A volte, quando guardo la cronaca politica, i politici sono in grado di sconvolgermi.
Superficiali e inconsapevoli, questi politici vivono in sfere illusorie alle quali il mondo è estraneo e non sono in grado di dialogare con chi li ha eletti. Gli stessi elettori li votano non per i progetti che propongono, ma per le illusioni e le aspettative che gli stessi elettori proiettano su loro.
Come Matteo Renzi è un "destro" che esprime posizioni "fasciste", così i suoi elettori scambiano la forma di apparenza efficientistica come una forma "moderna" di fare politica. Invece è il solito "craxiano", cioè il "fascista" (e col termine fascista intendo dire colui che attribuisce i diritti Costituzionali allo Stato e non ai cittadini. In regime fascista i diritti costituzionali non sono i doveri delle Istituzioni e prerogative dei cittadini ma diritti con cui lo Stato legittima la sua violenza) che ammanta l'apparente efficientismo con affermazioni pseudo-socialiste per ottenere consenso e, nei fatti, privare i cittadini dei loro diritti Costituzionali. Di personaggi del genere la storia della "sinistra" italiana ne è piena, da Massimo Cacciari, a Taradash, da Orsoni a Fistarol, da Casson a Veltroni, da Violante a Cofferati, ecc. Per non parlare del fatto che tutta la destra italiana è piena di individui che "da giovani" si ammantavano di sinistra (pur essendo fascisti) come Bondi, Quagliariello, Capezzone, ecc. Che Matteo Renzi sia andato ad Arcore ad incontrare il suo "padrone", era nelle cose. Del tutto normale da quando ha iniziato il progetto per il quale aveva proposto la sua candidatura a sindaco di Firenze: distruggere il PD per aiutare il suo padrone Berlusconi. Questo è il senso dei rottamatori!
Di esempi del genere ne possiamo fare molti: è il fascino del denaro. Tanto denaro con cui chi ha avuto relazioni mafiose può comperarsi il consenso. Un consenso che qualche volta viene loro offerto con grande facilità in quanto "i servi dei servi sono pronti ad essere servi di un servo". E' una condizione psicologica di dipendenza che viene costruita attraverso il catechismo cristiano e poi confermata e veicolata dai modelli sociali della televisione italiana: non è un caso che tutte le trasmissioni televisive veicolino il modello di vita berlusconiano, il modello di vita della puttana (ricordo che Silvio Berlusconi è una puttana, nel senso che sono le donne che se lo fanno: lui le paga! Il termine "puttana", nel senso dispregiativo, non va attribuito alla donna che si offre, ma a colui che è costretto a pagare le donne. Il disprezzo, per il quale si attribuisce a Berlusconi il termine "puttana", è tale perché la società indica l'incapacità, derivata dalle scelte soggettive, a costruire delle relazioni con le persone se non comperando la relazione pagando, sia in denaro che in posti di potere Istituzionale). Pagare è l'unico modo per le puttane di costruire delle relazioni, dal momento che sono incapaci di veicolare la propria libido in attività astratte, intellettuali. L'altro modo, la violenza, non voglio nemmeno prenderlo in considerazione.
Il primo errore che fanno i politici è quello di considerare il regime in cui vivono, un regime democratico. Un regime democratico da "salvare" da aggressioni alla Costituzione. Effettivamente ci sono queste aggressioni alla Costituzione, ma noi non siamo in un regime democratico, siamo in un regime mafioso. Potrei affermare di essere in un regime fascista, nazista, clericale-cattolico, non intenderei delle cose diverse, ma se vogliamo, come voglio in questo frangente, abbozzare una strategia che apra la società civile verso il futuro, devo chiamarlo con un nome più adatto all'attualità: Stato mafia.
Quand'è che uno Stato si può definire "Stato mafia"?
