Cod. ISBN 9788891170903
La pagine sono capitolo del libro "Lo Stregone e l'arte della Stregoneria"
E' la tecnica usata dai missionari cristiani in accordo con i bombardieri e le bombe cristiane che distruggono le società civili.
Cosa dice Howard Gardner a proposito della realtà esterna come tecnica per far cambiare idea?
“Talvolta, accadono degli eventi collettivi che colpiscono numerose persone, e non solo quelle che stanno prendendo in considerazione un cambiamento di rotta. Guerre, uragani, attentati terroristici, depressione economiche potranno costituire alcuni esempi; ma vi sono anche avvenimenti positivi: periodi di pace e prosperità, disponibilità di cure sanitarie che prevenghino le malattie e allunghino la vita, il benefico influsso di un leader, di un gruppo o di un partito politico...”
In questa situazione Gardner cambia i rapporti: non è più il leader che porta le persone a cambiare idea, ma il cambiamento delle condizioni porta al cambiamento del modo di pensare.
Mi ricorda un po’ il movimento ebraico fra il XIX e il XX secolo. Quando era indicato come una razza da combattere, “le sinagoghe di Satana”, gli ebrei militavano nei movimenti di “sinistra” fino a partecipare massicciamente alla Rivoluzione Sovietica; quando, dopo l’olocausto, divennero la nazione Israeliana, sia in quel paese, che nei vari movimenti ebraici occidentali, l’ideologia nazista del superuomo a cui tutti devono inchinarsi, propria della tradizione ebraico-cristiana, prese il sopravvento sui principi di uguaglianza. E’ di questi giorni la partecipazione degli ebrei d’Israele all’attività di “pulizia etnica” in Georgia. La formazione delle idee, sulla vita e sul mondo in cui vivono, degli Esseri Umani è sempre in relazione alle condizioni che loro sono costretti a vivere e per come loro riescono a percepire le modificazioni del mondo in cui vivono. Esiste una capacità di comprensione soggettiva dei fenomeni che si manifestano nel mondo; esiste una percezione dei fenomeni che dal mondo giungono all’individuo; esiste una capacità dell’individuo di selezionare i fenomeni che giungono a lui; e, tutto questo, costituisce la cultura del soggetto che costruisce le relazioni con il mondo in cui vive.
Le idee sulla realtà del mondo e sulle relazioni fra le persone sono formate dall’individuo in funzione della veicolazione delle proprie pulsioni e dei propri bisogni nel mondo. A seconda dell’idea che egli ha del mondo, organizzerà la veicolazione delle tensioni che gli consentono di soddisfare i suoi bisogni e i suoi desideri. Se il terremoto gli incute paura, nonostante non lo subisca, mette in atto delle idee e strategie di protezione dal terremoto. Lo stesso vale per i prodromi di una crisi economica. Quanto investimento emotivo fa la persona sulle notizie che gli giungono dal mondo? Quali relazioni ha la persona fra sé stessa e le trasformazioni che avvengono nel mondo? Qual è la sua valutazione dei fatti? I fatti, per l’individuo qualunque, sono quelli resi noti dalla televisione. Una televisione che impone ai cittadini le dimissioni dalla loro capacità di critica nel presente in cui vivono. Le masse, quelle che vengono manipolate in funzione del voto, vivono, di fatto, una realtà esterna virtuale. Tutti i giorni le donne, che la violenza terrorista definisce “prostitute”, vengono vessate! La foto della prostituta a terra nel comando dei vigili urbani di Parma rende manifesta una realtà. Una realtà fattiva e quotidiana che le persone ignoravano in quanto la realtà, per loro, era quella virtuale: i vigili urbani al servizio dei cittadini! Quando quella foto è stata pubblicata i cittadini, per un attimo, sono usciti dalla realtà virtuale, ma l’informazione nazionale ha provveduto a ricacciarceli giustificando le attività dei vigili urbani di Parma. “fatevi più furbi, non fatevi scoprire quando vessate, torturate o schernite le “prostitute”.”.
