Vai agli ordini di Gesù agli apostoli
Afferma Gesù nel vangelo di Matteo 10, 32- 33:
"Chi pertanto mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; ma chi mi rinnegherà dinanzi agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al padre mio che è nei cieli."
Scrive Martino di Braga in "Contro le superstizioni":
"Ma quando verrà la fine di questo mondo, tutte le genti e ogni uomo che ha origine dai primi due, cioè Adamo ed Eva, tutti risorgeranno, buoni e cattivi; e tutti verranno davanti al tribunale di Cristo e allora quelli che nella loro vita furono fedeli e buoni saranno separati dai cattivi ed entreranno nel regno di Dio con gli angeli santi, e le loro anime, con la propria carne saranno nella pace eterna, non più soggetti alla morte, là dove non ci sarà più né fatica né dolore, né tristezza, né fame, né sete, non più calura né freddo, né tenebra né notte, ma sempre lieti, sazi, nella luce, nella gloria, saranno simili agli angeli di Dio, perché meritano di entrare in quel luogo dal quale precipitò il diavolo con i suoi seguaci. Là resteranno in eterno coloro che furono fedeli a Dio. Quelli poi che rimasero senza fede o non furono battezzati o, se furono battezzati, dopo il battesimo ritornarono agli idoli e agli omicidi o agli adulteri, agli spergiuri e alle altre opere cattive, e morirono senza pentirsi, tutti questi, sorpresi in tale situazione, saranno condannati col diavolo e con tutti i demoni che essi venerarono e di cui compiono le opere e saranno gettati per l'eternità con la loro carne nell'inferno dove c'è per sempre quel fuoco inestinguibile, e quella carne, recuperata con la resurrezione, geme per i tormenti in eterno."
La fine del mondo, la diffusione del terrore per la fine del mondo, sommando l'angoscia del giudizio dopo morti alle angosce che la società impone agli Esseri Umani indifesi, i cristiani diffondono il terrore chiamandolo "dottrina religiosa". Il terrore è l'unico motivo dottrinale manifestato dal cristianesimo.
Dice Gesù: se tu non ti metti in ginocchio davanti a me e non riconosci in me il padrone in quanto figlio del dio padrone, nemmeno io, quando sarò io a dare il giudizio, ti riconoscerò come una persona degna.
Il concetto di Gesù in Matteo è ribadito da Luca:
"Vi dico pure: chiunque mi confesserà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo confesserà davanti agli angeli di Dio; ma colui che mi avrà rinnegato davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio."
Tratto dal vangelo di Luca 12, 8
Vedete quanto potere ho? Ora voi mi trattate come un pezzente che vaneggia in un delirio di onnipotenza, ma quando quel delirio sarà la realtà nella quale voi dovrete vivere, con la mia onnipotenza dovrete fare i conti.
Quanti pazzi hanno vaneggiato in questo modo nel corso della storia: nessuno ha mai sviluppato tanta violenza e tanta aberrazione come Gesù!
Gersenio (Tommaso da Kempis ), nel suo Imitazione di Cristo, ci offre un quadro della patologia psichiatrica che pretende sottomissione al delirio di onnipotenza di Gesù:
"Cristo Figlio, io sono "il signore che consola nel giorno della tribolazione". Quando sei in pena, ricorri a me. Ciò che sopra ogni altra cosa ostacola la consolazione celeste è che troppo tardi ti rivolgi alla preghiera. Infatti, prima di rivolgere a me preghiere insistenti, vai in cerca di moti rimedi e ti conforti nelle cose esteriori. Accade così che tutto questo poco ti giova, finché non comprendi che sono io la salvezza di quanti sperano in me, e che al di fuori di me non c'è efficace aiuto né giovevole consiglio né durevole rimedio. Ora dunque, ripreso coraggio dopo la tempesta, rafforzati nella luce della mia misericordia; io ti sono vicino per restaurare ogni cosa, con misura, non solo pienamente, ma in abbondanza.
C'è forse qualche cosa che sia per me difficile? O somiglierò ad uno che dice e non fa? Dov'è la tua fede? Sii saldo e perseverante; sii longanime e coraggioso. Al momento opportuno, la consolazione verrà a te. Aspettami, aspetta: io verrò e ti guarirò. E' una tentazione quella che ti affligge; una vana paura quella che ti atterrisce. A che serve la preoccupazione di ciò che può accadere in futuro, se non ad accrescere la tristezza? "ad ogni giorno basta la sua pena" Vano e inutile è affliggersi o rallegrarsi per cose future, che forse non verranno mai."
