Cod. ISBN 9788827811764
La Teoria della Filosofia Aperta: sesto volume
Filosofia Aperta - seconda parte (del volume)
Le leggi che governano le relazioni emotive sono leggi che chiunque costruisce delle relazioni emotive deve studiare e conoscere.
Le leggi che governano le relazioni emotive fra gli Esseri Umani nella società sono leggi che chiunque manifesta le proprie emozioni nella società deve studiare e conoscere.
Le leggi che governano le relazioni fra gli Dèi e fra gli Dèi e gli Esseri Umani sono leggi che chiunque costruisce le relazioni fra gli Dèi e gli Esseri Umani deve studiare e conoscere.
Oggi siamo impegnati a costruire delle relazioni fra gli Esseri Umani; la costruzione delle relazioni fra gli Esseri Umani passano per il crogiolo di Dèi che formano gli Esseri Umani. Costruiamo le relazioni e affrontiamo le contraddizioni usando le armi degli Dèi: le emozioni!
Noi dobbiamo studiare non soltanto le relazioni divine fra gli Esseri Umani, ma anche le leggi specifiche che regolano le relazioni fra gli Dèi, mediante le emozioni, e con gli Dèi, mediante le azioni che vengono compiute.
Nessuno deve ignorare che, qualsiasi azione religiosa facciamo capace di legarci al mondo, se non ne comprendiamo le condizioni effettive, il carattere e i rapporti con le altre cose e gli effetti che provocano nel mondo, non capiremmo le leggi che le governano, non sapremo come affrontarla e non potremo farla bene.
Le relazioni con il mondo iniziano il giorno in cui nasciamo. E' una lotta suprema volta a risolvere, nel corso della crescita e dello sviluppo umano, le contraddizioni fra noi e il mondo in modo da costruire la nostra percezione del mondo in cui viviamo. Se non si comprendono le condizioni effettive dello sviluppo della percezione umana, il suo carattere e i suoi rapporti con le cose divine del mondo non potranno essere in armonia con le leggi universali. Non sapremo come percepire correttamente il mondo e saremo travolti dallo sconosciuto che ci circonda.
La costruzione della percezione, sia essa nei confronti del mondo dei divini che ci circondano o nel mondo delle società umane, oltre ai caratteri propri delle emozioni e delle azioni, si manifesta in condizioni specifiche e peculiari.
La percezione umana oltre che condizioni generali, ha anche condizioni specifiche a seconda delle condizioni nelle quali viene sviluppata.
Se non si comprendono le condizioni specifiche della necessità di percepire correttamente, sarà impossibile agire correttamente nell'insieme e dirigere le emozioni.
Noi dobbiamo studiare le leggi emotive che regolano le relazioni fra gli Dèi; dobbiamo studiare le azioni con le quali le emozioni si manifestano; dobbiamo studiare gli effetti che queste azioni hanno nella società degli uomini e nell'insieme degli Dèi.
Alcuni Pagani hanno un punto di vista errato. Secondo loro sarebbe sufficiente pregare gli Dèi per ottenerne un intervento. Seguono i manuali monoteisti pubblicati nella società e considerano quei manuali monoteisti naturali. Dei modelli da seguire pur sostituendo il dio padrone con tanti dei padroni. Non vedono che quei manuali espongono soltanto l'idea di sottomissione sociale. Se noi dovessimo assumere quel metodo finiremmo per avere tanti déi padroni che ci impongono tante verità alle quali saremmo costretti a conformarci. Questi Pagani, per sostenere il loro punto di vista affermano: "Perché dovremmo rinunciare all'esperienza religiosa dei 2000 anni di monoteismo? In fondo, il monoteismo per imporsi ha assunto molti aspetti delle Antiche Religioni!" Questi Pagani altro non fanno che "tagliare il loro piede per adattarlo alla scarpa".
Essi non comprendono che noi, per costruire la Religione Pagana Politeista dobbiamo tener conto dell'esperienza fatta nel passato e pagata col sangue, ma dobbiamo tener conto dell'esperienza per la quale abbiamo versato il nostro sangue.