La realtà immaginata si è sostituita alla realtà. Le persone immaginano anziché vivere e quell’immaginazione viene alimentate da chi ha interesse che continuino ad immaginare. Così, quando gli USA dettero il via alla devastazione dell’Iraq non immaginavano che altri avrebbero potuto fare lo stesso. Oppure, non immaginavano che quella loro scelta avrebbe interdetto altre scelte in un futuro immediato. Le persone immaginavano che Saddam Hussein avesse armi di distruzione di massa: e appoggiarono l’aggressione USA. La Georgia oggi vive la situazione irachena e gli USA difficilmente potranno chiedere alla Russia un comportamento differente da quello che loro stessi hanno tenuto. Le persone immaginano i Russi invasori; non immaginano i Georgiani che mettono in atto pulizia etnica con l’aiuto degli Israeliani. Alimentare l’immaginazione virtuale per dirigere l’opinione pubblica. In USA nessuno si è opposto alla sistematica violazione dei “diritti umani” messi in atto da Bush quando ha legittimato la tortura, il sequestro di persona e l’esportazione del sequestrato in paesi in cui si pratica la tortura, Guantanamo e le carceri gestite dagli USA in Iraq e in Afganistan. Appare evidente come la richiesta del rispetto dei diritti umani dei paesi occidentali, come l’Italia, gli USA, l’Inghilterra, la Germania e la Francia nei confronti della Cina, India e Russia sono solo atti pretestuosi all’interno di una guerra di propaganda per coprire e giustificare le proprie violazioni. Spesso i paesi occidentali non chiedono a Cina o Russia il “rispetto di diritti umani”, ma di acconsentire ed accettare azione di distruzione ad opera di organizzazioni del terrore messe in atto sul proprio territorio. Ogni scelta fatta da uno stato o dagli eventi naturali è tale da modificare le idee e gli atteggiamenti delle persone, ma questo non è il senso dello scritto di Gardner “Cambiare idee”. Il senso dello scritto di Gardner è: data una realtà esterna che manifesta un avvenimento, catastrofico, come si deve agire per volgere a favore le idee delle masse? L’evento catastrofico incide sulla capacità empatica delle persone predisponendone le tensioni emotive; noi, come posiamo agire per volgere a nostro favore la veicolazione che l’impellenza emotiva genera nelle persone? Dato un avvenimento, come dobbiamo agire affinché la veicolazione emotiva indotta sia trasformata in idee dalle masse? Idee dalle quali le masse fanno derivare le loro scelte e le loro azioni? Una testa un voto: se non possiamo sfruttare il terremoto che ha distrutto la scuola a nostro favore siamo incapaci; come siamo incapaci se non fruttiamo i profughi provenienti dall’Albania piangendo e versando lacrime. Le lacrime a beneficio delle telecamere. Poi le telecamere si spengono, ma nelle masse, quelle che votano, il ricordo e la commozione resta.
L’interpretazione dei fatti, più o meno drammatici che coinvolgono le persone dall’ambiente esterno, vengono interpretati dalle persone con lo stesso criterio col quale le persone scelgono fra coca cola e pepsi cola:
“COCA O PEPSI? Zaltman, ovviamente, non è l'unico a insinuarsi nella mente del consumatore. Nei test di degustazione alla cieca di stampo neuroscientifico, Coca e Pepsi si sono misurate tra loro segnando di fatto un pareggio. In Blink, Gladwell spiega come la Coca-Cola abbia commesso un grave errore usando i dati ottenuti da un primo test, nel quale il prodotto concorrente risultava più gradito alla maggior parte dei consumatori, per modificare la ricetta e creare quel disastro di marketing chiamato New Coke. Eppure, nono-stante un gusto riscuotesse minori preferenze, la Coca-Cola tradizionale rimane la numero 1 fra le bibite al mondo. Ricerche più recenti, pubblicate dopo che il libro di Gladwell era già stato completato, possono aiutarci a capire perché. I ricercatori del Baylor College of Medicine hanno nuovamente chiesto a 67 consumatori di Coca e Pepsi di scegliere la bibita preferita in una degustazione alla cieca, e la scelta è di nuovo caduta sulla Pepsi. Se però si mostrava loro il logo dell'azienda prima di