Quando uno Stato democratico si riserva il diritto o la possibilità di sospendere i diritti Costituzionali ai cittadini qualora veda, nell'esercizio dei diritti Costituzionali, un "pericolo" per il suo potere o il suo dominio nei confronti dei cittadini. Lo Stato mafia, necessita di una Costituzione Democratica che proclami a gran voce i diritti dei cittadini. Lo Stato mafia deve creare nei cittadini l'illusione di "avere" una Costituzione Democratica. Senza questa premessa non abbiamo la possibilità d'esistenza di uno Stato mafia, ma abbiamo regimi che possiamo definire in maniera diversa a seconda degli elementi che li caratterizzano. Lo Stato mafia è riconoscibile dalla possibilità dello Stato di porre il "segreto di Stato" sulle sue azioni. Uno Stato mafia non può esistere se non ha la possibilità di esercitare il proprio potere contro i cittadini e soprattutto contro i diritti Costituzionali dei cittadini. Porre il "segreto di Stato" significa che lo Stato può aggredire i cittadini, torturarli, impedire l'esercizio di parola, espressione, dignità, senza che i cittadini possano esercitare il loro diritto di controllo sullo Stato.
Il segreto di Stato è un atto di terrorismo che lo Stato mette in atto nei confronti dei cittadini.
Come il mafioso ritiene insindacabili le sue azioni, così lo Stato mafia pretende che le sue azioni criminali e distruttive (se non lo fossero non avrebbe bisogno di porre il segreto di Stato) non possano essere analizzate, giudicate e processate, dai cittadini. In altre parole, nello Stato Mafia interpreta l'articolo 1, comma secondo della Costituzione della Repubblica solo con il diritto dei cittadini di mettere una croce su un simbolo e non nel diritto (per estensione e per extrema ratio) dei cittadini di usare il fucile contro le Istituzioni che non ottemperino ai doveri imposti loro dalla Costituzione della Repubblica quando ogni altra via è sbarrata. Lo Stato Mafia interpreta le norme Costituzionali in funzione di sé stesso come "capo del mandamento mafioso Italia" e non in funzione di sé stesso come organo di funzionamento della società. Lo Stato mafia ritiene i cittadini al proprio servizio (in occasione di manifestazioni studentesche abbiamo sentito inviti ad andare a studiare e nell'occasione di una protesta a Napoli contro l'arrivo di Silvio Berlusconi, Silvio Berlusconi stesso ha affermato che a quell'età faceva altre cose che non occuparsi della società civile....). lo Stato mafia non ritiene di avere dei doveri nei confronti dei cittadini. Il segreto di stato, caratteristica dello Stato mafia, permette allo Stato di nascondere i delitti che commette contro la Costituzione nell'aggressione costante ai cittadini.
Nello Stato mafia, tutti hanno diritto di parola: meno uno! Quell'uno va perseguito non per mettere in discussione il suo diritto di parola, ma perché il suo parlare mette in pericolo la "sicurezza nazionale".
Dopo diventano: quei due stanno mettendo in pericolo la "sicurezza nazionale". Dopo la sicurezza nazionale diventa la sicurezza delle persone che occupano posti Istituzionali e che non vogliono che sia messa in discussione la loro "libertà" di violare i diritti dei cittadini.
Appunto: lo Stato mafia!
Non vengono rimossi i principi Costituzionali, ma vengono interpretati a seconda degli interessi di questa o di quella Istituzione; di questo o di quel personaggio che nell'Istituzione si ritiene intoccabile o in diritto di aggredire i cittadini. Però, non tutti i cittadini, quelli che lui vuole. Nello Stato mafia hai la libertà, ma non ne devi abusarne. Anzi, devi usare i tuoi diritti per rafforzare le Istituzioni che delinquono contro i cittadini, ma non puoi censurare le Istituzioni che delinquono contro i cittadini. Nello Stato mafia si rende sempre più difficile per i comuni cittadini ricorrere alla giustizia, mentre la giustizia, i magistrati, vengono usati come ricatto e minaccia alle "pretese" dei cittadini di usare le loro prerogative Costituzionali.
