Cod. ISBN 9788891170903
La pagine sono capitolo del libro "Lo Stregone e l'arte della Stregoneria"
Cosa dice Howard Gardner a proposito delle resistenze come tecnica per far cambiare idea?
"Tutti e sei i fattori fin qui identificati possono dare un contributo positivo al tentativo di produrre un cambiamento mentale. Non sarebbe tuttavia realistico pensare che esistono solo fattori agevolanti. nel terzo capitolo intendo infatti presentare il grave paradosso con cui si scontra la possibilità di cambiamento: mentre nei primi anni di vita risulta facile e naturale cambiare orientamento, col passare degli anni il cambiamento di idee diventa sempre più difficile perché, con l'andare del tempo, nell'uomo si sviluppano concezioni robuste e opinioni radicate che oppongono resistenza alle modifiche . Ogni tentativo di capire il fenomeno del cambiamento mentale non può trascurare la forza delle varie resistenze."
A questo proposito, scrive Gardner:
"Descriverei l'atteggiamento mentale del fondamentalista come segue: l'adepto decide spontaneamente di chiudersi a qualunque significativo cambiamento di idea. All'interno del gruppo fondamentalista tutti gli sforzi sono volti a puntellare il sistema di credenze vigenti e a respingere le idee estranee alla dottrina. Oserei perfino sostenere che il fondamentalista sospende volontariamente l'immaginazione: perché, come Chambers ci rammenta della decisione di mettersi a leggere libri anticomunisti, una volta che si sia immaginato che i fatti o le credenze potrebbero essere diversi, si è già sulla strada dell'eresia. David Hartman, filosofo religioso che vive in Israele, esprime l'idea in questi termini: "Una struttura monolitica non crea una mente critica. [...] Dove esiste soltanto un'unica verità rivelata, mai nulla viene messo in discussione, non si genera mai uno spazio di creatività". E' difficile sfuggire ad un ambiente così totalizzante. Eppure in ogni setta c'è sempre un numero significativo di persona – forse addirittura la metà – cresciuti negli ambienti fondamentalisti, che ad un certo punto si distacca da quel modo di pensare. I più inclini ad abbandonare sono di gran lunga gli adolescenti. A differenza dei bambini, che sono prigionieri della realtà materiale in cui si trovano, gli adolescenti imparano ad usare sistemi interpretativi diversi, mutuati dalla politica, dalla scienza, o dalla religione, e molti diventano consapevoli che quello che si presenta come un inno altro non era che uno dei molteplici modi di dare un senso alla realtà. Comprendono inoltre che quel modo di pensare li esclude da alcuni degli aspetti più vivi, eccitanti e significativi dell'esperienza, isolandoli dai più brillanti dei loro pari. Quasi tutti abbiamo bisogno di mantenere un nucleo fondamentale di convinzioni. Ci distinguiamo gli uni dagli altri per il grado di coerenza che esigiamo da esse e la misura della nostra disponibilità a modificarle. E' chiaro che un insieme di convinzioni coeso, e condiviso da tutto l'ambiente che si frequenta, esercita un richiamo molto forte; ma, specie in una società pluralistica, i costi derivanti dalla scelta di escludersi da ogni altra prospettiva sono evidenti. Nel dilemma riguardante l'adesione ad un'idea entrano dunque in gioco le spinte contrastanti del raziocinio, delle resistenze, della risonanza, delle realtà dell'esperienza quotidiana. E' del tutto plausibile che l'affascinante descrizione di un'alettante prospettiva di vita eserciti una forte influenza nel decidere una persona ad adottare e mantenere una visione fondamentalista."
Il problema che Gardner si pone è quello di distruggere le resistenze in merito all'adesione delle persone alle idee imposte.
Il nodo adolescenziale è stato brillantemente risolto con la diffusione dell'eroina e delle droghe fin dalla fine degli anni '60 in Italia dopo essere stato sperimentato nei primi anni '60 negli USA contro le rivendicazioni delle persone di colore.