bere, 3 consumatori su 4 passavano a preferire la Coca. I ricercatori hanno analizzato il cervello dei partecipanti durante il test e hanno scoperto che l'etichetta Coca-Cola determinava una grande attività nella parte associata ai ricordi e all'immagine di sé, mentre la Pepsi, pur piacendo di più alla maggior parte dei consumatori, non sollecitava molto questi centri cerebrali preposti al benessere. Lo scorso ottobre, quando è stato pubblicato lo studio in questione, P. Reed Montague, direttore del laboratorio Brown Foundation Human Neuroimaging di Baylor, ha fornito una spiegazione: "L'etichetta della Coca-Cola produce un enorme effetto sull'attività cerebrale relativa al controllo delle azioni, alla capacità di riportare alla memoria i ricordi e l'immagine di sé". La semplice, celebre immagine rossa e bianca riesce a risvegliare l'ippocampo e la corteccia prefrontale dorsolaterale. Il punto focale, spiega Montague, è che "esiste una risposta nel cervello che porta a un effetto comportamentale". E, curiosamente, non ha nulla a che vedere con le preferenze consapevoli.” Tratto da: I trucchi della mente
"NEUROSCIENZE Nuove ricerche indagano sul ruolo dell'inconscio nelle decisioni di ogni giorno: dallo shopping al partner giusto, nelle nostre scelte c'è molto di più di ciò che pensiamo." di Marianne Szegedy-Mszak.
I disastri sociali e i disastri ambientali destrutturano completamente le idee dell’individuo modificando le relazioni fra la sua percezione del mondo e della realtà, che proietta pensando alla formazione del proprio futuro, e le sue possibilità di pensare, formare le sue idee, per agire nel mondo.
Il disastro ambientale e il disastro sociale, a seconda della loro entità, destrutturano il soggetto che li subisce e spinge il soggetto a mettere da parte la sua percezione e le sue idee in attesa di un possibile soccorso.
Nel momento stesso in cui giunge il soccorso che rappresenta una possibilità di futuro, il soggetto si ristruttura. Il suo olfatto si rimette in moto e la sua percezione stimola la ragione a ripensare al futuro accogliendo le idee portate dai soccorritori.
Le idee vengono formulate senza analizzare il soccorritore e i suoi intenti perché i soggetti soccorsi trovano, nell’azione del soccorritore, la soddisfazione delle proprie emozioni che li inducono a soggettivare i soccorritori.
Il cambio delle idee durante un disastro sociale o ambientale passa attraverso l’olfatto che si armonizza con la sensazione.
E ancora di Marianne Szegedy-Mszak:
A parte l'inibizione di fondo che ci impedisce di avvicinarci a qualcuno per annusarlo, l'uomo non è poi tanto diverso dal suo miglior amico. "Un odore non è semplicemente un nome, rappresenta un intero contesto", spiega Dolores Malaspina, psichiatra presso il New York State Psychiatric Institute e il Columbia University Medical Center. Le informazioni olfattive sono "privilegiate", prosegue Dolores Malaspina, perché l'olfatto è l'unico dei nostri cinque sensi a non effettuare una breve sosta nella stazione di cambio del cervello, il talamo, prima di proseguire verso la corteccia prefrontale. L'olfatto non viene mediato, non viene filtrato e colpisce la corteccia prefrontale con un'intensità molto violenta. I ricercatori hanno scoperto che l'odore svolge un ruolo importantissimo nella scelta del partner, anche se non ce ne rendiamo conto. E quando le donne che lavorano in uno stesso ufficio sincronizzano i propri cicli mestruali, accade perché l'inconscia percezione dell'odore scatena il sistema endocrino. I nostri cervelli, prosegue la dottoressa Malaspina, "a cominciare dallo sviluppo fetale, vengono predisposti per dare la precedenza alle percezioni olfattive". Ma che cosa succede se le percezioni olfattive non funzionano correttamente? La dottoressa Malaspina e gli altri ricercatori hanno esaminato il senso dell'olfatto in caso di disturbi emotivi e sono giunti a risultati interessanti. Mentre la schizofrenia viene generalmente considerata come il disturbo delle allucinazioni, di fatto uno dei suoi elementi più disturbanti e immediati è il disagio