristiani manifestano quelle tensioni di omosessualità depravata e repressiva. Quella omosessualità che non si esprime manifestando le proprie pulsioni nella società in cui gli Esseri Umani vivono, ma che, reprimendo sé stessa mediante la coercizione morale, costringono la società a negare la sessualità delle persone per diffondere pulsioni fobiche e distruttive attraverso l'imposizione di dictat morali.

"Baal è tradizionalmente l'esponente più celebre del tipo divino che si designa con il nome di "dio della tempesta", a sottolinearne i legami con i fenomeni atmosferici più grandiosi (pioggia, tuono e fulmine). Sotto questo aspetto egli è affine a divinità come il mesopotamico Enlil, il hurrita Tesup, quindi Zeus e Jupiter. In questa qualità, egli è, per così dire, il regolatore del ciclo naturale, della fertilità e della fecondità, il responsabile degli equilibri tra vita e morte. Sua dimora era il monte Sapanu (il classico Casio), visibile da Ugarit, con la sua cima avvolta dalle nubi. Baal è gratificato da numerosi epiteti e di lui sono note molte manifestazioni particolari. Una prima categoria di epiteti si riferisce appunto con i suoi legami ai fenomeni atmosferici; un'altra serie ne enfatizza invece il carattere ctonio e il ruolo di signore dell'aldilà, leader dei Rapi/auma, i morti antenati ricordati nel mito e onorati nel culto. Si tratta di due aspetti di un'unica complessa ma organica personalità, che esercitò una notevole influenza sulle tradizioni ebraiche relative a yhwh, che assorbì e insieme rigettò vari aspetti della morfologia di Baal. Accanto a queste figure prominenti, agiscono nei miti di Ugarit altri personaggi divini. I due arcinemici di Baal sono Yam ("mare"), pretendente (sconfitto) alla regalità, entità caotica da ridurre alla ragione e Mot, personificazione della Morte, che non gode di un culto effettivo e che uscirà ridimensionato, ma non annientato, dallo scontro con il campione divino."

Tratto da: Storia delle religioni a cura di Giovanni Filoramo ed. La Repubblica

L'aggressione che fa Gesù a Baal è l'aggressione alla vita. E' un'aggressione finalizzata ad ottenere la sottomissione della vita stessa alla sua follia. Una follia che esprime attraverso un delirio da onnipotenza:

"Non li temete, dunque, perché non c'è niente di nascosto che non debba essere rivelato, e nulla di segreto che non si debba sapere."

E' il delirio di onnipotenza di chi annulla la vita e, attraverso l'annullamento della volontà di vivere, la necessità di ricercare la conoscenza e il sapere:

"Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli."

Dal vangelo di Matteo 11, 25

E ancora:

"Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché tu hai nascosto queste cose ai saggi e agl'intelligenti e le hai rivelate ai piccoli."

Dal vangelo di Luca 10, 21

"Tutto quello che voi sapete, è tutto quello che c'è da sapere!" Non cercate la conoscenza, non c'è niente di "nascosto" che mio padre, il signore del cielo e della terra non vi abbia rivelato; non c'è niente che voi dobbiate sapere! Gli adoratori di Baal affermano che il mondo che li circonda è vivo, è pieno di intelligenze e che l'uomo si deve attrezzare per affrontarlo; svelate i segreti che qualcuno tiene nascosti. Solo che i segreti non sono segreti perché sono nascosti, ma sono tali perché le persone non si sono attrezzate per comprenderli. I segreti sono tali per gli uomini proprio perché sono costretti a credere che Gesù e suo padre abbia loro rivelato tutto. E ciò che vuole impedire Gesù non è lo svelamento dei "segreti", ma vuole impedire che le persone si attrezzino per affrontare l'immenso che le circonda. Come farebbero, altrimenti, a sottomettersi all'idea che predicano gli apostoli sull'imminenza della fine del mondo? Per pensare ad un mondo creato; che inizia e che finisce, è necessario pensare ad un mondo elementare, privo di dinamiche interne, muto come il fango col quale i cristiani affermano che sia stato fatto l'uomo. Se il mondo è dinamico e complesso è necessario apprendere, ma non solo apprendere come informazione, ma come conoscenza che costringe l'individuo ad agire nel mondo esercitando la sua volontà. Chi esercita la propria volontà nelle contraddizioni della propria esistenza non è una preda che si arrende al primo predatore che incontra; al primo apostolo che dice che lui e il suo padrone saranno i dominatori del mondo dopo la venuta del "figlio dell'uomo".

Il bisogno di Gesù è la miseria culturale e morale, la stessa che esercita insultando Baal.

E quello, secondo cui non c'è niente di nascosto, eccolo attribuirlo a sé stesso e alla sua "sapienza". Una sapienza che riassume il disprezzo nei confronti della società civile nel:

"Poi rivolto verso i discepoli, disse loro in particolare: "Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete! Perché io vi dico: molti profeti e re desidereranno vedere quello che voi vedete e non lo videro, udire quello che voi udite e non lo udirono."

Tratto dal vangelo di Luca 10, 23-24

Ma che cosa in sostanza?

"Io vi dico in verità: ci sono alcuni, tra i qui presenti, i quali non gusteranno la morte prima di aver visto il regno di Dio."

Tratto dal vangelo di Luca 9, 27

E ancora:

"Il regno dei cieli è vicino."

Tratto dal vangelo di Matteo 10, 7

E, dunque, che senso ha affermare:

"Quel che vi dico nelle tenebre, ditelo alla luce del sole; e quello che vi è stato detto nell'orecchio, predicatelo sui tetti."

Se non che, quello che Gesù andava dicendo nelle tenebre, per non essere sentito e criticato; che diceva sottovoce, affinché nessun dotto o intelligente lo contraddicesse; altro non era che: "Io sono il vostro padrone; questo mondo sta per finire ed io, padrone figlio del dio padrone, arriverò alla destra di mio padre per farla pagare cara a tutti coloro che non hanno voluto mettersi in ginocchio davanti a me." Dicendo questo, lasciava ad intendere l'esistenza di chissà quali segreti, il dio creatore, suo padre, gli aveva rivelato. Così le persone si sottomettevano non soltanto nell'attesa messianica della fine dei loro affanni e dell'avvento del mondo nuovo, ma anche spinte dall'ansia di rivelazioni esoteriche che non sarebbero arrivate mai. Attesa, dopo attesa, ciò che le persone attendevano veramente era la loro morte che affrontavano con inedia intellettuale, noia quotidiana e disperazione.

Come si può riassumere la predicazione di Gesù e degli apostoli se non come disprezzo per la vita finalizzato a soddisfare il loro delirio di onnipotenza?

Delirio di onnipotenza di disperati ridotti a diffondere disperazione fra gli indifesi e i bisognosi per placare la propria sete di disperazione nel loro futuro.

 

Marghera 25.05.2007

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Liberare l'uomo dall'odio

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

C'è qualche cosa di assolutamente malvagio in Gesù. La volontà di distruggere il divenire dell'uomo sottomettendolo ai propri deliri assolutistici. Io sono il tuo padrone, dice Gesù, in quanto figlio del dio padrone e tu uomo devi distruggere il tuo futuro perché io sono la realizzazione del tuo assoluto in questo presente. Per Gesù l'uomo è bestiame senza futuro e lui, negando il futuro dell'uomo, pretende di ergersi a salvatore dell'uomo che ha macellato per i propri deliri assolutistici.