La resistenza dei gruppi della popolazione alla diffusione delle droghe e dell'eroina in particolare è avvenuta attraverso i vari gruppi "fondamentalisti" che a differenza degli individui massa avevano la capacità di fissare gli intenti del gruppo su obbiettivi rendendo il gruppo poco permeabile alle sollecitazioni e ai richiami esterni.
Gardner usa il termine "fondamentalista" per definire un integralismo ideologico chiuso alla società esterna. Parte dal presupposto che la società esterna, a differenza del gruppo fondamentalista, manifesti una mentalità aperta a contributi diversi. NULLA DI PIU' FALSO. In questo, infatti, sta l'inganno di Gardner. Un sistema sociale, anche quando retto da norme giuridiche democratiche, è sempre un SISTEMA SOCIALE INTEGRALISTA E FONDAMENTALISTA. Un sistema fondamentalista e ideologicamente integralista ha la caratteristiche di imporre il comportamento "democratico" agli altri. Impone il "comportamento democratico" ai più deboli affinché i più deboli non rivendichino diritti e doveri nei suoi confronti, ma il sistema stesso manifesta un integralismo e un fondamentalismo volto a salvaguardare il proprio dominio sia sui membri della società che nei confronti dei gruppi interni od esterni. Non si tratta di fondamentalismo "democratico", ma di fondamentalismo "fascista" giustificato mediante la forma democratica al fine di garantire l'impunità delle Istituzioni o dei membri che gestiscono le Istituzioni dalla violazione delle leggi. Una società è sempre fondamentalista; solo che non tollera idee diverse dall'idea sociale dominante e le persegue chiamandole fondamentaliste. Una società cristiana è disposta ad avere idee diverse su dio, ma non è disposta a tollerare la condanna di dio in quanto tale. In una società cristiana il fondamentalismo da combattere non è "pensare dio in maniera diversa", ma negare dio e il suo diritto al dominio sul mondo. Solo che pensare dio e il suo diritto sul mondo è un'idea fondamentalista; la stessa che Bush aveva a fondamento del suo pensiero e che ha sempre dovuto soffocare. Bush si sentiva dio padrone; si sentiva il fondamentalista spinto alla causa del dio padrone, solo che le condizioni internazionali lo costringevano a soffocare questo suo delirio da onnipotenza. Ci dice Gardner:
"E neppure mostrava un grande potenziale di cambiamento sulle questioni politiche più urgenti: si dava l'impressione che si accontentasse di seguire i consigli della sua cerchia ristretta, ricorrendo, in caso di dubbio, a suo padre, sempre bene informato e campione di moderazione. Tuttavia, nei mesi successivi all'11 settembre, gli osservatori si resero conto che Bush era cambiato. Quando tornò alla Casa Bianca, più tardi in quella stessa giornata, si sentiva investito da una missione: ora egli era il Presidente degli Stati Uniti, e avrebbe fatto tutto ciò che occorreva per distruggere le reti terroristiche e impedire che tali atti si ripetessero. Quel giorno disse ai suoi collaboratori: "Siamo in guerra ragazzi. E' per questo che ci pagano". Era teso e determinato. Divenne molto più informato in fatto di politica estera. Sviluppò rapporti personali con leader i cui nomi fino a quel momento erano stati sconosciuti. I suoi critici capovolsero i precedenti giudizi."