sociali. Le persone affette da schizofrenia non sembrano in grado di decifrare i messaggi sociali, di gestire i rapporti interpersonali o di prevedere i contesti sociali di un incontro. E se spesso le allucinazioni possono essere tenute sotto controllo con i giusti farmaci, questi altri sintomi sono più difficili da gestire. Le ricerche hanno dimostrato che molti schizofrenici soffrono anche di "menomazioni olfattive clinicamente importanti", fra cui disfunzioni di centri cerebrali come i lobi parietali, la parte del cervello responsabile dell'integrazione dell'output sensoriale che consente di comprendere e contestualizzare i messaggi sociali. Come un odore può suscitare un'immagine immediata di un dato momento o un dato luogo, la mancanza di tale capacità di associazione può privare di un'ancora sociale ed emotiva fondamentale per la vita. "Stiamo imparando che l'olfatto è una finestra spalancata sulla base inconscia della socievolezza e dell'interesse sociale", continua Malaspina. "E c'è un crescente interesse per questo senso, finora dimenticato benché l'avessimo da sempre... sotto il naso!". vedere i concetti? La scena si ripete nelle stanze degli ospedali di tutto il mondo, migliaia di volte al giorno. Un padre, una madre o un figlio con danni cerebrali giace a letto, non del tutto incosciente, non in coma, nello stato che i medici definiscono di "coscienza minima". A volte questi pazienti sono in grado di mormorare il nome di un oggetto o di eseguire un semplice comando. Ma per parenti e amici non sono più la stessa persona. E dato che hanno anche gravi problemi di linguaggio, si dà per scontato che non siano in grado di seguire una conversazione. Ma in un sorprendente studio recentemente pubblicato sulla rivista Neurology, i ricercatori hanno utilizzato le immagini ricavate dalla risonanza magnetica per studiare il cervello di due pazienti in stato di coscienza minima e confrontarli con il cervello di sette individui perfettamente sani, e l'esame ha rivelato che i pazienti in stato di coscienza minima avevano un'attività cerebrale pari alla metà rispetto al campione di confronto. A tutti i soggetti è stato fatto ascoltare un nastro realizzato da un membro della famiglia o da un amico, che raccontava i ricordi più allegri o le esperienze vissute insieme (un paziente ha ascoltato la sorella che raccontava del suo matrimonio e del brindisi che avevano fatto insieme). Il risultato è stato sorprendente: tutti i soggetti hanno mostrato un'analoga attività cerebrale, alcuni con attivazione nella corteccia visiva. "Questo dimostra che esiste una vita della mente che va al di là dell'apparenza", spiega Joseph Fins, responsabile della divisione di etica medica del New York-Presbyterian Hospital-Weill Cornell Medical Center. Ma Fins, che non ha partecipato a questo studio, sottolinea l'emergere anche di questioni di carattere filosofico. "Questo significa forse che hanno visto delle parole? Che hanno visualizzato dei concetti semantici? Questo episodio in qualche modo concettualizza la coscienza?". Come tiene a precisare Zaltman, il linguaggio è solo la rappresentazione più ristretta dei nostri pensieri. Questo studio mostra che il funzionamento del nostro cervello, anche quando è danneggiato, corrisponde perfettamente a quella teoria. Nonostante l'evidenza delle prove che nella vita di tutti i giorni l'inconscio sia la componente prevalente delle nostre scelte, anche un fervente sostenitore delle neuroscienze come Zaltman invita comunque alla cautela: "Credo che non sappiamo ancora quanto la mente agisca per ragioni puramente razionali o per ragioni inconsce, mascherate magari da scelte razionali o da pura intuizione. Diciamo che in entrambi i casi la scelta che ne consegue può essere errata, ma anche perfettamente funzionale". Ed è proprio dall'indagine sulla potente tensione fra i due elementi, il mescolarsi di noto e ignoto, di conscio e inconscio, di quel 5% di consapevolezza e quel 95% di attività mentale sottratta al nostro diretto controllo, che gli scienziati si aspettano le scoperte più importanti.