Altri Pagani sostengono un altro punto di vista ugualmente errato che abbiamo da tempo confutato. Dicono che per costruire il Paganesimo è sufficiente tener conto dell'esperienza di Gardner, Evola o di Nietzsche oppure del Neoplatonismo, ossia, in sostanza, sarebbe sufficiente attenersi all'esperienza dell'imperatore Giuliano.
Non comprendono che quelle esperienza comprendono dei vissuti personali e delle condizioni sociali diverse da quelle che stiamo affrontando. Se noi dovessimo ripeterle non saremmo dei Pagani, ma una brutta copia del passato. Per giustificare il loro punto di vista affermano: "Evola, Nietzsche e Giuliano, sono stati dei grandi!" E non si avvedono che "essere stati" non significa "essere oggi". In questo momento e in questa situazione sociale.
Costoro non comprendono che il Paganesimo fonda il suo pensiero sulla liberazione dell'uomo nel e dal suo presente e che quanto opprimeva le emozioni di Evola, Nietzsche o Plotino, è diverso da ciò che opprime le emozioni e i sentimenti dell'uomo oggi. Diverso è il mondo e diversi sono i divenuti dell'uomo.
Essi non comprendono che noi dobbiamo tener conto delle esperienze dei filosofi che ci hanno preceduto perché hanno costruito frammenti di libertà nel loro presente partecipando a formare il nostro divenuto, ma questo divenuto è fuori dall'esperienza di quei pensatori e noi ne siamo i responsabili. Perché la costruzione del Paganesimo, in questo presente, ha molte caratteristiche inimmaginabili per chi ci ha preceduto.
Altri Pagani, infine, sostengono il punto di vista, ugualmente errato, e anch'esso da noi confutato da lungo tempo, secondo il quale l'esperienza più preziosa sarebbe quella degli Sciamani, degli Induisti, degli Stregoni Africani, dei Taoisti o degli Scintoisti. Secondo questi Pagani, noi, nella costruzione della Religione Pagana Politeista, dovremmo ispirarci a loro. Questi Pagani non comprendono che, pur essendo necessario studiare l'esperienza manifestata dalla filosofia e dai vissuti di queste esperienze, non se ne devono ricalcare le orme poiché le condizioni che quelle esperienze esprimono sono diverse dalle esigenze delle società attuali. Inoltre, l'insegnamento che noi potremmo trarre da quelle esperienze è fortemente deformato dall'intervento dei missionari cristiani che hanno piegato quei principi religiosi alle loro categorie finendo per imporre il monoteismo ad una forma religiosa politeista.
Concludendo, le diverse leggi che governano la costruzione della Religione Pagana Politeista, sono determinate dalle diverse condizioni in cui gli Esseri Umani vivono. Ossia, le leggi variano col variare del tempo, del luogo, del carattere e della cultura sociale in cui gli uomini veicolano le loro tensioni emotive fra sé e gli Dèi.
Marghera 18.09.2008
Il testo è una libera interpretazione di una parte del testo "Problemi strategici della guerra rivoluzionaria in Cina" di Mao Zedong scritto nel 1936 pubblicato nel Primo volume delle Opere Scelte, Casa Editrice in lingue estere, Pechino 1969, da pag. 191
Pagina tradotta in lingua Portoghese
Tradução para o português Primeira parte: O discurso dos construtores da Religião Pagã - as ideias errôneas de Pagãos
Le altre parti relative a questo discorso:
Prima parte: Il Pagano Politeista, la Religione Pagana Politeista e le idee errate dei pagani.
Seconda parte: Cosa significa "fare progressi" nel Paganesimo Politeista?
Quarta parte: L'azione morale nell'insieme sociale del Pagano Politeista.
Quinta parte: L'essere aderenti alla realtà sociale del Pagano Politeista nella costruzione della religione Pagana Politeista.
Sesta parte: La Federazione Pagana e la società del Pagano Politeista.
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Filosofia Aperta - seconda parte (del volume)
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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito. |
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Marghera, 18 settembre 2008 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.