Bush era sempre lo stesso. Ma ora il suo delirio di onnipotenza poteva dispiegarsi. Non era più trattenuto dalla politica e dalla necessità delle relazioni internazionali. Ora poteva sequestrare le persone senza rendere conto a nessuno; bombardare indiscriminatamente; torturare chi voleva giustificando con la sicurezza dal terrorismo. Ora poteva vestire i panni della vittima che macellava il mondo perché aveva subito un torto. Era l'inviato del dio padrone; lui era il dio padrone. Al di sopra e al di là delle leggi e delle regole civili. Chi si opponeva poteva accusarlo di fiancheggiare i terroristi; chi lo criticava diventava a sua volta un terrorista. Si tratta dell'essenza stessa dell'atteggiamento del fondamentalista. L'integralista che Gardner esalta. Già, perché, al di là della propaganda con la quale si vendono ragioni e verità confezionate alle masse che devono votare; il fondamentalismo USA ferito dal fondamentalismo di Al Qaeda ha macellato centinaia di migliaia di Iracheni in un delirio assolutista che ha visto la violazione di ogni norma democratica o sociale. Per macellare gli Iracheni Bush mise in piedi una propaganda martellante sulle "armi di distruzione di massa" che sarebbero state possedute da Saddam. Una grande menzogna al fine di coprire il suo desiderio di genocidio. Una menzogna alla quale le nazioni non seppero rispondere; né vollero rispondere. E così Howard Gardner tesse gli elogi al delirio di onnipotenza di Bush:
"Bush dedicò le sue energie a costruire lo stesso tipo di coalizione che aveva assistito suo padre dieci anni prima nella Guerra del Golfo; condusse una guerra vittoriosa in Afganistan per scacciare dal potere i talebani; continuò a combattere Al Qaeda con tutti i messi – economici, militari e investigativi – a disposizione; dichiarò all'Iraq una guerra multinazionale (benché da ultimo gli si siano opposte diverse importanti nazioni e gran parte della popolazione mondiale); e infine si rivolse all'ONU nei rischiosi mesi dopo la guerra."
Si tratta del solito delirio di onnipotenza in cui un individuo si crede il dio padrone o inviato dal dio padrone per portare la "pace nel mondo" mediante la guerra e lo sterminio. Ci sono voci molto insistenti che circolano secondo le quali l'attacco alle torri gemelle sia stato organizzato da ambienti USA. Non sono convinto di questo, ma penso che gli USA avessero bisogno di un'azione simile per giustificare la loro aggressione al mondo. E' facile supporre che i servizi segreti USA sapessero di azioni di terrorismo sul loro suolo, ma pensassero ad azioni più ridotte da utilizzare come giustificazione a ritorsioni. Molto probabilmente qualcuno ha deciso di "chiudere un occhio". Ma, poi, l'azione è sfuggita loro di mano. Bush appartiene ai fondamentalisti cristiani rinati. Un delirio cristiano che sta attraversando gli USA non più mediato da istanze laiche e che trova la sua espressione nel delirio assoluto di onnipotenza. Un delirio che se da un lato vessa e opprime i suoi stessi cittadini, dall'altro lato pretende che ogni società si apra al suo fondamentalismo permettendo, in essa, l'espressione del suo delirio di onnipotenza.
Gli USA mentre organizzano manifestazioni contro la Cina giustificandole con l'appoggio all'integralismo fondamentalista monarchico del Dalai Lama, dall'altro lato costringono i loro stessi cittadini a soggettivare il fonamentalismo cristiano:
Dal giornale La Repubblica del 13 agosto 2008:
"Uccide il figlio, non diceva "amen"
New York – Aveva lasciato morire di fame e di sete il figlio di 21 mesi perché non diceva "amen" dopo i pasti. E' successo a Baltimora nel 2006, ma solo ora Ria Ramkissoon, una giovane madre di 21 anni, è stata incriminata con l'accusa di omicidio. La tragedia si è consumata nel periodo in cui la donna apparteneva ad una setta religiosa conosciuta con il nome di One Mind Ministries. Oltre a lei, anche altri quattro membri sono stati accusati dell'omicidio del bambino."
Se questo può essere un caso estremo, deve far paura la normalità della manipolazione mentale che i bambini subiscono per condizionare le loro idee sul mondo e sulla vita. Perché stupirsi se il delirio di onnipotenza del fondamentalista cristiano Bush si è dispiegato all'interno del proprio ruolo di leader della maggior potenza mondiale?