Tratto da: I trucchi della mente
"NEUROSCIENZE Nuove ricerche indagano sul ruolo dell'inconscio nelle decisioni di ogni giorno: dallo shopping al partner giusto, nelle nostre scelte c'è molto di più di ciò che pensiamo." di Marianne Szegedy-Mszak.
La manipolazione degli individui avviene a monte; nelle loro credenze e nelle loro predilezioni.
I Fenici sacrificano i loro figli in olocausto ai loro Dèi!
L’hanno venduta come propaganda i Romani e la Bibbia; ognuno di loro per diffamare i Fenici. Nessuno ha mai avuto interesse per la verifica. Si raccontavano storie in merito e si usavano storie di terrore assolutamente immaginate come se fossero vere. I cervelli si armonizzavano nella comune credenza e la comune credenza indotta formava le idee, le nuove idee. Le idee funzionali al vincitore che il vinto fagocitava perché in armonia col suo "olfatto". il suo sentire che era diventato il "sentire comune". Che prima dell’arrivo dei cristiani si facessero i sacrifici dei figli, era una credenza imposta dai cristiani che è diventata credenza comune e naturale. Quasi che i cristiani fossero stati i portatori di una civiltà dove prima vigeva la barbarie. Così, raccontare storie antiche intrise di sangue e terrore e sottoporle al giudizio di una morale cristiana incapace di giudicare il suo dio; era del tutto normale. Una normalità che risolveva nell’attività di dio contro i malvagi la risposta ad ogni perché dell’accadimento. Dal terremoto agli uragani; dalle tempeste ai vulcani; tutto era spiegato con la volontà di dio. Come con la volontà del dio padrone era spiegata ogni guerra e ogni decisione dell’autorità.
Si sceglieva dio come risposta con lo stesso meccanismo cerebrale con cui le persone scelgono la coca cola anziché la pepsi cola. Non si chiedono che cosa sia più buono, ma quello che scelgono deve essere necessariamente il più buono. Esattamente come al risposta dell’intervento di dio era necessariamente la verità che rispondeva alla ricerca della causa dell’accadimento.
La crisi economica che sta attraversando l’economia mondiale è una crisi diversa da quelle conosciute negli ultimi due secoli. Non è una crisi da sovrapproduzione e da sottoconsumo, ma è una crisi mondiale di ristrutturazione della produzione e degli strati di popolazione che possono consumare. In Italia, soprattutto, la crisi si riassume nella necessità di costruire una classe di miserabili, di sottoproletari con le caratteristiche dell’emarginazione sociale e l’impossibilità di rimuovere quel tipo di emarginazione. Si tratta di una massa di disperazione costruita attraverso microstorie personali di conflittualità irrisolta. Ci saranno quelle migliaia di persone che non reggono economicamente dopo il divorzio. Ci saranno quelle migliaia di persone che si sono viste privare di fonti di reddito perché guidavano ubriache. Ci sono quelle migliaia di persone che hanno figli handicappati e che hanno avuto altri problemi. Ci sono quelle migliaia di persone che si sono drogate. Ci sono le migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro e non sono riuscite a pagare il mutuo. La quantità è una massa significativa della popolazione, ma le peculiarità personali che hanno indotto quelle persone a diventare massa emarginata impediscono l’aggregazione che può avvenire solo nella riaffermazione dell’emarginazione.
Il potere mediatico si appresta a gestire questa nuova “emergenza” allontanando il sospetto che quest’emergenza sia voluta ed organizzata criminalizzando le persone che sono prossime a diventare le prossime emarginate. La risposta è questa: le cause dell’accadimento nefasto stanno nelle scelte della singola persona. E’ la singola persona l’unica responsabile delle “sfortune” che gli capitano. Le sfortune non sono il prodotto della sequenza delle scelte delle Istituzioni al fine di immiserire la persona, ma sono il prodotto delle scelte della singola persona.