Gersenio (Tommaso da Kempis ), esprime bene il delirio di Gesù.
E' il suo delirio!
Un delirio depressivo che il cristianesimo trasforma in ideologia da sottomissione.
Indubbiamente è molto più facile, oggi, comprendere i meccanismi della patologia psichiatrica alla base della "fede" cristiana che non qualche secolo fa.
La psicanalisi ha individuato delle strategie di difesa messe in atto dagli individui per difendersi dall'ansia e dall'angoscia che viene prodotta in loro qualora si modifichi il loro stato depressivo. Queste persone devono costringere il mondo a considerare elemento oggettivo la loro patologia soggettiva. Altrimenti macellano individui, quando ne hanno la forza; oppure si difendono dall'oggettività che vede in loro la patologia psichiatrica che, loro, chiamano "fede":
Difesa da annullamento:
"Consiste nell'annullamento di pensieri, parole e gesti o azioni. E' ottenuto mettendo in atto pensieri e comportamenti dal significato opposto. Questo tipo di difesa ha un significato espiatorio." (vedi Gersenio).
Difesa maniacale:
"Fantasia di onnipotenza, accompagnata da euforia, disinibizione, illimitata fiducia in sé stessi per difendersi in modo reattivo dalla depressione, immaginando di aver tutto sotto controllo (mania!)" (vedi l'autoidentificazione degli individui con l'onnipotenza di Gesù e il suo intervento nella loro quotidianità e nella determinazione del loro futuro).
Difesa ossessiva:
"Tentativo di difendersi dalla propria ansia mediante rituali e comportamenti meticolosamente controllati allo scopo di costruire una barriera fra sé e le proprie pulsioni (fobia)" (vedi l'uso ossessivo della preghiera).
Lo stato depressivo è caratteristico di età abbastanza avanzata nelle persone. Ed è uno dei motivi per i quali tale stato psicologico, una volta giustificato, viene presentato ai giovani come comportamento religioso al quale si chiede di adeguarsi. In questo modo la depressione si riproduce anche nell'ideologia educazionale sociale, generazione dopo generazione.
"L'equilibrio fra depressione ed euforia è tra i più delicati equilibri psichici. Regolato dai centri nervosi situati alla base del cervello, detto equilibrio è compromesso dalle stimolazioni più varie che vanno dai fattori fisici, chimici, climatici alle esperienze della vita, alla qualità dell'educazione che si è ricevuta, ai fattori ereditari, ai ritmi biologici giornalieri. Distinguere fra fattori ereditari e fattori ambientali è pressoché impossibile, perché genitori tendenzialmente depressi sottopongono i loro figli ad un clima famigliare triste o a un'educazione rigida e colpevolizzante che facilita la futura depressione. [...] Questo spiega perché le forme più frequenti di depressione fanno la loro comparsa dopo l'età media, ma quando diventa più difficile sperare nella vita, perché il futuro è già in parte determinato dalle scelte compiute in precedenza. fasi depressive attraversano la vita di tutti gli uomini come episodi legittimi e comprensibili, dove il soggetto è di solito consapevole di poterle superare da sé. Quando questa consapevolezza vien meno e non è più controllabile, allora lo squilibrio depressivo assume caratteristiche psichiatriche che necessitano di un aiuto esterno."
K. Jaspers scrive:
"Il nucleo della depressione è formato da un'immotivata e profonda tristezza alla quale si aggiunge un'inibizione di tutta l'attività psichica, che coltre ad essere sentita molto dolorosamente in senso soggettivo, è anche constatabile oggettivamente. Tutte le pulsioni istintive sono inibite, il malato non ha voglia di nulla. Da una diminuzione dell'impulso al movimento e all'attività si giunge fino alla completa inattività. Nessuna risoluzione, nessuna attività possono essere intraprese. le associazioni non sono più disponibili. Ai malati non viene più in mente niente, si lagnano della loro memoria completamente sconvolta, sentono la loro incapacità di rendimento, si lamentano della propria insufficienza, dell'insensibilità e del vuoto. Sentono la profonda afflizione come una sensazione nel petto e nell'addome, quasi che si potesse cogliere lì. Nella profonda tristezza, il mondo appare loro come grigio nel grigio, indifferente e sconsolante. Di ogni cosa cercano solo il lato sfavorevole e infelice. Nel passato hanno avuto molte colpe (autorimproveri, idee di colpevolezza), il presente offre loro solo disgrazie (idee di inettitudine), l'avvenire appare loro terrificante (idee di impoverimento)."