Non si tratta di un'azione dall'esterno che ha fatto cambiare loro delle idee nei confronti del mondo, ma una volontà di veicolare le idee che avevano giustificandola con delle azioni che il mondo faceva nei loro confronti. Ed è la lezione di Gardner ai politici. Una lezione che i politici conoscono molto bene: fare delle azioni per condizionare il modo di vedere il mondo di milioni di potenziali elettori. Quando in Italia si stava organizzando i colpi di stato qualcuno organizzò la bomba di Piazza Fontana e subito si indirizzarono le indagini contro gli anarchici ammazzando Pinelli e perseguitando per anni Valpreda con un martellamento mediatico ossessivo che mirava a costruire predisposizioni emotive favorevoli ad un eventuale colpo di stato e, in seconda battuta, ad impedire la realizzazione della Carta Costituzionale. Ci furono reazioni popolari che impedirono i colpi di stato che venivano pensati ed organizzati per molti anni in Italia. La stampa provvide a creare nell'opinione pubblica la convinzione che le reazioni in difesa della Costituzione fossero atti di terrorismo! Dopo allora la diffusione dell'eroina e delle droghe raggiunse una tale popolarità coinvolgendo masse sempre maggiori di giovani. Coinvolsero le persone empaticamente più sensibili alle tensioni sociali finendo per distruggere la capacità critica e ideale delle masse popolari stesse.
Non solo venivano manipolati gli avvenimenti con i quali le persone misuravano le loro idee sul mondo, ma veniva manipolata la percezione che degli avvenimenti ne avevano le persone in modo da indirizzare la formazione delle loro idee. Con la droga si giunse a manipolare la capacità di risposta delle persone alle tensioni che si generavano nella società.
Nel film "L'uomo di Paglia" si raccontava dell'uomo vessato, offeso, denigrato. Un uomo umiliato che non reagisce mai alle offese che gli vengono fatte. Un giorno succede un avvenimento esterno: viene offeso, vessato e umiliato un altro uomo. E lui, per la prima volta, reagisce. Succede in un film. In una storia inventata. Non succede nella realtà. Non si cambia atteggiamento perché si assiste ad un avvenimento; un avvenimento che ci colpisce fa emergere quelle idee che già c'erano dentro di noi e che tenevamo assopite anche se nutrivamo di tensioni e di informazioni. Ma se non c'era entro di noi, nessun avvenimento esterno può far nascere idee diverse né noi possiamo veicolare in un diverso atteggiamento nessuna idea.
Il fondamentalista Bush ha veicolato il fondamentalismo.
Come per Gardner in questo suo libro.
Howard Gardner scrive un libro che ritiene "furbo". "Cambiare idee; l'arte e la scienza della persuasione" in cui l'altro, sia come individuo che come massa, è un puro oggetto; senza intelligenza, personalità, progetto o scopo. E' l'altro che deve cambiare; è l'altro che deve essere convinto; è l'altro l'oggetto della nostra azione dimenticando, in toto, che l'altro sta agendo. L'altro ha delle idee, l'altro giustifica quello che fa e quello che dice. Howard Gardner è solo un partigiano del fascismo che dimentica di vivere in una società articolata tesa verso un futuro che non appartiene agli individui che stanno vivendo ora, ma ai loro figli. A Gardner interessa il dominio della società e ha omesso che il dominio delle idee si ottiene, oggi come oggi, costruendo l'emarginazione delle persone al fine di ottenere l'emarginazione delle loro idee seguendo il principio cristiano: distruggi la persona e avrai distrutto le sue idee. Distruggi la persone a sarai riuscito ad impedire che la società comprenda il valore delle sue idee. Sottolinea i comportamenti incoerenti o immorali della persona e nessuno le presterà ascolto anche se questa persona dovesse essere il novello Socrate, Voltaire, Freud, Marx, Spinosa o Aristotele.
Tutto il libro di Gardner è un'esaltazione del superuomo nazista. Colui che impone le sue idee usando il raziocinio (come se l'altro non ne avesse); usando la ricerca (come se l'altro o gli individui massa non ne facessero); sfruttando la risonanza (come se le emozioni e la percezione emotiva non fosse un patrimonio delle persone); ridefinendo le immagini mentali (come se le persone non ridefinissero continuamente le immagini mentali); l'uso di risorse e ricompense volte ad acquistare le persone e costringerle a cambiare idea (come se non venisse fatto anche con l'uso della tortura); la gestione della realtà esterna e delle resistenze fatte dal superuomo nazista per gestire le masse, le loro idee e guidarle verso il luminoso avvenire o il campo di sterminio.
Il libro è stato scritto da un uomo che non ha mai vissuto. Un uomo che non ha mai dovuto sciacquare le sue idee nel mare della vita e degli avvenimenti quotidiani e, da bravo fondamentalista, è convinto che l'uomo sia creato ad immagine e somiglianza del suo dio padrone.