Questo è lo Stato in cui viviamo.
Politici di destra e di sinistra (comunque si vogliano collocare) approvano questo Stato. Non mettono in discussione la radice ideologica di queste politiche, questo modo di affrontare le relazioni fra sé, che si considerano Istituzioni al di sopra della legge e i cittadini che devono essere ossequiosi nei loro confronti e che si devono limitare a mettere una crocetta nel giorno delle elezioni. Non deve stupire se i cittadini si sentono prendere in giro e dicono "tanto sono tutti la stessa cosa". Se, invece, i cittadini provano a protestare, i picchiatori armati delle bande della Polizia di Stato si ritengono in diritto di impedire loro di manifestare il loro diritto perché i picchiatori della Polizia di Stato si ritengono al di sopra e al di là della legge. I picchiatori della Polizia di Stato conoscono l'articolo 13 comma 4 della Costituzione, ma se ne sbattono le palle: quando loro ne hanno voglia, torturano i cittadini che, ai loro occhi son solo bestiame che non si mette in ginocchio davanti a loro. Esattamente come il mafioso, capo del mandamento che ammazza e fa sciogliere nell'acido il ragazzino perché qualcuno non ha fatto quello che lui vuole.
In questo Stato mafia i Quagliariello, i Capezzone, i Cacciari, i Fistarol, i Maroni, i Bossi, i Berlusconi, i Matteo Renzi, hanno buon gioco nell'aggredire i cittadini pensando alle Istituzioni come "cosa nostra". In questa situazione si muovono tutti i partiti politici.
Sono incapaci ad uscire dalla situazione.
Chi vince nello Stato Mafia?
Chi ha la possibilità di manipolare i cittadini privandoli della loro capacità di autodeterminazione e di esercitare i diritti di cui all'articolo 1 comma 2 della Costituzione. Vince chi controlla gli organi di informazione sottratti da ogni controllo Costituzionale e sottomessi a Istituzioni che si sono separate dai cittadini. Chi ha la possibilità di mettere in piedi un'aggressione a Marrazzo mantenendo l'impunità e chi, invece deve dimettersi per poche migliaia di euro, come il sindaco di Bologna. Chi può servirsi dei servizi della camorra per riempire di liquami la Campania e, attraverso l'informazione, può attribuirne le responsabilità a coloro a cui è stata sottratta l'autorità per affrontare il problema.
Lo Stato mafia è tale perché i magistrati hanno permesso e voluto che sia uno Stato mafia proteggendone, di volta in volta, gli interessi con delle motivazioni fantasiose.
Inoltre, lo Stato mafia ha un'altra caratteristica che incontriamo nello Stato mafia Italia: le leggi sono violente con gli emarginati che le violano e comprensive e miti per i delitti di devastazione e distruzione della struttura socio-economica dello Stato. La legge non punisce con pene proporzionate il capo Mafioso del mandamento che ha migliaia di conti all'estero, mentre si perseguita chi tenta di fare una "furbata" da poche migliaia di euro.
Marghera, 09 dicembre 2010 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo P.le Parmesan, 8 30175 – Marghera Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
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Quando si agisce nella società civile è importante fare del proprio meglio. Ogni azione e ogni decisione deve essere presa come se fosse l'ultima azione che noi facciamo nella nostra vita. Ogni volta che siamo superficiali diventiamo ignoranti rispetto al tempo e alle trasformazioni che avvengono senza che noi ce ne rendiamo conto. Noi non siamo responsabili solo per ciò che facciamo, ma anche per ciò che il nostro fare o non fare produce o induce nel mondo in cui viviamo. Noi siamo parte di un grande gioco, il gioco della vita, che ha la sua gloria solo nel momento in cui muoriamo. La gloria di quel momento non dipende dalle vittorie o dalle sconfitte, ma da come abbiamo condotto il gioco.