In queste condizioni l'ossessione della preghiera viene imposta proprio nella speranza di essere "lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli". E in queste condizioni, pur di continuare a credere, ecco il malato mettere in atto le sue difese dall'ansia.
La preghiera e le strategie di difesa sia con l'annullamento, con la mania che con le fobie, hanno lo scopo di mantenere lo stato depressivo; impedire all'individuo di uscire dalla depressione per affrontare coerentemente la propria esistenza. Il malato depressivo tende a chiudersi nell'ossessione della credenza in Gesù. Non ha altro scopo di vita se non quella difesa.
G. Jervis scrive:
"Nell'identificare in altre persone o in processi sociali le cause delle proprie difficili condizioni, cioè nel passare dalla situazione psicologica della vittima a quella di chi ritiene nuovamente suo diritto di reagire e anche aggredire, questo passaggio non avviene nella depressione. [...] Infatti è specifico della situazione psicologica del depresso non tanto il non riuscire a scorgere delle alternative, quanto piuttosto il non riuscire a scorgere le cause (sociali) di quella situazione di vita dolorosa o deludente che è alla base della depressione. Chi non riesce a scorgere nella società e nella storia il disegno più vasto in cui si iscrive la propria condizione di vita, è portato a chiudersi in sé stesso, e a cercare le cause dentro di sé. Così il depresso non si ritiene tanto colpevole della propria depressione, quanto piuttosto si ritiene colpevole (in quanto individuo isolato) di essersi costruito un'esistenza in cui non crede più. (1975)."
L'effetto depressivo della fede, o la fede come depressione; la fede come patologia psichiatrica è chiara in Gersenio:
"Il discepolo: "Signore, che cos'è l'uomo che tu debba ricordarti di lui? Che cos'è il figlio dell'uomo, che Tu venga a lui?" (sal. 8,5). Quanti meriti ha l'uomo, che Tu gli doni grazia? Signore, di che mi posso lamentare se tu mi abbandoni? Che cosa posso giustamente rivendicare se Tu non mi concedi quello che ti chiedo? Solo questo, in verità, è ciò che posso pensare e dire: Signore, io sono un niente, nulla di buono ho in me da me stesso; manco anzi in ogni cosa e tendo sempre al nulla. se non vengo soccorso da Te e da Te interiormente plasmato, divento tiepido e mi lascio andare.
"Tu, invece, Signore, sei sempre lo stesso e resti in eterno (sal 101, 28-31), sempre buono, giusto, santo, e agisci bene, giustamente e santamente e disponi tutto con sapienza. Io invece, che sono più incline a regredire che ad avanzare, non so mantenermi nella stessa condizione, anzi "sette tempi diversi passano sopra di me". Ma appena tu lo vuoi e mi porgi la tua mano in soccorso, subito tutto va meglio; perché tu soltanto, senza il sostegno umano, puoi aiutarmi e concedermi il dono della fermezza, perché il mio volto non muti continuamente, ma il mio cuore a Te solo si volga e trovi pace."
Gesù, dunque, diffonde la patologia psichiatrica, la fissa nella società civile a maggior gloria della sua divinità.
Gesù macella la struttura psichica degli Esseri Umani strappando loro la speranza di costruire un loro futuro.
Gesù agisce per rendere gli Esseri Umani incapaci di affrontare la loro esistenza.
Riconosci Gesù come il tuo padrone e uccidi te stesso.
Nell'uccidere te stesso sputi su tutti i tuoi antenati; da quando uscirono dal brodo primordiale ogni individuo è la ragione della loro esistenza e ogni individuo ha il dovere di arricchire l'esistenza per donare un futuro a chi verrà dopo di lui.
Gesù è dunque un criminale che sparge patologia psichiatrica fra gli Esseri Umani al fine di nutrirsene: il nutrimento che ottiene dalla sottomissione egli Esseri Umani, Gesù la chiama "gloria"; la sua GLORIA!
N.B.: usato il dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti ed Garzanti
Marghera 25.05.2007
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Liberare l'uomo dall'odio |
C'è qualche cosa di assolutamente malvagio in Gesù. La volontà di distruggere il divenire dell'uomo sottomettendolo ai propri deliri assolutistici. Io sono il tuo padrone, dice Gesù, in quanto figlio del dio padrone e tu uomo devi distruggere il tuo futuro perché io sono la realizzazione del tuo assoluto in questo presente. Per Gesù l'uomo è bestiame senza futuro e lui, negando il futuro dell'uomo, pretende di ergersi a salvatore dell'uomo che ha macellato per i propri deliri assolutistici.