Questa risposta funziona solo se c’è un condizionamento educazionale a monte: ciò che succede non è il risultato di condizioni oggettive alle quali il singolo individuo è stato costretto a rispondere e ad adattarsi, ma sono il frutto della “volontà di dio”, “della malvagità dell’individuo”; “della debolezza dell’individuo”. Si tratta di giocare sul senso di colpa che può essere imposto all’individuo quando nell’individuo manca il senso critico: “scelgo la Pepsi Cola perché mi piace di più!”; “Scelgo la Coca Cola perché la preferisco!”; “E’ davvero possibile che i Fenici con l’alta mortalità infantile di allora uccidessero i loro figli? Che futuro poteva avere quella società?”; “Un dio che si compiace di ammazzare le persone mandando terremoti o uragani; non fa un po’ schifo?”; “Se io come cittadino non ho gli strumenti giuridici per far fronte alla banca che mi vuole pignorare la casa e distruggere le mie condizioni economiche; forse c’è qualche cosa che non va nell’organizzazione sociale!”; “Se i ragazzi hanno solo droga o alcool nel loro futuro; forse nella società c’è qualche cosa che non funziona!”
Il mondo, la realtà, in cui viviamo ci stimola a verificare le nostre idee. Troppo spesso noi non viviamo quella realtà, ma viviamo una realtà virtuale che viene installata in noi mediante il condizionamento educazionale e stimolato mediante l’informazione dei media che costruiscono dei paletti entro i quali le nostre idee possono veicolarsi. Il condizionamento educazionale e i media costruiscono, di fatto, una realtà virtuale che forma la nostra “idea del mondo” nella quale, spesso, irrompono i problemi sotto forma dell’incapacità delle persone di leggere i fenomeni e i segnali provenienti dal mondo. Così si è costretti a vivere momenti drammatici nei quali dobbiamo misurare le idee che abbiamo nei confronti del mondo o della vita oppure, in alternativa, ridurci a diventare dei soggetti di carità: i nuovi emarginati!
L’evento distruttivo è spesso vissuto dalle persone come un “preludio dell’apocalisse”! E’ interpretato come le “gemme del fico” che preannunciano la venuta del figlio del dio padrone con grande potenza sulle nubi, che annulla ogni passato, ogni debito e ogni cosa che ha generato l’angoscia, e apre agli uomini disperati il futuro. Così, quando l’oppressione psichica raggiunge una pressione eccessiva, gli individui sognano una sorta di “fine della realtà presente”. Che può andare dal desiderio di vincere al superenalotto, alla catastrofe capace di rimescolare le carte dei debiti e dei crediti sociali. Così, davanti a Bush, si spera in Obama. Gli statunitensi sperano che Obama rimescoli per loro le carte della vita aprendo per loro un diverso futuro. Forse Obama vincerà le elezioni e forse molti suoi sostenitori cambieranno idea. Non basta un presidente per uscire da un modello economico che ha fatto della dipendenza finanziaria ed economica dal mondo il “modello di vita americano”. Non basta un Obama per rimediare ad una situazione sociale che vede tre milioni di statunitensi detenuti in galera. Ma le masse plaudono: una testa, un voto. Come ieri applaudivano a Bush: una testa, un voto! Cambino le idee, ma queste siano contenute entro i limiti di Obama e Bush.
Marghera 12.08.2008
NOTA: testo parzialmente ritoccato.
Altri capitoli:
1) Premessa e considerazioni generali su come Gardner si pone davanti alla vita!
2) IL RAZIOCINCIO; logica e raziocinio nella manipolazione delle masse elettorali!
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Al viaggiatore non interessa che si parli della meta del suo viaggio. Il viaggiatore pone la sua attenzione in ogni istante del suo viaggio. E' il treno giusto? Il temporale renderà difficoltoso attraversare quel fiume? L'aereo è in grado di reggere quella distanza? Il cavallo è stato ben ferrato? La meta è il punto d'arrivo, ma come ci arriviamo dipende dal come abbiamo viaggiato.