Come già scriveva Gustave Le Bon in "Psicologia delle folle":
"Ma se analizziamo questi cambiamenti, in apparenza così profondi, che cosa vediamo? In realtà tutto ciò che è contrario alle credenze generali e ai sentimenti della razza non ha che una duratura effimera e il fiume deviato riprende ben presto il suo corso. Le opinioni che non si ricollegano a nessuna credenza generale o ad alcun sentimento di razza, e che dunque non hanno stabilità, sono alla mercé del caso, o meglio, alla mercé dei minimi mutamenti dell'ambiente. Formatesi con l'aiuto della suggestione e del contagio, queste opinioni sono sempre passeggere e nascono e spariscono a volte con la stessa rapidità delle dune di sabbia formate dal vento sulla riva del mare. Ai giorni nostri, la somma delle opinioni mutevoli delle folle è più elevata che mai, e per tre ragioni diverse. La prima è che le antiche credenze, indebolendosi progressivamente, non orientano più come un tempo le opinioni passeggere. lo svanire di opinioni generali lascia il posto ad una folla di opinioni particolari senza passato né avvenire. La seconda ragione è che le folle, incontrando opposizioni sempre minori grazie al loro crescente potere, possono liberamente manifestare una estrema mobilità di idee. La terza ragione sta nella recente diffusione della stampa che senza sosta fa conoscere le opinioni più disparate. Le suggestioni generate da ciascuna di esse sono presto distrutte da suggestioni opposte. Nessuna opinione riesce insomma a radicarsi, e tutte sono votate ad un'esistenza effimera."
Questo scriveva Gustave Le Bon nel 1895 individuando la relazione fra il credere emotivo e l'opinione come espressione contingente. Ciò che Le Bon non colse fu che proprio in questa frammentarietà di opinioni stava il segreto della costruzione delle opinioni. La stampa, vissuta da Le Bon come struttura indipendente che doveva far conoscere le opinioni di tutti, divenne la struttura censoria che proprio facendo conoscere quelle opinioni e solo quelle o tutte le opinioni inserendo l'informazione in contesti opportuni, manipolava le masse in funzione degli intendimenti dei loro padroni.
Ci fu un tempo in cui i giornalisti documentavano gli accadimenti. La stampa era come la Croce Rossa. Poi si iniziò ad usare la Croce Rossa come copertura per azioni di guerra e i giornalisti divennero coloro che costruivano le opinioni favorevoli o sfavorevoli in funzione delle necessità della guerra. Furono arruolati per destabilizzare l'opinione pubblica ed usati come spie. Come le Organizzazioni non governative che operano nei teatri dei conflitti internazionali. Sono stati arruolati come militari a tutti gli effetti e come i militari combattono la loro guerra nel ruolo che si sono scelti. Fanno piangere o minimizzano a seconda delle necessità del potente che li paga attraverso il giornale che li ha assunti e selezionati per i suoi bisogni. Nel 1895 Gustave Le Bon pensava ancora a giornalisti e a stampa indipendente; non sapeva che sarebbero stati reclutati come un reparto speciale dal potente di turno.
I media diventavano le nuove catene emotive con le quali i padroni legavano i loro schiavi, determinavano le loro idee e le loro opinioni in funzione della riaffermazione del loro potere e del loro dominio.
Cosa che Howard Gardner ha ampiamente dimostrato con i suoi esempi.
Marghera 20.08.2008
Altri capitoli:
1) Premessa e considerazioni generali su come Gardner si pone davanti alla vita!
2) IL RAZIOCINCIO; logica e raziocinio nella manipolazione delle masse elettorali!
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Al viaggiatore non interessa che si parli della meta del suo viaggio. Il viaggiatore pone la sua attenzione in ogni istante del suo viaggio. E' il treno giusto? Il temporale renderà difficoltoso attraversare quel fiume? L'aereo è in grado di reggere quella distanza? Il cavallo è stato ben ferrato? La meta è il punto d'arrivo, ma come ci arriviamo dipende dal come abbiamo viaggiato.